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Autore: JustNeedLove    22/08/2013    2 recensioni
Dopo la morte della migliore amica Hannah, Rose si chiude in sé stessa.
Passati tre mesi, decide di affrontare la situazione e tornare a scuola, luogo dove l'amica tempo prima ha compiuto il gesto estremo.
Riuscirà Rose a fare nuove amicizie? E riuscirà soprattutto a fidarsi nuovamente di un ragazzo?
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: George Shelley, Jaymi Hensley, JJ Hamblett, Josh Cuthbert, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

 

<< È un piacere rivederti, Rose. >>

Perché da quel giorno tutti i sorrisi che la gente mi rivolge mi sembrano così maledettamente falsi? Oh, giusto. È tutta compassione, è tutto un susseguirsi di ‘mi dispiace per quello che è accaduto’, ‘la conoscevo bene’; ecco è questo il punto, nessuno la conosceva veramente, o lei sarebbe… ancora qui.

<< Possiamo cominciare? >>

Chiedo dopo essermi accorta che la mia psicologa si aspettava una risposta.

<< Certo, sdraiati. >>

Oramai è un gesto quotidiano, conosco a memoria le battute come se la mia vita fosse diventata un copione, il quale viene recitato ripetutamente fino alla nausea. È teatro di una tragedia, la quale viene schifosamente recitata ogni singolo giorno, e di cui io sono protagonista. Sto solo aspettando di recitare la mia parte.

<< Allora dimmi.. come ti senti oggi? >>

Ed ecco la solita battuta, ora tocca a me.

<< Bene, molto meglio direi. >>

Sfoggio uno dei miei migliori sorrisi finti e mi stupisco di non aver mai preso in considerazione l’idea di fare l’attrice.

<< Sul serio? Bene, abbiamo fatto un enorme progresso! >>

Oh no, mi ha sorriso veramente in quel modo? Tipo ‘ok, ora che stai bene levati dalle palle, bye bye!’ ?! Quello che mi urta in realtà è il fatto che mia madre spende un occhio della testa per uno stupido e monotono monologo. Ma andiamo avanti con lo spettacolo!
Vede che non accenno a rispondere e continua:

<< Quindi.. >>

Forza, dillo. Aspetto solo questa battuta!

<< Vedo che stai meglio perciò possiamo prendere in considerazione l’idea di farti tornare a scuola? >>

Neanche per idea, penso. Ma oramai devo arrendermi, mia madre mi ci avrebbe spedita a calci in culo. Dopo quel giorno sono rimasta chiusa in casa per tre mesi, e ho studiato con un maestro privato per stare a passo con il programma, pur riconoscendo che non avrei potuto evitare quell’inferno chiamato scuola, palcoscenico della tragedia consumatasi e causa delle mie sedute (sottolineo inutili) psicologiche.

Fisso per un attimo la donna seduta di fronte a me, solito stereotipo da “dottoressa”: capelli raccolti in uno chignon, camicia bianca accompagnata da una gonna nera lunga fin sotto al ginocchio, e solita cartelletta a portata di mano. Infondo è una brava donna, non posso incolparla del fatto che odio tutto e tutti.
Accenno un debole sorriso e mi arrendo:

<< Certo, credo sia passato anche troppo tempo. >>

Mi guarda con aria stupita ma si limita ad annuire.

<< Uhm, ok. Allora visto che non credo ci sia altro da aggiungere concludo ufficialmente la tua serie di sedute. >> Sorrido sinceramente, era ora!
<< Mi offro di accompagnarti a casa, se non ti dispiace. >>
<< Ehm, certo.. grazie mille. >>
<< Figurati, non ho altri appuntamenti in giornata. >>
 

Nessuno ha biascicato parola per l’intero viaggio, alquanto imbarazzante.. Ma cosa c’è di più imbarazzante del farsi accompagnare a casa dalla propria psicologa?

<< Grazie mille, signora Shelley. >>
<< Figurati cara, ci vediamo stasera e salutami la mamma! >>
 

No, un momento, fermi tutti. Stasera? Mamma? Che mi sono persa? Mi giro per chiedere spiegazioni ma vedo la signora Shelley ormai lontana.

<< Mamma sono a casa, come mai la mia psicologa mi ha congedata con un ‘a stasera?’ >>
<< Ciao anche a te, Rose. >> le scappa una risata. << Come è andata? >> Continua a ignorare la mia domanda.
<< Bene, era la mia seduta e tornerò a scuola, ma ora spiegami ‘sta storia! >>

Ignorata x2, mi salta praticamente addosso.

<< Oh Dio, Rose! Ti sei decisa finalmente! Non sai quanto sono fiera di te! Jaymi, scendi, buone notizie! >>

Oh, Jaymi è mio fratello maggiore e lo adoro, non avrei mai superato neanche un giorno della mia terapia se non ci fosse stato lui.

<< Sorellona! Ho accidentalmente origliato la conversazione, e inutile dire che non potrei essere più felice per te! >> Mi avvolge in un tenero abbraccio.. quanto ne avevo bisogno.
<< Comunque >> ci interrompe nostra madre, << riguardo a Meredith.. verrà a cena qui stasera! >>

Ok, ricordate quando ho detto che farsi accompagnare dalla propria psicologa è imbarazzante? Bene, aggiungeteci il fatto che verrà a cena a casa tua e l’imbarazzo raddoppia.

<< Non te l’ho detto, si è trasferita qui da poco e così ho voluto accoglierla nel migliore dei modi! >>
 

Oh, perfetto. Faccio per salire le scale e aggiunge:
 

<< Dimenticavo ancora, ha un figlio della tua età! Vedrai che ti piacerà, si chiama George. >> Dice e sparisce in cucina.
 

Mi mancava solo questo. Un ragazzo, a cena, a casa mia. L’unico ragazzo verso il quale non provo un odio profondo è Jaymi. Tutti gli altri? Li odio, anche se non mi hanno fatto nulla. In fondo sono tutti uguali. Salgo le scale e mi dirigo verso la mia camera, pronta a versare lacrime per la morte non ancora superata della mia migliore amica d’infanzia Hannah, morta a scuola un pomeriggio di tre mesi fa, per l'appunto a causa di uno schifosissimo ragazzo.





Saaaaalve, io sono Monika (:
Ho deciso di scrivere questa storia perché mi frullava da un po' in testa, sooo. Perché gli Union J? Beh, perché mi sono letteralmente innamorata di loro, una mia amica mi ci ha fatto fissare e ora non smetto di ascoltarli :')
Piccolo dettaglio che non interesserà a nessuno, ma lo scrivo, lol : è dalle 15 che provo a pubblicare il capitolo ma ci ho  messo ben TRE fottutissime ore, capite quanto sia impedita AHAHAHAH.. quiiindi mi fareste solo il piccolissimo piacere di lasciare qualche recensione, please? Vorrei sapere se vale la pena continuare a scrivere :)
  
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