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Autore: Benio Hanamura    23/08/2013    2 recensioni
[Mademoiselle Anne/Haikara-san ga toru]
All'inizio dell'ultimo volume del manga di Haikara-san ga toru/Mademoiselle Anne Benio scopre che Tosei ha chiesto di cancellare l'ipoteca sul castello Ijuin dalla banca di suo padre e che sua madre gli ha posto come condizione che abbandoni la carriera giornalistica a cui tiene tanto per diventare direttore di banca secondo la tradizione della famiglia Aoe. Ovviamente Benio non può accettare che Tosei faccia un sacrificio così grande solo per amor suo, così prende una drastica decisione che sconvolgerà anche il suo futuro, per poter almeno essergli di conforto e ripagarlo in qualche modo: gli annuncia che lo sposerà e gli resterà sempre accanto, proprio come Shinobu ha deciso di restare con Larissa... Ma andrà proprio così? Si può davvero imparare ad amare? Benio e Shinobu soffocheranno dunque i loro veri sentimenti in nome della gratitudine? Chi ha letto il manga sa come sono andate le cose, ma voi siete rimasti davvero soddisfatti dalla conclusione della Yamato?
Io abbastanza, tranne che per qualcosina... Questa fanfiction è una mia versione alternativa del finale del mio manga preferito, in cui ho cercato appunto di modificare ciò che non mi convinceva del tutto...
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Arrivederci, Ranmaru sensei!”
“A domani, sensei”
Gli allievi della scuola di Kabuki uscirono uno dopo l’altro piuttosto sollevati: la lezione era stata piuttosto lunga e pesante, tanto che addirittura era stato il padre di Ranmaru a ricordare al figlio che sarebbe stato il caso di lasciarli andare a casa, anche perché si era fatto piuttosto tardi rispetto al solito.
“E poi sarei io quello severo… e cosa si dovrebbe dire oggi di te allora?” cercò di sdrammatizzare, ma Ranmaru non rispose, dato che una volta andati via gli allievi si era incupito proprio come a colazione, come se davanti a loro avesse recitato una parte fingendo che tutto fosse normale. La solita situazione, era evidente, Ranmaru aveva un problema che lo assillava, ma non voleva darlo a vedere, di qualsiasi cosa si fosse trattato, lui avrebbe fatto di tutto per risolverlo da solo, senza confidarsi nemmeno con lui. Fujieda sensei era legatissimo a suo figlio oltre ad essere orgoglioso per ciò che era riuscito a realizzare così giovane nel teatro seguendo le sue orme, ma dopo che l’adorata moglie era morta si era abbastanza rinchiuso in se stesso, forse non dando sufficiente sostegno al figlio rimasto orfano molto piccolo, forse anche perché lui somigliava troppo a sua madre e questo gli ravvivava continuamente il dolore per la ferita mai guarita infertagli dalla sua perdita: così era ovvio che Ranmaru gli era sempre molto affezionato, ma nutriva per lui anche una certa soggezione, oltre a tenere moltissimo ai suoi giudizi. Questa situazione che si era creata fra loro a Fujieda sensei  dispiaceva molto, ma da un lato si rendeva conto che un po’ se l’era voluta; perciò, anche se ormai aveva superato la fase peggiore di nostalgia della moglie ed avrebbe voluto cambiare radicalmente le cose, capiva che non era proprio il caso di imporsi troppo con lui.
“Sei strano… sicuro che vada tutto bene?”
“Certo, non preoccuparti… E’ solo che il fatto che le repliche dell’ultimo spettacolo siano finite non vuol dire che le lezioni debbano diventare più leggere… Soprattutto i nuovi allievi hanno davvero molto da imparare e se non approfitto quando sono meno preso dalle prove… Se sono sembrato un tiranno forse inizio a somigliarti più di quanto possa sembrare” rispose Ranmaru accennando un sorriso.
“Sì, forse hai ragione…” rispose il padre. Sospirò e con la scusa di riposare per un po’ si ritirò in casa da solo, sempre sperando che prima o poi sarebbe stato lui a confidarsi.
Ranmaru aprì completamente la porta scorrevole aperta lasciando così rinfrescare di più la grande sala della scuola di kabuki, che era adiacente alla sua casa, e si sedette sulla soglia a riposare, come faceva spesso a fine lezione. E sforzandosi di non pensare a Benio si guardò intorno, sperando magari che arrivasse Piko, l’uccellino che gli si era tanto affezionato, che avrebbe potuto distrarlo un po’ chiedendogli qualcosa da mangiare. Ma appena ebbe distolto lo sguardo dagli alberi e guardato davanti all’ingresso trovò qualcun altro.
“Ciao, Sonoko. Non ti avevo sentita entrare…”
“Ciao, Ranmaru… Allora, come stai?”
“Sto benissimo, e spero che anche tu… ma come mai me lo chiedi?” rispose Ranmaru sorpreso.
“Beh, mi pare ovvio… Ieri quando il nostro fan club è venuto qui eri così giù… troppo per il successo così grande che ha avuto la tua ultima rappresentazione. Tuo padre ti ha addirittura assegnato quella carica a cui aspiravi e invece…”
Ranmaru sorrise “Non ti si può nascondere proprio niente! In effetti è vero, ero così stanco, ma adesso…”
“Adesso non sei migliorato per niente…” rispose lei seria “E non solo perché non ti sei riposato affatto… E’ da un po’ che ti aspetto, di solito finisci la lezione mezz’ora prima rispetto ad oggi… Ed ancora prima dopo una serie di spettacoli!”
“Mi spiace che tu mi abbia aspettato tanto…”
“Non importa… Io sono venuta perché sono preoccupata per te, ma non mi è dispiaciuto affatto assistere ad una parte di una tua lezione, anzi! Solo che vedere come eri insolitamente severo coi ragazzi mi ha fatto capire che il tuo problema non era affatto la stanchezza: anche ieri, quando ti sforzavi di sorridere ma i tuoi occhi erano così tristi… Ranmaru, io lo so bene che quando stai così c’è sempre di mezzo mia cugina!!!”
Ranmaru capì di non poter negare con lei. Non era poi così tanto che si frequentavano assiduamente per via del fan club, ma Sonoko lo aveva già compreso alla perfezione. Era la cugina di Benio, di 3 anni più giovane di lei, ed un po’ infatti fisicamente le somigliava, anche se erano diversi il colore degli occhi e quello dei capelli ed i lineamenti erano più morbidi, più femminili. Inoltre caratterialmente erano molto diverse, lei era così elegante e raffinata… e poi era piuttosto timida, infatti era sempre l’ unica fra le ragazze a non fare troppa confusione attorno a lui, tenendosi un po’ in disparte. Quando però era tornato dal castello Ijuin dove aveva vissuto per mesi sotto le mentite spoglie della cameriera Ranko solo per amore di Benio, aveva avuto modo di accorgersi di lei e di stringere amicizia con lei. Per Ranmaru era stato davvero devastante l’annuncio di Benio che avrebbe amato per sempre il suo rivale anche se morto ed il suo invito a tornarsene a casa perché sarebbe stato inutile continuare a restarle vicino come aveva sempre fatto: aveva fatto le valige in fretta e furia e se n’era tornato a casa col cuore in pezzi, ma poi aveva anche dovuto affrontare parecchie difficoltà con suo padre, per farsi perdonare dopo aver mollato la scuola di kabuki e la compagnia teatrale così di punto in bianco, infatti Fujieda sensei aveva minacciato addirittura di diseredarlo! Così Ranmaru aveva tenuto duro e per dimostrare la sua ferma volontà a non lasciare più il teatro si era esercitato molto di più, trattenendosi anche fino a tardi, per recuperare il tempo perduto. Appena saputo del suo ritorno a casa Sonoko, indipendentemente dal fan club, era andata a trovarlo e lo aveva incoraggiato moltissimo… Ed alla fine lui le aveva anche confidato ciò che era successo, con la sicurezza che di lei poteva fidarsi, non lo avrebbe mai potuto dire alle altre o a nessun altro: insomma, più che una semplice fan come le altre Sonoko era diventata per lui un’amica con cui poteva parlare liberamente, ed infatti anche questa volta le confidò ogni cosa.
“Ah, mia cugina non cambierà mai, nonostante le apparenze è fin troppo altruista e farebbe qualsiasi cosa per quelli a cui vuole bene! Il sottotenente l’ha pure mollata per un altra e lei sacrifica così la sua intera esistenza per lui… E’ ovvio che non può amare Tosei, hai ragione, ma certamente non avrebbe dovuto parlarti in quel modo, non lo meriti!” commentò Sonoko.
“Beh, in ogni caso non la importunerò più, se Benio ha deciso di rovinarsi la vita a tutti i costi non mi intrometterò più, testarda com’è otterrei solo l’effetto opposto! Anche se forse è stata un po’ colpa mia, ho insistito troppo con lei…”
“La giustifichi ancora? No, non è possibile! Ranmaru, anche se è una ragazza di natura generosa, Benio non ha scusanti, tu parlavi solo per il suo bene e lei... No, che viva tutta la vita con un uomo che non ama, sono fatti suoi! Ormai tu non hai più il dovere di preoccupartene!” il suo tono era davvero risentito.
Lui la fissava alquanto sconcertato, senza parlare. Lei subito si calmò e tacque anche lei per qualche istante, per poi chiedergli, a bruciapelo:
“Ranmaru, non è che davvero tu… insomma, la ami ancora?”
“Ma che dici?” Ranmaru si infastidì nel sentirsi ripetere ancora quella domanda, prima Benio, sentitasi messa alle strette, ma ora anche lei… Però quando la guardò negli occhi notò una profonda tristezza.
“Sonoko… no, non è possibile che…”
“Sono sempre una tua fan, no? Ti pare davvero così assurdo?” Sonoko accennò un lieve sorriso, per un attimo, prima di sentire le guance bruciare... Non sapeva mascherare l’imbarazzo, ovviamente. Tuttavia raccolse tutto il suo coraggio. “Sì, è così… io ti amo! E non solo come una fan può ammirare un personaggio famoso del teatro o altro… Sono sempre stata innamorata di te!!!” 
Forse per la prima volta in vita sua Ranmaru era tanto scioccato da essere divenuto incapace di spiccicar parola.
Sonoko sospirò tristemente: “Scusami, sono proprio una stupida… Tu sei già troppo turbato per conto tuo ed io… Non farci caso, ti prego… Come Benio non riesce a smettere di amare Shinobu non vedo perché tu dovresti smettere di amare lei, dopo così tanti anni, poi… Per questo non ho mai nemmeno provato a confessarti i miei sentimenti limitandomi ad essere una semplice fan ed a starti vicino come tale… Ma anche se fosse così non dovresti fartene una colpa ed io non voglio per questo perdere la tua amicizia… Perciò io adesso me ne vado, ci vediamo al matrimonio, ed intanto tu dimentica ciò che ti ho detto…”
Il nodo che aveva in gola da troppo tempo stava irrimediabilmente per sciogliersi, e non voleva che lui la vedesse piangere, non era certo andata lì per quel motivo.  Ma appena si fu voltata per andarsene Ranmaru riuscì a risponderle.
“No, aspetta… scusami tu, lo stupido sono io…” le disse dolcemente.
Lei ormai non riusciva più a trattenere le lacrime, il suo tentativo di contenersi era miseramente fallito. Faceva così tanta tenerezza che lui non poté non abbracciarla per consolarla.
“Stupido tu… ma che dici…” quando si fu calmata un po’ Sonoko si liberò dall’ abbraccio.  
“Certo… Sono stato sempre così preso da Benio che non mi sono mai accorto di nulla… dimostrando la mia sensibilità solo con lei, e confidando ogni cosa proprio a te… Deve essere stata una tortura ascoltarmi ogni volta!”
“Un po’ sì, ma… ho sempre potuto comprendere la tua sofferenza perché era la stessa che provavo io…”
“Mi spiace così tanto Sonoko… comunque no, io non amo più Benio, mi sono del tutto rassegnato ad essere solo un amico per lei… Ero certo che lei avrebbe sposato Shinobu, con lui ho lottato inutilmente per conquistarla ed ho ceduto soltanto perché avevo capito che lui l’amava davvero e l’avrebbe resa felice. Ora però questo nuovo arrivato… Il signor Aoe sarà pure una brava persona, ma lei non lo ama, perciò soffrirà standogli accanto per sempre… Anche se… forse è vero che ora che mi sono reso conto che il mio sacrificio è stato comunque inutile… Insomma, è stato un po’ come rivivere il dolore che provai quando lei mi impose di lasciare casa Ijuin, se non peggio… Non riesco a spiegartelo bene, anche perché mi sento così confuso… Ed ora non so proprio cosa… ” abbassò e deviò lo sguardo, sinceramente mortificato.
“Non preoccuparti per me… Come ti dicevo, non devi assumerti la colpa di nulla e tanto meno pretendo una qualche tua particolare reazione immediata, lo so bene di averti scioccato! Nemmeno io prevedevo di confessarti i miei sentimenti, ma adesso che l’ho fatto mi sento molto meglio!” gli sorrise “ Stai tranquillo, sia riguardo me che riguardo Benio… sono certa che si è subito pentita di quello che ti ha detto… e sicuramente me ne parlerà appena andrò da lei a casa sua, ma se avesse deciso di chiudere con te non gliela farei passare liscia! Beh, ora devo proprio andare, o si farà troppo tardi … Ciao, ci vediamo presto!”
Quindi senza lasciare a Ranmaru il tempo di dirle altro, Sonoko corse fuori. Appena in tempo prima di mettersi a piangere di nuovo senza che lui potesse vederla.
 
I giorni successivi passarono veloci. Ranmaru continuava ad impegnarsi moltissimo nelle lezioni alla scuola di kabuki, il che lo aiutava a non lambiccarsi troppo il cervello, fra Benio che stava per fare qualcosa che lui non riusciva proprio ad approvare e Sonoko con quella sua scioccante rivelazione di cui, gli aveva detto, non avrebbe dovuto preoccuparsi  (facile a dirsi, ma non certo a farsi!);  Benio, dal canto suo, aveva seguito Duenna quasi come un automa, aveva completato velocissimamente le ultime spese ed aveva scelto pure l’abito da sposa, solo che era stato necessario qualche ritocco da parte di una sarta, per cui avrebbe dovuto ritirarlo a breve; ed intanto aveva anche avuto un paio di spiacevoli incontri con la futura suocera per definire alcuni dettagli per il matrimonio e per la sua futura vita da signora Aoe, nel corso dei quali si era resa conto senza il minimo dubbio che questa l’avrebbe obbligata a seguire rigorosamente le sue regole ed avrebbe stabilito così per ogni aspetto il suo stile di vita nella loro famiglia, a costo di insegnarle tutto personalmente. Fortunatamente stava tornando dall’ultimo di quegli incontri, ora non l’avrebbe più vista fino alla cerimonia, le restavano ben due settimane di respiro!!! Prima di doverla sopportare per sempre, dato che lei e Tosei avrebbero vissuto nella stessa casa di lei e del marito… No, non doveva assolutamente pensarci, almeno in quegli ultimi giorni di libertà della sua vita!
Eppure stavolta era davvero impossibile non pensarci, era stato davvero troppo brutto… Era andata da lei per ritirare alcuni degli inviti per le nozze, quelli che avrebbe dovuto distribuire ai suoi parenti ed amici, ma era arrivata un po’ prima dell’appuntamento con la signora Aoe. La cameriera, che l’aveva riconosciuta come la fidanzata del signor Tosei l’aveva fatta entrare in casa senza annunciarla alla signora, che stava parlando con due amiche, che stavano andando via. Aspettandola fuori, però, aveva sentito per caso che la sua futura suocera si stava proprio lamentando di lei, dicendo che si sentiva male a dover avere una nuora così rozza, così volgare e poco adatta a suo figlio! Il suo primo impulso era stato quello di irrompere nella stanza secondo il suo stile e dire a quelle nobili signore tutto ciò avrebbero meritato mandando all’aria il matrimonio, ma poi si era trattenuta in tempo, pensando che ciò sarebbe stato esattamente ciò che avrebbe voluto la signora Aoe e che, anche  se magari per lei questo sarebbe stata una liberazione, Tosei ne avrebbe sofferto moltissimo e non lo meritava… Oltre al fatto che avrebbe ulteriormente inasprito i rapporti del fidanzato con la madre, già così tesi, ancora di più dopo essere stato costretto da lei a rinunciare al giornalismo… Così aveva inghiottito il rospo ed aveva fatto finta di niente, così come la signora Aoe aveva fatto con lei una volta che le amiche erano andate via: le aveva fatto un sorriso molto forzato, ma dai suoi occhi traspariva tutto il suo disprezzo… E non aveva detto nulla nemmeno a suo padre, al suo ritorno a casa, anche lui avrebbe sofferto inutilmente e magari avrebbe potuto pure fraintendere e pensar male anche dello stesso Tosei!
Pensando soprattutto al bene di Tosei, per il quale aveva preso la sua sofferta decisione, ed al fatto che almeno suo padre era una persona buona, gentile e per niente prevenuto nei confronti di una ragazza di classe sociale inferiore (ed infatti a differenza della moglie l’aveva accolta in casa con sincero affetto), Benio era subito rinchiusa in camera e si era messa a scrivere i nomi degli invitati sui bigliettini. Un lavoro breve, che lei però svolse con inutile e quasi maniacale pignoleria impiegandoci ore, fino a notte fonda… Poi a cose fatte prese fra le dita il bigliettino che avrebbe dovuto dare a Ranmaru, a cui non aveva ancora avuto il coraggio di parlare per scusarsi per l’ultima volta, e le riaffiorarono le lacrime… il suo migliore amico le mancava tantissimo e pensò che forse ciò che gli aveva detto per disperazione pentendosene immediatamente era stato dettato anche da ciò che aveva pensato lei per un attimo nel profondo del suo cuore… non che si fosse improvvisamente resa conto di amarlo, ovvio, ma che se avesse scelto lui invece di Tosei sarebbe stato un marito ancora più comprensivo e dolce, quanto non avrebbe potuto essere nessun altro soprattutto con una ragazza come lei, e non sarebbe mai stata disprezzata così dalla sua famiglia. E pensò che se un giorno le avesse davvero annunciato di essersi innamorato di un’altra lei pur essendo felice per lui avrebbe invidiato moltissimo la nuova arrivata che avrebbe preso il suo posto nel suo cuore e si sarebbe anche sentita un po’ gelosa… No, almeno con Ranmaru non poteva lasciare le cose come stavano al momento, doveva rimediare e subito, senza rischiare di perderlo anche come amico, sarebbe stata la prima cosa che avrebbe fatto il giorno seguente! Una volta certa di quella decisione si rasserenò un po’, si asciugò gli occhi e se ne andò a letto.
 
L’indomani Benio si alzò presto e fece i suoi allenamenti, scaricando così molta della tensione accumulata, come al solito… Tuttavia ogni tanto sbirciava nella casa accanto, ma non si sentiva nulla, dopotutto erano appena le 6 del mattino... Si allenò per oltre 1 ora, quindi corse in casa a rinfrescarsi ed uscì subito di nuovo senza farsi sentire, dopo aver mangiato al volo alcuni dolcetti rimasti dal giorno prima di quelli che Duenna aveva preparato appositamente perché li portasse ai suoceri quando fosse andata da loro a ritirare gli inviti. Saltò, come non faceva da molto, la staccionata di confine e si trovò nel giardino della scuola di kabuki, dove si mise ad aspettare in silenzio, in attesa che Ranmaru si decidesse ad aprire la porta prima che i suoi allievi arrivassero… Inizialmente intravide Fujieda sensei, ma prontamente si nascose dietro ad un albero di pesco, non le andava di dare troppe spiegazioni e poi un po’ lui faceva soggezione anche a lei. Finalmente dopo che ebbe atteso per circa mezz’ora anche Ranmaru si decise ad affacciarsi… Aveva delle briciole di pane ed appena fu uscito comparve l’uccellino Piko, che subito gli volò sulla mano, dato che, come ogni mattina, non aspettava altro. Mentre Piko divorava letteralmente la sua solita colazione Ranmaru prese a guardarsi distrattamente intorno e vide Benio sotto il pesco.
Fu sorpreso, ma non lo diede molto a vedere: “Buongiorno, Benio” le disse, senza troppo entusiasmo, e volse nuovamente lo sguardo verso l’uccellino.
“Ciao,Ranmaru, io… ti aspettavo…” rispose Benio un po’ delusa da quella accoglienza, ma del resto avrebbe dovuto aspettarselo, dopo come lo aveva trattato avrebbe meritato di peggio, magari di essere sbattuta fuori.
“Bene… Non restare lì, vieni…”
Benio timidamente si avvicinò e si sedette accanto a lui. Al che il povero Piko, che ricordava bene la sua unica, spiacevole esperienza con quella terribile ragazza, pensò bene di allontanarsi subito su un albero a distanza di sicurezza, e Ranmaru si scrollò di mano i pochi residui di briciole che lui aveva lasciato.
“Se volevi dirmi qualcosa parla pure, fra poco arriveranno i ragazzi, non ho molto tempo, scusami…”  
“Sì, certo, il fatto è che… volevo scusarmi per l’ultima volta, sono stata davvero odiosa con te, non lo meritavi!”
“Non importa, davvero… ti ho fatto troppe pressioni, ma dopotutto non devi dare conto a me di chi vuoi sposare. E’ solo che mi sembrava tutto troppo assurdo, tutto qui… Ma non avrei dovuto farlo, non ti dirò più nulla in proposito… Se dici che ti va bene così va bene anche per me, cerca davvero di essere felice…” rispose Ranmaru, del tutto sincero, ma senza troppa convinzione sull’ultimo punto. Le sorrise leggermente.
“Ti ringrazio molto, ora mi sento molto meglio…” rispose Benio; tirò fuori una busta dal kimono, poi esitò “Questo…” si sentì di nuovo in forte imbarazzo.
“E’ il mio invito per il matrimonio, vero?” le facilitò il compito Ranmaru.
Lei annuì senza parlare e gli porse la busta, lui la prese e l’aprì.
“E’ di un gusto molto raffinato, si vede che entrerai a far parte di una famiglia nobile…”
“Infatti li ha scelti mia suocera…” precisò Benio deviando un po’ lo sguardo.
“Lei non ti piace molto, immagino… E magari anche a lei tu...”
“In effetti… Ma non mi importa di mia suocera, è mio marito che conta!” 
“Più che giusto… Va bene, Benio, verrò senz’altro, non preoccuparti! Non potrò mai approvare la tua decisione, ma resterò sempre tuo amico, perciò se davvero mi vuoi accanto in un giorno comunque così importante per te non mi tirerò certo indietro!”
Benio commossa lo abbracciò forte: “Grazie, Ranmaru, sono molto felice, avevo tanta paura di aver rovinato per sempre la nostra amicizia… grazie, sarai sempre il mio migliore amico!”
Poi però sentendo gli allievi della scuola di kabuki che stavano arrivando si scansò di colpo e corse via, sparendo di nuovo al di là della palizzata.
Ranmaru notò che un lembo del suo kimono era bagnato, sicuramente di lacrime…
“E’ vero, non devi dare conto a me di chi sposerai, Benio…” pensò fra sé “Ma come tuo migliore amico è mio dovere fare tutto il possibile per impedire che tu ti condanni così all’infelicità…” 
Si alzò ed iniziò la lezione. 



Note dell'autrice:
Questa parte è molto incentrata su Ranmaru, ma fidatevi, anche se lui è il mio personaggio preferito non avrà più spazio degli altri!
Comunque anche qui ho apportato una grossa modifica, si tratta di Sonoko, che è anche il personaggio a cui si ispira il nick che uso nella maggior parte dei forum che frequento.
Nel manga Sonoko appare solo in un capitolo extra, che serve a mostrare quale sorte avrà Ranmaru dopo la conclusione della serie regolare. Lui continua a fare l’attore e pian piano si accorge di questa ragazza, che è una delle ragazze iscritte al suo fan club: è carina, ma molto timida, non aveva mai fatto nulla per mettersi in mostra, lui la nota per la sua sensibilità e la vede come uno spirito a lui affine; i due si frequentano al di fuori del fan club, lui se ne innamora seriamente, ma avrà molte difficoltà a farsi accettare dalla famiglia di lei, in quanto il fratello maggiore di Sonoko, Muso, che l’ha cresciuta dopo la morte prematura dei loro genitori, non lo considera adatto come marito della sorella. Determinato a non rinunciare alla sua amata, Ranmaru è disposto a tutto pur di farsi accettare da Muso, anche a sottoporsi ai suoi massacranti allenamenti per rafforzare il suo fisico (in effetti è un po’ mingherlino!); purtroppo però ci si mette anche suo padre, anche lui apparso solo in questo capitolo extra, che lo metterà a dura prova, anche perché si avvicina uno spettacolo importante e lui per via dei suoi problemi sentimentali trascura un po’ le sue esercitazioni nel kabuki… Insomma, la storia è corta, ma complessa, perciò cambiare qualcosa era d’obbligo! Perciò approfittando della somiglianza grafica fra Benio e Sonoko, ho reso quest’ultima sua cugina più giovane (di 3 anni, dunque ha 2 anni in meno di Ranmaru, dato che lui ha 1 anno meno di Benio), cosicché, essendo Ranmaru un amico d’infanzia di Benio, non sembri strano che lui la conosca già, anche se il loro rapporto potrebbe essere, nelle vicende precedenti, assai marginale, per potersi poi approfondire nella fanfiction. Lei resta sua fan come nella serie regolare, ed anche nella mia versione lo ama, anche se ovviamente gli sviluppi, per forza di cose, ne risulteranno modificati.
Ho colto l’occasione per approfondire un po’ anche Fujieda sensei (nome generico che ho dato al padre di Ranmaru, che nel manga viene chiamato da lui papà e dagli allievi solo “maestro”, ovvero sensei, o “signore” e del quale perciò ignoriamo il nome): nel manga lo prenderei a sberle per come tratta quel suo povero figlio ignorando cosa stia passando anche senza che ci si metta lui ad infierire; qui ho voluto giustificare in qualche modo il suo odioso comportamento, anche se qui non arriva a tanto perché quel capitolo non esiste, nel modo più plausibile. Che cosa combina? Come potrei spiegarvi, avete presente Arthur Jang dell’anime Tommy la stella dei Giants? Purtroppo temo di no, è un anime troppo datato e trascurato dalle nostre TV locali, ma renderebbe bene l’idea… Altrimenti potreste pensare a Chigusa Tsukikage di Glass no kamen: fondete Arthur e Chigusa ed avrete Fujieda sensei… Beh, no, poveretto, non è un tale mostro, anche se però si avvicina!
Un’ultima cosa, Piko è un uccellino che compare nel manga, che vive nel giardino della casa di Ranmaru. Nella sua unica apparizione la povera bestiola ha la disgrazia che una sua cacca finisca in proprio sulla testa di Benio, che si trovava sotto l’albero su cui era posato… Al che Benio, infuriata, lo insegue con sguardo assatanato manifestando l’intenzione di divorarlo così vivo e crudo com’era, spaventandolo a morte (il poverino scappava zampettando, perché per la paura si era dimenticato di poter volare, una scena comicissima!).
Ed ora la finisco qui, o questa nota diventerà anche più lunga del capitolo… arrivederci al prossimo aggiornamento! 

 

  
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