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Autore: Berenice88    24/08/2013    2 recensioni
Bryce è alla ricerca della bara perfetta dopo che i lavori per il suo mausoleo sono quasi terminati. Morton gli porta la notizia di una nuova bottega di intarsiatori che sembra promettere proprio quello che Bryce cerca. Peccato che l'artista non sia disposto a lavorare a domicilio, e così Bryce si scuote dalla propria indolenza per andare ad ordinare quella che sembra la bara perfetta per lui... peccato che la bottega sembri nascondere 1000 stranezze e che il mastro che vi lavora non sia proprio chi dice di essere...
Genere: Dark, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alfred Mortimer Morton, Bryce Vandemberg
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti
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Bryce alzò indolentemente la testa dal divano
“Avevo detto che nessuno doveva disturbarmi, Morton. Perché sei qui? Lo sai che andare a vedere i lavori del mausoleo stamattina mi ha distrutto.Ti avevo detto di andare a vedere se c'era qualche novità al quartiere dei falegnami. ”
I riccioli ramati, sfatti dalla posa della testa di sbieco sul bracciolo del divano dello studio, ebbero una lieve scossa al tornare della testa del principe nella posizione di poco prima. Il piccolo movimento li fece brillare per un attimo sotto un raggio di sole che filtrava appena dalle tende di broccato porpora. Anche ridotti in quello stato, quei riccioli tondi e leggeri non sembravano essere fuori posto.
“Ci sono andato signore, e giuro che non vedevo l'ora di tornare a casa a riferivi.” scandì Morton con il suo tono incolore, come se stesse facendo le ennesime condoglianze ai parenti di una vittima sfracellata dalle ruote di una carrozza.
Bryce aprì di forza un occhio. Avrebbe fatto uno sforzo solo per guardare di sbieco il suo amato maggiordomo, ma lo vide trarre da una giacca interna una piccola e longilinea scatola di legno d'ebano.
“Ho scovato una nuova bottega di intarsiatori. Il locale prima era sfitto, il garzone mi ha detto che il mastro è nipote dell'intarsiatore che vi abitava qualche tempo fa. Mi ricordo di quell'uomo signore, mastro Tobias Erven era un maestro unico e credo proprio che il nipote sia all'altezza di quello che cercate.”
Bryce alzò flessuosamente la schiena, con uno sforzo che andava contro ogni sua regola e fece cenno a Morton di avvicinarsi. Il maggiordomo incedette col suo passo cadenzato da fanfara funebre e porse al padroncino la piccola scatola d'ebano.
Gli occhi azzurri del principe ebbero un piccolo guizzo di interesse mentre accarezzavano la piccola riproduzione di una bara dal coperchio completamente intarsiato. Un meraviglioso ritratto di lui con in mano una calla era quasi tridimensionale davanti ai suoi occhi. Il legno di noce si arrotondava per definire la luce sui suoi ricci, quello di ciliegia ne sottolineava le ombreggiature. Il mogano chiaro dava corpo alle sue labbra e lo scuro le rendeva sensuali. Bryce riconobbe il palissandro, delineava il sole che accarezzava il suo manto principesco e l'ebano ne approfondiva la maestosità. L'acero più chiaro faceva brillare la corolla della calla fra le sue mani, e le nervature del legno disegnavano come per magia le vene che portavano sangue alle dita affusolate, rese dolci dal colore della betulla e ombreggiate appena da una sottile striscia di pino. Bryce accarezzava la propria figura con gli occhi, come Narciso di fronte alla fonte del suo desiderio. Un'intera schiera delle figlie della natura era stata tagliata, spezzettata e piegata dalla volontà di una mano esperta col solo scopo di rendergli omaggio.
“Credo proprio che il nuovo mastro intarsiatore voglia inaugurare con voi la sua lista di clienti.” disse Morton, solenne.
“E' un intenditore, Morton” disse Bryce passando un dito sulle pieghe del suo mantello legnoso. Sembravano avere una profondità tattile, eppure la superficie era liscia, perfettamente lucidata in un lavoro più che preciso, “quel ragazzo sa che se mi servirò da lui per primo, molti seguiranno il mio esempio. Vuole una buona clientela, e a giudicare dal suo lavoro non credo che sarà una bottega troppo economica... bene Morton, quel pivello è riuscito nel suo intento. Chiamalo a palazzo.”
“Non posso signore, stavo per dirvelo.”
Bryce ebbe un lampo di contrarietà negli occhi.
“Che vuol dire che non puoi?”
“Che il garzone mi ha riferito che il suo maestro non lavora a domicilio per nessuno, chi lo desidera può andare a discutere con lui per le commissioni nella sua bottega.”
“Che sfacciato.”
“Davvero, signore.” annui Morton come se abbassasse il capo davanti alla benedizione del cadavere con l'incenso prima di portarlo fuori dalla chiesa.
“In tal caso andremo noi... un ammiratore che sa rendere perfettamente il colore delle mie mani con una betulla così pura merita una visita.” disse Bryce.
Morton alzò gli occhi a cielo, quasi vacillando. Il padroncino doveva esser rimasto estasiato più di quanto il suo viso non ammettesse.

 

“Avevate ragione. E' arrivato!” disse il garzone, spalancando la porta, dopo aver fatto due rampe di corsa per comunicare la notizia al suo mentore.
Due dita affusolate e bianche accarezzarono una stecca di rovere moro appena limato per saggiarne la superficie. Era perfettamente liscia. Gli occhi neri che lo esaminavano si alzarono e si immersero in quelli nocciola del garzone.
“E' solo un principe molto prevedibile, Klaus.” sussurrò, schierando dalla penombra della stanza un sorriso rosso e crudele.
“Prevedibile o no, il cardinal De Plessy sarebbe fiero di voi...”
“Lo so Klaus, lo so.”

  
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