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Autore: PinkBiatch    24/08/2013    2 recensioni
“C'è una mezzosangue, ad Hogwarts. E' un'insopportabile so-tutto-io, coi capelli crespi e i denti davanti..”
“Sporgenti.” Aveva continuato suo padre, come in trance.
“Come fai a saperlo?” Chiese Scorpius, incuriosito.
“Immagino sia la figlia della Granger.” Disse soltanto lui.
“Sì, si chiama Rose..”
“Che nome del cazzo, Rose..” Disse assorto suo padre.
“Rose Weasley.” Finì Scorpius.
“Weasley.” Draco sputò per terra.“Le avrei dato un nome migliore.”
“Cosa?”
“Niente, Scorp, niente. Stavo pensando fra me e me. M'ero dimenticato quanto la disprezzassi.”
“Chi? La madre di Rose?”
"Sì."
Suo padre si bucò con una spina e buttò la rosa che aveva appena colto fuori dal cancello in ferro battuto che circondava il giardino.
“Perché l'hai buttata?” Chiese suo figlio.
“Perché mi ero bucato” Rispose Draco semplicemente.
“Hai buttato via la più bella rosa del giardino solo perché ti sei bucato con una spina che avresti potuto togliere.” Lo rimbeccò Scorpius.
Quelle parole fecero pensare Draco.
“Verrà il giorno in cui ti mancherà.” Disse Draco dopo un po', quando erano ormai vicini alla porta di casa.
“Chi?”
“Quella Sudicia Mezzosangue.” Ed entrò in casa velocemente, abbandonando Scorpius confuso davanti alla porta di casa.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Ron/Hermione, Rose/Scorpius
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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 7

 

 

 

 

La lezione stupì Rose molto più di tante altre cose. Sembrava così normale, Draco Malfoy. Una persona riservata, certo, ma professionale. A detta di quello che le aveva raccontato numerose volte la madre, perfino Piton, l'ex professore di pozioni, un uomo talmente meritevole da dare il nome ad uno dei figli dello zio Harry, era molto più crudele di lui.
Certo, la sua preferenza verso Serpeverde era palpabile, perché ancora sentiva dentro di sé le numerose volte che aveva lottato per la sua Casa, come tutti gli studenti di Hogwarts. Ma non toglieva punti a Grifondoro senza averne una ragione, e gliene aggiungeva quando c'era (Rose aveva infatti guadagnato venti punti a rispondere correttamente ad ogni domanda), e a Serpeverde non venivano aggiunti punti senza ragione, e quando ci voleva, era pronto a sottrarli.
Tutto sommato, Draco Malfoy si sarebbe potuto conquistare un posto molto alto nella classifica dei professori di Hogwarts, vecchi e nuovi.
Rose si ripromise di scrivere una lettera a sua madre per raccontarle di questa nuova aggiunta al corpo insegnanti, anche se dubitava che lei non lo sapesse.
Riscossa da tali pensieri dopo aver riposto tutte le sue cose dentro la borsa, si diresse spedita verso la lezione di Incantesimi, e così fece tutto il giorno.
Non sapeva perché, ma l'esito positivo di quel professore nuovo ed insolito le aveva regalato una nuova forza, e voleva mettercela tutta per sembrare al massimo delle sue forze nonostante quell'inizio disastroso.
Durante l'ultima lezione del pomeriggio, Rose fu di nuovo con Scorpius. Di nuovo una doppia ora, stavolta di Divinazione. Il che voleva dire che tutti, in quelle due ore, si sarebbero addormentati, anche solo per un piccolo minuto.
Quando entrarono nell'aula, la Cooman era già attiva, carica come una mina, e cominciò molto presto ad impartire ordini.
“Oggi faremo qualcosa di insolito, ragazzi miei” annunciò con voce profonda, “Insolito ed interessante, come me e tutte le mie lezioni!” Ridacchiò, “Sempre mantenendo la mia modestia, però.”
“Certo, modestia” Commentò Albus sottovoce a Rose e Sugar, “Quando la modestia sente parlare della Cooman si suicida.”
Questo scatenò l'ilarità di chi aveva sentito quella battuta, che fortunatamente era sfuggita alle orecchie della Cooman, come però non avevano fatto le risate, allorché si voltò verso di loro e cominciò a fissare Rose.
“Tu. Ragazzina. Sei in grave pericolo, e ti aspetta una prova.” Disse con fare minaccioso.
L'affermazione della Cooman fece ridacchiare tutti sotto i baffi. Chi non sapeva che lei era stata scelta per il Torneo Tremaghi?
“Adesso”, proseguì dopo qualche minuto la professoressa, “vi chiederò di fare un piccolo test. Successivamente, verrete accoppiati alla persona che ha dato come risposta il contrario della vostra, e dovrete lavorare insieme a questa.
Rose prese il suo foglio desiderosa di scoprire chi fosse la persona più differente a lei di quella classe.
Dall'altra parte della stanza, vide Blanca scervellarsi sulla risposta più diversa a quella che aveva dato Scorpius accanto a lei, per riuscire a finire in coppia con lui.
Quando le coppie vennero estratte, tuttavia, si scoprì che Blanca aveva fallito nel suo intento.
Al finì con Blanca, Sugar con Robert, e Rose era ansiosa perché sembrava essere l'ultima della fila.
La professoressa Cooman tirò su due fogli, uno dalla colonna di destra e uno dalla sinistra, erano gli ultimi rimasti, e tutti sapevano che erano i fogli di Scorpius e Rose.
“C'è qualcosa di simile”, commentò pensosa la professoressa, “ma penso che non potrebbe esserci coppia migliore. Sì. Azzeccato. Weasley, lavorerai con Malfoy.”
Rose si sforzò di non arrossire e di non lasciar trapelare quel piccolo senso di gioia che le aveva accelerato il battito cardiaco, e sembrò quasi riuscirci.
Durante la lezione avrebbero dovuto esaminare il loro futuro a vicenda e trovarvi tutte le congruenze possibili.
Alla fine delle due lezioni, l'unica cosa simile che fossero riusciti a scoprire Scorpius e Rose, era che lei avrebbero dovuto entrambi superare una grande sfida, anche se la sfida di Rose era una sfida fisica, mentre quella di Scorpius una sfida col proprio cuore.

 

 

 

Quando, al termine della lezione di Divinazione di quel giorno, Scorpius trasse la conclusione, insieme a Rose, di dover combattere con il proprio cuore, sapeva già chi avrebbe vinto.
Avrebbe vinto lui.
Il suo orgoglio, il suo egocentrismo, la sua netta superiorità avrebbero schiacciato ogni sentimento buono verso quella Mezzosangue che sarebbe mai riuscito a partorire.
Non avrebbe mai lasciato entrare uno spiraglio d'amore dentro di lui, non per paura, per sentirsi più sicuro, o perché non se ne credeva degno. No, niente di tutto questo.
Non avrebbe mai lasciato entrare uno spiraglio d'amore dentro di lui perché non credeva che servisse a qualcosa, l'amore. Non se ne sarebbe ricavato niente di niente, solo sofferenza a palate.
E mentre, di nuovo, attraversava i corridoi di Hogwarts a testa alta, mano nella mano con Blanca mentre le sussurrava delle rassicurazioni sul fatto che non gli importasse assolutamente niente della Weasley, si scontrò con l'ultima persona che avrebbe voluto vedere in quell'istante: suo padre.
Si staccò di dosso Blanca aggressivamente e molto velocemente, sperando che suo padre non avesse visto troppo, ma inutilmente, perché lei provò ad attaccarsi di nuovo a lui mentre avevano proprio davanti suo padre, e si lamentò a gran voce.
“Scorpius.” Lo richiamò freddamente il padre.
“Papà.” Rispose freddamente il figlio.
Sembravano la stessa persona che parlava davanti ad uno specchio inclinato per farlo sembrare più basso. Forse anche perché Draco rivide in quei gesti sciocchi molta della sua adolescenza, ma non sapeva esattamente come fare. Prese un respiro e poggiò la mano sulla spalla del figlio.
“Vorrei parlarti.” Gli disse, desideroso di sembrare meno cerimonioso, meno artificiale del solito mentre provava ad aprire il suo cuore e la sua saggezza all'unica opera buona della sua vita, che si stava rivelando troppo simile a lui per affermare con tutta sicurezza che fosse un'opera veramente buona.
Scorpius annuì, un po' più docile di prima, e seguì il padre attraverso i corridoi fino a che non lo portò dentro alle sue stanze, dove avrebbe alloggiato per tutto il suo soggiorno ad Hogwarts.
La stanza era bella, ma era addobbata esattamente come suo padre l'aveva trovata. Vi erano drappi di tutti i colori, rosso, verde, giallo e blu.
Poco più in là su una parete si trovava lo stemma di Hogwarts, ma non era opera di suo padre. Nulla di quella stanza sembrava dimostrare che suo padre c'era anche solo mai stato. Eppure era lì, adesso. Seduto su quel soffice letto dove avrebbe passato un'altra porzione della sua vita.
“Cos'è questa storia che insegni qua, adesso?” Gli chiese, a metà fra il curioso e il severo suo figlio. Quasi come se fosse lui il padre, che chiede spiegazioni al figlio dopo che è rientrato alle tre di notte a casa.
“E' stato voluto dal Ministero.” Rispose suo padre con un sussurro.
“Dal Ministero?”
“Sono sospettato di attività illecite con altri Mangiamorte che si sono dati alla macchia.” Disse Draco con aria colpevole.
“E' vero?”
“Il nonno è scappato da Azkaban.”
“E' venuto a rifugiarsi da noi?”
“No, era troppo rischioso. Sono venuti a cercarlo lì appena hanno scoperto della sua fuga, non avremmo nemmeno potuto nasconderlo nel poco tempo che avremmo avuto.”
“Però sei in contatto con lui?”
“Raramente. Mi ha solo scritto per dirmi che era fuggito, solo queste quattro parole: Sono fuggito da Azkaban.” Draco non voleva dirlo, ma in cuor suo si aspettava di più da suo padre.
Se era ciò che era la colpa era di suo padre, quasi interamente sua, ma non aveva niente da dirgli dopo essere fuggito da Azkaban.
Solo una lettera senza notizie e sentimento che, se fosse stata trovata, l'avrebbe messo nei guai senza essergli di nessun conforto.
Avrebbe voluto essere incarcerato, ma con una lettera vera di suo padre, che non salvato per un pelo per l'arrivo tempestivo della lettera che, alla fine, non gli diceva niente.
Forse suo padre voleva avvisarlo che stava per arrivare gente del Ministero in casa, voleva avvisarlo per nascondere tutto ciò di illecito che avrebbero dovuto trovarci.
Suo padre non lo sapeva, ma niente, ormai, era più pulito di Villa Malfoy.
“Non dovresti.” Disse Scorpius a mo' di rimprovero.
“Non dovrei fare cosa?”
“Non dovresti far credere al nonno che gli daremmo una qualche sorta di protezione, e non dovresti lasciare la mamma in casa, da sola.”
“Non ho lasciato credere niente di tutto questo a mio padre, e il mio rapporto con lui non ti riguarda, e non saresti comunque tu a dargli una qualche sorta di protezione.”
“Ma di nuovo ci andrei in mezzo io.”
“Quando mai ci sei andato in mezzo?”
“Quando mi hai cresciuto come sono cresciuto!”
“Cresciuto come?” Chiese suo padre, a voce molto alta, pronto a scoppiare.
“Con questi principi così stupidi! Tu mi hai parlato male dei Mezzosangue! Tu mi hai detto che le uniche persone che avrei dovuto frequentare erano Purosangue! Tu hai fatto crescere in me tutti i pregiudizi che ho e che non riesco a togliermi, e di nuovo Tu! Tu e solo tu, hai fatto venire a tutti un'idea sbagliata di me!”
“Che idea sbagliata di te hanno tutti?!” Sbottò il padre, rispondendo alle grida del figlio con altre grida.
“Loro pensano che io sia una persona cattiva! Figlio di qualcuno che ha contribuito allo sfracello del Mondo Magico!”
“Ti credevo più intelligente, piccolo ingrato! Io non ho fatto mai assolutamente niente! La maledizione dei Malfoy si è spezzata con mio padre! Lui è stato l'ultimo a causare del male al Mondo Magico! Io non ho mai partecipato attivamente alle attività dei Mangiamorte!”
“Però c'eri! E non ti sei mai costituito! Non hai mai mosso un passo contro i Mangiamorte!”
“Loro erano in casa mia! Erano nella mia testa, sempre! Come diamine avrei fatto a sfuggire a maghi potenti quanto Voldemort, quanto Bellatrix Lestrange? Come avrei potuto?! Io ero solo un ragazzo!”
“Avresti dovuto sacrificare la tua vita!”
“Non avrebbe portato a niente sacrificare la mia vita! Niente! Mai! Puoi accusarmi di aver generato dolore, puoi farlo. Puoi dirmi che ho ferito i sentimenti di alcune persone, e non cercherò nemmeno di cercare una scusa, non cercherò di difendermi. Se vuoi buttarmi della merda addosso, Scorpius, buttami la mia, non quella degli altri!”
“Che sentimenti vuoi aver ferito, tu?! In genere le persone che feriscono i sentimenti di qualcuno sono quelle amate! Da chi puoi dire di essere amato, tu?”
“Tu! Piccolo ingrato! Piccolo insolente ingrato! Sei solo un bambino viziato e stupido e mi dispiace che tu rassomigli più di quanto vorrei a ciò che ero io alla tua età! Perché sei così stupido?”
“Perché sono tuo figlio!”
“Allora spero che tu trovi la figlia di chi ha cambiato me.” Concluse Draco, con una punta di malinconia nella voce.
“Cosa stai dicendo?”
“Sono stato amato, una volta, anch'io. Non era l'amore pretenzioso di tuo nonno, che mi amava solo perché mi vedeva crescere senza che mi ribellassi alla sua bacchetta puntata sul cuore. Non era l'amore rassegnato di tua nonna, che amava il mio essere spacciato e che l'avrebbe portata ad accompagnarmi al patibolo senza dire niente in mia difesa. Non era l'amore devoto di tua madre, che mi vedeva più come una statua, come un'opera da ammirare senza che rispondesse mai. Quell'amore era tutto ciò che di bello potrà mai darmi la vita. E' stata l'unica volta che sono stato considerato come una persona, capace di parlare, dire la propria, capace di fare un'insurrezione, anche se solo contro se stesso. Ma quell'amore se n'è andato ed è destinato a non tornare. Non fare il mio stesso errore, piccolo idiota. Prendi qualcosa di buono dal mondo e fatti plasmare dalle cose.”
“Stai facendo del male alla mamma.”
“Non sono io che le faccio del male, è lei che lo fa a se stessa.”
“Perché?”
“Perché cosa?”
“Perché l'hai sposata?”
“Comodità. Noia. Stanchezza.”
“Sei tutto quello che fa più schifo del mondo.” Sputò per terra Scorpius.
“E tu stai crescendo uguale a me.”
Scorpius spalancò la porta ed uscì correndo e sbattendosi la porta alle spalle.
Troppe cose gli giravano insieme per la testa.
La voglia di cambiare, la paura di farlo, la pigrizia che lo tentava a rimanere imperfetto così com'era.
Per la prima volta fece un passo avanti, e riconobbe la sfida contro il suo cuore.
Ma di nuovo seppe solo dire a se stesso che non si sarebbe mai mosso per correre in contro al suo cuore, e che si sarebbe scansato se fosse stato il suo cuore a correre in contro a lui.

  
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