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Autore: Gossip_Spartacus    24/08/2013    0 recensioni
Salve, popolo di Capua, che gli dei vi benedicano, se in essi riponete fede.
Il mio nome è Gossip Spartacus; il mio obiettivo, quelle di rendere note ai più le verità che i romani e i ribelli preferirebbero rimanessero celate.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: I ribelli, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La tenda, all'interno, era spaziosa, sicuramente più di quelle dei comuni altri soldati, e molto lussuosa, dotata di molte comodità, come ad esempio, in fondo ad essa, un ampio letto circondato da pregiate stoffe. Inoltre, in un angolo in fondo, si intravedevano dei bracieri, anche se spenti, e si vedevano chiaramente le guardie poste a sorveglianza anche dell'ingresso sul retro della tenda. Ma non fu certamente tutto questo ad attirare l'attenzione mia e della serva dell'imperatore.
Ma ben altro.
Un ragazzo biondo era semisdraiato sul tavolo al centro della tenda, con gli occhi chiusi e la bocca semiaperta, gemente. Dietro di lui vi era un ragazzo bruno, leggermente più piccolo d'età, che con la medesima espressione di piacere dipinta sul volto spingeva vigorosamente il suo amante, penetrandolo, mandando all'aria e poi a terra pedine e mappe. Ma sembrava che a loro tutto quel trambusto non interessasse, completamente persi nei loro corpi.
Dei due, il figlio dell'imperatore era chiaramente q
uello dietro, perchè, seppur sganciata, aveva addosso l'armatura. A meno che non avessero giocato a scambiarsela...
I due, presi dall'amplesso, non si accorsero di noi, e continuarono beati. La serva, che li guardava ad occhi sbarrati, dopo poco ridacchiò e andò via, lasciandomi solo. Non avrei voluto che lo facesse; ora cosa mi aspettava?
Ad ogni modo, le spinte stavano aumentando, di velocità e vigorosità, finchè i due non urlarono all'unisono e poi soffiarono l'ultimo gemito e si staccarono. Quello bruno era completamente preso nella contemplazione del corpo del suo amante, perfetto e statuario, sicuramente un modello per i giovani romani. Il biondo, invece, poichè gli stava dando le spalle, appena aprì gli occhi fu me che vide, che stringevo l'elsa della spada romana che avevo trovato appesa all'armatura. Il bruno stava per abbracciarlo, ma lui si sottrasse e chiese, nervoso e minaccioso "tu chi sei?" indicandomi con l'indice teso della mano sinistra.
Appena il figlio dell'imperatore 
mi vide, i suoi occhi si spalancarono, ma sinceramente non avrei saputo dire se per il panico o per la rabbia. Rapidamente, sussurrò qualcosa all'orecchio del suo amante, che gli scoccò un casto bacio sulle labbra e andò via velocemente, sistemandosi nervosamente la tunica, e poi rimanemmo soli.
"Adesso mi spieghi chi cazzo ti ha dato il permesso di entrare nella mia tenda" mi intimò glaciale, venendomi incontro con passo fermo e deciso.
Probabilmente era molto abile a combattere, o forse era tutto un atteggiamento creato per spaventarmi (inutile peraltro).
"Le tue guardie ci hanno detto che potevamo entrare, imperatore" spiegai, altrettanto deciso.
Non dovevo farmi intimorire: dopotutto, avevo appena scoperto che il secondo uomo più importante dell'esercito romano preferiva gli uomini alle donne, non era per cui nella posizione di ricattarmi o intimidirmi. Anzi, se mai era il contrario. "Non sono io l'imperatore" spiegò stizzito "e le mie guardie saranno punite... ma hai detto 'ci', non 'mi'. Chi c'è con te?" mi chiese, guardando dietro me, come se qualcuno potesse provare a nascondersi dietro il mio esile corpo.
"Ora sono solo, signore" gli risposi, non sapendo quale fosse il titolo che quel sudicio romano credeva di meritare "ma qui mi ha condotto una donna, una schiava al seguito di tuo padre..."
"Kore, quella puttana!" mi interruppe urlando "è entrata nella tenda con te?"
"Sì, signore" replicai.
"La punirò per bene, e la ridurrò al silenzio" disse, quasi fra sè e sè, come si fosse scordato di non essere solo.
Poi il suo sguardo, accidentalmente, mi sfiorò, e riprese a parlarmi. "Perchè sei nella mia tenda, comunque?" mi chiese.
"Porto notizie dei ribelli, ma preferirei riferirle anche a tuo padre, l'imperatore" gli risposi, rispettando la versione che mi ero creato.
"Si, penso che anche lui voglia sentirle" disse pensieroso. "Vieni" concluse semplicemente, facendomi capire di seguirlo.

La tenda di suo padre non era molto distante, e non sembrava molto diversa.
Le guardie la circondavano per tutto il perimetro, a breve distanza fra loro, e ognuna di esse guardava di fronte a sè. La cosa che mi colpì fu proprio questa, la sorveglianza. La tenda di Spartacus non aveva nemmeno due guardie poste all'ingresso. Riflettendo sulla differenza (non potevano fidarsi l'uno dell'altro? o eravamo noi troppo ingenui?) il ragazzo si avvicinò alle guardie.
Lo riconobbero subito, ma gli fecero segno di aspettare. Uno di loro si affacciò nella tenda e disse qualcosa, poi tornò fuori e ci disse che potevamo entrare. La tenda era vastissima, ampia quanto alcune case a Sinuessa, e la temperatura dentro era altissima. L'imperatore aveva addosso solo un panno di spugna, e parecchio discostata dal tavolo centrale vi era una tinozza di acqua fumante, che giustificava la temperatura. Stranamente, però, nessuna serva era attorno ad essa. Io che, come gli altri miei fratelli, avevo fatto parte della servitù di una ricca casa romana, sapevo che ai padroni non era così che trasparente che circondava un immenso letto.

Una caldissima brezza stava entrando, infatti, e stava facendo muovere la stoffa. L'ombra l'afferò per tenerla ferma, ma non fece in tempo a nascondere il suo viso, che riconobbi.
Era la schiava che mi aveva accompagnata da Tiberio.
Adesso si spiegavano parecchie cose... nessuna schiava... il suo "il padrone è occupato"... Una schiava carnale.
"Tiberio" l'imperatore accolse con espressione gioviale suo figlio, riscuotendomi, con la sua voce squillante, dalla mia riflessione sulla schiava, Kore.
"Padre" replicò il ragazzo con deferenza.
Io, non sapendo che fare, abbozzai un inchino. "Bene, questo sarebbe il tuo informatore" disse Marco Crasso, studiandomi con sguardo critico "cos'ha da riferirci?"
"Non lo so" gli rispose Tiberio "volevo ascoltare il rapporto con te."
Suo padre non rispose, ma mi guardò come stesse aspettando qualcosa. Per un attimo, contemplai l'ipotesi di dire qualcosa di inutile per farli infuriare, poi però decisi di evitare.
"I ribelli, imperatore" cominciai "sono 
molti meno di quel che pensiamo."
"Quanti?" mi chiese Tiberio.
Decisi di mentirgli. "Forse raggiungono il migliaio, non di più."
"Cosa?" chiese ancora Tiberio "stai mentendo!"
"Calmati" gli intimò suo padre, poi si rivolse a me.
"Se quel che dici è vero, sono anche più forti di quel che pensiamo, visto che sono riusciti da soli a prendere Sinuessa... in ogni caso, tu come lo sai?"
Gli dissi la verità. "La città dista solo mezza giornata da qui, imperatore."
"Chi ti ha dato il permesso o l'ordine di uscire dall'accampamento?" mi chiese ancora, freddo, con un sorriso di scherno che gli increspava le labbra.
Io tacqui. "Come pensavo. Senza razioni per una settimana. E adesso sparite." sospirò alla fine, come fosse esausto.
Forse anelava il contatto con la sua schiava carnale.
Appena uscimmo e fummo lontani dalle guardie, il ragazzo mi sussurrò "per quanto riguarda prima... parla e sei morto!"
Io capì cosa intendeva: nessuno doveva saper niente della sua relazione nell'accampamento.
Gli avrei 
voluto dire di star calmo, perchè, NELL'ACCAMPAMENTO, nessuno avrebbe saputo niente.
Xo Xo
Gossip Spartacus


Angolo Autore
Ed eccoci con un nuovo capitolo del nostro caro Gossip Spartacus :3
Finalmente scompriamo che cosa aveva visto in quella tenda *.*
Sabino e Tiberio *.* Qualcuno di voi lo avrebbe mai immaginato? 
Secondo me no v.v  
Bè...il nostro Gossip Spartacus colpisce ancora :3
Grazie a chi ci segue e per le vostre recensioni *.*
Alla prossima ^^ 

Vi ricordo il nostro Gdr:  
https://www.facebook.com/UccidiamoliTuttiSpartacusGdrIta
 

  
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