24/08/2013
1 recensioniLa Luna di cui parlo in questo racconto non è luna Lovegood, quindi non parlo assolutamente di quando lei ha ricevuto la sua lettera. Volete sapere perché ho scelto proprio questo nome? Beh, i nomi italiani mi sembravano tutti banali, l’unico che ci stava bene era luna, non che il mio personaggio preferito della saga di Harry Potter.
Lasciate una recensione se vi va, mi aiuterà a capire cos migliorare e cosa va bene.
Buona lettura (:
Capitolo 1
Questa è la mia storia. Mi presento, il mio nome è luna
e sono una studentessa della prestigiosa scuola di magia
di Hogwats, ma se siete qui saprete sicuramente già tutto, perciò
iniziamo col racconto.
Era il 9 di agosto ed era il mio undicesimo compleanno, faceva
molto caldo e ad Hosment non c’era in giro anima viva, erano
tutti al mare o rintanati nelle loro case. Una delle mie più
grandi passioni è la fotografia e visto che quella mattina mi
svegliai presto impugnai la macchina fotografica e corsi in
campagna, con la mia superbike rosa e blu, a fotografare
le farfalle. Le amavo, con tutti quei colori sgargianti e le loro
sottili ali svolazzanti, in qualche modo loro amavano me, avevo
uno strano influsso su quelle bestiole… Era come se avessi il
controllo su di loro.
Feci delle foto fantastiche e tutta contenta tornai a casa, si era
fatto mezzogiorno e in cucina già si sentiva un buon profumino.
Ogni anno mia mamma preparava un pranzo, per il mio compleanno, con
tutti i miei piatti preferiti. Mezz’ora dopo il mio arrivo ci
accomodammo tutti attorno al tavolo bandito di tutte quelle
cose deliziose. Appena finimmo papà tirò fuori un’enorme
torta, era rosa e bianca (in caso non abbiate capito , adoro il rosa) con
sopra 11 candeline, soffiai su di esse ed espressi il desiderio
di conoscere tanti nuovi amici, dopo aver mangiato la torta
mi diedero i regali, erano tutti fantastici ma il più bello ed
inaspettato arrivò quando una insolito volatile si posò sulla
finestra, lo notai già qualche giorno prima, se ne stava li
immobile sulla cassetta delle lettere senza emettere il minimo
suono. Era bianca ed elegante, aveva due occhi gialli enormi
che fissavano ogni babbano che passava, di notte quando non
riuscivo a dormire e mi ritrovavo li a fissare il soffitto, nel più
profondo silenzio, si sentiva un battito di ali e poi delle zampette
che si posavano su qualche superficie, magari un ramo del grosso
salice che ho in giardino.
Quando la civetta arrivò in casa mia notai immediatamente che nel
becco portava una busta, mi alzai in fretta e furia dalla sedia tanto
da farla cadere in un tonfo, la bestia non fece il minimo movimento.
Mi avvicinai presi la lettera, lei aprì il becco e in un battibaleno volò via.
Avevo in mano quella busta osservai il sigillo in cera rossa, che
presentava una grossa H al centro, la carta era giallastra ed era diversa
dalle classiche buste, era soffice. La girai. Sul retro vi era
una scritta, fatta con l’inchiostro marrone, era una scrittura
molto elegante. Lessi:
Luna Oleander
Percy Street n°30Hosment.