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Autore: Darik    25/08/2013    0 recensioni
La pace sembrava finalmente tornata al Mahora, ma ci sono sentimenti che durano molto, forse troppo, nel tempo, superano ogni difficoltà, e pur di vincere sono pronti a qualunque cosa, sentimenti che possono appartenere anche a persone diverse.
Seguito de 'La principessa e il cavaliere'
Genere: Avventura, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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7° Capitolo
Quando il grido di Setsuna risuonò nella sala, fu allora che una mano prese Yuno per il collo e la spinse in avanti, mandandola a sbattere contro una parete.
Lo stupore accomunò i volti delle due ragazze.
“Ho sentito abbastanza, demone!”, esclamò Konoka mettendosi in piedi con un velocissimo colpo di reni.
Recitò una breve formula magica, e il suo aspetto cambiò, diventando quello di una stupenda ragazza alta e snella.
“Maledetta, e tu chi saresti?!”, sbraitò Yuno.
Setsuna invece la conosceva bene.
“Saeko Busujima?!”
La misteriosa spadaccina, che ora indossava la sua divisa scolastica con stivali e ginocchiere, estrasse da un fodero sulla schiena l’impugnatura di una spada, poi uno scatto e dal manico uscì una lama retrattile.
“Ma… ma se quella è Saeko, quando ha sostituito Konoka? E lei dov’è adesso?”
“Spirito maligno, sono qui per ricacciarti nelle tenebre”, spiegò gelidamente Saeko all’avversaria.
Quest’ultima fece nuovamente fuoco con la pistola spara dardi, l’altra li evitò e con un colpo di mano le fece volare via l’arma.
Yuno provò allora ad aggredirla lanciandosi addosso a lei, che fulminea le posò una mano sul ventre e sfruttò il suo stesso lancio per catapultarla verso la scala che conduceva alla sala passeggeri.
La falsa Ayaka riuscì ad atterrare in piedi piuttosto bene, fissò con uno sguardo assassino la nemica e corse via.
Saeko si chinò su Setsuna: “Lascia fare a me!”
“N-non fare del male alla… capoclasse…”
“Solo perché me lo chiedi tu”, fu la replica, detta con tono impassibile.
La spadaccina inseguì la sua preda.
“Il modo in cui è atterrata… conosce chiaramente le arti marziali. Del resto, se si chiama Ayaka Yukihiro, allora potrebbe appartenere proprio alla casata degli Yukihiro, fondatrice di una delle principali scuole giapponesi di arti marziali”.
Saeko si passò la lingua sulle labbra.
“Mm… interessante”.
Non appena raggiunse la sala, una pioggia di proiettili si abbatté su di lei, e con velocità quasi sovrumana in parte li scansò e il resto lo distrusse con la sua spada.
“Crepa, stronza!”, urlò Yuno sparando con una mitraglietta.
“E’ riuscita a sistemare a bordo delle armi?!”, esclamò stupita Saeko, per poi sfoggiare un sorriso eccitato.
Si avvicinò ad ampi balzi alla nemica, che continuava a sparare all’impazzata: però tutti i suoi proiettili cadevano a terra tagliati in due o tre parti.
Quando fu alla distanza giusta, Saeko con un calcio le fece volare via l’arma, pensando a Setsuna gettò anche la sua e si buttò addosso a Yuno: quest’ultima sembrò aspettarselo, abbracciò l’avversaria e si lanciò di lato mettendola davanti.
Così Saeko atterrò di schiena, ritrovandosi Yuno addosso, che estrasse un lungo coltello da dietro la schiena e tentò di affondarlo nel volto della nemica.
Prontamente la spadaccina incrociò le braccia intorno al polso della mano armata di Yuno, bloccandola.
Con un sorriso di scherno, alzò una gamba e diede un calcio dietro la nuca a Yuno, togliendosela di dosso, e si rialzò.
La falsa capoclasse partì nuovamente all’attacco, avanzando con passi veloci, brandendo il coltello, la cui lama scintillava minacciosa, e tentando numerosi affondi.
Saeko indietreggiava senza girarsi, teneva le mani in avanti pronta ad afferrare la mano nemica, che scattava in avanti e poi si ritirava come un serpente che tenta di mordere.
Ad un certo punto si fermarono, studiandosi a vicenda e pronte a scattare al primo momento buono: Yuno aveva occhi furenti e spiritati, Saeko, invece, aveva uno sguardo estremamente concentrato, tuttavia non riusciva a togliersi uno strano sorriso eccitato dalla faccia.
“Sei bravina, nonostante quello non sia il tuo corpo”.
“E’ stato il mio amore per Setsy a darmi la forza! La farò mia, ad ogni costo!”
“Buffo, prima, mentre fingevo di essere svenuta per essere sicura che ti smascherassi, mi era sembrato di sentirti dire che volevi averla rispettando la sua volontà, anche se in modo piuttosto malato”.
Yuno sfoggiò un sorrisetto di scherno. “Davvero? Non ricordo”.
Saeko s’incupì lievemente: “Devo dedurre che la storia del veleno è vera ma quella dell’antidoto no?”
“Esatto. Perché dovrei lasciare in vita delle future impiccione? Quando atterreremo, con un piccolo aereo prenotato porterò Setsy nell’isolotto che ho comprato e lascerò in quest’aereo le sue compagne. Lei crederà che sono al sicuro, invece saranno morte stecchite. Ma chi se ne frega, quando sarà davvero innamorata di me, anche Setsy le dimenticherà!”
“Guarda, il tuo piano di vivere felice con lei su un isolotto sa tanto di comico e patetico, se non fosse che sei solo una pazza psicopatica”. La voce di Saeko divenne gelida. “Tu non potrai mai averla. Ci godrò a spedirti nel pozzo dell’inferno, e con un incantesimo permetterò a Setsuna di guardarti soffrire. La inciterò pure a sputare sulla tua immagine. Pensa quanto ci godrà!”
Accecata dall’ira, Yuno tentò un affondo più profondo degli altri, come voleva Saeko, che poté finalmente afferrare la mano dell’avversaria, la torse facendole lasciare l’arma, poi le piegò anche il braccio costringendola a darle le spalle e la colpì con una raffica di pugni nel costato.
Sussultando per il dolore, Yuno alzò le gambe e poggiandole su un sedile si diede una spinta all’indietro per far sbattere violentemente Saeko contro una parete.
Ci riuscì e Saeko allentò la presa quanto bastava perché Yuno, con una capriola, passasse sopra di lei e poi si piazzasse dietro di lei.
Urlando, le cinse i fianchi e la morse con foga alla spalla sinistra, Saeko mugugnò in modo strano, perché nel suo verso non sembrava esserci solo dolore. Rifilò a Yuno un violento pugno in faccia col braccio destro, e le ruppe il naso, per poi colpirla nello stomaco con potenti gomitate del braccio sinistro.
Lasciata la nemica senza fiato, Saeko si girò e le diede un altro pugno sulla faccia, poi allo stomaco, facendola allontanare barcollando.
La prese per i capelli per avvicinarla e colpirla ancora, quella incespicò nelle proprie gambe, cadde a terra e i suoi capelli rimasero nella mano di Saeko.
“Una parrucca!”
Fu solo in quel momento, per un singolo momento, che l’espressione della spadaccina divenne di ribrezzo, quando osservò Ayaka: il suo cranio era in buona parte ricoperto da capelli biondi molto corti, segno che mesi prima era stato rasato a zero, ma dietro la testa c’era un vero e proprio squarcio verticale, che attraversava il sottile strato di pelle e muscoli ricoprente il cranio e arrivava fin quasi sopra l’osso frontale destro; i bordi della ferita erano piuttosto frastagliati, quasi rialzati, di un rosso intenso e sporco, e tenuti abbastanza vicini da alcuni fili di sutura. Nel mezzo, uno spazio nero e bianco largo uno o due centimetri, che lasciava intravedere per alcuni tratti della materia grigia.
“Abominevole!”, esclamò Saeko. “Se davvero hai creduto che Setsuna potesse amarti dopo che hai fatto una cosa del genere ad una sua compagna di classe, allora, oltre che pazza e patetica, sei la stupidità fatta persona!”
“NOOOO!”, gridò Yuno con la faccia ricoperta dal sangue che usciva dal naso: si scagliò di peso contro l’altra ragazza, che con un velocissimo calcio circolare la colpì in pieno petto facendola volare all’indietro di qualche metro, e infine atterrare come un sacco di spazzatura tra le poltrone.
“Adesso basta. Ho promesso a Setsuna che avrei risparmiato il tuo corpo attuale, ma se insisti dovrò spezzarti braccia e gambe. Hai presente il rumore delle ossa che si spezzano? Fa rabbrividire”.
Detto questo, Saeko fu tentata di portarsi una mano in mezzo alle gambe, tuttavia si trattenne: in fondo lei era una guerriera professionista.
“No! No! Il mio piano! Il mio magnifico piano! Non può finire così! Setsy! Ridatemi la mia Setsy!”, piagnucolò Yuno, col viso ridotto ormai ad una maschera di sangue, emergendo tra le poltrone.
“Lei non è mai stata tua!”, replicò duramente Saeko.
Yuno cercò disperatamente con lo sguardo la sua mitraglietta, la vide per terra, si lanciò e la raccolse.
Intuite le sue intenzioni, Saeko aveva fatto altrettanto con la sua spada.
“Vuoi provare ancora con i proiettili? Attenta che potresti farmi venire la voglia di tagliarti qualche dito”.
Yuno puntò, in effetti, l’arma contro di lei, però dopo sfoggiò un sorriso beffardo.
“Ci sono altri bersagli, sai?”, e detto questo, sparò diverse raffiche contro la fila di oblò, sfondandoli.
Subito l’aereo iniziò a sobbalzare vistosamente, un vento fortissimo percorse l’intera sala, e le due ragazze dovettero aggrapparsi con forza alle poltrone per non finire risucchiate dai finestrini.
“Credi che questi… aerei, possano reggere una decompressione quando i piloti sono morti?”, domandò divertita Yuno.
“Così ucciderai anche Setsuna!”
“Se non posso averla io, certo non l’avrà quella cagna di Konoka Konoe! E neanche tu!”
Saeko scosse la testa. “Tsk, io la amo, ma non come intendi tu”.
Il velivolo cominciò a perdere quota.
“Sia quel che sia, non importa! Ora affonderemo tutti nell’oceano!”
“Non credo. Per quanto tu sia aggiornata, non conosci le cose che anche quella Yukihiro non conosce, quindi non sai che esistono persone molto speciali nel mondo attuale”.
“EH?!”
Dopo un ultimo, violentissimo sobbalzo, l’aereo si fermò all’improvviso, stupefatta Yuno si affacciò a un finestrino: l’aereo era letteralmente fermo a mezz’aria.
“Ma… ma come…”
Una strana luce illuminò debolmente l’ambiente, subito dopo il portello d’ingresso fu divelto, e Chachamaru, volando grazie a dei razzi fuoriusciti dalla schiena, fece il suo ingresso.
“Muori!”, esclamò Yuno recuperando la mitraglietta e sparandole, ma i suoi colpi non scalfirono nemmeno il corpo della ginoide.
Quest’ultima puntò un dito contro Yuno, e da esso partì un sottile raggio energetico che come un serpente si avvolse intorno alla ragazza, legandola e facendola cadere a terra.
Invano si dimenava imprecando.
“Chachamaru”, gridò dall’esterno la voce di Evangeline, “che è successo lì dentro?”
La sua servitrice corse alla sala successiva, dove trovò Negi e le altre ragazze stese a terra, mentre Setsuna faticosamente cercava di mettersi in piedi.
“Cha-Chachamaru… sono… sono stati tutti avvelenati… presto… la capoclasse è… Yuno Gasai!”
Dopo aver controllato a distanza i loro segni vitali, Chachamaru avvertì la vampira tramite un contatto radio.
“Padrona, sono vivi, ma molto deboli. Non rimane loro molto tempo, mezz’ora al massimo”.
“Allora dobbiamo portarli subito dalla nipotina del vecchio! Farò un megateletrasporto!”
Evangeline, ferma in aria, allargò le braccia, recitò alcune formule, e sotto l’aereo immobilizzato prese a formarsi un grosso buco nero, che s’ingrandì fino a inglobare lei e il mezzo.
Chachamaru a quel punto fece stendere Setsuna.
“Tranquilla, ora andremo al resort della padrona, Konoka Konoe vi attende. Sono certa che il professore e le nostre compagne se la caveranno”.
“D-dev’essere cosiì! E a-anche Konoka quindi sta bene, grazie al cielo…”
“Sì, e pare sia stata tutta opera di Saeko Busujima”.
Setsuna sussultò. “E dov’è adesso?”
“Vuoi dire che era davvero qui?”
“S-sì, ci ha salvati tutti”.
“Strano, in effetti ci aspettavamo di trovarla, ma a parte voi e la capoclasse non ho rivelato nessun altro a bordo”.

  
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