Fanfic su artisti musicali > Blue
Segui la storia  |       
Autore: BebaTaylor    26/08/2013    3 recensioni
Era difficile per lei non pensare a lui. Difficile come trattenere il respiro troppo a lungo. Sospirò e appoggiò la testa sulla scrivania, sopra al quadernino dalla copertina verde smeraldo che usava come diario.
Sospirò e chiuse gli occhi, lì riaprì e se ne pentì subito. Davanti a lei la foto, quella foto, quella che avevano fatto qualche anno prima.
Lui e lei, vicini, stretti in un abbraccio; sullo sfondo l'oceano Atlantico.
Alison sospirò nuovamente e alzò la testa, lo sguardo sempre fisso sulla foto, sul sorriso di lui, su quelle labbra morbide che avrebbe voluto baciare ancora, su gli occhi blu in cui avrebbe voluto perdersi nuovamente.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duncan James, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Niente di quanto narrato in questa fanfiction è reale o ha la pretesa di esserlo. È frutto della mia fantasia e non vuole assolutamente offendere la persona in questione. I personaggi originali appartengono alla sottoscritta.


Ocean, blue sky and happiness


Capitolo Cinque


Sette anni prima

Alison oltrepassò la soglia della camera e sentì il cuore salirle in gola, per un attimo temette che potesse uscirle dal petto.
Fece un altro passo avanti e si voltò, trovandosi il viso a pochi centimetri dal torace, solido e muscoloso, di Duncan. Sorrise e alzò la testa, guardandolo negli occhi, era così bello con la camicia avorio che faceva risaltare la pelle abbronzata. Guardò i suoi occhi e le sembrarono ancora più azzurri, più luminosi del solito. Il sorriso le si allargò, alzò una mano e la posò sul fianco di Duncan, stringendo la stoffa della camicia.
Lui le sorrise e le circondò la vita con le braccia, continuò a fissarla e abbassò la testa, sfiorandole la fronte con le labbra. Lentamente scese, sfiorandole il sopracciglio e l'occhio destro, lasciandole una scia di baci sul viso, raggiungendo il collo.
Alison rimase ferma e chiuse gli occhi, godendosi la morbidezza delle labbra di lui sulla propria pelle, respirando il buon profumo di lui.
Duncan la strinse più forte e lei fece scivolare le braccia attorno al suo collo, muovendo il viso alla ricerca della labbra del ragazzo.
Lo baciò, stringendosi a lui e alzandosi sulle punte dei piedi; spingendosi contro il suo corpo, passando le dita fra i capelli, gli sfiorò la nuca e scese sul collo, solleticandolo. Le labbra di Duncan erano morbide e calde contro le sue.
Duncan le sfiorò i capelli e spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, lentamente si staccò da lei e la guardò, continuando a sfiorarle il viso con la punta delle dita, dolcemente e con studiata lentezza.
Alison aprì gli occhi e il fiato le si mozzò in gola, vedere Duncan chinato su di lei, le sue labbra dischiuse, gli occhi scintillanti, l'aveva lasciata senza parole. Non le era mai sembrato così bello e così... sexy.
Alison chiuse gli occhi e respirò a fondo cercando di calmare i batti impazziti del suo cuore. Era nella casa di Duncan, nella camera da letto di Duncan, vicino al letto di Duncan, sotto a Duncan.
Non sapeva come, ma Alison si ritrovò sdraiata, Duncan affianco a lei che le accarezzava i fianchi, alzandole lentamente il top tempestato di paillette.
Socchiuse gli occhi e sorrise nel vedere il volto di Duncan, portò le mani sulla sua camicia e slacciò qualche bottone, continuando a sorride e guardandolo negli occhi. Duncan si spostò appena e lei finì di slacciargli la camicia, passò le mani sul torace, sfiorandolo con movimenti circoli.
Alison sorrisi quando Duncan le infilò le mani sotto al top, accarezzando il ventre, scendendo sui fianchi e salendo verso il seno, facendo salire il top. Lei si alzò, mettendosi seduta e Duncan le sfilò l'indumento per poi farlo cadere sul pavimento. Si sdraiarono nuovamente e Alison chiuse gli occhi, schiuse le labbra e lasciò che Duncan la baciasse.
Gemette quando sentì la mano di Duncan sfiorarle il seno, e poi la gola, per poi passare all'altro seno.
Socchiuse gli occhi e un gemito le sfuggì dalle labbra, inarcò la schiena per permettere a Duncan di slacciarle il reggiseno a fascia. Posò una mano sulla nuca di Duncan quando lui le sfiorò nuovamente il seno con le labbra.
Le sembrò di andare a fuoco, che il suo corpo si sciogliesse sotto i baci e le carezze di Duncan; reclinò la testa di lato e chiuse gli occhi, lasciandosi trasportare dell'emozioni, dal desiderio che Duncan le stava facendo provare.

***

Alison fissò la tavola apparecchiata e sentì l'ansia cresce ogni secondo mentre fissava la tovaglia color salmone, i piatti, le posate e i bicchieri. Si domandò se fosse stata una buona idea quella d'invitare Duncan a cena a casa sua. Respirò a fondo e tolse le mani dallo schienale della sedia.
Si guardò attorno, cercando qualcosa che fosse fuori posto, voleva fare qualcosa, aveva bisogno di fare qualsiasi cosa che le impedisse di pensare che mancavano solo pochi minuti e poi Duncan sarebbe entrato in casa sua. Gemette e si lasciò cadere sul divano con un sospiro, dandosi della stupida per aver dato retta a Charlene.
Voltò la testa quando sentì un rumore provenire dalla cucina, si sporse e vide che alla sua coinquilina era caduta una forchetta. Si appoggiò allo schienale del divano respirò profondamente, ancora pochi minuti e Duncan sarebbe arrivato. Il nuovo ragazzo di Charlene, Alex, era già lì, e Alison si accorse che lui l'aveva guardata tutto il tempo.
«Nervosa?» domandò lui sorridendo.
Alison lo fissò e lentamente annuì. «Un pochino.» ammise. Sobbalzò quando sentì il campanello suonare, si alzò in piedi e si diresse verso la porta con il cuore in gola. Fissò la sua immagine riflessa nello specchio appeso all'ingresso e respirò a fondo.
“Calmati. Alison devi assolutamente calmarti!” si disse mentre toglieva il catenaccio dalla porta. Girò la maniglia e aprì la porta, sorridendo quando vide Duncan, bellissimo, con i jeans scuri e la camicia bianca.
«Ciao.» mormorò lei e si spostò di lato per farlo entrare. «Vieni.»
Lui le sorrise e le baciò le guance, «Sono per te.» disse porgendole un mazzo di fiori, delle margherite colorate. Alison sorrise nuovamente e prese i fiori, stando attenta a non schiacciarli. Chiuse gli occhi e annusò il profumo delle margherite, «Sono bellissime, grazie.» esclamò. Tornò nel salotto e si stupì di vedere Charlene e Alex, per un attimo si era dimenticata della loro esistenza.
«Ciao!» trillò la coinquilina di Alison, «Sono Charlene e lui è il mio amico Alex!» si presentò.
Alison sorrise nel vedere l'impulsività della sua amica e andò in cucina, alla ricerca di un vaso di fiori. Posò il mazzo sul tavolo e aprì uno degli sportelli, trovando il vaso dietro la scatola del frullatore, lo prese e lo riempì d'acqua, tolse i fiori dalla carta e si accorse che c'era una piccola busta bianca, la prese e sorrise mentre la infilava dentro la tasca della gonna di jeans, l'avrebbe letta più tardi, sistemò le margherite nel vaso e le annusò.
«Sono bellissime!»
Alison si voltò verso Charlene e sorrise. «Lui è bellissimo.»
Anche l'altra sorrise. «Beviamo l'aperitivo?» chiese prendendo del vino bianco frizzante dal frigo.
Alison si limitò ad annuire e seguì Charlene in salotto, sistemò il vaso con le margherite sul mobile accanto al mobiletto porta tv e si sedette sul divano, fra Duncan e Alex.
Sorrise quando sentì le dita di Duncan sfiorarle il polso, mosse la mano e strinse quella di lui, sicura che sarebbe andato tutto bene.

Oggi

Alison non si voltò neanche, quando sentì quella voce e quella risata, l'avrebbe riconosciute ovunque. Fissò i bicchieri che aveva in mano e lentamente li sistemò sulla mensola di legno. Respirò a fondo e pensò che non era cambiato per niente, che Lee Ryan era il solito, che ci avrebbe provato con chiunque, purché fosse una bella ragazza. Scosse la testa e sistemò l'ultimo bicchiere.
«Ehi, Alison.»
Lla ragazza si voltò lentamente, imponendosi di non afferrare qualcosa, qualsiasi cosa –magari il cestello della lavastoviglie– e tirarglielo in testa.
«Ciao, Lee.» mugugnò, fregandosene d quello che gli avevano sempre insegnato da quando aveva iniziato a lavorare nei locali, lei non avrebbe sorriso a Lee e non sarebbe stata gentile con lui.
Si domandò perché fosse lì, anche se conosceva la risposta. Duncan.
Era stato da lei il giorno prima, pregandola di ascoltarlo, di fargli vedere Emily. Ma lei gli aveva risposto di no.
Non gli avrebbe parlato, non gli avrebbe fatto vedere Emily. Lui se n'era andato con le spalle urve e la faccia triste.
Prima Simon, poi Antony, adesso Lee. Alison si domandò chi sarebbe stata la prossima persone ad entrare per parlarle di Duncan. “Ci manca solo Fiona!”
«Cosa vuoi?» domandò senza guardarlo mentre passava la spugna sul bancone già pulito.
«Una birra.» rispose Lee, «Scegli te.»
Alison si chinò, aprì il cassetto del frigo e prese una bottiglia di birra a caso. L'aprì e la posò davanti a Lee. «Vuoi il bicchiere?»
L'altro scosse la testa.
Alison annuì appena e si voltò, tornando al piccolo lavandino, sistemò le tazze e i bicchieri sporchi nel cestello.
«Ascolta, Alison.» esclamò Lee, «Lo so che io e te non siamo mai andati troppo d'accordo, però...»
Alison si voltò e lo fissò duramente. Da quando non andavano troppo d'accordo? Aveva parlato con lui forse cinque volte!
«Però?» lo incalzò, anche se sapeva dove Lee voleva andare a parare.
Lui sorseggiò la birra e alzò le spalle. «Però quello che stai facendo a Duncan non è giusto.»
Alison respirò a fondo, sentendo che stava incominciando a perdere quel poco di pazienza che aveva. «Non è giusto?» ripeté, «Lui mi ha tradito.» aggiunse sporgendosi verso di lui e abbassando la voce, «Non lo voglio vedere, non voglio parlare con lui, non voglio che veda Emily.»
Lee posò la bottiglia sul bancone e la guardò, «Se lo ascoltassi forse capiresti che le cose non sono andate come credi tu.»
«Io so come sono andate le cose.» replicò lei.
«Dovresti ascoltarlo.» disse Lee, «Così fai solo del male a Duncan, a te stessa e a vostra figlia.»
Alison strinse fra le mani lo strofinaccio, cercandoo di reprimere l'impulso di ficcarlo nella gola di Lee per farlo tacere. «Perché non finisci la tua birra, non paghi e non torni dalle tue gallinelle?» gli disse.
Lee sorrise, «Gallinelle?» bevve ancora e scosse la testa. «Parla con lui, è deprimente vederlo così... depresso.» finì la birra e pagò.
«Io vado, torno dalle mie gallinelle.» disse Lee scendendo dallo sgabello.
Alison lo guardò uscire dal locale, dispensando sorrisi e saluti ai presenti.
Per un secondo pensò che Lee avesse ragione, che comportandosi così soffriva anche lei, ma la ferita del tradimento bruciava ancora dentro di lei.

Salve!
Una precisione che non ho fatto prima. In questa fic non esiste quella splendida bambina che è Tianie.
Per il resto.., grazie a chi legge!
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Blue / Vai alla pagina dell'autore: BebaTaylor