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Autore: phoenix_esmeralda    27/08/2013    1 recensioni
Melissa non prova nulla da 15 anni: le sue emozioni si sono spente quando ha assistito in prima persona all'omicidio del padre e da allora vive imitando ciò che vede, senza sentire nulla. Friedrich, suo fratello, non ha mai perdonato l'assassino e ha giurato che un giorno lo troverà e lo ucciderà. L'arrivo di Raphael nella loro vita, un essere soprannaturale dal misterioso obiettivo, smuoverà la situazione in cui si trovano ormai da troppo tempo...
Genere: Angst, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 5
 

 

La vasca da bagno era alta, corta e stretta, sostenuta da quattro zampe di leone in ferro. La riempii d’acqua bollente fino all’orlo, vi versai i sali al muschio bianco che avevo trovato su uno scaffale e mi immersi fino al mento.
Che sollievo lavarsi, dopo più di ventiquattrore di reclusione! Era una sensazione confortante, che non avevo mai sperimentato. E, unita ad essa, c’era quella di aver azzeccato, finalmente, la direzione giusta.
Avevo messo a tacere le urla di Friedrich ed ero riuscita a placare quell’oppressione che mi schiacciava il cuore. Se potevo salvarlo dandomi a Raphael e morendo, avevo trovato il modo di espiare la mia colpa.
Forse in questo modo Friedrich mi avrebbe perdonata.
Gustav diceva che il perdono dava pace e io, frastornata da tanti nuovi sentimenti, ne avevo bisogno. Avrei risolto ogni cosa a questo modo, tutto sarebbe andato per il meglio.
Forse Friedrich inizialmente non avrebbe accettato la salvezza dall’assassino di suo padre. Ma nel tempo ci sarebbe riuscito. Era buono, lo sapevo, e il suo amore era stato sincero. Potevo fidarmi del suo animo.
Raphael aveva lasciato per me un vestito tradizionale, lungo, rosso scuro, con una larga cintura stretta in vita.
Mi vestii di tutto punto, spazzolai i capelli finché non furono poco più che umidi e li lasciai sciolti lungo la schiena. Raphael mi attendeva per la cena, così uscii dal bagno seguii il vampiro di guardia e mi lasciai condurre in sala da pranzo.
La cena fu per lo più silenziosa. Raphael era immerso nei suoi pensieri e io non sentivo certo bisogno di conversazione.
Commentammo il cibo, parlammo un po’ del Paese. Nessun accenno però a Friedrich o a quello che sarebbe avvenuto dopo. Né tanto meno il mattino seguente.
Mangiammo bistecca di manzo, zucchine grigliate e crostata di mirtilli. Non sapevo chi avesse cucinato, non certamente Raphael. Cercavo di non pensare a quello che sarebbe accaduto più tardi tra di noi, alle sue mani brune su di me, al suo fiato caldo addosso. Non sapevo perché mi volesse nonostante dovessi morire. Perché dovesse avermi spontaneamente!
Quando la cena terminò, decisi di chiedergli un’assicurazione.
- Prima di stare con te, voglio che Friedrich venga liberato – dissi.
Raphael annuì.
- Voglio vederlo andare via – precisai.
- Sì, lo avevo immaginato. Lothar sa già tutto e agli anziani spiegherò ogni cosa più tardi. Scendi pure alla prigione. Vai a dirgli addio.
Addio. Che parola altisonante.
Uscii dalla sala da pranzo, sorpresa di potermi muovere da sola.
Infilai nuovamente la testa nella sala.
- Ti fidi di me? Non hai paura che scappi con Friedrich?
Raphael scoppiò a ridere.
- Ti leggo dentro, Melissa. Molto più di quello stupido di tuo fratello! Vai pure, non ho paura di una tua fuga!
Percorsi il lungo corridoio e scesi gli scalini di pietra che conducevano alla cella. Il freddo mi investì nuovamente, spazzando via il calore procuratomi dal bagno e dal cibo. Era un piacere poter liberare Friedrich da quel luogo.
Come aveva detto Raphael, Lothar mi stava aspettando. Silenziosamente mi consegnò le chiavi della cella e si fece in disparte, lasciandomi lo spazio per i saluti.
Friedrich era rannicchiato nel solito angolo, immobile. Non mi vide subito, sembrava assorto in cupi pensieri.
Mi fermai un momento a contemplare la sua figura solitaria.
Notai la pelle abbronzata sotto la maglia lacera, i segni delle frustate, il sangue rappreso. Mi soffermai sui muscoli flessuosi delle braccia, su quelli delle gambe. I suoi occhi azzurri erano cristallini, una ciocca di capelli scuri gli scendeva sulla fronte.
Era bello, mi  resi conto.
Obiettivamente l’avevo sempre saputo, l’avevo analizzato, l’avevo visto nella reazione delle ragazze. Ma in quel momento fu diverso.
Lovidi bello e quel modo di vederlo mi raggiunse il cuore e mi chiuse la gola.
Ero diventata stupida come le clienti del nostro negozio, perché sapevo che ora stavo osservando Friedrich con un desiderio simile al loro.
Poi  lui si voltò verso di me e cambiò espressione. Quando estrassi le chiavi per aprirgli, si alzò in piedi e si avvicinò. Non riuscivo a identificare il suo sguardo.
Che cosa stava provando?

 

6
 

Melissa si era cambiata e ripulita. Il vestito rosso cupo le stava d’incanto e i capelli luminosi scendevano vaporosamente in ciocche disordinate. Per Friedrich fu un’apparizione in quella cella nera e lurida. Pensare a quello che le sarebbe successo gli fece rivoltare lo stomaco.
Si avvicinò a lei in silenzio, faticosamente. La schiena picchiava e pulsava di dolore, rendendo rigidi i suoi movimenti.
Poi vide le chiavi nelle sue mani, un minuto dopo erano nella serratura e la porta si aprì.
Melissa si scostò per lasciarlo uscire e lui oltrepassò la soglia con passo instabile. Credeva che l’avrebbe fatto per andare a morire, non per tornare a Gebirge.
- Puoi andare, Friedrich.
La voce di Melissa risuonò incoraggiante, partecipe. Un tono totalmente diverso da quando fingeva. Arrivò diritto al suo cuore. Non riusciva a tollerare quello che stava succedendo: che Melissa fosse l’assassino del padre e che, contemporaneamente, lo stesse aiutando.
Era inconcepibile.
- Non dovresti farlo, Mel – le disse piano. Nonostante il nomignolo confidenziale, si accorse di quanto ancora risultasse freddo il suo tono – Se davvero hai deciso di andare a letto con quel tipo, allora dovresti farlo per salvare te stessa.
Lei non cambiò espressione.
- Ho già ucciso tuo padre. Non voglio essere causa anche della tua morte.
Ogni parola di Melissa era un affondo al suo cuore torturato.
Non la riconosceva più.
- So che stai male – disse lei.
Come poteva saperlo?
- È strano sentirti parlare così – le sussurrò – Non hai mai capito i miei sentimenti.
- Le cose sono cambiate, perché adesso ho ricordato. Quando ti ho morso, ho letto i tuoi sentimenti. So cosa stai provando, sento la tua confusione, il tuo combattimento.
Friedrich scosse lentamente la testa. Era come vivere in un mondo diverso.
Melissa gli stava dicendo… che era guarita?
I suoi occhi sembravano meno trasparenti, più foschi.
- Ho sentito tutta la tua rabbia – mormorò lei – So che non sei in grado di perdonarmi; ma forse quando sarò morta riuscirai a farlo.
Friedrich allungò una mano verso di lei, le toccò un braccio.
Era la prima volta che entravano in contatto da quando aveva saputo la verità.  La confusione dentro di lui aumentava, gli era sempre più difficile capire se stesso.
- Resto qui – disse, senza sapere se davvero era quello che voleva –  Non andare da lui, moriamo insieme.
Poteva essere la soluzione giusta. Avrebbe messo fine al suo tormento interiore, a quel guazzabuglio lacerante di stupore, odio, tristezza, ribellione, commozione, desiderio, vendetta, incertezza.
Ma Melissa scosse la testa.
- Se adesso mi tiro indietro, Raphael ricomincerà a torturarti. E io… non riesco a sopportare le tue grida.
Alzò una mano a sfiorargli il viso e, piano, lo baciò.
Friedrich trattenne il respiro; il cuore gli diede in uno schianto.
Dentro di lui si stava combattendo una lunga battaglia sanguinosa.
- Vai, Friedrich – disse Melissa, staccandosi – Salutami Gustav, digli che mi sto rendendo conto di tutto quello che ha fatto per me.
Chiamò Lothar e gli fece cenno di accompagnarlo fuori. Friedrich si lasciò condurre senza trovare la forza di opporsi, silenziosamente voltò la schiena a Melissa.


 

7

 

 

Rimasi immobile finché non vidi Friedrich scomparire. Volevo riflettere su quello che avevo provato.
Non sapevo perché avevo baciato Friedrich, avevo agito d’istinto.
Di fronte a me avevo scorto quel viso tormentato, triste fino all’intollerabile, e io avevo sentito il desiderio di avvicinarmi a lui, di assorbire la sua confusione. L’avevo baciato senza rendermene conto e dentro me era stato come se un blocco di ghiaccio si fosse sciolto all’improvviso.
Realizzai che lo stesso avrebbe fatto ora Raphael con me, mi avrebbe baciata e avrebbe fatto molto di più.
Improvvisamente trovai l’idea rivoltante. Pensare che potesse toccarmi qualcuno di diverso da Friedrich era disgustoso.
 
 
 

 

  
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