Ecco il terzo capitolo! Sono riuscita a pubblicarlo subito (che fortuna quando tuo fratello esce e lascia libero il pc!), solo che questo capitolo è un po’… imprevedibile? Spero che piaccia, sono terrorizzata XD
Grazie a tutti voi che state leggendo!
La festa
Kagome lanciò l’ennesima
gonna sul letto. Proprio non sapeva cosa indossare. Sango
sarebbe passata tra poco con Miroku, e lei non era ancora pronta. Ayumi aveva
detto a Kagome di invitare loro e Kikyo, e anche Koga, se prometteva di impedirgli di distruggere la casa.
Non potendo assicurarlo, fece in modo di farlo sapere
solo agli altri tre.
<< Kagome, ci sono Miroku e Sango alla porta! >>
urlò la madre dal piano di sotto.
<< Fai salire Sango! >> urlò la figlia in
risposta.
Sango arrivò nella stanza dopo una decina di secondi.
Indossava un paio di pantaloni aderenti, cui andavano
sopra un paio di stivali scamosciati che si era tolta all’ingresso. La
maglietta era monospalla, con due scaldamuscoli di
cotone che le coprivano le braccia. Kagome si
domandava come facesse a non avere freddo.
<< Kagome, sei ancora
così? >> chiese Sango sorpresa, vedendola
ancora in tuta.
<< Oh Sango, non so cosa mettermi! >> piagnucolò lei, osservando
sconsolata gli abiti sparsi sul letto.
Sango alzò gli occhi al cielo, e cominciò a frugare tra i
vestiti, scartandone qualcuno di tanto in tanto.
<< Metti questo vestito
azzurro. E sopra ci puoi mettere questo scaldacuore blu >> consigliò la ragazza
porgendoglieli.
<< Questo? Ma è troppo corto! >> disse Kagome alludendo alla
gonna.
<< Mettilo e basta! Ti metti un paio di calze bianche o azzurre con le ballerine blu
scamosciate >> insistette lei.
Erano troppo in ritardo per
discutere. Kagome si cambiò in fretta, e alla fine doveva ammettere che
l’effetto generale era buono. Sango
era un’ottima stilista.
<< Ferma, dove vorresti
andare? >> la bloccò immediatamente la ragazza << Vai ad una festa,
sistemati un po’ la faccia >>
<< No, ti prego! Non ci
sto bene >> si lamentò Kagome, ma fu tutto
inutile. Sango la costrinse a sedersi, e cominciò ad
armeggiare con la matita, il mascara e gli ombretti.
Fece un trucco molto
delicato, spinta dalle numerose proteste della
ragazza, che, non stando mai ferma, aveva quasi cecato
per ben tre volte.
Quando Kagome vide il risultato, poté dirsi soddisfatta. La
matita era un filo, e l’ombretto era davvero delicato.
<< Sango,
potrei assumerti giornalmente >> disse allegra
scendendo con lei le scale.
<< Mettiti
in fila allora, prima di te ci sono tutte le mie compagne di classe >>
rispose lei ridacchiando.
Miroku stava aspettandole pazientemente. Lui e Sango avevano appena fatto pace,
meglio non protestare.
<< Ciao Kagome, e
divertiti! >> la salutò il nonno dal salotto.
La ragazza infilò gli stivali
ed uscì rapidamente. Non faceva troppo freddo, anche se era dicembre. Ora
capiva perché Sango si era messa quella maglietta.
Si incamminarono verso casa di Ayumi
chiacchierando del più e del meno, finchè il loro
sguardo non si fermò su un punto davanti a loro. In fondo alla strada, Sesshomaru stava passando, seguito da una bambina
trotterellante tutta sporca di terra. Lo youkai
sembrava ignorarla, ma lei continuò a seguirlo finchè
non sparirono entrambi dalla vista dei tre ragazzi.
Rimasero
paralizzati per cinque minuti, fissando il punto in qui il demone era sparito.
Dopo questa
ulteriore perdita di tempo, arrivarono alla festa con un ritardo
spaventoso. Eri e Yuka stavano aspettando Kagome per
dare il regalo alla festeggiata, dato che lo avevano fatto
insieme.
Lo sguardo della ragazza
passò rapido nel cortile, trovando finalmente Inuyasha.
Chissà se lui sapeva chi era quella bambina che stava assieme a Sesshomaru.
<< Kagome? Chi stai cercando? >> chiese Sango
perplessa. Kagome si voltò di scatto, arrossendo.
<< Io? Nessuno. Stavo
solo dando un’occhiata per vedere se eravamo gli
ultimi >>
<< Lo siete >> rispose Kikyo
dietro di lei, facendogli prendere un colpo.
<< Ehm, è colpa mia >>
ammise la ragazza guardandosi le scarpe, ma Sango intervenì rapidamente per
scaricare le sue colpe.
<< No, è colpa di Kohaku. Mi ha trattenuto per farsi aiutare a fare matematica. Se fossi passata
da te in orario, non avremmo fatto tardi >> la giustificò.
Kagome sorrise. Era una bella
festa, molto animata, con la musica di sottofondo. Ayumi
era uno splendore, a tal punto che Kagome cercava di non mettersi accanto a
lei, per non fare la figura del bruco accanto alla farfalla.
Si accorse che lei e Inuyasha si avvicinavano sempre di più, quando si trovarono
uno accanto all’altro, senza sapere come fosse successo. Lui non la degnava di
uno sguardo, e lei faceva lo stesso.
<< Ayumi,
c’è del tè freddo? >> chiese Kagome sporgendosi per
guardare il tavolo.
<< Penso che sia
finito. Vado a prenderlo? >>
<< No, figurati! Vado al distributore qui dietro >> disse lei
immediatamente. Non voleva disturbare, Ayumi
doveva godersi la festa.
<< Fatti accompagnare
da un ragazzo, è meglio dato che è buio >> propose
Kikyo.
Kagome si rivolse verso Miroku, ma si rese conto che lui e Sango
erano spariti. Meglio non disturbarli, nei pochi
momenti di pace…
<< Ehm… Hojo dov’è? >> chiese guardandosi attorno.
<< Credo sia tornato a
casa. Ho sentito che la madre non stava troppo bene, quindi è tornato presto >>
disse Eri.
A quel punto, Kagome si sentì
percorsa da un brivido. Lei e Inuyasha si voltarono
contemporaneamente, incrociando gli sguardi.
<< Che
vuoi? >> chiese lui scontroso come se non lo avesse già sentito.
<< Renditi utile e
accompagnami al distributore >> disse lei
altrettanto scontrosa, aspettandosi un no.
<< Ah, è così? >>
chiese lui con fare altezzoso.
Kagome sospirò.
<< Mi accompagneresti
al distributore per prendere una bibita? >> disse con voce volutamente
smielata.
<< Manca qualcosa >>
<< Per favore? >> aggiunse di malavoglia.
Lui sorrise soddisfatto, per
poi voltarsi, andandosene. Kagome rimase impietrita, finché lui non si girò
perplesso.
<< Allora? Che fai ancora lì? >> chiese prendendola in giro.
Kagome ci mise qualche
secondo per realizzare che Inuyasha
la stava veramente accompagnando a prendere una bibita al distributore, e
quando lo realizzò, corse a raggiungerlo, imbarazzata.
Ma insomma, prima era tutto scontroso e poi faceva il
gentile. Almeno si decidesse per una buona volta!
Camminarono in silenzio.
Kagome teneva il passo dell’hanyou a fatica, e
raggiunsero il distributore in poco tempo.
<< Ehm… bella festa, no?
>> disse lei rompendo il silenzio, mentre inseriva le monete nella
fessura e controllava che apparisse l’importo esatto.
<< Uhm… noiosa >>
commentò lui. Strano che avesse risposto, pensò la ragazza facendo una smorfia.
<< Allora… il tè freddo
è…? Numero 52 >>
mormorò lei digitando il numero sulla tastiera, per poi
rispondere pungente all’hanyou << Bè, senza Koga con cui picchiarti è normale annoiarsi >>
Si abbassò per prendere la
bibita, e quando si alzò, Inuyasha era lì, a pochi
centimetri da lei, fissandola con gli occhi d’ambra. Si immobilizzò,
qualcosa nel suo sguardo le metteva paura. E poi
quando si era spostato? Era sicura di non averlo visto né sentito.
<< Se
Koga mi provoca, io non posso farci nulla >>
ringhiò minaccioso, incrementando la paura di Kagome. Ma
nonostante tutto, lei non riuscì a stare zitta.
<< Koga
mi difende, questo ti provoca? >> chiese acida.
Stava cercando di non far notare il terrore.
<< Ti difende insultandomi >> ringhiò nuovamente il ragazzo.
Kagome fece un passo indietro, ma lui fece un passo in
avanti nello stesso momento, e la situazione non cambiò. Continuava a fissarla
con quegli occhi minacciosi.
<< Magari sentirti
insultato può farti capire come mi sento io tutti i giorni >> mormorò lei, temendo che la sua voce non fosse
sufficientemente ferma per poterlo dire con lo stesso tono piccato ad un volume
più alto.
Sembrò funzionare. Il suo
sguardo si fece… dispiaciuto? Kagome era sicura che fosse solo un’impressione, Inuyasha non poteva essere dispiaciuto per lei. Pochi
secondi dopo, ricominciò a scrutarla con un’espressione illeggibile. Non voleva
spostarsi, e Kagome aveva l’impressione che se avesse mosso un muscolo, sarebbe caduta. Stava in una posizione scomoda, e Inuyasha limitava i suoi movimenti.
La lattina fredda stava
congelandogli la mano, era sicura che tra poco non avrebbe più sentito il
braccio.
<< Mi odi, vero? >>
chiese alla fine il ragazzo, continuando a scrutarla. Kagome impallidì. Che razza di discorso stava facendo?
<< Ma
ch… >>
<< Quanto mi odi? >> la interruppe, come se sapesse che la prima
risposta era affermativa.
<< Che domande fai, io… >>
Sentì la presa di Inuyasha sul polso, e si sentì tirare
in avanti. Perse l’equilibrio finendogli addosso, ma lui la sorresse con
l’altro braccio, impedendole di cadere.
Fu in quel momento che chiuse
gli occhi, presa alla sprovvista da quel gesto improvviso. Stava per
picchiarla? Forse aveva parlato troppo, e l’aveva fatto arrabbiare. Era stata
una pessima idea andare lì da sola con lui.
Ma poi, sentì le sue labbra
calde sulle sue, e spalancò gli occhi mentre una
tempesta le si scatenava dentro. Non ricambiò il bacio, ma le sue labbra si
dischiusero automaticamente.
Fu breve, lui la lasciò
facendo in modo che non cadesse e, senza degnarla di uno sguardo, si voltò
avviandosi verso una panchina. Si sedette fissando la strada, con
un’espressione illeggibile.
Kagome rimase in piedi,
immobile, cercando di calmare i battiti del suo cuore impazzito. Sentiva le
guance calde, chiaro segno che era arrossita parecchio, e la sua presa sulla
lattina era talmente debole che le stava scivolando dalle mani.
Quando riuscì a riprendere il controllo degli occhi, li
spostò imbarazzata dall’hanyou. Si accorse che aveva
ripreso un minimo di autocontrollo, e strinse la
lattina con entrambe le mani, concentrandosi sull’apertura. Il battito stava
rallentando.
Sentiva ancora il calore
sulle labbra, e il suo respiro fresco. Questo pensiero le mandò nuovamente il
cuore a mille.
Riuscì a spostare lo sguardo
su Inuyasha, che sedeva tranquillo sulla panchina. Cosa stava aspettando, di vedere la sua reazione? Poteva
fare tre cose. Primo, schiaffeggiarlo, con poche probabilità
di prenderlo e, nel caso, di fargli male. Secondo, andarsene lasciandolo
lì. Terzo…
Kagome fece un respiro
profondo. Si avviò verso la panchina, e si sedette a distanza sufficiente dal
ragazzo. Era un grande sforzo per lei, non prenderlo a pugni. Come aveva potuto
fare così, senza nemmeno chiederle il permesso? Lei non aveva ricambiato, ma si
poteva comunque considerarlo come il primo bacio?
Primo bacio… due parole che
le evocava scene totalmente differenti. E poi, avrebbe voluto un ragazzo che le piaceva, di cui era
innamorata. Non Inuyasha! Cioè,
Inuyasha era un bel ragazzo ma… In effetti Inuyasha…
Kagome avvampò, e strinse la
lattina con le mani sudate. Non doveva pensarci. Doveva fare come se nulla
fosse accaduto. Si, era la cosa migliore.
Inuyasha si alzò, cogliendo la ragazza di sorpresa.
<< Muoviamoci, o
penseranno che ci siamo persi >> disse
incamminandosi.
Kagome annuì debolmente, e
gli corse dietro.
Il piano, pensa al piano. Lo
stai facendo per il piano! diceva una vocina nella sua mente.
Quando tornarono, la ragazza si sedette, aprendo la lattina.
Si sentiva ancora lo stomaco sottosopra. Kikyo rimase
ad osservarla da lontano, perplessa. Dopo poco, la raggiunse
Sango, di pessimo umore.
<< Cosa
è successo? >> chiese subito la ragazza, percependo aria di
tempesta.
<< Oh, Miroku… Grrr, non farmi parlare,
è meglio! >> ringhiò Sango stringendo i pugni
<< Kagome dov’è? >>
<< E’ lì >>
indicò Kikyo << è strana, deve essere successo
qualcosa >>
Sango si avvicinò all’amica, cercando di cancellare per un
momento la sua ira. Ma in quel momento Kagome era
ipersensibile. Alzò lo sguardo prima che Sango la raggiungesse.
<< Miroku
>> disse, senza aggiungere nulla.
Sango annuì energicamente.
<< Kagome, va tutto
bene? >> chiese subito, cercando di sviare il discorso che la
interessava.
<< Si
>> rispose lei, con una faccia che diceva tutto il contrario. Sango la guardò perplessa.
<< Sei sicura? Non è che Inuyasha ti ha dato
fastidio? >>
<< No! >> urlò
Kagome, prendendo l’amica alla sprovvista. Era arrossita.
<< Ehm… no. Non farci caso, sono solo
stanca. Piuttosto, che ha fatto Miroku? >>
chiese nuovamente calma.
Sango cominciò a raccontare l’ennesima scappatina
di Miroku, ma non dimenticò la reazione di Kagome.
Oltretutto, l’amica era completamente distratta.
Questo confermava le sue tesi.
Primo, era successo qualcosa. Secondo, era colpa di Inuyasha.