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Autore: Aryuna    03/03/2008    5 recensioni
Kagome e Inuyasha, odiati compagni di classe e di banco da tre lunghissimi anni. Kagome, stanca di venir presa di mira dal mezzodemone, organizza una vendetta con sua cugina Kikyo, ex-fidanzata del ragazzo. L'ho scritta assieme ad Emiko92. La storia, il progetto e l'ambientazione sono mie, gli sviluppi e i dialoghi li abbiamo scritti assieme! E' la mia prima fanfict, speriamo bene! (siate indulgenti, è pure abbastanza lunga)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La vendetta

Ecco il terzo capitolo! Sono riuscita a pubblicarlo subito (che fortuna quando tuo fratello esce e lascia libero il pc!), solo che questo capitolo è un po’… imprevedibile? Spero che piaccia, sono terrorizzata XD

Grazie a tutti voi che state leggendo!

La festa




Kagome lanciò l’ennesima gonna sul letto. Proprio non sapeva cosa indossare. Sango sarebbe passata tra poco con Miroku, e lei non era ancora pronta. Ayumi aveva detto a Kagome di invitare loro e Kikyo, e anche Koga, se prometteva di impedirgli di distruggere la casa. Non potendo assicurarlo, fece in modo di farlo sapere solo agli altri tre.

<< Kagome, ci sono Miroku e Sango alla porta! >> urlò la madre dal piano di sotto.

<< Fai salire Sango! >> urlò la figlia in risposta.

Sango arrivò nella stanza dopo una decina di secondi. Indossava un paio di pantaloni aderenti, cui andavano sopra un paio di stivali scamosciati che si era tolta all’ingresso. La maglietta era monospalla, con due scaldamuscoli di cotone che le coprivano le braccia. Kagome si domandava come facesse a non avere freddo.

<< Kagome, sei ancora così? >> chiese Sango sorpresa, vedendola ancora in tuta.

<< Oh Sango, non so cosa mettermi! >> piagnucolò lei, osservando sconsolata gli abiti sparsi sul letto.

Sango alzò gli occhi al cielo, e cominciò a frugare tra i vestiti, scartandone qualcuno di tanto in tanto.

<< Metti questo vestito azzurro. E sopra ci puoi mettere questo scaldacuore blu >> consigliò la ragazza porgendoglieli.

<< Questo? Ma è troppo corto! >> disse Kagome alludendo alla gonna.

<< Mettilo e basta! Ti metti un paio di calze bianche o azzurre con le ballerine blu scamosciate >> insistette lei.

Erano troppo in ritardo per discutere. Kagome si cambiò in fretta, e alla fine doveva ammettere che l’effetto generale era buono. Sango era un’ottima stilista.

<< Ferma, dove vorresti andare? >> la bloccò immediatamente la ragazza << Vai ad una festa, sistemati un po’ la faccia >>

<< No, ti prego! Non ci sto bene >> si lamentò Kagome, ma fu tutto inutile. Sango la costrinse a sedersi, e cominciò ad armeggiare con la matita, il mascara e gli ombretti.

Fece un trucco molto delicato, spinta dalle numerose proteste della ragazza, che, non stando mai ferma, aveva quasi cecato per ben tre volte.

Quando Kagome vide il risultato, poté dirsi soddisfatta. La matita era un filo, e l’ombretto era davvero delicato.

<< Sango, potrei assumerti giornalmente >> disse allegra scendendo con lei le scale.

<< Mettiti in fila allora, prima di te ci sono tutte le mie compagne di classe >> rispose lei ridacchiando.

Miroku stava aspettandole pazientemente. Lui e Sango avevano appena fatto pace, meglio non protestare.

<< Ciao Kagome, e divertiti! >> la salutò il nonno dal salotto.

La ragazza infilò gli stivali ed uscì rapidamente. Non faceva troppo freddo, anche se era dicembre. Ora capiva perché Sango si era messa quella maglietta.

Si incamminarono verso casa di Ayumi chiacchierando del più e del meno, finchè il loro sguardo non si fermò su un punto davanti a loro. In fondo alla strada, Sesshomaru stava passando, seguito da una bambina trotterellante tutta sporca di terra. Lo youkai sembrava ignorarla, ma lei continuò a seguirlo finchè non sparirono entrambi dalla vista dei tre ragazzi.

Rimasero paralizzati per cinque minuti, fissando il punto in qui il demone era sparito.

Dopo questa ulteriore perdita di tempo, arrivarono alla festa con un ritardo spaventoso. Eri e Yuka stavano aspettando Kagome per dare il regalo alla festeggiata, dato che lo avevano fatto insieme.

Lo sguardo della ragazza passò rapido nel cortile, trovando finalmente Inuyasha. Chissà se lui sapeva chi era quella bambina che stava assieme a Sesshomaru.

<< Kagome? Chi stai cercando? >> chiese Sango perplessa. Kagome si voltò di scatto, arrossendo.

<< Io? Nessuno. Stavo solo dando un’occhiata per vedere se eravamo gli ultimi >>

<< Lo siete >> rispose Kikyo dietro di lei, facendogli prendere un colpo.

<< Ehm, è colpa mia >> ammise la ragazza guardandosi le scarpe, ma Sango intervenì rapidamente per scaricare le sue colpe.

<< No, è colpa di Kohaku. Mi ha trattenuto per farsi aiutare a fare matematica. Se fossi passata da te in orario, non avremmo fatto tardi >> la giustificò.

Kagome sorrise. Era una bella festa, molto animata, con la musica di sottofondo. Ayumi era uno splendore, a tal punto che Kagome cercava di non mettersi accanto a lei, per non fare la figura del bruco accanto alla farfalla.

Si accorse che lei e Inuyasha si avvicinavano sempre di più, quando si trovarono uno accanto all’altro, senza sapere come fosse successo. Lui non la degnava di uno sguardo, e lei faceva lo stesso.

<< Ayumi, c’è del tè freddo? >> chiese Kagome sporgendosi per guardare il tavolo.

<< Penso che sia finito. Vado a prenderlo? >>

<< No, figurati! Vado al distributore qui dietro >> disse lei immediatamente. Non voleva disturbare, Ayumi doveva godersi la festa.

<< Fatti accompagnare da un ragazzo, è meglio dato che è buio >> propose Kikyo.

Kagome si rivolse verso Miroku, ma si rese conto che lui e Sango erano spariti. Meglio non disturbarli, nei pochi momenti di pace…

<< Ehm… Hojo dov’è? >> chiese guardandosi attorno.

<< Credo sia tornato a casa. Ho sentito che la madre non stava troppo bene, quindi è tornato presto >> disse Eri.

A quel punto, Kagome si sentì percorsa da un brivido. Lei e Inuyasha si voltarono contemporaneamente, incrociando gli sguardi.

<< Che vuoi? >> chiese lui scontroso come se non lo avesse già sentito.

<< Renditi utile e accompagnami al distributore >> disse lei altrettanto scontrosa, aspettandosi un no.

<< Ah, è così? >> chiese lui con fare altezzoso.

Kagome sospirò.

<< Mi accompagneresti al distributore per prendere una bibita? >> disse con voce volutamente smielata.

<< Manca qualcosa >>

<< Per favore? >> aggiunse di malavoglia.

Lui sorrise soddisfatto, per poi voltarsi, andandosene. Kagome rimase impietrita, finché lui non si girò perplesso.

<< Allora? Che fai ancora lì? >> chiese prendendola in giro.

Kagome ci mise qualche secondo per realizzare che Inuyasha la stava veramente accompagnando a prendere una bibita al distributore, e quando lo realizzò, corse a raggiungerlo, imbarazzata.

Ma insomma, prima era tutto scontroso e poi faceva il gentile. Almeno si decidesse per una buona volta!

Camminarono in silenzio. Kagome teneva il passo dell’hanyou a fatica, e raggiunsero il distributore in poco tempo.

<< Ehm… bella festa, no? >> disse lei rompendo il silenzio, mentre inseriva le monete nella fessura e controllava che apparisse l’importo esatto.

<< Uhm… noiosa >> commentò lui. Strano che avesse risposto, pensò la ragazza facendo una smorfia.

<< Allora… il tè freddo è…? Numero 52 >> mormorò lei digitando il numero sulla tastiera, per poi rispondere pungente all’hanyou << Bè, senza Koga con cui picchiarti è normale annoiarsi >>

Si abbassò per prendere la bibita, e quando si alzò, Inuyasha era lì, a pochi centimetri da lei, fissandola con gli occhi d’ambra. Si immobilizzò, qualcosa nel suo sguardo le metteva paura. E poi quando si era spostato? Era sicura di non averlo visto né sentito.

<< Se Koga mi provoca, io non posso farci nulla >> ringhiò minaccioso, incrementando la paura di Kagome. Ma nonostante tutto, lei non riuscì a stare zitta.

<< Koga mi difende, questo ti provoca? >> chiese acida. Stava cercando di non far notare il terrore.

<< Ti difende insultandomi >> ringhiò nuovamente il ragazzo. Kagome fece un passo indietro, ma lui fece un passo in avanti nello stesso momento, e la situazione non cambiò. Continuava a fissarla con quegli occhi minacciosi.

<< Magari sentirti insultato può farti capire come mi sento io tutti i giorni >> mormorò lei, temendo che la sua voce non fosse sufficientemente ferma per poterlo dire con lo stesso tono piccato ad un volume più alto.

Sembrò funzionare. Il suo sguardo si fece… dispiaciuto? Kagome era sicura che fosse solo un’impressione, Inuyasha non poteva essere dispiaciuto per lei. Pochi secondi dopo, ricominciò a scrutarla con un’espressione illeggibile. Non voleva spostarsi, e Kagome aveva l’impressione che se avesse mosso un muscolo, sarebbe caduta. Stava in una posizione scomoda, e Inuyasha limitava i suoi movimenti.

La lattina fredda stava congelandogli la mano, era sicura che tra poco non avrebbe più sentito il braccio.

<< Mi odi, vero? >> chiese alla fine il ragazzo, continuando a scrutarla. Kagome impallidì. Che razza di discorso stava facendo?

<< Ma ch… >>

<< Quanto mi odi? >> la interruppe, come se sapesse che la prima risposta era affermativa.

<< Che domande fai, io… >>

Sentì la presa di Inuyasha sul polso, e si sentì tirare in avanti. Perse l’equilibrio finendogli addosso, ma lui la sorresse con l’altro braccio, impedendole di cadere.

Fu in quel momento che chiuse gli occhi, presa alla sprovvista da quel gesto improvviso. Stava per picchiarla? Forse aveva parlato troppo, e l’aveva fatto arrabbiare. Era stata una pessima idea andare lì da sola con lui.

Ma poi, sentì le sue labbra calde sulle sue, e spalancò gli occhi mentre una tempesta le si scatenava dentro. Non ricambiò il bacio, ma le sue labbra si dischiusero automaticamente.

Fu breve, lui la lasciò facendo in modo che non cadesse e, senza degnarla di uno sguardo, si voltò avviandosi verso una panchina. Si sedette fissando la strada, con un’espressione illeggibile.

Kagome rimase in piedi, immobile, cercando di calmare i battiti del suo cuore impazzito. Sentiva le guance calde, chiaro segno che era arrossita parecchio, e la sua presa sulla lattina era talmente debole che le stava scivolando dalle mani.

Quando riuscì a riprendere il controllo degli occhi, li spostò imbarazzata dall’hanyou. Si accorse che aveva ripreso un minimo di autocontrollo, e strinse la lattina con entrambe le mani, concentrandosi sull’apertura. Il battito stava rallentando.

Sentiva ancora il calore sulle labbra, e il suo respiro fresco. Questo pensiero le mandò nuovamente il cuore a mille.

Riuscì a spostare lo sguardo su Inuyasha, che sedeva tranquillo sulla panchina. Cosa stava aspettando, di vedere la sua reazione? Poteva fare tre cose. Primo, schiaffeggiarlo, con poche probabilità di prenderlo e, nel caso, di fargli male. Secondo, andarsene lasciandolo lì. Terzo…

Kagome fece un respiro profondo. Si avviò verso la panchina, e si sedette a distanza sufficiente dal ragazzo. Era un grande sforzo per lei, non prenderlo a pugni. Come aveva potuto fare così, senza nemmeno chiederle il permesso? Lei non aveva ricambiato, ma si poteva comunque considerarlo come il primo bacio?

Primo bacio… due parole che le evocava scene totalmente differenti. E poi, avrebbe voluto un ragazzo che le piaceva, di cui era innamorata. Non Inuyasha! Cioè, Inuyasha era un bel ragazzo ma… In effetti Inuyasha

Kagome avvampò, e strinse la lattina con le mani sudate. Non doveva pensarci. Doveva fare come se nulla fosse accaduto. Si, era la cosa migliore.

Inuyasha si alzò, cogliendo la ragazza di sorpresa.

<< Muoviamoci, o penseranno che ci siamo persi >> disse incamminandosi.

Kagome annuì debolmente, e gli corse dietro.

Il piano, pensa al piano. Lo stai facendo per il piano! diceva una vocina nella sua mente.

Quando tornarono, la ragazza si sedette, aprendo la lattina. Si sentiva ancora lo stomaco sottosopra. Kikyo rimase ad osservarla da lontano, perplessa. Dopo poco, la raggiunse Sango, di pessimo umore.

<< Cosa è successo? >> chiese subito la ragazza, percependo aria di tempesta.

<< Oh, MirokuGrrr, non farmi parlare, è meglio! >> ringhiò Sango stringendo i pugni << Kagome dov’è? >>

<< E’ lì >> indicò Kikyo << è strana, deve essere successo qualcosa >>

Sango si avvicinò all’amica, cercando di cancellare per un momento la sua ira. Ma in quel momento Kagome era ipersensibile. Alzò lo sguardo prima che Sango la raggiungesse.

<< Miroku >> disse, senza aggiungere nulla.

Sango annuì energicamente.

<< Kagome, va tutto bene? >> chiese subito, cercando di sviare il discorso che la interessava.

<< Si >> rispose lei, con una faccia che diceva tutto il contrario. Sango la guardò perplessa.

<< Sei sicura? Non è che Inuyasha ti ha dato fastidio? >>

<< No! >> urlò Kagome, prendendo l’amica alla sprovvista. Era arrossita.

<< Ehm… no. Non farci caso, sono solo stanca. Piuttosto, che ha fatto Miroku? >> chiese nuovamente calma.

Sango cominciò a raccontare l’ennesima scappatina di Miroku, ma non dimenticò la reazione di Kagome. Oltretutto, l’amica era completamente distratta.

Questo confermava le sue tesi. Primo, era successo qualcosa. Secondo, era colpa di Inuyasha.

  
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