Rieccomi con il capitolo del giorno. Oggi penso che non riuscirò a metterne altri (poi chissà, si può sempre sperare!), perché devo cominciare a progettare una storia per un concorso! Spero di mantenere la media di un cap al giorno, per non lasciarvi sulle spine troppo a lungo (anche io odio quando una fic non continua per mesi XD). Baci a tutti!
Il primo ritardo di Inuyasha
Kagome si svegliò. Era quasi
certa di aver sentito la porta di casa che si chiudeva, ma dalla sua stanza non
poteva averlo sentito. Si sollevò lentamente, stropicciandosi gli occhi. Ci
mise un po’, prima di realizzare che era in salone.
Aveva la sua trapunta che la copriva. Perché era lì?
Improvvisamente, ricordò
tutto del giorno precedente: Inuyasha, il Novilunio,
perché era venuto lì.
<< Inuyasha?
>> chiamò sottovoce. Si sentiva una stupida. Non rispose nessuno, che si fosse sognata tutto? Vide i libri di inglese
sparsi sul tavolo. Era impossibile che fosse stato un sogno. Ma
chi l’aveva coperta con la trapunta? Inuyasha era
salito in camera sua a prenderla?
Sospirò. Era inutile farsi
tutte queste domande. Si alzò, e riportò il piumone nella sua stanza. Fece un
secondo viaggio per i libri.
<< Kagome, sei già in
piedi? >> chiamò la madre, uscendo dalla sua stanza.
<< Oh, mamma, mi sono svegliata poco fa >> rispose lei, lanciando i libri
del giorno nella cartella.
<< Il tuo amico? >>
<< Oh >> disse
Kagome arrossendo << è andato via dopo un po’ che studiavamo >>
Quando la madre scese a preparare la colazione, Kagome si
rifugiò sotto la doccia. Se anche sua mare si
ricordava di Inuyasha, era davvero venuto là.
Sospirando, si mise la divisa
scolastica, e scese le scale.
<< Esci subito, Kagome?
>> chiese la madre vedendola mangiare rapidamente.
<< Si, non voglio arrivare in ritardo >> rispose Kagome,
tagliando corto. Prima ancora che Sota fosse sceso a mangiare, lei era già uscita.
Era una mattinata fredda,
Kagome si affrettò ad arrivare alla metro. Essendo in
anticipo, non era troppo affollata.
Incrociò Hojo
e Yuka alla fermata, così fece il tratto di strada
fino alla scuola in compagnia.
<< Senti
Kagome, hai studiato storia? >> chiese Yuka
d’un tratto.
Kagome impallidì.
<< S…storia? >>
balbettò con una faccia da funerale.
<< Si, oggi interroga,
non hai ricevuto il giro di telefonate? >>
Il suo silenzio fu eloquente.
Hojo cambiò il discorso, ma
Kagome rimase zitta fino al suo arrivo a scuola.
Sango cercò di calmarla con l’aiuto di Miroku,
ma finirono per litigare tra loro riguardo una certa Shima del primo anno, che, secondo Sango,
gli stava facendo la corte.
Kagome andò totalmente nel
panico. Kikyo tentò di tranquillizzarla.
<< Guarda, Kagome, se
tu fingi di sapere tutto, con sguardo sicuro, lui non ti chiamerà per dispetto.
Io lo faccio sempre >> le consigliò con
tranquillità.
<< Parli
facile tu, hai sempre lo sguardo sicuro! >> borbottò la cugina
dirigendosi verso la sua classe.
Posò la cartella sul banco, e
si sedette. Aveva l’impressione che mancasse qualcosa.
La cartella ce l’aveva, il banco era al suo posto, la
borsa era sopra… sopra?!
Scattò in piedi fissando il banco incredula. Era impossibile! Ogni giorno, per tre
anni, Inuyasha era stato seduto su
quel banco tutte le mattine. Che fine aveva
fatto quella mattina?
La campanella squillò, e una
risata riportò Kagome alla realtà.
<< Kuhuhuhu…
Buongiorno studenti, pronti al massacro? >> disse il professor Naraku con un ghigno, entrando al preciso squillo della
campana.
Kagome deglutì. Credeva che
fosse impossibile risollevare il suo umore, in preda al terrore, in presenza di Naraku, ma quando Inuyasha si fiondò nella classe,
con la borsa a tracolla e tutto sudato per la corsa, si illuminò.
<< Kuhuhuhu,
Inuyasha. Adesso arriviamo anche in ritardo? Sono
sicuro che preferisci restare fuori dalla classe >>
<< Ma
prof, è arrivato solo con quattro secondi di ritardo! >>
Tutta la classe si voltò a
fissare Kagome. Primo, perché nessuno, prima d’ora, si era opposto a una decisione di Naraku.
Secondo… Kagome che difendeva Inuyasha? Questo era
impossibile, come il sole che sorge ad occidente!
Naraku rimase a fissarla in silenzio, spiazzato. Ma questo non durò che per pochi secondi. Il solito ghigno
riapparve sul suo volto.
<< Ebbene,
questo mi porta a pensare che la signorina Higurashi
desidera essere interrogata per prima >> disse fissandola maligno con gli
occhi rossi.
Kagome deglutì. Ora si che erano guai. Il poco colorito che aveva riacquistato
sparì, e il suo cervello cominciò a fare i capricci.
Ehm… allora, di cosa parlava il
modulo numero 8? C’era una data importante, ne sono sicura, qual’era? cominciò a pensare mentre si
avviava alla lavagna. Se avesse potuto vedersi, avrebbe
notato che strava tremando come una foglia.
Inuyasha la guardava severo, come per rimproverargli un gesto
molto stupido.
<< Molto bene, Higurashi. Il tuo sacrificio permette a
Inuyasha di rimanere in classe… ad aspettare il suo
turno. Si, perché tu sarai il secondo >>
aggiunse in tono minaccioso all’occhiata innocente dell’hanyou
che si avviava al banco.
<< Allora, Higurashi, parlami dell’argomento del
giorno >> disse poggiandosi comodamente alla cattedra.
<< A…argomento? >>
balbettò Kagome cominciando a torturarsi le dita.
<< Si, Higurashi, argomento. E’ una parola, sai >>
La classe trattenne una
risata. Pessimo inizio, Kagome cominciò a sudare freddo.
Questo finché la porta non venne spalancata con una… folata di vento?
Naraku osservò l’entrata infastidito,
mentre Kagome rimaneva immobile al suo posto.
<< Professoressa Kagura. Solitamente, si bussa >>
disse con un ghigno.
<< Tu bussi alla mia
porta, Naraku? >> chiese lei entrando, aprendo il ventaglio minacciosa. Gli studenti si rifugiarono sotto i
banchi.
<< Ebbene,
cosa desidera? >>
Kagura fissò il suo sguardo su Kagome.
<< Lei. Mi serve >> disse rapida e gelida. Kagome si irrigidì al “Kuhuhuhu” che ne
seguì.
<< E’
interrogata, Kagura, mi spiace. Ritenta un'altra volta >> disse Naraku
ridacchiando.
<< Ah si? >>
disse lei, sorridendo furba << Ho il permesso
della preside di convocare tutti gli studenti che voglio per organizzare lo
spettacolo natalizio. Vuoi discutere con lei? >>
Naraku la squadrò.
<< Ebbene,
prenditela. Mi divertirò con il prossimo >>
Kagome lanciò un’occhiata preoccupata
a Inuyasha, che a sua volta
stava guardando la scena incredulo, ed era l’unico a non essersi rifugiato
sotto il suo banco.
Anche lui la guardò, con uno… sguardo implorante? Forse era
solo una sua impressione.
Sango entrò, alle spalle di Kagura,
accompagnata da Kikyo, forse per assicurarsi che la
professoressa non avesse affettato nessuno.
<< Bene, Higurashi, vieni con me >> disse
lei voltandosi. Kagome fissò Inuyasha un’altra volta.
Era decisamente implorante. Si rivolse a Sango, con il medesimo sguardo. L’amica la guardò
perplessa, fu Kikyo a capire quello scambio di occhiate. Sussurrò qualcosa a Sango,
che la guardò confusa.
<< Allora? Muoviamoci, non abbiamo tutto l’anno per questo spettacolo. Oppure preferisci restare all’interrogazione, Kagome? >>
chiese Kagura divertita. Sango
si avvicinò alla professoressa.
<< Ehm, scusi, stavo pensando… >> cominciò la ragazza, per poi
sussurrarle qualcosa all’orecchio.
<< Oh, giusto… ci sarà
utile >> approvò lei, per poi indicare Inuyasha
<< Tu, vieni con me >>
<< Anche
lui? >> ringhiò Naraku fulminandola. Ma lei non si preoccupò minimamente di quello sguardo.
<< Si, anche lui >>
disse calma, sventolandosi con il ventaglio.
<< Posso conoscere la
sua utilità? >> chiese Naraku visibilmente
irritato.
<< Stiamo risparmiando,
quindi usiamo gli youkai come operai >> spiegò Kagura alzando il mento,
con un gesto di superiorità.
<< Non è uno youkai! >> ringhiò lui, alzandosi in piedi.
<< Oh, sono sicura che
lui e Koga formeranno
un’ottima squadra. D’altronde, Sesshomaru si è
rifiutato, ho bisogno di un sostituto >> rispose
lei facendogli cenno di seguirla. Inuyasha si alzò e
si avviò alla porta. Prima di uscire, seguito da Kagome, la sua occhiata verso Naraku fu eloquente… “Non ridi
più adesso, eh?”
Kikyo affiancò Kagome, rapidamente, mentre la ragazza
assaporava la libertà dei corridoi scolastici.
<< Ho fatto bene a
dirgli di farlo uscire? >> mormorò lanciando
un’occhiata a Inuyasha.
<< Oh, non sai quanto!
E’ colpa mia se Naraku voleva
massacrarlo >> rispose lei in un sussurrò.
<< Kikyo!
Sango! >> chiamò Kagura,
e le ragazze la raggiunsero subito << Andate a chiamare le vostre classi,
e Ayame e Jinenji del secondo della prima sezione.
Così possiamo cominciare a lavorare >>
Le due annuirono, e li
superarono dirigendosi alle classi. Kagome rimase con Inuyasha,
mentre Kagura entrava in sala professori per prendere
il progetto dello spettacolo.
<< Ehm… >>
cominciò lei, evitando il suo sguardo << come mai sei arrivato in
ritardo? >>
<< Perché sono dovuto tornare a casa a cambiarmi dopo che sono rimasto
da te >> disse lui fissandola, fino a costringerla a guardarlo negli
occhi ambrati. Non era più abituata a vederlo così, dopo aver passato una notte
intera con lui in forma umana.
<< Perché
mi guardi strano? >> chiese perplesso.
<< Mi sto riabituando alla presenza delle orecchie da cane >>
commentò lei ironica. Lui distolse lo sguardo. Era sicura che stesse
trattenendo un sorriso.
<< Sei stata sciocca
prima. Mi andava bene di restare fuori dalla classe >>
la rimproverò pensando all’interrogazione appena evitata.
<< Oh, scusa allora! La
prossima volta te la cavi da solo >> brontolò
lei distogliendo lo sguardo a sua volta. Cafone.
Lui sospirò rassegnato.
<< Scema, non dico che mi è dispiaciuto! Ma
dovresti pensare di più a te. Io ho una vita per recuperare gli anni scolastici,
tu no >>
Kagome non sapeva se
mantenere la modalità arrabbiata. Non le andava di litigarci.
<< Quanti anni hai? >>.
La domanda le uscì spontanea. Inuyasha rimase
sorpreso, ma sorrise.
<< Vuoi saperlo? Puoi metterti paura >> disse ridacchiando.
<< Non prendermi in
giro! Non mi spaventerò >> brontolò lei,
fissandolo convinta.
<< Ho
circa duecento anni >> disse con un sorriso soddisfatto.
<< COSA?!
>> urlò lei, ma Inuyasha le tappò
immediatamente la bocca.
<< Sei impazzita? E meno male che non ti spaventavi! >> ringhiò lui
fissandola severo.
<< S…scusa >>
balbettò lei << ma sono rimasta sorpresa >>
ammise arrossendo.
<< Perché
arrosisci? >> chiese l’hanyou
perplesso. Kagome non rispose. Forse, FORSE, un giorno gli avrebbe domandato il
pensiero che le ronzava nella testa in quel momento.
<< Ehi, pretendo la mia
porzione di pranzo anche oggi >> ridacchiò lui
cambiando discorso.
<< E chi ti dice che te lo darò? >> lo stuzzicò
lei, curiosa della risposta.
Lui non rispose subito, ma alla fine sorrise maligno.
<< Sai, parli nel sonno
>> disse osservandola minaccioso << ci sono delle cose interessanti
che la gente potrebbe venire a sapere >>
Kagome arrossì
improvvisamente.
<< Oh no! Non mi dire che hai sentito quello che ho detto >>
<< Tu avrai pure
dormito, ma io ho passato la notte in bianco >>
disse lui serio.
Kagome lo fissò imbronciata.
<< E va bene >>
cedette infine << avrai il pranzo >>
Lui sorrise soddisfatto, e
Kagome vide Sango che li raggiungeva con Ayame e Jinenji, il figlio dell’infermiera. Anche
lui era un hanyou, ma non era fortunato come Inuyasha. Non aveva molto di umano,
ma uno strano muso da tasso e due grandissimi occhi azzurri. Inoltre
era altissimo, e molto robusto. Ma, malgrado le
apparenze, aveva un animo gentile, e non avrebbe fatto male a una mosca.
<< Kagome, devi farmi
un monumento! Sono io ad averti proposto alla prof per lo
spettacolo teatrale >> disse Sango
raggiungendola. Kagome sorrise riconoscente. Qualunque, e
dico qualunque cosa, era meglio di un’interrogazione di Naraku.
Anche lo spettacolo teatrale.
Il corridoio si popolò, e
Kagome cercò Inuyasha con lo sguardo per non perderlo
di vista. Troppo tardi, era già impegnato in una
discussione con Koga.
<< Vai
sempai, prendilo a calci! >> tifava
Ayame allegra. Il resto degli studenti si tirò indietro per non venire coinvolti.
<< Lo spettacolo
natalizio è di competenza dell’ultimo anno, cosa ci fai tu qui? >>
ringhiò Koga minaccioso.
<< Sono
stato convocato, lupetto >> rispose lui beffardo, senza cedere
alla provocazione. Incredibile, pensò
Kagome.
<< Stamattina non c’eri, avrei sentito la tua puzza. Sei arrivato tardi? >>
ridacchiò Koga incrociando le braccia. Inuyasha lo fulminò con lo sguardo. Ecco, come non detto.
<< E’ arrivato tardi
per colpa tua >>. Kagome si prese un colpo. Sesshomaru
era alle sue spalle, ma non l’aveva sentito arrivare. La sua voce profonda la
spaventò.
<< C…come? >>
balbettò confusa. Sesshomaru non le aveva mai rivolto la parola prima, era alquanto sorpresa.
<< Aveva
il tuo odore addosso >> tagliò corto lui con il suo fare gelido,
per poi superarla e andarsene. Kagome lo fissò allibita. Il suo odore addosso?
Le voci dei due contendenti tornarono ad occupare le sue orecchie, e si voltò a
guardare la discussione, che stava rapidamente degenerando in rissa.
<< Ti taglio a fette,
massa di pulci! >> ringhiò Inuyasha facendo scrocchiare le mani.
<< Provaci,
cane randagio >> lo aizzò Koga con
sicurezza, guardandolo altezzoso.
Inuyasha si slanciò in avanti, quando sentì un vento
improvviso, e si buttò a terra. Giusto in tempo. Koga
lo imitò, e due lame di vento li sorpassarono. Entrambi avevano
lo sguardo di chi è appena scampato alla morte.
<< Cosa
state combinando, branco di
incapaci? >> ringhiò Kagura
chiudendo il ventaglio con uno scatto << vi sembra il momento di
picchiarvi? >>
I due deglutirono, negando
energicamente con la testa.
<< Tu, Inuyasha, tornatene in classe se devi darmi problemi >>
<< Ha
comiciato lui >> brontolò l’hanyou. Kagome alzò gli occhi al cielo. Il solito
infantile.
<< Non mi importa chi ha cominciato, vuoi tornare in classe? >>
chiese lei minacciosa.
Inuyasha analizzò le due opzioni. Kagura o Naraku. Abbassò la testa
sbuffando.
<< Scusi
>> disse con un tono difficilmente udibile. Ma
Kagura si accontentò, e fece cenno agli alunni di
seguirla. Kagome si accorse in quel momento che, lei, Sango
e Kikyo escluse, gli studenti erano tutti appiatiti sul pavimento.
Koga si alzò, ignorando Ayame che si offriva di aiutarlo,
e se ne andò. Kagome, con un sospiro, raggiunse Inuyasha, che era
rimasto seduto per terra crucciato.
<< Muoviamoci, o ci
rimanda in classe davvero >> disse offrendogli
una mano. Come Koga prima di lui, anche lui si alzò
da solo ignorandola. Kagome sospirò, e lo seguì.
<< Ho visto Sesshomaru >> disse lei ignorando il suo fare
scontroso << mi ha detto una cosa >>
Dato che lui non la degnava
di uno sguardo, decise di continuare per conto suo.
<< Ha detto che avevi il mio odore addosso >>. Lui sussultò.
<< Perché? >> chiese
allora lei curiosa.
Lui la guardò per un attimo,
poi con un sorrisino furbo accellerò il passo,
lasciandola indietro.
<< Ehi, Inuyasha! Rispondimi! E dai! >>
gli urlò dietro lei fermandosi. Ma
lui non la degnò di uno sguardo.
<< Uffa! Aspettami! >>
gridò correndogli dietro.