Film > Un mostro a Parigi
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Autore: Malanova    29/08/2013    1 recensioni
E' passato un mese da quando Francoeur è ritornato all'Oiseau rare ed è diventato a tutti gli effetti il partner cabarettistico di Lucille. Ma una misteriosa ragazza arriva a Parigi insieme al circo Claire de lune e una serie di piccoli eventi vedranno il musicista di nuovo in pericolo. Sperando di riuscire a fare ciò che ho scritto; vi auguro una buona lettura. Attenzione: la storia è stata aggiustata facendo si di aggiungere piccole particine e togliendo qualche incongruenza. Grazie e alla prossima!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Francœur, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Kalima scese agilmente dal carro e aiutò Paté e gli altri ad uscire, scassinando la serratura delle sbarre con un robusto fermaglio d’oro che si era tolta dai capelli. Il prefetto, dopo un breve ringraziamento verso la circense, congedò i suoi sottoposti e li lasciò ritornare alle loro case. Poi la trapezista alzò l’asse di legno sul quale erano sedute lei e le gemelle, prese una sacca di seta verde ed il suo mantello, ed infine fece trottare i cavalli lontano dal locale, ancora attaccati alla gabbia scarlatta. Erano animali intelligenti e sapevano ritornare al tendone senza aver bisogno del cocchiere. Sperava solo che facendo così avrebbe depistato dei possibili inseguitori.

Si apprestò a seguire la donna, che già si era addentrata dentro a uno dei vicoli che conducevano nel retro del locale, seguita da Paté. Prese la mano di Fauna e dette un’occhiata fugace verso l’alto. A quell’ora; c’erano pochissime finestre illuminate e in una gli parve di vedere un’ombra familiare … scosse leggermente la testa, spazientita. Stava ancora pensando a lui e non doveva. Si addentrò con le bambine nel vicolo. Era molto tetro ed era pieno di casse di legno, lattine e bottiglie vuote. Dopo pochi minuti furono davanti a una piccola porta verde. Mentre la donna toglieva un mattone dal muro per prendere la chiave nascosta all’interno; gli occhi della circense si posarono su una targa che recava il nome del vicolo. Passaggio Francoeur. Gli occhi si inumidirono di lacrime ma in qualche modo riuscì a trattenerle. Fauna tirò lievemente il braccio della ragazza, portandola alla realtà. La proprietaria teneva la maniglia della porta socchiusa e sia lei che il prefetto la stavano fissando. La ragazza annuì e si affrettò a raggiungerli.

Si trovavano in un corridoio con la moquette che ricopriva tutto il pavimento ed le pareti tinte di rosa salmone. La donna aprì una porta ed condusse tutti ai piedi di una ripida scala di ferro. “Da questa parte” sussurrò Carlotta alle sue spalle “Scese da queste scale ci ritroveremo nella cantina. Da lì ci sarà un’altra rampa di scale che ci porterà agli alloggi di Lucille …”.

Intanto la cantante spostava, con l’aiuto di Raoul e di Emile, un grosso baule di legno scuro che le aveva regalato sua nonna quando aveva iniziato la sua carriera. Sotto di esso ci stava una botola dalla maniglia d’ottone a forma di testa di leone. La prese e tirò con tutte le sue forze fino ad aprirla. Poi prese una lanterna e l’accese, illuminando la scala con una tenue luce ambrata. Intravidero la capigliatura bionda della signora Carlotta e si spostarono, permettendo ai altri di entrare nella stanza.

La donna andò ad abbracciare la nipote “Lucille, mia cara! Sono felice che tu stia bene!”. Paté strinse energicamente la mano a Raoul mentre le gemelle si fecero coccolare da Maud e Emile. Francoeur aveva mantenuto le distanze, aspettando che tutti fossero all’interno, ansioso. Voleva rivederla, voleva sfiorarle ancora una volta con le dita le guance color ciliegia, voleva … Aden passò davanti alla sua visuale ed andò incontro a Kalima. Si chinò sulla ragazza dandole un affettuoso abbraccio e le sussurrò qualcosa all’orecchio.

Per la prima volta; Francoeur sentì una sensazione molto strana. Sbagliava o le labbra del ragazzo bendato erano terribilmente vicine all’incavo del collo della trapezista? E le sue mani non stavano indugiando un po’ troppo sui fianchi? Socchiuse gli occhi, incrociò le braccia e si appoggiò al muro, terribilmente a disagio e irritato, senza riuscire a staccare gli occhi da loro e senza smettersi di chiedersi perché gli dava così fastidio che fossero così vicini.

Kalima ascoltò attentamente Aden. Quando le rivelò la vera identità del chitarrista; lei si sentì confusa. Lui, il Mostro di Parigi? Era impossibile! Alzò lo sguardo fino a vedere il musicista, che se ne stava in disparte, a fissarli. Ora che era senza cappello e senza maschera riusciva a vedergli chiaramente il viso. Era lui che la inseguiva quando stava rincorrendo Lobo! “… E ora che facciamo?” sussurrò Aden “Dopo tutto quello che è successo stasera; non so quanto sarà magnanimo il Direttore …”. Lei sospirò abbassando lo sguardo. “Non lo so …” gli rispose con lo stesso tono “Non so più a cosa pensare …”.


Intanto al circo …

Luis Cyfer si diresse verso uno dei vagoni più lontani del suo accampamento. Il suo volto era imperturbabile. Arrivato a quello più lontano; fece scorrere la porta ed entrò dentro. Incatenato contro a una parete ci stava una creatura simile a un gargouille, grande quanto un masso. Il Direttore prese un lungo bastone dall’altra parete e lo fece scattare. Delle scintille fulminee percorsero la punta. L’essere tremò. “Allora Hafaza … ti va di farmi un altro favore?”.

  
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