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Autore: Aagainst    29/08/2013    2 recensioni
Davide è un ragazzo che crede di sapere tutto della vita. Riuscirà Hayley Williams a fargli cambiare prospettiva? Una storia di amicizia e, perché no, di amore, in cui i protagonisti scopriranno meglio chi sono.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Quasi Tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CAPITOLO 25
POV DAVIDE
Mia sorella era stesa, in coma, su uno squallido letto d’ospedale, in una stanza altrettanto squallida. Aveva un sacco di tubi e fili che la circondavano. Non sembrava nemmeno lei. In più, la mascherina dell’ossigeno le copriva il volto. Mi scoprii a piangere, mentre la guardavo. Le accarezzai la mano e gliela strinsi, come a impedirle di andarsene. No, lei non poteva andarsene. Lei non doveva andarsene. Silvia era la mia sorellina e doveva restare con me. –Davide, forse è meglio che usciamo, che ne dici?- mi propose Jeremy, vedendomi in quelle condizioni. Io annuii. Uscimmo dalla stanza e ci dirigemmo dal medico che l’aveva presa in cura. Era lo stesso dottore che si occupava di Lance, il marito di Milly. –Allora?- domandò Taylor. –Deve superare la notte. Per ora è abbastanza stabile, ma non possiamo fare conclusioni avventate. Ha preso una grossa botta alla testa e al collo, quindi anche se si dovesse risvegliare non posso assicurare che poi riesca a riconquistare una buona capacità articolare.- -Cioè… Potrebbe rimanere paralizzata per sempre?-  trovai la forza di chiedere, non so come. –Non voglio mentire. Sì, potrebbe rimanere paralizzata alle gambe e potrebbe fare fatica a muovere gli arti superiori. Tuttavia, vi prometto che faremo di tutto per evitare che ciò accada. Ma prima deve passare la notte. Mi dispiace.-. detto questo se ne andò via, lasciando me, Taylor e Jeremy da soli. –Io torno da lei.- annunciò il chitarrista. –Anche io.- mormorai, ma Jeremy mi prese per il braccio. –Perché non posso andare da mia sorella?- chiesi, nervoso. –Perché non ti farebbe bene. Dai, andiamo a fare una passeggiata. Che ne dici?- propose. –Ok. Va bene.- risposi. Camminammo per un po’ nel parchetto dell’ospedale, in silenzio. Mi sembrava di impazzire. Ci sedemmo su una panchina. –Allora, come va tra te e Hayley?- esordì. –Non è il momento, scusa.- ribattei io. Poi, i miei occhi incrociarono quelli di una persona che conoscevo fin troppo bene. Corsi verso di lui, e, prima che Jeremy potesse fermarmi, lo atterrai con un pugno. –Bastardo! E’ tutta colpa tua! Ti odio! Ti odio! Ti odio!- urlai, continuando a calciarlo. –Tu non sei mio padre! Sei solo un essere che ha deciso di rovinarmi la vita!- sbraitai, mentre lo colpivo, con violenza inaudita. Improvvisamente, un gusto metallico riempì la mia bocca: Jeremy mi aveva tirato un cazzotto. Lo guardai, incattivito. Ero diventato nuovamente una bestia. –Togliti dalle palle, Davis. E’ un affare tra me e quel bastardo!- sibilai. –No!- esclamò il bassista. Mio padre ne approfittò per scappare via. Io mi voltai e lo inseguii, con Jeremy alle calcagna. Avrei voluto ammazzarlo di botte. Era colpa sua se Silvia era in coma. E lui, invece, si era semplicemente ferito un braccio. Doveva esserci lui su quel letto. Jeremy mi placcò e mi costrinse a rimanere a terra. –Ora ti porto a casa! E guai a te se esci! Mi hai capito?- esclamò. Mi fece rialzare e mi fece entrare in macchina. Poi mi portò a casa sua, dove c’erano Kat e Hayley. –Davide, come stai?- mi chiese la mia ragazza, abbracciandomi. –Ha aggredito e picchiato suo padre.- dichiarò Jeremy. Hayley si staccò da me, facendo “no” con la testa. –Davide, mi avevi promesso che tu…- provò a dire, ma le lacrime iniziarono a scenderle copiose lungo il viso. –Hayley, aspetta!- la chiamai. Mi voltai verso il bassista. –Grazie mille, Jeremy. Grazie! Ora sì che andrà tutto meglio.- ringhiai. –Preferivi che lo scoprisse da sola? Davide, cresci. Tu hai un problema bello grosso. Ti voglio bene, ma permetti di metterti davanti ai fatti: tu oggi l’avresti ammazzato tuo padre.- ribatté lui. Uscii di corsa da quella casa e mi precipitai in quella, vuota di Taylor e Silvia. Squillò il mio cellulare: Hayley. Risposi immediatamente. –Pronto?- -Davide, dove sei?- mi chiese lei. –Sono a casa di Taylor e Silvia.-. Sentii silenzio, un silenzio infernale. Poi, finalmente, lei parlò. –Vieni da me. Subito.- mi disse. Poi attaccò. Corsi da Hayley. Bussai alla porta. Lei mi aprì e mi abbracciò. Poi mi tirò uno schiaffo. –Questo è per quanto mi hai fatta stare male.- spiegò. Io chinai il capo, ma lei me lo rialzò, con il pollice. –E questo, è per tutto il resto.-. Si avvicinò al mio volto e lo accarezzò, piano. Poi, dopo un attimo di esitazione, mi baciò, dolcemente. Le nostre labbra si separarono, ma noi rimanemmo a guardarci. La mia fronte combaciava con la sua, perfettamente. –Hayley, io…- -Shh. Non parlare. Lascia che sia il tuo cuore a farlo, per te.- mi bisbigliò. Poi mi diede un altro bacio. E un altro. E un altro ancora. Io mi staccai violentemente e mollai un pugno al divano. –Davide, calmati.- mi ordinò. La guardai, con aria di sfida. –Altrimenti?- chiesi, strafottente. –Altrimenti… Altrimenti io non ce la farò più. Non smetterò di amarti, ma dovrò proteggermi.-. Fu allora che capii quanto vicino ero dal perderla completamente. Mi fermai e mi misi a fissare il vuoto. Si avvicinò a me e mi prese per mano. –Ora vai a farti una doccia fredda. Ci vediamo dopo.-. Andai in bagno e mi spogliai. Poi mi misi sotto l’acqua. Il cervello mi stava scoppiando. Mi sentivo impazzire. Mia sorella, mio padre, Hayley, Jeremy, Taylor. Io. Io, io, solo io. Io che mi arrabbiavo, io che picchiavo tutto, io che rompevo ogni cosa, io che urlavo, io che mi ferivo, io che facevo male agli altri, io che mi odiavo, io che odiavo tutto e tutti, io che avrei voluto sparire, io che odiavo stare male, io che mi compiacevo del mio stare male, io, che ero sotto quella doccia, io che avrei voluto affogare, io che avrei voluto rompere tutto, in quello stesso istante. Io, che ero pieno di rabbia. Io, che non riuscivo nemmeno più a urlare, da quanto ero arrabbiato. Mi accasciai a terra, seguito dal telefono della doccia. Sentii Hayley chiamare il mio nome e le sue braccia provare a rialzarmi. Poi, più nulla. 

Angolo dell'Autrice

Allora, capitolo piuttosto violento. Pensavo di passare al rating arancione, che ne dite? Insomma, non mi sembra proprio da giallo. 
Davide è tornato indietro, inece di andare avanti. E Hayley ha una pazienza enorme. Soprattutto, sia lodato zio Jerm. Se non ci fosse stato lui il padre di Davide sarebbe sepolto da qualche parte. 
Il titolo del capitolo è preso da "Papercut" dei Linkin Park. Penso che ci stia. Se vi va di ascoltarla, ecco il link della canzone: 
http://www.youtube.com/watch?v=vjVkXlxsO8Q
Ringrazio Chocobomb e Ollieparawhore per le bellissime recensioni! Invito anche altri a recensire. 
Alla prossima! 
   
 
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