Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Aryuna    04/03/2008    9 recensioni
Kagome e Inuyasha, odiati compagni di classe e di banco da tre lunghissimi anni. Kagome, stanca di venir presa di mira dal mezzodemone, organizza una vendetta con sua cugina Kikyo, ex-fidanzata del ragazzo. L'ho scritta assieme ad Emiko92. La storia, il progetto e l'ambientazione sono mie, gli sviluppi e i dialoghi li abbiamo scritti assieme! E' la mia prima fanfict, speriamo bene! (siate indulgenti, è pure abbastanza lunga)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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La vendetta

Capodanno




Kagome si sdraiò sul letto sfinita. Le vacanze di Natale stavano per finire, e dopo capodanno sarebbe ricominciata la scuola. Era appena rientrata da una uscita con Sango e Kikyo, per cercare un modo per liberarsi a capodanno. Voleva andare con loro a pregare al tempio per il nuovo anno, ma il nonno l’aveva obbligata a lavorare come sacerdotessa per aiutarlo. Lo stesso era toccato a Sota, ma almeno lui aveva trovato un compromesso. Sarebbe intervenuto solo se necessario, per il resto avrebbe passato il tempo con i suoi amici.

Kagome sospirò. Dopodomani era l’ultimo dell’anno, e lei non era riuscita a liberarsi.

Si addormentò tra questi pensieri, abbracciando il cuscino.

Il mattino successivo, si svegliò tardissimo. Lanciò un’occhiata torva alla sveglia, per accorgersi che era mezzogiorno passato, e balzò in piedi.

<< Oh no, avevo un appuntamento con Kikyo! >> urlò cercando i vestiti in tutta fretta. La stanza era completamente in disordine, e per terra c’era ancora il costume che aveva indossato alla recita natalizia. Non trovò la maglietta e la gonna che cercava, quindi si accontentò di un maglione pesante e un paio di jeans scolorati. Si tuffò sotto la doccia, evitando di bagnarsi i capelli, e si vestì in fretta.

<< Oh, buongiorno Kagome >> la salutò il nonno vedendola passare davanti alla porta della cucina di corsa.

<< Sono in ritardo, ci sentiamo più tardi! >> gridò lei dall’ingresso mentre si infilava le scarpe. Il nonno si sporse a fissarla perplesso, ma vide solo la porta chiudersi.

<< Questi giovani d’oggi, vanno sempre di corsa >> brontolò rimettendosi a leggere il giornale.

Kagome fece le scale del tempio di fretta, saltando i gradini due a due. Tutta quella fretta la fece inciampare verso la fine della rampa. Chiuse gli occhi di scattò e si rannicchiò, pronta a rotolare lungo i rimanenti gradini. Ma, incredibilmente, non toccò terra. Si sentì prendere da una presa di acciaio, e aprì gli occhi spaventata.

Inuyasha la stava fissando spaventato. Lei abbassò gli occhi, e si accorse che erano ancora a mezz’aria.

<< Ahhhh! >> urlò terrorizzata ancorandosi alla maglietta dell’hanyou.

<< Che ti urli, stupida! >> sbraitò lui atterrando sullo spiazzo tra le due scalinate del tempio, sotto il torii. Kagome era pallida come un cencio.

<< Ch…che paura >> balbettò mentre Inuyasha la poggiava a terra.

<< Sei impazzita? Fare tutte quelle scale di corsa è da matti! >> la sgridò visibilmente arrabbiato. Kagome si spaventò, la guardava come guardava Koga quando stava per attaccare.

<< S…sono in ritardo >> balbettò nuovamente cominciando a giocare imbarazzata con le mani. Che vergogna, farsi salvare da Inuyasha.

<< Allora vado >> disse lui scorbutico, voltandosi per scendere.

<< Aspetta! >> lo chiamò la ragazza. Lui si voltò perplesso. Era ancora arrabbiato.

<< Ehm… grazie per avermi presa >> disse arrossendo e distogliendo lo sguardo.

Inuyasha fece un respiro un profondo, a Kagome parve un sospiro.

<< La prossima volta fai attenzione >> rispose lui in tono più calmo.

<< Dove andavi? >> domandò lei rapida e curiosa, per cambiare discorso.

<< Un giro, così >> disse facendo spallucce. Era tornato socievole, almeno per i suoi parametri.

<< Ehm, scusa la domanda ma… io non ti ho visto sulle scale, come hai fatto a prendermi? >> chiese Kagome cominciando a scendere le scale. Lui la precedeva sempre di quattro o cinque gradini.

<< Ero all’angolo della strada >> rispose lui tranquillo. Kagome lo guardò sconvolta.

<< Laggiù? >> disse indicando l’angolo. Erano almeno venti metri di distanza rispetto al punto da cui era caduta. Lui annuì tranquillo, voltandosi a guardarla. Scosse le orecchie rapidamente, come per ricordargli qualcosa.

<< Ah, giusto >> disse lei. Era un hanyou, però non si immaginava che potesse saltare ben venti metri in un secondo.

<< E tu? Dove andavi? >> chiese lui, come se non fosse interessato.

<< Con Kikyo a formulare un piano per liberarmi a capodanno. Devo fare il turno al tempio, ma vorrei andare a pregare e ad accendere una candela per esprimere il desiderio per l’anno nuovo >> brontolò lei scocciata. Inuyasha sembrava divertito.

<< Voi ragazze vi divertite ad esprimere desideri, eh? >> la canzonò, incrociando le braccia. Kagome assunse un’espressione offesa.

<< Meglio che azzuffarsi ogni mattina >> rispose piccata. L’hanyou la ignorò.

<< Ti ci accompagno io, se vuoi >> disse come se lei non avesse parlato. Kagome si irrigidì. Lui la guardò perplesso.

<< Nulla, fai come se non ti avessi detto niente >> aggiunse rapido, avviandosi per la sua strada.

<< No, aspetta! >> gridò la ragazza correndogli appresso << Non so se mio nonno mi lascia libera >>

Inuyasha si voltò a guardarla. Era soddisfatto, anche se cercava di nasconderlo.

<< Io passo, poi se devi fare il turno, pazienza >> disse semplicemente, per poi voltandosi ed andarsene.

Kagome lo fissò immobile. Ancora non ci credeva, aveva appena accettato di andare a pregare al tempio con Inuyasha. Arrossì improvvisamente, per poi correre via. Kikyo stava ancora aspettando.

<< Kikyo! >> la chiamò da lontano. Lei la stava aspettando pazientemente appoggiata ad un muro.

<< Finalmente, cominciavo a pensare che non saresti venuta >> disse Kikyo sollevata. Era in ritardo di quarantacinque minuti.

<< Scusa, la sveglia non ha suonato, ma questo non importa, devo dirti una cosa! >> la interruppe Kagome parlando a macchinetta.

<< Ehi, fermati e respira! E parla lentamente, o non ti capisco >> la bloccò immediatamente la cugina. Kagome prese un respiro profondo, e spiegò tutto ciò che era successo.

<< Capisci? Mi ha invitato ad andare con lui! >> disse allegra, trattenendosi a stento dal saltellare da una parte all’altra. Si erano sedute ad una caffetteria per pranzare con un gelato. Anche se erano in inverno…

<< È perfetto! >> disse Kikyo entusiasta << è un ottimo modo per mettere in atto il piano >>

Kagome annuì dopo qualche secondo. Giusto, lo stavano facendo per il piano. Lei stava facendo la smorfiosa con Inuyasha apposta.

<< Ma come faccio? Il nonno non mi lascerà mai libera >> brontolò immergendo il cucchiaino nel cioccolato.

Kikyo sorrise con complicità.

<< Lascia fare a me >> la rassicurò. Kagome rimase perplessa.

<< Dopo incontriamo Sango al centro commerciale >> continuò Kikyo cambiando discorso.

<< Giusto, Sango! Dobbiamo dirgli qualcosa, ormai mi perseguita in eterno >> ricordò Kagome. Sango ormai era la sua ombra, e non faceva altro che farle domande su lei e Inuyasha.

<< Digli che lui ci sta provando. In fondo è così. L’importante è che non sappia del piano. Probabilmente si arrabbierebbe >> rispose Kikyo con tranquillità.

Kagome annuì poco convinta. Sango era troppo sveglia, sapeva che non gli sarebbe sfuggito niente. Lei odiava Inuyasha, e Sango lo sapeva. Non era normale che avesse cambiato parere così in fretta.

Comunque, con l’appoggio di Kikyo, riuscì a persuaderla su quella versione dei fatti.

<< Allora, vai assieme a lui >> constatò maliziosamente. Kagome arrossì. Il pensiero andò alla sera in cui era andato a casa sua. Nemmeno Kikyo lo sapeva. E poi, ricordò del distributore… Avvampò, e Sango non se lo fece sfuggire.

<< Guarda, sta arrossendo! Allora sei proprio cotta >> ridacchiò, un po’ sorpresa. Kagome che usciva con Inuyasha… qualcosa non andava.

Al ritorno, Kikyo passò al tempio, per parlare con il nonno.

<< Senti nonno, ti spiace se domani sostituisco Kagome? >> chiese cordialmente. Il nonno rimase un attimo perplesso.

<< Sicuro Kikyo, ma sei sicura? Non sei impegnata con i tuoi amici? >> domandò piegando il giornale sul tavolo.

<< Vengono tutti qui, quindi non è un problema. Almeno Kagome potrà pregare al tempio, ci teneva tanto! >>

Il nonno rifletté un poco, ma alla fine decise che andava bene comunque. Kikyo era anche più pratica, perché Kagome aveva fatto il servizio solo una volta e diversi anni prima.

Kagome salì nella sua stanza euforica, e si lanciò sul letto. Avrebbe potuto passare il capodanno con Inuyasha! Sorrise stringendo il cuscino, ma lo sguardo le cadde sul rosario, che sporgeva sotto alcuni fogli sulla scrivania. Assunse un’espressione pensierosa. Doveva ricordarsi del piano, non doveva farsi prendere da quella storia. Inuyasha l’aveva sempre presa in giro, non poteva avere un simile voltafaccia. E poi anche con Kikyo, non aveva mai fatto nulla per riallacciare la loro relazione. Stava sicuramente cercando di abbindolarla con qualche secondo fine.

Si addormentò, e venne svegliata da Sota all’ora di cena. Scese le scale assonnata, e mangiò molto lentamente.

<< Kagome, il nonno mi ha detto che domani andrai alla festa del tempio >> disse la madre allegra. Kagome annuì lentamente.

<< Che bello! E dimmi, quest’anno hai voglia di indossare il kimono? Gli altri anni non lo hai mai messo, eppure ne hai uno così bello >>

La ragazza annuì nuovamente, questa volta pensando ad Inuyasha. Voleva farsi vedere con il kimono da lui? Decise che non gli importava, e si affrettò ad andare a letto.

Il giorno successivo, venne svegliata da Sota all’ora di pranzo. Mangiò che indossava ancora il pigiama. Passò il pomeriggio distesa sul letto. Non voleva alzarsi, già si stava pentendo di non aver mantenuto il turno al tempio.

Quando si convinse a prendere il kimono, la madre la chiamò per la cena. Mangiarono molto presto, dato che dovevano sistemare tutto per la festa. Kikyo li raggiunse per prepararsi e dare una mano. Aiutò anche Kagome ad indossare il suo kimono. Era nero, con delle farfalle rosse e l’obi con dei decori arancioni, sempre rossa. Non era abituata a portarlo, e ci mise un po’ prima di riuscire ad abituarsi a vedersi così.

Kikyo indossò il kimono bianco e una hakama rossa, , e si legò i capelli in una coda.

Kagome uscì fuori. Faceva un certo freddo, anche se si era ben coperta. Respirò profondamente l’aria fredda, e si sentì il petto rinfrescato. Si svegliò del tutto, e si sedette su una panchina, sotto l’albero sacro. Non aveva voglia di restare dentro casa, e fuori non c’era ancora nessuno. Chiuse gli occhi e rimase lì seduta, senza sapere per quanto tempo.

<< Presumo dal vestito che ti abbiano lasciato uscire >> disse una voce . Kagome sobbalzò, e si voltò a fissare Inuyasha, seduto lì accanto. Quando era arrivato? Sembrava divertito.

<< Non farlo… mai più! >> lo sgridò Kagome portandosi una mano sul cuore. Era impazzito. Lui rise. Era difficile vederlo ridere, Kagome non poté tenergli il muso a lungo.

<< Stai bene con il kimono >> disse lui, e Kagome arrossì. Distolse lo sguardo, concentrandosi sull’albero sacro.

Rimasero a lungo in silenzio, e il tempio cominciò a popolarsi.

<< Non vai ad esprimere il tuo desiderio? >> domandò Inuyasha dopo un po’. Kagome parve svegliarsi improvvisamente.

<< Giusto! Tu non vieni? >> chiese lei, osservandolo attentamente. Lui scosse la testa.

<< Non credo in queste cose. Il modo migliore per esaudire i propri sogni e andare e prenderli, piuttosto che affidarsi al destino >> rispose lui serio, fissando lo sguardo sull’albero secolare.

Kagome si alzò, e si avviò verso il tempio. Vide Kikyo che distribuiva le candele da accendere davanti all’altare, e poco lontano il nonno e Sota che stavano spostando dei talismani e dei portafortuna nel magazzino.

Fu in quel momento che il nonno si voltò, e vide Inuyasha accanto a Kagome. Strabuzzò gli occhi, e si avviò rapido verso di lui.

<< Chi sei tu, youkai? Che ci fai con mia nipote? >> domandò minaccioso. Inuyasha lo fissò perplesso. La gente attorno si voltò a guardare la scena.

<< Ehm, nonno, non parlare così forte >> disse Kagome guardandosi attorno imbarazzata. Scorse Sango, che osservava la scena preoccupata.

<< Allontanati, spirito maligno! >> cominciò ad urlare spingendo Inuyasha, che non arretrava nemmeno di un passo.

<< Nonno, lascia stare Inuyasha >> cercò di calmarlo Kagome << è un mio compagno di scuola >>

Il nonno la fissò per qualche secondo, pensieroso.

<< Inuyasha… ho già sentito questo nome. E’ il ragazzo di due settimane fa! >> urlò improvvisamente. Kagome indietreggiò, e anche Inuyasha mutò di espressione. Quel vecchio aveva un’ottima memoria, ma questo non era un bene.

<< Sei un hanyou, allora! Allontanati, spirito maligno >> ricominciò a fare. Ormai tutti erano concentrati su quella scena inaspettata. Kagome voleva sotterrarsi.

<< Nonno, cosa succede? >> chiese la madre di Kagome, raggiungendo la figlia.

<< Non vedi, figlia mia? Quest’hanyou maligno all’interno del tempio rappresenta… ma cosa fai? >>

La madre di Kagome non ascoltava più il nonno, ma si concentrò a fissare le orecchie di Inuyasha. Gli si piazzò davanti, decisa.

<< Ehi tu >> disse con tono convinto. Inuyasha la fissò perplesso. Poi, la donna allungò le braccia, e gli acchiappò le orecchie con un gesto talmente inaspettato che il ragazzo non ebbe il tempo di reagire.

<< Che carine queste orecchie da cane! Tu devi essere Inuyasha >> disse allegra strofinandole con le dita. Inuyasha indietreggiò, abbassando le orecchie.

Un’esclamazione di stupore attraverso tutta la folla.

<< Avete visto la mamma di Kagome? Ha toccato le orecchie di Inuyasha! >> cominciò a dire uno, e si sparse un mormorio generale. Kagome fissava la scena a bocca aperta.

<< Oh, tieni d’occhio Kagome, ho paura che si cacci nei guai se va in giro da sola >> si raccomandò la donna, per poi trascinare via il nonno << su papà, finiamo di sistemare gli amuleti >>

<< Ma… ma quell’hanyou >> balbetto lui confuso.

<< Oh, niente paura, gli ho raccomandato Kagome >> rispose la mamma sorridendo allegra. Il nonno non ebbe altra alternativa che farsi trascinare via.

Kagome scosse la testa, e raggiunse l’altare, cominciando a pregare. Inuyasha rimase ad aspettarla poco lontano.

Al suo ritorno, stava ancora muovendo le orecchie, infastidito. Le scappò una risata.

<< Che c’è? >> chiese lui perplesso.

<< Niente, pensavo a mia madre >> rispose Kagome allegra. In quel momento, Sota si scontrò contro Inuyasha con uno scatolone pieno di portafortuna a forma di sfera degli Shikon, che rotolarono per tutto il pavimento.

<< Oh no! Sota, fai più attenzione >> lo sgridò Kagome severa. Rin corse verso di loro allegra.

<< Sota, ti do una mano a raccoglierle? Ehi Shiori, vieni ad aiutarci! >> disse la bimba chiamando un’altra piccola hanyou, con i capelli bianco celesti e gli occhi violetti.

Sota tirò una manica del maglione rosso di Inuyasha, che si voltò a guardarlo.

<< Ehi, fratellone cane, mi aiuti a raccoglierle? >> chiese allegro.

<< Fratellone che? >> chiese lui perplesso mentre Kagome scoppiava a ridere. Anche Kohaku arrivò a dare una mano a raccogliere le sfere, accompagnato da Sango, imbronciata.

Kagome la raggiunse, alzando gli occhi al cielo.

<< Fammi indovinare, Miroku >> disse rapida. Sango annuì con sguardo truce.

<< Vieni, facciamo una passeggiata? >> propose la ragazza, avviandosi lungo le scale. Indossava un kimono con motivi rosa e un’obi viola.

<< Cosa ha combinato stavolta? >> chiese Kagome preparandosi allo sfogo dell’amica, ma Sango assunse un’espressione seria.

<< In realtà, non volevo parlarti di questo >> disse lei guardandola << ma di Inuyasha >>

Kagome la guardò sorpresa.

<< Sai, ho notato che ti stai comportando in modo diverso con lui. Ieri mi hai detto che ci stava provando, ma a me sembra che sia stata tu a cominciare >>

<< Ma cosa dici? >> si lamentò Kagome infastidita << è sempre stato lui a cominciare, io mi comporto sempre allo stesso modo >>

<< Io credo che lui non abbia mai conosciuto la vera Kagome prima, perché appena lo hai conosciuto hai cominciato a comportarti in modo freddo con lui >> fece notare Sango. Kagome non rispose subito.

<< E’ lui che ha cominciato a comportarsi meglio. Quindi io ho fatto lo stesso >> mentì lei. Sapeva bene che era stata lei a cominciare. EppureSango aveva ragione. Il primo giorno di scuola, quando si sedette accanto ad Inuyasha, non fece in tempo a salutarlo che lui già cominciò a dirle che aveva un cattivo odore. E lei aveva cominciando a trattarlo in maniera distaccata. Ma non era mica colpa sua! Inuyasha l’aveva notata perché aveva cominciato a comportarsi bene? Allora prima la odiava davvero.

Sango la guardava perplessa, domandandosi il perché di quel silenzio.

Kagome cominciò a ripetersi del piano, che era tutto in funzione del piano.

Poi sentì Miroku che chiamava Sango, e si affrettò a convincere l’amica a parlarci. La lasciò sola con lui, e raggiunse Inuyasha, ancora intento a cercare le sfere sparse per il tempio assieme ai bambini.

<< Fratellone cane, c’è ne una anche lì! >> fece notare Sota indicando l’ultimo portafortuna. Kagome osservava la scena ridacchiando. Vide le orecchie di Inuyasha rizzarsi. Sicuramente l’aveva sentita.

<< Ti stai divertendo? >> chiese sottovoce ironica. Inuyasha si voltò a fulminarla. Kagome ridacchiò; stava testando quanto il suo udito fosse fine.

<< Non provare a farle cadere di nuovo >> minacciò l’hanyou a Sota, mentre Rin e Shiori lo ringraziavano per l’aiuto. Kohaku si offrì di portare la scatola per evitare altri incidenti.

Inuyasha superò Kagome, e lei lo seguì tranquilla, ancora ridendo.

<< Che fai, sfotti? >> chiese lui scontroso, ma non rovinando il buon umore della ragazza.

<< Oh no. Solo non ti vedevo così gentile, ad aiutare mio fratello a raccogliere i portafortuna >> spiegò lei allegra, alzando lo sguardo sul cielo stellato.

Lui fece una smorfia, distogliendo lo sguardo.

<< Che desiderio hai espresso? >> chiese lui fingendo indifferenza. Kagome lo spiò per un attimo con la coda dell’occhio.

<< Non te lo posso dire, porta sfortuna! >> lo sgridò lei sorridendo << ma ho pregato per non venire bocciata >>

<< Allora il desiderio non riguarda la scuola, è già un indizio >> la riprese lui con l’abbozzo di un sorriso sul volto.

<< Impiccione >> commentò la ragazza sedendosi sotto l’albero sacro. Inuyasha non rispose, ma rimase in piedi accanto alla panchina.

<< Senti, Kagome… >> cominciò distogliendo lo sguardo << …ma tu… >>

Kagome arrossì istintivamente. Il pensiero corse al distributore.

<< Cosa? >> chiese cercando di mantenere la calma. Cominciò a giocare con le mani.

<< Tu pensi che… potrebbe… >> continuò lui, sedendosi lì accanto, in difficoltà con le parole. Kagome si obbligò a guardarlo. Non voleva distogliere lo sguardo dal suo.

<< KAGOME! TORNA IN CASA! >> urlò il nonno da lontano non appena li vide.

La ragazza si allontanò di scatto, con un turbine dentro. Non si era accorta che il suo cuore stava battendo all’impazzata.

<< S…scusa >> balbettò alzandosi e correndo via.

Inuyasha rimase immobile a fissarla mentre se ne andava. Fece un respiro profondo, per poi fissare il pavimento distratto.

<< …pensi che potrebbe mai funzionare? >> sussurrò tra sé e sé, prima di alzarsi e andarsene.

  
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