Capodanno
Kagome si sdraiò sul letto sfinita. Le vacanze di Natale stavano per finire,
e dopo capodanno sarebbe ricominciata la scuola. Era
appena rientrata da una uscita con Sango
e Kikyo, per cercare un modo per liberarsi a
capodanno. Voleva andare con loro a pregare al tempio per il nuovo anno, ma il
nonno l’aveva obbligata a lavorare come sacerdotessa per aiutarlo. Lo stesso
era toccato a Sota, ma almeno lui aveva trovato un
compromesso. Sarebbe intervenuto solo se necessario, per il resto avrebbe passato il tempo con i suoi amici.
Kagome sospirò. Dopodomani
era l’ultimo dell’anno, e lei non era riuscita a liberarsi.
Si addormentò tra questi
pensieri, abbracciando il cuscino.
Il mattino successivo, si
svegliò tardissimo. Lanciò un’occhiata torva alla sveglia, per accorgersi che
era mezzogiorno passato, e balzò in piedi.
<< Oh no, avevo un
appuntamento con Kikyo! >> urlò cercando i
vestiti in tutta fretta. La stanza era completamente in disordine, e per terra
c’era ancora il costume che aveva indossato alla recita natalizia. Non trovò la
maglietta e la gonna che cercava, quindi si accontentò di un maglione pesante e
un paio di jeans scolorati. Si tuffò sotto la doccia, evitando di bagnarsi i
capelli, e si vestì in fretta.
<< Oh, buongiorno
Kagome >> la salutò il nonno vedendola passare davanti alla porta della
cucina di corsa.
<< Sono
in ritardo, ci sentiamo più tardi! >> gridò lei dall’ingresso mentre si infilava le scarpe. Il nonno si sporse a
fissarla perplesso, ma vide solo la porta chiudersi.
<< Questi giovani
d’oggi, vanno sempre di corsa >> brontolò
rimettendosi a leggere il giornale.
Kagome fece le scale del
tempio di fretta, saltando i gradini due a due. Tutta
quella fretta la fece inciampare verso la fine della rampa. Chiuse gli occhi di
scattò e si rannicchiò, pronta a rotolare lungo i
rimanenti gradini. Ma, incredibilmente, non toccò
terra. Si sentì prendere da una presa di acciaio, e aprì
gli occhi spaventata.
Inuyasha la stava fissando spaventato. Lei abbassò gli occhi,
e si accorse che erano ancora a mezz’aria.
<< Ahhhh!
>> urlò terrorizzata ancorandosi alla maglietta dell’hanyou.
<< Che
ti urli, stupida! >> sbraitò lui atterrando sullo spiazzo tra le due
scalinate del tempio, sotto il torii. Kagome era
pallida come un cencio.
<< Ch…che
paura >> balbettò mentre Inuyasha
la poggiava a terra.
<< Sei impazzita? Fare tutte quelle scale di corsa è da matti! >> la
sgridò visibilmente arrabbiato. Kagome si spaventò, la guardava come guardava Koga quando
stava per attaccare.
<< S…sono
in ritardo >> balbettò nuovamente cominciando a giocare
imbarazzata con le mani. Che vergogna, farsi salvare
da Inuyasha.
<< Allora vado >> disse lui scorbutico, voltandosi per scendere.
<< Aspetta! >> lo
chiamò la ragazza. Lui si voltò perplesso. Era ancora arrabbiato.
<< Ehm… grazie per
avermi presa >> disse arrossendo e distogliendo lo sguardo.
Inuyasha fece un respiro un profondo, a
Kagome parve un sospiro.
<< La prossima volta fai attenzione >> rispose lui in tono più calmo.
<< Dove
andavi? >> domandò lei rapida e curiosa, per cambiare discorso.
<< Un giro, così >>
disse facendo spallucce. Era tornato socievole, almeno per i suoi parametri.
<< Ehm, scusa la
domanda ma… io non ti ho visto sulle scale, come hai fatto a prendermi? >> chiese Kagome cominciando a scendere le scale. Lui
la precedeva sempre di quattro o cinque gradini.
<< Ero
all’angolo della strada >> rispose lui tranquillo. Kagome lo
guardò sconvolta.
<< Laggiù? >>
disse indicando l’angolo. Erano almeno venti metri di distanza rispetto al
punto da cui era caduta. Lui annuì tranquillo, voltandosi a guardarla. Scosse
le orecchie rapidamente, come per ricordargli qualcosa.
<< Ah, giusto >>
disse lei. Era un hanyou, però non si
immaginava che potesse saltare ben venti metri in un secondo.
<< E
tu? Dove andavi? >> chiese lui, come se non
fosse interessato.
<< Con Kikyo a formulare un piano per liberarmi a capodanno. Devo
fare il turno al tempio, ma vorrei andare a pregare e
ad accendere una candela per esprimere il desiderio per l’anno nuovo >>
brontolò lei scocciata. Inuyasha sembrava divertito.
<< Voi ragazze vi
divertite ad esprimere desideri, eh? >> la canzonò, incrociando le
braccia. Kagome assunse un’espressione offesa.
<< Meglio
che azzuffarsi ogni mattina >> rispose piccata. L’hanyou la ignorò.
<< Ti ci accompagno io,
se vuoi >> disse come se lei non avesse parlato.
Kagome si irrigidì. Lui la guardò perplesso.
<< Nulla, fai come se
non ti avessi detto niente >> aggiunse rapido,
avviandosi per la sua strada.
<< No, aspetta! >>
gridò la ragazza correndogli appresso << Non so se mio nonno mi lascia
libera >>
Inuyasha si voltò a guardarla. Era soddisfatto, anche se
cercava di nasconderlo.
<< Io passo, poi se
devi fare il turno, pazienza >> disse semplicemente,
per poi voltandosi ed andarsene.
Kagome lo fissò immobile.
Ancora non ci credeva, aveva appena accettato di
andare a pregare al tempio con Inuyasha. Arrossì
improvvisamente, per poi correre via. Kikyo stava
ancora aspettando.
<< Kikyo!
>> la chiamò da lontano. Lei la stava aspettando pazientemente appoggiata
ad un muro.
<< Finalmente,
cominciavo a pensare che non saresti venuta >> disse Kikyo
sollevata. Era in ritardo di quarantacinque minuti.
<< Scusa, la sveglia
non ha suonato, ma questo non importa, devo dirti una cosa! >> la
interruppe Kagome parlando a macchinetta.
<< Ehi, fermati e
respira! E parla lentamente, o non ti capisco >> la
bloccò immediatamente la cugina. Kagome prese un respiro profondo, e
spiegò tutto ciò che era successo.
<< Capisci? Mi ha invitato
ad andare con lui! >> disse allegra, trattenendosi a stento dal
saltellare da una parte all’altra. Si erano sedute ad una caffetteria per
pranzare con un gelato. Anche se erano in inverno…
<< È perfetto! >>
disse Kikyo entusiasta << è un ottimo modo per
mettere in atto il piano >>
Kagome annuì dopo qualche
secondo. Giusto, lo stavano facendo per il piano. Lei stava facendo la
smorfiosa con Inuyasha apposta.
<< Ma
come faccio? Il nonno non mi lascerà mai libera >>
brontolò immergendo il cucchiaino nel cioccolato.
Kikyo sorrise con complicità.
<< Lascia
fare a me >> la rassicurò. Kagome rimase perplessa.
<< Dopo incontriamo Sango al centro commerciale >>
continuò Kikyo cambiando discorso.
<< Giusto, Sango! Dobbiamo dirgli qualcosa, ormai mi
perseguita in eterno >> ricordò Kagome. Sango
ormai era la sua ombra, e non faceva altro che farle
domande su lei e Inuyasha.
<< Digli
che lui ci sta provando. In fondo è così. L’importante è che non sappia del
piano. Probabilmente si arrabbierebbe >> rispose
Kikyo con tranquillità.
Kagome annuì poco convinta. Sango era troppo sveglia, sapeva che non gli sarebbe
sfuggito niente. Lei odiava Inuyasha, e Sango lo sapeva. Non era normale che avesse cambiato parere
così in fretta.
Comunque, con l’appoggio di Kikyo,
riuscì a persuaderla su quella versione dei fatti.
<< Allora, vai assieme a lui >> constatò maliziosamente. Kagome
arrossì. Il pensiero andò alla sera in cui era andato
a casa sua. Nemmeno Kikyo lo sapeva. E poi, ricordò del distributore… Avvampò, e Sango non se lo fece sfuggire.
<< Guarda,
sta arrossendo! Allora sei proprio cotta >>
ridacchiò, un po’ sorpresa. Kagome che usciva con Inuyasha…
qualcosa non andava.
Al ritorno, Kikyo passò al tempio, per parlare con il nonno.
<< Senti nonno, ti
spiace se domani sostituisco Kagome? >> chiese cordialmente. Il nonno
rimase un attimo perplesso.
<< Sicuro Kikyo, ma sei sicura? Non sei
impegnata con i tuoi amici? >> domandò piegando il giornale sul tavolo.
<< Vengono tutti qui,
quindi non è un problema. Almeno Kagome potrà pregare al
tempio, ci teneva tanto! >>
Il nonno rifletté un poco, ma alla fine
decise che andava bene comunque. Kikyo era anche più
pratica, perché Kagome aveva fatto il servizio solo una volta
e diversi anni prima.
Kagome salì nella sua stanza
euforica, e si lanciò sul letto. Avrebbe potuto passare il capodanno con Inuyasha! Sorrise stringendo il cuscino,
ma lo sguardo le cadde sul rosario, che sporgeva sotto alcuni fogli sulla
scrivania. Assunse un’espressione pensierosa. Doveva
ricordarsi del piano, non doveva farsi prendere da quella storia. Inuyasha l’aveva sempre presa in giro,
non poteva avere un simile voltafaccia. E poi
anche con Kikyo, non aveva mai fatto nulla per
riallacciare la loro relazione. Stava sicuramente cercando di abbindolarla con
qualche secondo fine.
Si addormentò, e venne svegliata da Sota all’ora di
cena. Scese le scale assonnata, e mangiò molto
lentamente.
<< Kagome, il nonno mi
ha detto che domani andrai alla festa del tempio >>
disse la madre allegra. Kagome annuì lentamente.
<< Che
bello! E dimmi, quest’anno hai voglia di indossare il
kimono? Gli altri anni non lo hai mai messo, eppure ne hai uno così bello >>
La ragazza annuì nuovamente,
questa volta pensando ad Inuyasha. Voleva farsi
vedere con il kimono da lui? Decise che non gli importava, e si affrettò ad
andare a letto.
Il giorno successivo, venne svegliata da Sota all’ora di
pranzo. Mangiò che indossava ancora il pigiama. Passò il
pomeriggio distesa sul letto. Non voleva alzarsi, già
si stava pentendo di non aver mantenuto il turno al tempio.
Quando si convinse a prendere il kimono, la madre la chiamò
per la cena. Mangiarono molto presto, dato che dovevano sistemare tutto per la
festa. Kikyo li raggiunse per prepararsi e dare una
mano. Aiutò anche Kagome ad indossare il suo kimono. Era nero, con delle farfalle
rosse e l’obi con dei decori arancioni, sempre rossa. Non
era abituata a portarlo,
e ci mise un po’ prima di riuscire ad abituarsi a vedersi così.
Kikyo indossò il kimono bianco e una hakama rossa, , e si legò i capelli in una coda.
Kagome uscì fuori. Faceva un
certo freddo, anche se si era ben coperta. Respirò profondamente l’aria fredda,
e si sentì il petto rinfrescato. Si svegliò del tutto, e si sedette su una
panchina, sotto l’albero sacro. Non aveva voglia di restare dentro casa, e
fuori non c’era ancora nessuno. Chiuse gli occhi e rimase lì seduta, senza
sapere per quanto tempo.
<< Presumo dal vestito
che ti abbiano lasciato uscire >> disse una voce
. Kagome sobbalzò, e si voltò a fissare Inuyasha,
seduto lì accanto. Quando era arrivato? Sembrava
divertito.
<< Non farlo… mai più! >>
lo sgridò Kagome portandosi una mano sul cuore. Era impazzito. Lui rise. Era difficile vederlo ridere, Kagome non poté tenergli il
muso a lungo.
<< Stai bene con il
kimono >> disse lui, e Kagome arrossì. Distolse
lo sguardo, concentrandosi sull’albero sacro.
Rimasero a lungo in silenzio,
e il tempio cominciò a popolarsi.
<< Non vai ad esprimere
il tuo desiderio? >> domandò Inuyasha dopo un
po’. Kagome parve svegliarsi improvvisamente.
<< Giusto! Tu non
vieni? >> chiese lei, osservandolo attentamente. Lui scosse la testa.
<< Non credo in queste
cose. Il modo migliore per esaudire i propri sogni e andare e prenderli,
piuttosto che affidarsi al destino >> rispose lui serio, fissando lo
sguardo sull’albero secolare.
Kagome si alzò, e si avviò
verso il tempio. Vide Kikyo che distribuiva le
candele da accendere davanti all’altare, e poco lontano il nonno e Sota che stavano spostando dei
talismani e dei portafortuna nel magazzino.
Fu in quel momento che il
nonno si voltò, e vide Inuyasha accanto a Kagome.
Strabuzzò gli occhi, e si avviò rapido verso di lui.
<< Chi sei tu, youkai? Che ci fai con mia nipote?
>> domandò minaccioso. Inuyasha lo fissò
perplesso. La gente attorno si voltò a guardare la scena.
<< Ehm, nonno, non
parlare così forte >> disse Kagome guardandosi attorno imbarazzata.
Scorse Sango, che osservava la scena preoccupata.
<< Allontanati, spirito
maligno! >> cominciò ad urlare spingendo Inuyasha,
che non arretrava nemmeno di un passo.
<< Nonno, lascia stare Inuyasha >> cercò di calmarlo Kagome << è un
mio compagno di scuola >>
Il nonno la fissò per qualche
secondo, pensieroso.
<< Inuyasha…
ho già sentito questo nome. E’ il ragazzo di due settimane fa! >> urlò
improvvisamente. Kagome indietreggiò, e anche Inuyasha
mutò di espressione. Quel vecchio aveva un’ottima
memoria, ma questo non era un bene.
<< Sei un hanyou, allora! Allontanati, spirito maligno >>
ricominciò a fare. Ormai tutti erano concentrati su quella scena inaspettata.
Kagome voleva sotterrarsi.
<< Nonno, cosa succede?
>> chiese la madre di Kagome, raggiungendo la figlia.
<< Non vedi, figlia
mia? Quest’hanyou maligno
all’interno del tempio rappresenta… ma cosa fai? >>
La madre di Kagome non
ascoltava più il nonno, ma si concentrò a fissare le orecchie di Inuyasha. Gli si piazzò davanti,
decisa.
<< Ehi tu >>
disse con tono convinto. Inuyasha la fissò perplesso.
Poi, la donna allungò le braccia, e gli acchiappò le orecchie con un gesto
talmente inaspettato che il ragazzo non ebbe il tempo di reagire.
<< Che
carine queste orecchie da cane! Tu devi essere Inuyasha >> disse allegra strofinandole con le
dita. Inuyasha indietreggiò, abbassando le orecchie.
Un’esclamazione di stupore
attraverso tutta la folla.
<< Avete visto la mamma
di Kagome? Ha toccato le orecchie di Inuyasha! >> cominciò a dire uno, e si sparse un
mormorio generale. Kagome fissava la scena a bocca aperta.
<< Oh, tieni d’occhio
Kagome, ho paura che si cacci nei guai se va in giro da sola >> si
raccomandò la donna, per poi trascinare via il nonno << su papà, finiamo
di sistemare gli amuleti >>
<< Ma…
ma quell’hanyou >> balbetto lui confuso.
<< Oh, niente paura,
gli ho raccomandato Kagome >> rispose la mamma
sorridendo allegra. Il nonno non ebbe altra alternativa
che farsi trascinare via.
Kagome scosse la testa, e
raggiunse l’altare, cominciando a pregare. Inuyasha
rimase ad aspettarla poco lontano.
Al suo ritorno, stava ancora
muovendo le orecchie, infastidito. Le scappò una risata.
<< Che
c’è? >> chiese lui perplesso.
<< Niente, pensavo a mia madre >> rispose Kagome allegra. In quel
momento, Sota si scontrò contro Inuyasha
con uno scatolone pieno di portafortuna a forma di sfera degli
Shikon, che rotolarono per tutto il pavimento.
<< Oh no! Sota, fai più attenzione >> lo
sgridò Kagome severa. Rin corse verso di loro allegra.
<< Sota,
ti do una mano a raccoglierle? Ehi Shiori, vieni ad
aiutarci! >> disse la bimba chiamando un’altra piccola hanyou, con i capelli bianco celesti e gli occhi
violetti.
Sota tirò una manica del maglione rosso di
Inuyasha, che si voltò a guardarlo.
<< Ehi, fratellone
cane, mi aiuti a raccoglierle? >> chiese allegro.
<< Fratellone che? >>
chiese lui perplesso mentre Kagome scoppiava a ridere.
Anche Kohaku arrivò a dare
una mano a raccogliere le sfere, accompagnato da Sango,
imbronciata.
Kagome la raggiunse, alzando
gli occhi al cielo.
<< Fammi
indovinare, Miroku >> disse rapida. Sango annuì con sguardo truce.
<< Vieni,
facciamo una passeggiata? >> propose la ragazza, avviandosi lungo
le scale. Indossava un kimono con motivi rosa e un’obi viola.
<< Cosa
ha combinato stavolta? >> chiese Kagome preparandosi allo sfogo
dell’amica, ma Sango assunse
un’espressione seria.
<< In realtà, non
volevo parlarti di questo >> disse lei guardandola << ma di Inuyasha >>
Kagome la guardò sorpresa.
<< Sai, ho notato che
ti stai comportando in modo diverso con lui. Ieri mi hai detto
che ci stava provando, ma a me sembra che sia stata tu a cominciare >>
<< Ma
cosa dici? >> si lamentò Kagome infastidita << è sempre stato lui a
cominciare, io mi comporto sempre allo stesso modo >>
<< Io credo che lui non
abbia mai conosciuto la vera Kagome prima, perché appena lo hai conosciuto hai
cominciato a comportarti in modo freddo con lui >> fece
notare Sango. Kagome non rispose subito.
<< E’ lui che ha
cominciato a comportarsi meglio. Quindi io ho fatto lo
stesso >> mentì lei. Sapeva bene che era stata lei a cominciare. Eppure… Sango aveva ragione. Il
primo giorno di scuola, quando si sedette accanto ad Inuyasha,
non fece in tempo a salutarlo che lui già cominciò a dirle
che aveva un cattivo odore. E lei aveva cominciando a
trattarlo in maniera distaccata. Ma non era mica colpa
sua! Inuyasha l’aveva notata perché aveva cominciato
a comportarsi bene? Allora prima la odiava davvero.
Sango la guardava perplessa, domandandosi il perché di quel
silenzio.
Kagome cominciò a ripetersi
del piano, che era tutto in funzione del piano.
Poi sentì Miroku
che chiamava Sango, e si affrettò a convincere
l’amica a parlarci. La lasciò sola con lui, e raggiunse
Inuyasha, ancora intento a cercare le sfere sparse
per il tempio assieme ai bambini.
<< Fratellone cane, c’è
ne una anche lì! >> fece notare Sota indicando l’ultimo portafortuna. Kagome osservava la
scena ridacchiando. Vide le orecchie di Inuyasha rizzarsi. Sicuramente l’aveva sentita.
<< Ti stai divertendo? >>
chiese sottovoce ironica. Inuyasha si voltò a
fulminarla. Kagome ridacchiò; stava testando quanto il suo udito fosse fine.
<< Non provare a farle
cadere di nuovo >> minacciò l’hanyou a Sota, mentre Rin e Shiori lo
ringraziavano per l’aiuto. Kohaku si offrì di portare
la scatola per evitare altri incidenti.
Inuyasha superò Kagome, e lei lo seguì tranquilla, ancora
ridendo.
<< Che
fai, sfotti? >> chiese lui scontroso, ma non rovinando il buon umore
della ragazza.
<< Oh no. Solo non ti vedevo così gentile, ad
aiutare mio fratello a raccogliere i portafortuna >> spiegò lei
allegra, alzando lo sguardo sul cielo stellato.
Lui fece una smorfia,
distogliendo lo sguardo.
<< Che desiderio hai espresso? >> chiese lui fingendo indifferenza.
Kagome lo spiò per un attimo con la coda dell’occhio.
<< Non te lo posso
dire, porta sfortuna! >> lo sgridò lei sorridendo
<< ma ho pregato per non venire bocciata >>
<< Allora il desiderio
non riguarda la scuola, è già un indizio >> la
riprese lui con l’abbozzo di un sorriso sul volto.
<< Impiccione >>
commentò la ragazza sedendosi sotto l’albero sacro. Inuyasha
non rispose, ma rimase in piedi accanto alla panchina.
<< Senti, Kagome… >>
cominciò distogliendo lo sguardo << …ma tu… >>
Kagome arrossì
istintivamente. Il pensiero corse al distributore.
<< Cosa?
>> chiese cercando di mantenere la calma. Cominciò a giocare con le mani.
<< Tu pensi che…
potrebbe… >> continuò lui, sedendosi lì accanto,
in difficoltà con le parole. Kagome si obbligò a guardarlo. Non voleva
distogliere lo sguardo dal suo.
<< KAGOME! TORNA IN
CASA! >> urlò il nonno da lontano non appena li vide.
La ragazza si allontanò di
scatto, con un turbine dentro. Non si era accorta che il suo cuore stava
battendo all’impazzata.
<< S…scusa >>
balbettò alzandosi e correndo via.
Inuyasha rimase immobile a fissarla mentre
se ne andava. Fece un respiro profondo, per poi fissare il pavimento distratto.
<< …pensi che potrebbe
mai funzionare? >> sussurrò tra sé e sé, prima di alzarsi e andarsene.