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Autore: swiebers    29/08/2013    1 recensioni
Un cadavere. Un mistero da risolvere. Un agente appena rientrato in servizio. Cinque sospettati e il mare aperto. Cosa accomuna tutto ciò? La morte.
Genere: Mistero, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Trascorsero cira quattro ore prima che la signora Sara tornasse.

La persona che uscì dall'auto pattuglia, però, era completamente diversa da quella che avevamo lasciato poco prima: gli occhi, ancora gonfi dal pianto, sembravano essersi accesi di una nuova luce e lo sguardo che rivolse a chi, come me, era ancora fuori casa ad aspettarla, era tutt'altro che amichevole.

Senza fermarsi, percorse l'esigua distanza che la separava dall'uscio senza rivolgere la parola a nessuno dei presenti.

Tutti noi ci guardammo esterrefatti: cosa avrebbe potuto sapere di tanto shockante?

In poco tempo la folla si disperse e ognuno tornò ai propri affari. Io mi diressi verso casa, dove ad attendermi c'era mia madre, intenta a riporre i piatti nella credenza.

Dopo un po' finalmente riuscii a scoprire il motivo dello strano comportamento della signora Sara.

Avevo da poco ripreso a leggere Delitto e Castigo, e quindi mi ero preparata ad un altro sonnellino, quando sentii mia madre chiamarmi dalla cucina.

- Ehi.

- Come stai? - mi chiese, ma il suo tono lasciava ben intuire che lo scopo di quella domanda era tutt'altro che quello di comprendere il mio stato d'animo in quel momento.

- Bene, credo.

- Hai saputo?

- Cosa?

- Sara è venuta a sapere che quello di Giovanna non è stato un incidente. L'hanno uccisa -, leggendo il mio sguardo interrogativo, proseguì tutto d'un fiato - L'acqua ritrovata nei polmoni era troppo poca perché si trattasse di affogamento, optano invece per l'avvelenamento.

- Avvelenamento?

- Così pare. La ragazza era allergica a qualcosa che ha mangiato, dubito che sia lei che la mamma non ne fossero al corrente.

- Hanno già dei sospettati?

- No, ma cominceranno ad interrogare un po' tutti quelli che le erano vicini, parenti, amici...

- Quindi anche me e te?

Credo di sì, quindi se sai qualcosa dillo, potrebbe essere troppo tardi.
Sei impazzita? Come posso sapere io chi sia l'assassino, quando non si sa nemmeno per certo se si sia trattato di omicidio?!

- Volevo  solo dire...

Non le lasciai finire la frase. Uscii di casa e, passando davanti al vialetto di Giovanna, notai che l'agente Carrisi era ancora lì e stava parlando con alcuni di quelli che erano rimasti ad attendere risposte. Gli sentii ripetere ciò che aveva detto a me mia madre, invitava chiunque sapesse a parlare e annunciò che a breve avrebbero cominciato le indagini.

- Domani cominceremo con l'interrogare i vicini, poi passeremo ad amici e conoscenti. Invitiamo chiunque sappia a collaborare, con la garanzia che non ci saranno conseguenze.

Quelle parole mi inquietarono un po'. Qualche giorno dopo bussarono anche alla porta di casa mia. Quando vidi l'agente sull'uscio la gola mi si seccò e le mani iniziarono a sudare. Mi condusse gentilmente verso l'auto pattuglia e nel tragitto che ne seguì fu cortese e amichevole mentre mi raccomandava di stare tranquilla.

Quando giungemmo al commissariato scorsi numerosi occhi che mi osservavano, una scena del genere l'avevo sempre vista nei film ma viverla di persona era un'esperienza alquanto bizzarra. All'ingresso c'era un gruppo di giornalisti che pendeva dalle labbra di un agente il quale forniva delucidazioni su un ulteriore caso, per il resto era un continuo viavai di persone, alcune con decine di documenti, altre sedute di fronte ai propri computer o impegnate a rispondere al telefono, o ne vidi altre ancora uscire da un ufficio fuori al quale era infissa una targa con su scritto Com.rio Turino.

Alla fine l'agente Carrisi mi condusse in una stanza piuttosto anonima, con al centro solo una scrivania e due sedie, una di fronte all'altra, e sulla parete opposta alla porta uno specchio oltre il quale, lo sapevo, qualcuno mi osservava.

Ci sedemmo e qualche attimo dopo l'altro iniziò:

- Sei agitata?

“Beh, non capita tutti i giorni di essere scortati in commissariato per affrontare un interrogatorio sulla tua vicina morta” pensai, ma non lo dissi, mi limitai a fare spallucce.

- Come ti sembra questo posto?

- Familiare, decisamente accogliente.

Sorrise cortese.

- Allora - continuò - da quanto tempo conoscevi Giovanna?

- Da quando eravamo bambine.

- Eravate amiche?

- Ecco... Non si può dire che fossimo proprio amiche per la pelle. Sapeva essere scortese, è sempre stata così, fin dalla tenera età riusciva a dire o fare qualcosa che mortificasse il prossimo.

- Anche con te era così?

-Ai tempi passavamo molto tempo insieme - mi limitai  a dire.

- Ultimamente invece non era così?

- Diciamo che i rapporti si erano un po' congelati.

- Capisco. Passiamo alla sera della scomparsa. Dov'eri tu in quel momento?

- La mattina mi ero recata in spiaggia. E' estate e siamo soliti incontrarci tutti lì.

- Tutti chi?

- Noi della classe. Poi sono tornata a casa e ho continuato a leggere il testo che ci hanno assegnato per le vacanze, Delitto e Castigo. Ad un certo punto mi sono addormentata, non saprei dire quando. Quando mi sono svegliata mi sono affacciata alla finestra e ho notato la grande concentrazione di folla, così sono scesa in strada.

- Hai visto Giovanna quel giorno?

- Sì. era in spiaggia anche lei. Ma non abbiamo parlato.
Ed era insieme a qualcuno?
Che io sappia no, l'ho solo vista litigare con il bagnino.
Lo conosceva? Il bagnino intendo.
Credo di no, non parlavano come se si conoscessero. Gli stava rimproverando qualcosa che ora non ricordo, come suo solito.
Mh va bene, grazie. Ti riaccompagno a casa. Spero tu possa aiutarci ancora con altre informazioni.

Lo spero anch'io.




Ciao a tutti! E' da un po' che non aggiornavamo, ma siamo state impegnate con il trasloco dal mare a casa :3
Presto arriveranno altri capitoli, intanto fateci sapere cosa ne pensate! :)

 

  
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