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Autore: Aryuna    05/03/2008    10 recensioni
Kagome e Inuyasha, odiati compagni di classe e di banco da tre lunghissimi anni. Kagome, stanca di venir presa di mira dal mezzodemone, organizza una vendetta con sua cugina Kikyo, ex-fidanzata del ragazzo. L'ho scritta assieme ad Emiko92. La storia, il progetto e l'ambientazione sono mie, gli sviluppi e i dialoghi li abbiamo scritti assieme! E' la mia prima fanfict, speriamo bene! (siate indulgenti, è pure abbastanza lunga)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La vendetta

Ecco l’ultimo capitolo! Ho raggiunto la storia proprio oggi, quindi penso che da adesso potrò pubblicare solo un cap al giorno.

Buona lettura!

P.S. Ho aggiustato il problema al cap 6 come richiesto, grazie per avermelo fatto notare! Faccio attenzione, ma a volte mi sfugge qualcosa ^^’

Sussurri




Kagome fissava il calendario sbuffando. Perché non c’erano scritti i giorni lunari? Scese le scale per osservare il calendario della cucina. Come sospettava, quella notte era luna nuova.

Da quando era ricominciata scuola, lei e Inuyasha non si erano rivolti una parola, escluso lo scambio del pranzo. Oltretutto, Kagome aveva preso dei pessimi voti in storia e matematica, anche se aveva approfittato dello spettacolo natalizio per prendere ripetizioni di biologia dalla professoressa Kagura.

Uscì di casa, prendendo un respiro profondo. Nessuno le assicurava che Inuyasha sarebbe venuto. Oltretutto, ora che il nonno lo aveva scoperto, non avrebbe acconsentito a fargli passare la notte lì con una semplice scusa.

Era talmente soprappensiero, che non si accorse nemmeno che stava camminando molto lentamente. Arrivata alla metro, lo sguardo le scivolò sul grande orologio pendente dal soffitto. E si lasciò sfuggire un urlo, immediatamente represso con entrambe le mani. Era in ritardo! Le toccava entrare alla seconda ora. Poco male, non aveva voglia di fare giapponese antico, il professor Totosai faceva addormentare.

Arrivata in classe, si affrettò a prendere posto prima che entrasse la preside per la lezione di inglese.

<< In ritardo, eh? >> la canzonò Inuyasha, sbracato sul banco durante il cambio dell’ora.

<< Bè, facciamo a turno >> rispose la ragazza tagliente. Inuyasha si fece immediatamente serio. Odiava che qualcuno glielo rinfacciasse. Storse il naso, e Kagome lo fulminò.

<< Non ci provare >> sibilò prendendo i libri.

<< A fare cosa? >> chiese lui innocentemente, fissandola con un sorriso crudele sul volto. Kagome lo odiava quando faceva così, anche se ultimamente lo faceva meno spesso.

<< Sai cosa >> rispose quindi semplicemente, mostrandosi tranquilla.

<< Dici commentare il tuo odor… >>

<< Buongiorno professor Naraku >> esclamò Kagome ad alta voce. Inuyasha scattò in piedi, spostando lo sguardo sulla porta. Nessuno. La ragazza ridacchiò, ma poi si accorse che, oltre ad Inuyasha, anche gli altri si erano precipitati al posto. Si sentì leggermente in colpa. Leggermente.

<< Questa me la paghi >> ringhiò il ragazzo, ma Kagome non si scompose. Si limitò a guardare la porta alzandosi in piedi.

<< Buongiorno professoressa >> disse gentilmente.

<< Pensi davvero che ci ricascherò? >> chiese lui scontroso, fissandola.

<< Faresti meglio a girarti >> sussurrò allora Kagome.

<< Keh! >> sbuffò lui << sei proprio scema se pen… >>

<< Inuyasha >> disse Kaede, facendo irrigidire il ragazzo << presumo dal tuo comportamento che tu preferisca passare l’ora fuori >>

Inuyasha abbassò automaticamente le orecchie. Kagome rimase sorpresa da quel gesto, ma Kaede non si ammorbidì.

<< Fuori >> ripeté irremovibile. L’hanyou uscì dalla classe brontolando.

L’ora passò rapidamente, e Kagome scarabocchiò tutti i bordi dei suoi quaderni. Quando Inuyasha ritornò in classe, non le rivolse una parola. Era visibilmente scocciato. Kagome, dal canto suo, non aveva alcuna intenzione di scusarsi. Aveva cominciato lui. E poi, scusarsi di cosa? Non aveva fatto nulla di male.

Le due ore successive passarono in religioso silenzio, e Kagome andò alla mensa rapidamente, per prendere il pranzo che, ormai per abitudine, affidava a Sango. Forse adesso Inuyasha non lo avrebbe più rubato, ma non voleva rischiare.

Mangiò in silenzio, ascoltando i vari problemi degli amici. Quel giorno, avevano cambiato la disposizione dei posti. Kagome sedeva accanto a Sango, a sua volta vicina a Miroku, mentre Kikyo si era spostata di fronte. Koga stava esattamente davanti a Kagome, che adesso non aveva un attimo di tregua nemmeno a pranzo, tranne quando Ayame si infilava sul bordo della panca, ma a quel punto la tavola diventava un campo di battaglia.

<< E’ bello avere una tavola allegra, ti distrae dai problemi scolastici >> commentò Sango vivacemente. Kagome non condivideva troppo.

Dopo le ultime tre ore, Kagome era sfinita. Si trascinò fino alla metro a forza, e arrivata alle scale del tempio, considerò seriamente l’idea di accamparsi lì, pur di non salirle.

<< Kagome, oggi la mamma non c’è, a cena ci arrangiamo con un panino >> annunciò Sota quando la vide entrare. Kagome annuì passiva, senza aggiungere domande. Fece gli esercizi di matematica e rispose ad un questionario di storia svogliatamente. Voleva evitare di addormentarsi, ma non riuscì ad evitarlo. Si svegliò quando sentì il nonno che la chiamava. Scese a prepararsi un panino con il formaggio e uno con uova ed insalata. Stava per salire in camera, quando si voltò istintivamente verso l’ingresso.

Forse, non sarebbe venuto. In effetti, quella mattina avevano litigato.

Sospirò. Era un’utopia sperare che venisse. Questo pensiero le riportò la mente al piano. Era tutto in funzione del piano, doveva ricordarlo.

Fu in quel momento, che suonò il campanello. Kagome si fiondò ad aprire la porta.

Vedere il ragazzo con i lunghi capelli neri davanti all’ingresso fu un sollievo tale che le vennero gli occhi lucidi. Inuyasha impallidì.

<< C…che ho fatto? >> chiese preoccupato. Kagome era sicura che avrebbe abbassato le orecchie se fossero state ancora quelle di un cane.

Lei scosse la testa, come per dirgli di non preoccuparsi, ma in quel momento le tornò in mente un problema più importante.

<< Ehm, dobbiamo inventarci qualcosa di credibile per il nonno >> mormorò guardando il corridoi. Ancora non si era affacciato, forse non si era accorto di nulla.

<< Ehm… compito di storia? >> propose lui impacciato. Kagome annuì, poco convinta.

<< Kagome, chi è? >> domandò Sota affacciandosi dalla cucina << Un tuo amico? >>

Inuyasha parve sollevato dal fatto che non lo aveva chiamato “fratellone cane”. Sollievo che durò poco. Il nonno uscì dal salone tranquillamente, ma la sua espressione si fece immediatamente scura.

<< Cosa ci fai qui, spirito maligno? >> cominciò ad urlare. Kagome si precipitò a calmarlo.

<< Nonno, non urlare! E’ venuto per avvertirmi di un compito >> disse frettolosamente, tappandosi le orecchie davanti alle numerose proteste del vecchio.

<< Di nuovo? Tutte le volte che è così? >>

<< E’ solo una coincidenza! Può succedere, no? >>

Il nonno la squadrò, per poi posare il suo sguardo di fuoco su Inuyasha.

<< Che dovete fare? >> domandò con sguardo truce. Kagome lanciò uno sguardo complice ad Inuyasha.

<< Storia >> rispose con tono terrorizzato, rabbrividendo. Non era difficile, bastava pensare a Naraku per riuscirci. Quella reazione convinse il nonno a sufficienza.

<< Va bene >> concesse, ma subito si rivolse minaccioso ad Inuyasha << ma ricorda, rimarrò sveglio a controllarti! >>

L’hanyou fece spallucce, mentre Kagome sospirò rassegnata. Salì a prendere i libri di storia, e quando riscese trovò il nonno che fissava torvo il ragazzo.

<< Nonno, dubito che Inuyasha riesca a studiare se lo fissi così, perché non guardi la tv? >> disse visibilmente scocciata.

L’uomo la guardò offeso, ma lo sguardo fulminante di Kagome lo spinse a “limitare” la sua azione di controllo. Si sedette sul divano e accese la televisione su una popolare fiction.

Kagome prestò un quaderno ad Inuyasha, che lo aprì silenziosamente. Rimasero a sfogliare a lungo il libro, riassumendo i vari paragrafi. All’inizio, il nonno li controllava di continuo, ma dopo un po’ cominciò ad appassionarsi al telefilm, e alzò il volume. Kagome ne approfittò. Il nonno era un po’ sordo, forse avevano qualche possibilità di non farsi sentire.

<< Ehi, mi senti? >> bisbigliò sporgendosi sul tavolo. Inuyasha alzò impercettibilmente lo sguardo, annuendo. Kagome fece un sospiro, voltandosi verso il nonno per assicurarsi che non sentisse. Era beatamente preso dalla storia d’amore della fiction.

<< Sei arrabbiato? >> mormorò abbassando lo sguardo, per non far notare un leggero rossore. Odiava fare quella domanda.

<< Per cosa? >> chiese lui perplesso. Ma bene, nemmeno se lo ricordava!

<< Nulla >> tagliò corto lei. Meglio approfittarne. Ma Inuyasha cominciò a fissarla intensamente.

<< Kagome >> disse severo. La ragazza sospirò rassegnata.

<< Per oggi a scuola >> ammise infine, fingendo di concentrarsi sul capitolo riguardante i paesi dell’Europa Orientale.

<< Ah! Figurati, nemmeno lo ricordavo >> sbuffò lui sorpreso. Era l’ultima cosa che si immaginava. Kagome gli fece cenno di abbassare la voce, controllando che il nonno fosse ancora distratto.

Inuyasha scrisse qualcosa sul quaderno, per avere almeno le prove del fatto che stavano studiando. La ragazza lo osservò per qualche minuto. Le tornò in mente quando, quasi un mese prima, le aveva detto che aveva ben duecento anni. Le sembrava impossibile, considerando che sembrava un diciassettenne. E poi, se lui era così vecchio, allora Sesshomaru? Lui quanti ne aveva?

Mentre si perdeva in questi ragionamenti, le tornò in mente la domanda che, a suo tempo, aveva represso. Arrossì, e si concentrò sul suo quaderno, sperando che l’hanyou non lo notasse. Vana speranza.

Inuyasha alzò lo sguardo, perplesso.

<< Che c’è? >> mormorò confuso << ho fatto qualcosa che non va? >>

Kagome scosse il capo, fin troppo energicamente. Questo incuriosì il ragazzo.

<< Allora che succede? Devi chiedermi qualcosa? >>. Ma da dove lo tirava fuori quell’intuito del cavolo? Kagome si chinò ancora di più sul quaderno. Girò la pagina del libro, ma Inuyasha le fermò la mano con la sua prima che potesse ritrarla. La ragazza alzò lo sguardo arrossendo, e incrociò gli occhi scuri dell’hanyou.

<< Kagome >> la riprese, come prima, ma con voce più dolce. Era troppo convincente. La volontà di Kagome cominciò a vacillare. Sentiva la stretta della sua mano, e il cuore cominciò a battere talmente forte che temeva che lui lo sentisse.

<< Ecco… >> sussurrò timidamente, diventando paonazza << pensavo… chissà quante donne hai incontrato in duecento anni >>

Inuyasha la guardò divertito.

<< Ma che razza di domande fai? >> chiese sorridendo. Kagome notò che era in imbarazzo, anche se lo nascondeva con abilità. Non rispose, in attesa che continuasse. L’hanyou, dopo un lungo silenzio, capì che non poteva liquidare la questione così facilmente. Sospirò rassegnato, e concentrò il suo sguardo scuro sulla ragazza, serio.

<< Senti, duecento anni fa era tutto diverso, >> mormorò, lanciando di tanto in tanto qualche occhiata al nonno << a quei tempi la vita non era facile per noi hanyou. Non lo è nemmeno adesso, che uomini e youkai convivono. Un essere… mezzosangue era considerato feccia. Non potevamo unirci, sentimentalmente parlando… >> aggiunse lanciando uno sguardo a Kagome << … né con umani né con youkai. E a quel tempo eravamo pochi. Anche ora, siamo in minoranza rispetto ai demoni >>

Kagome ascoltò in silenzio, senza interrompere. Ma anche dopo, rimase a fissarlo imbronciata. Voleva una risposta, non una spiegazione. Dopo l’imbarazzo iniziale, era diventata insistente.

Inuyasha sbuffò, rinunciando a qualunque tentativo di sviare il discorso.

<< E va bene, solo due, d’accordo? >> disse scocciato. Il nonno si voltò di scatto, e Inuyasha ritirò la mano con una rapidità che, considerando il suo stato umano, sorprese Kagome. Lei finse immediatamente di scrivere.

<< Solo due stati sociali, allora >> disse rapidamente, dando uno sguardo al libro. Il nonno la guardò perplesso << Oh no, sono tre. Avevi ragione tu >> aggiunse poi rivolta ad Inuyasha. Lui annuì in silenzio, meravigliato dalla prontezza di Kagome a rigirare la sua frase. Il nonno si rivoltò, convinto che stessero studiando.

Kagome fece un respiro di sollievo. Era dispiaciuta da quella interruzione, sentiva ancora il calore della mano di Inuyasha sulla sua.

<< Solo due allora? >> mormorò guardandolo, quasi speranzosa.

Lui annuì impercettibilmente.

<< Solo due >> confermò poi a voce, come a volerlo sottolineare.

Kagome concentrò il suo sguardo sulla pagina bianca del quaderno. Solo due… una era Kikyo, poco ma sicuro. E l’altra? Chissà quanto tempo fa l’aveva conosciuta. Forse adesso era una vecchietta decrepita, se ancora era. Questi pensieri la fecero intristire. Inuyasha sembrò accorgersene, ma non poteva fare nulla in quel momento. La madre di Kagome rientrò poco dopo, ma non riuscì a convincere il nonno a schiodarsi dal salone. I ragazzi continuarono a fingere di studiare fino al mattino, anche se ormai Kagome era completamente assente.

Inuyasha si alzò in piedi, controllando l’ora.

<< Devo andare, >> disse rapidamente, alzandosi. La ragazza lo guardò perplesso. Ancora non era tornato normale.

<< Grazie di tutto >> aggiunse rivolto al nonno. Il vecchio annuì assonnato. Era riuscito a restare sveglio, ma era sfinito. Kagome alzò gli occhi al cielo. Che nonno testardo.

Accompagnò Inuyasha alla porta.

<< E’ quasi l’alba, non voglio trasformarmi davanti a tuo nonno >> spiegò, intuendo la domanda dallo sguardo interrogativo di Kagome. Lei annuì debolmente.

<< Senti… perché non ti siedi con noi a pranzo? >> chiese impulsivamente, arrossendo << così non dovrei portarti il pranzo ogni volta >>

Lui la guardò sorpreso, ma poi annuì. Kagome sorrise, ma poi la sua mente volò altrove. L’hanyou si allontanò nel buio, e sparì ben presto alla vista della ragazza.

Kagome salì le scale assonnata, lasciandosi cadere sul letto. Aveva si e no due ore per dormire, ma non riusciva a non pensare a Inuyasha. Due donne, solo due. E, escludendo Kikyo, una sola. Era sicuramente una storia vecchia. Sperava che fosse una storia vecchia. Si rigirò nel letto, nervosa. Come poteva essere gelosa di una donna che nemmeno conosceva? E poi si doveva ricordare assolutamente del piano. Non doveva innamorarsi di Inuyasha, assolutamente no!

Fece un respiro profondo, abbracciando tristemente il suo cuscino. Aveva promesso a Kikyo che avrebbe lasciato perdere, se la situazione si fosse fatta complicata. Ma sapeva che ormai non poteva tornare indietro.

Fu in quel momento, che un dubbio si insinuò nella sua mente.

E se la seconda donna, fosse stata lei?

  
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