Ecco l’ultimo capitolo! Ho raggiunto la storia proprio oggi, quindi penso che da adesso potrò pubblicare solo un cap al giorno.
Buona lettura!
P.S. Ho aggiustato il problema al cap 6 come richiesto, grazie per avermelo fatto notare! Faccio attenzione, ma a volte mi sfugge qualcosa ^^’
Sussurri
Kagome fissava il calendario
sbuffando. Perché non c’erano scritti i giorni lunari?
Scese le scale per osservare il calendario della cucina. Come sospettava, quella notte era luna nuova.
Da quando
era ricominciata scuola, lei e Inuyasha non si erano
rivolti una parola, escluso lo scambio del pranzo. Oltretutto, Kagome aveva preso
dei pessimi voti in storia e matematica, anche se aveva approfittato dello
spettacolo natalizio per prendere ripetizioni di biologia dalla professoressa Kagura.
Uscì di
casa, prendendo un respiro profondo. Nessuno le assicurava che Inuyasha sarebbe venuto. Oltretutto, ora
che il nonno lo aveva scoperto, non avrebbe acconsentito a fargli
passare la notte lì con una semplice scusa.
Era
talmente soprappensiero, che non si accorse nemmeno che stava camminando molto
lentamente. Arrivata alla metro, lo sguardo le scivolò sul grande orologio
pendente dal soffitto. E si lasciò sfuggire un urlo,
immediatamente represso con entrambe le mani. Era in ritardo! Le toccava
entrare alla seconda ora. Poco male, non aveva voglia di fare giapponese
antico, il professor Totosai faceva
addormentare.
Arrivata in classe, si
affrettò a prendere posto prima che entrasse la
preside per la lezione di inglese.
<< In ritardo, eh? >>
la canzonò Inuyasha, sbracato sul banco durante il
cambio dell’ora.
<< Bè, facciamo a turno >> rispose la ragazza tagliente. Inuyasha si fece immediatamente serio. Odiava che qualcuno
glielo rinfacciasse. Storse il naso, e Kagome lo
fulminò.
<< Non ci provare >>
sibilò prendendo i libri.
<< A fare cosa? >> chiese lui innocentemente, fissandola con un sorriso
crudele sul volto. Kagome lo odiava quando
faceva così, anche se ultimamente lo faceva meno spesso.
<< Sai cosa >>
rispose quindi semplicemente, mostrandosi tranquilla.
<< Dici commentare il
tuo odor… >>
<< Buongiorno professor
Naraku >> esclamò Kagome ad alta voce. Inuyasha scattò in piedi, spostando lo sguardo sulla porta.
Nessuno. La ragazza ridacchiò, ma poi si accorse che, oltre ad Inuyasha, anche gli altri si erano precipitati al posto. Si
sentì leggermente in colpa. Leggermente.
<< Questa me la paghi >>
ringhiò il ragazzo, ma Kagome non si scompose. Si
limitò a guardare la porta alzandosi in piedi.
<< Buongiorno
professoressa >> disse gentilmente.
<< Pensi davvero che ci
ricascherò? >> chiese lui scontroso, fissandola.
<< Faresti
meglio a girarti >> sussurrò allora Kagome.
<< Keh!
>> sbuffò lui << sei proprio scema se pen…
>>
<< Inuyasha
>> disse Kaede, facendo irrigidire il ragazzo
<< presumo dal tuo comportamento che tu preferisca
passare l’ora fuori >>
Inuyasha abbassò automaticamente le orecchie. Kagome rimase
sorpresa da quel gesto, ma Kaede non si ammorbidì.
<< Fuori >>
ripeté irremovibile. L’hanyou uscì dalla classe
brontolando.
L’ora passò rapidamente, e
Kagome scarabocchiò tutti i bordi dei suoi quaderni. Quando
Inuyasha ritornò in classe, non le rivolse una
parola. Era visibilmente scocciato. Kagome, dal canto suo, non aveva alcuna intenzione di scusarsi. Aveva cominciato lui. E poi, scusarsi di cosa? Non aveva fatto nulla di male.
Le due ore successive
passarono in religioso silenzio, e Kagome andò alla mensa rapidamente, per
prendere il pranzo che, ormai per abitudine, affidava a Sango.
Forse adesso Inuyasha non lo avrebbe più rubato, ma
non voleva rischiare.
Mangiò in silenzio,
ascoltando i vari problemi degli amici. Quel giorno, avevano cambiato la
disposizione dei posti. Kagome sedeva accanto a Sango,
a sua volta vicina a Miroku, mentre Kikyo si era spostata di fronte. Koga
stava esattamente davanti a Kagome, che adesso non aveva un attimo di tregua
nemmeno a pranzo, tranne quando Ayame si infilava sul
bordo della panca, ma a quel punto la tavola diventava un campo di battaglia.
<< E’
bello avere una tavola allegra, ti distrae dai problemi scolastici >>
commentò Sango vivacemente. Kagome non condivideva
troppo.
Dopo le ultime tre ore,
Kagome era sfinita. Si trascinò fino alla metro a
forza, e arrivata alle scale del tempio, considerò seriamente l’idea di
accamparsi lì, pur di non salirle.
<< Kagome, oggi la
mamma non c’è, a cena ci arrangiamo con un panino >> annunciò Sota quando
la vide entrare. Kagome annuì passiva, senza aggiungere domande. Fece gli esercizi
di matematica e rispose ad un questionario di storia svogliatamente. Voleva
evitare di addormentarsi, ma non riuscì ad evitarlo. Si svegliò
quando sentì il nonno che la chiamava. Scese a prepararsi un panino con
il formaggio e uno con uova ed insalata. Stava per salire in camera, quando si
voltò istintivamente verso l’ingresso.
Forse, non sarebbe venuto. In
effetti, quella mattina avevano litigato.
Sospirò. Era un’utopia
sperare che venisse. Questo pensiero le riportò la mente al piano. Era tutto in funzione del piano, doveva ricordarlo.
Fu in quel momento, che suonò
il campanello. Kagome si fiondò ad
aprire la porta.
Vedere il ragazzo con i
lunghi capelli neri davanti all’ingresso fu un sollievo tale che le vennero gli occhi lucidi. Inuyasha
impallidì.
<< C…che ho fatto? >>
chiese preoccupato. Kagome era sicura che avrebbe abbassato le orecchie se
fossero state ancora quelle di un cane.
Lei scosse la testa, come per
dirgli di non preoccuparsi, ma in quel momento le tornò in mente un problema
più importante.
<< Ehm, dobbiamo
inventarci qualcosa di credibile per il nonno >> mormorò guardando il corridoi. Ancora non si era affacciato,
forse non si era accorto di nulla.
<< Ehm… compito di
storia? >> propose lui impacciato. Kagome annuì, poco convinta.
<< Kagome, chi è? >>
domandò Sota affacciandosi dalla cucina << Un
tuo amico? >>
Inuyasha parve sollevato dal fatto che non lo aveva chiamato
“fratellone cane”. Sollievo che durò poco. Il nonno
uscì dal salone tranquillamente, ma la sua espressione si fece immediatamente
scura.
<< Cosa
ci fai qui, spirito maligno? >> cominciò ad urlare. Kagome si precipitò a
calmarlo.
<< Nonno, non urlare! E’ venuto per avvertirmi di un compito >> disse
frettolosamente, tappandosi le orecchie davanti alle numerose proteste del
vecchio.
<< Di nuovo? Tutte le
volte che è così? >>
<< E’ solo una
coincidenza! Può succedere, no? >>
Il nonno la squadrò, per poi
posare il suo sguardo di fuoco su Inuyasha.
<< Che
dovete fare? >> domandò con sguardo truce. Kagome lanciò uno sguardo
complice ad Inuyasha.
<< Storia >>
rispose con tono terrorizzato, rabbrividendo. Non era
difficile, bastava pensare a Naraku per
riuscirci. Quella reazione convinse il nonno a sufficienza.
<< Va bene >>
concesse, ma subito si rivolse minaccioso ad Inuyasha << ma
ricorda, rimarrò sveglio a controllarti! >>
L’hanyou
fece spallucce, mentre Kagome sospirò rassegnata. Salì a prendere i libri di
storia, e quando riscese trovò il nonno che fissava torvo il ragazzo.
<< Nonno, dubito che Inuyasha riesca a studiare se lo fissi così, perché non guardi
la tv? >> disse visibilmente scocciata.
L’uomo la guardò offeso, ma
lo sguardo fulminante di Kagome lo spinse a “limitare” la sua azione di
controllo. Si sedette sul divano e accese la televisione su una popolare fiction.
Kagome prestò un quaderno ad Inuyasha, che lo aprì silenziosamente. Rimasero a sfogliare
a lungo il libro, riassumendo i vari paragrafi. All’inizio, il nonno li
controllava di continuo, ma dopo un po’ cominciò ad appassionarsi al telefilm,
e alzò il volume. Kagome ne approfittò. Il nonno era un po’ sordo, forse avevano qualche possibilità di non
farsi sentire.
<< Ehi, mi senti? >>
bisbigliò sporgendosi sul tavolo. Inuyasha alzò
impercettibilmente lo sguardo, annuendo. Kagome fece un sospiro, voltandosi
verso il nonno per assicurarsi che non sentisse. Era beatamente preso dalla
storia d’amore della fiction.
<< Sei arrabbiato? >>
mormorò abbassando lo sguardo, per non far notare un leggero rossore. Odiava
fare quella domanda.
<< Per cosa? >>
chiese lui perplesso. Ma bene, nemmeno se lo ricordava!
<< Nulla >>
tagliò corto lei. Meglio approfittarne. Ma Inuyasha cominciò a fissarla intensamente.
<< Kagome >>
disse severo. La ragazza sospirò rassegnata.
<< Per oggi a scuola >>
ammise infine, fingendo di concentrarsi sul capitolo riguardante i paesi
dell’Europa Orientale.
<< Ah! Figurati,
nemmeno lo ricordavo >> sbuffò lui sorpreso. Era
l’ultima cosa che si immaginava. Kagome gli fece cenno
di abbassare la voce, controllando che il nonno fosse ancora distratto.
Inuyasha scrisse qualcosa sul quaderno, per avere almeno le
prove del fatto che stavano studiando. La ragazza lo osservò per qualche
minuto. Le tornò in mente quando, quasi un mese prima,
le aveva detto che aveva ben duecento anni. Le sembrava impossibile,
considerando che sembrava un diciassettenne. E poi, se lui era così vecchio, allora Sesshomaru?
Lui quanti ne aveva?
Mentre si perdeva in questi ragionamenti, le tornò in mente
la domanda che, a suo tempo, aveva represso. Arrossì, e si concentrò sul suo
quaderno, sperando che l’hanyou non lo notasse. Vana speranza.
Inuyasha alzò lo sguardo, perplesso.
<< Che
c’è? >> mormorò confuso << ho fatto qualcosa che non va? >>
Kagome scosse il capo, fin
troppo energicamente. Questo incuriosì il ragazzo.
<< Allora che succede?
Devi chiedermi qualcosa? >>. Ma da dove lo tirava
fuori quell’intuito del cavolo? Kagome si chinò ancora di più sul quaderno.
Girò la pagina del libro, ma Inuyasha
le fermò la mano con la sua prima che potesse ritrarla. La ragazza alzò lo
sguardo arrossendo, e incrociò gli occhi scuri dell’hanyou.
<< Kagome >> la
riprese, come prima, ma con voce più dolce. Era troppo convincente. La volontà
di Kagome cominciò a vacillare. Sentiva la stretta della sua mano, e il cuore
cominciò a battere talmente forte che temeva che lui lo sentisse.
<< Ecco… >>
sussurrò timidamente, diventando paonazza << pensavo… chissà quante donne
hai incontrato in duecento anni >>
Inuyasha la guardò divertito.
<< Ma che razza di
domande fai? >> chiese sorridendo. Kagome notò
che era in imbarazzo, anche se lo nascondeva con abilità. Non rispose, in attesa che continuasse. L’hanyou,
dopo un lungo silenzio, capì che non poteva liquidare la questione così
facilmente. Sospirò rassegnato, e concentrò il suo sguardo scuro sulla ragazza,
serio.
<< Senti,
duecento anni fa era tutto diverso, >> mormorò, lanciando di tanto
in tanto qualche occhiata al nonno << a quei tempi la vita non era facile
per noi hanyou. Non lo è nemmeno adesso, che uomini e
youkai convivono. Un essere… mezzosangue era
considerato feccia. Non potevamo unirci, sentimentalmente
parlando… >> aggiunse lanciando uno sguardo a Kagome << … né
con umani né con youkai. E a
quel tempo eravamo pochi. Anche ora, siamo in minoranza rispetto ai demoni >>
Kagome ascoltò in silenzio,
senza interrompere. Ma anche dopo, rimase a fissarlo
imbronciata. Voleva una risposta, non una spiegazione. Dopo l’imbarazzo
iniziale, era diventata insistente.
Inuyasha sbuffò, rinunciando a qualunque tentativo di sviare
il discorso.
<< E
va bene, solo due, d’accordo? >> disse scocciato. Il nonno si voltò di
scatto, e Inuyasha ritirò la mano con una rapidità
che, considerando il suo stato umano, sorprese Kagome. Lei finse immediatamente
di scrivere.
<< Solo due stati
sociali, allora >> disse rapidamente, dando uno sguardo al libro. Il
nonno la guardò perplesso << Oh no, sono tre. Avevi ragione tu >> aggiunse poi rivolta ad Inuyasha. Lui annuì in silenzio, meravigliato dalla
prontezza di Kagome a rigirare la sua frase. Il nonno si rivoltò, convinto che
stessero studiando.
Kagome fece un respiro di
sollievo. Era dispiaciuta da quella interruzione,
sentiva ancora il calore della mano di Inuyasha sulla
sua.
<< Solo due allora? >>
mormorò guardandolo, quasi speranzosa.
Lui annuì impercettibilmente.
<< Solo due >>
confermò poi a voce, come a volerlo sottolineare.
Kagome concentrò il suo sguardo
sulla pagina bianca del quaderno. Solo due… una era Kikyo,
poco ma sicuro. E l’altra? Chissà
quanto tempo fa l’aveva conosciuta. Forse adesso era una vecchietta
decrepita, se ancora era. Questi pensieri la fecero intristire. Inuyasha sembrò accorgersene, ma non poteva fare nulla in
quel momento. La madre di Kagome rientrò poco dopo, ma non riuscì a convincere
il nonno a schiodarsi dal salone. I ragazzi continuarono a fingere di studiare
fino al mattino, anche se ormai Kagome era
completamente assente.
Inuyasha si alzò in piedi, controllando l’ora.
<< Devo
andare, >> disse rapidamente, alzandosi. La ragazza lo guardò
perplesso. Ancora non era tornato normale.
<< Grazie di tutto >>
aggiunse rivolto al nonno. Il vecchio annuì assonnato. Era riuscito a restare sveglio,
ma era sfinito. Kagome alzò gli occhi al cielo. Che
nonno testardo.
Accompagnò Inuyasha alla porta.
<< E’ quasi l’alba, non
voglio trasformarmi davanti a tuo nonno >> spiegò,
intuendo la domanda dallo sguardo interrogativo di Kagome. Lei annuì debolmente.
<< Senti… perché non ti
siedi con noi a pranzo? >> chiese impulsivamente, arrossendo << così
non dovrei portarti il pranzo ogni volta >>
Lui la guardò sorpreso, ma
poi annuì. Kagome sorrise, ma poi la sua mente volò altrove. L’hanyou si allontanò nel buio, e sparì ben presto alla vista
della ragazza.
Kagome salì le scale assonnata, lasciandosi cadere sul letto. Aveva si e no due ore per dormire, ma non riusciva a non pensare a
Inuyasha. Due donne, solo due. E,
escludendo Kikyo, una sola. Era sicuramente una
storia vecchia. Sperava che fosse una storia vecchia. Si rigirò nel letto,
nervosa. Come poteva essere gelosa di una donna che nemmeno conosceva? E poi si doveva ricordare assolutamente del piano. Non
doveva innamorarsi di Inuyasha,
assolutamente no!
Fece un respiro profondo,
abbracciando tristemente il suo cuscino. Aveva promesso a Kikyo
che avrebbe lasciato perdere, se la situazione si
fosse fatta complicata. Ma sapeva che ormai non poteva
tornare indietro.
Fu in quel momento, che un
dubbio si insinuò nella sua mente.
E se la seconda donna, fosse
stata lei?