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Autore: zucchero filato    05/03/2008    2 recensioni
La storia inizia quando Albert e Candy vivono ancora insieme. Ho scelto di guardare gli avvenimenti con gli occhi di Albert. La storia prosegue poi oltre il finale dell'anime e del manga.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Archie era appoggiato allo stipite di una delle quattro grandi porte finestre che davano sulla balconata sovrastante il roseto. Fuori i domestici avevano finito sparecchiare e togliere i tavoli della cena. Si sentiva l’aria tiepida della notte ed il profumo delle rose e dei lillà del giardino.

Annie aveva raggiunto Patty dall’altra parte della sala e lui era rimasto lì a prendere un po’ di fresco vicino alla finestra. Gli tornava in mente il giorno del primo ballo con Candy, quando ancora c’erano Anthony e Stear e gli occhi gli diventarono lucidi.

“Ehi fratello, chiudi quella bocca o penseranno che sei diventato un pesce!”

E Archie chiuse la bocca che ogni tanto rimaneva a bocca aperta guardando Candy: ora stava ballando con Albert al centro della sala.

 

“Hai ragione fratello ma Candy è uno splendore” disse fra se e se, poi rendersi conto che la voce che aveva udito era reale e girare di scatto su se stesso fu un tutt’uno.

Il dottor Martin, poco distante, vide Archie sbiancare ed appoggiarsi saldamente allo stipite.

 

“Pensi che potremmo fare ancora un ballo?”

“Perché no? Così non devo ricominciare con i soliti discorsi!”

“William” lo chiamò la zia.

Si girò verso di lei con aria interrogativa.

“Perché non inviti la signorina Lewis per il prossimo ballo?” Non era una richiesta, era un ordine.

Si girò verso Candy facendole una faccia disperata ed una smorfia e dicendole sottovoce “Se prendo te e George…bel giochetto mi avete tirato!”

“Vai pure, vado a cercare Annie e Patty.” Lui la vide allontanarsi con un gran sorriso sulle labbra, camminando leggera tra gli invitati.

 

Prima di riuscire ad arrivare dall’altra parte della sala Candy fu intercettata dal dottor Martin che, con aria misteriosa fece cenno di seguirlo.

“Dottor Martin, si può sapere dove stiamo andando?”

“Nelle scuderie”

“Perché?”

“C’è una cosa che devi vedere…devi promettermi che non sverrai”

Il pensiero corse subito a Terence, aveva sempre paura di trovarselo davanti malato o in fin di vita, non era tipo da mezze misure; anche se era tornato a recitare la sua carriera andava benissimo lei leggeva la tristezza nelle foto che lo ritraevano ed era sempre in apprensione.

Candy seguì il dottore alle scuderie senza dire più una parola.

“Nella penombra delle scuderie Candy vide Archie di spalle che stava parlando con qualcuno. Quando lì sentì entrare si voltò ma continuava a coprire il misterioso ospite.

“Archie che c’è perché così tanto mistero? Annie e Patty inizieranno a preoccuparsi se non ci vedono”

“Patty?!”

L’uomo dietro Archie si alzò.

“Patty è qui?”

Candy si mise le mani dinnanzi alla bocca!

Davanti e lei c’era Stear, diverso da come lo ricordava, diverso ma era pur sempre lui, VIVO!

Gli buttò le braccia al collo piangendo e ridendo allo stesso tempo. Poi cercò di riprendere il controllo di se e si allontanò leggermente per osservarlo: era pallidissimo, i capelli lunghi come non li aveva mai portati, arruffati e sporchi, gli abiti gli cadevano addosso come se fossero di parecchie taglie più grandi, era magro da fare spavento, si indovinavano le clavicole sotto la camicia, ma quello che più aveva colpito Candy era il viso. I bellissimi occhi di Stear splendevano ancora ma il viso era in parte sfigurato, come le mani, dalle ustioni.

“Ma cosa ti è successo?” gli chiese accarezzandogli il viso.

“L’aereo in fiamme..”non aggiunse altro…

“Ci racconterai quando ti sarai ripreso” Candy guardò il dottor Martin.

“Il ragazzo sta bene, deve solo mangiare e metter un po’ di carne su quelle ossa, ora è solo molto debole”

Archie e Candy tirarono un sospiro di sollievo all’unisono e guardandosi negli occhi si sorrisero.

“Vado a chiamare Patty…” e fece per uscire di corsa

“No!”

“Ma…morirai dalla voglia di vederla..”

“Non voglio che mi veda così!” e indicò la cicatrice” Sono orrendo! Come mi può volere in questo stato?”

“Ma se non ha fatto che piangere per te in tutto questo tempo. A Patty non importa nulla di questa” e Candy cercò di accarezzargli il viso ma Stear le fermò la mano lanciandole uno sguardo gelido ed allo stesso tempo disperato.

“Piangeva per lo Stear che sono stato, non per questa maschera”

“Perché non lasci a lei la scelta? Dentro non sei cambiato, sei sempre lo stesso…”

“Preferisco che continui a sapermi morto” lo sguardo di Stear era disperato  e triste.

I tre amici si guardarono.

“Candy và a chiamare Albert, almeno lui deve sapere. Alla zia è meglio non dire nulla per il momento, si alzerebbe un polverone durante la festa ed è meglio evitarlo. Noi restiamo qui, nessuno verrà a cercarci nelle scuderie, almeno per ora. Non dire nulla alle ragazze, anzi cerca di evitare di incontrarle.” Lei annuì

Candy fece il suo ingresso nella sala e stava cercando Albert con gli occhi quando si sentì afferrare la mano.

“Mi concedi un ballo?”

Era Neil. Infastidita dal contatto e dalla richiesta gli rispose secca di no e continuò a cercare Albert con lo sguardo. –Ma dove si è cacciato?-

“Ma non ti fai problemi ad accettare le attenzioni dello zio!” gli rispose lui velenoso.

“Come ti permetti!”

“Si vede chiaramente che stai facendo di tutto per ingraziartelo!”

“Non ti permettere!”, gli occhi dei Candy divennero due fessure.

“Perché no, sei riuscita a farti dare anche i gioielli di famiglia, quelli spettavano di diritto a me“ intervenne Iriza, affiancando il fratello.

“Mi sembra di aver capito che se mi date ancora fastidio non sarete più invitati agli eventi mondani della famiglia” e li squadrò gelida, “ e quanto ai gioielli, non mi sembra che tu sia una Andrew”.

“Non ti preoccupare che prima o poi le pagherai tutte” le disse Neil.

“Ah” fece Iriza con noncuranza, anche se stava schiumando di rabbia per la risposta che Candy le aveva dato” Se stai cercando lo zio è sulla terrazza con Cathrine, non ha fatto altro che parlare con lei tutta la sera, deve piacergli molto”

Candy scoccò un’occhiata di sufficienza ad Iriza e al fratello e si diresse verso la terrazza. Ancora prima di arrivare notò due figure nella penombra, una era chiaramente di Albert, in piedi vicino alla balaustra e l’altra, accanto a lui, era di una ragazza, con il braccio languidamente appoggiato a quello di lui e molto vicina, quasi gli stesse sussurrando qualche segreto.

Candy provò una fitta al cuore: le parole di Iriza l’avevano offesa e cercò di non badare al quel senso di fastidio che stava provando nel vedere Albert in atteggiamento così –intimo-, si disse, con quella ragazza.

“Scusate” disse bussando sul vetro per annunciarsi.

La reazione della signorina Lewis non lasciava dubbi sul fatto che fosse stata disturbata in un momento poco favorevole. Albert invece le rivolse un grande sorriso.

“Dimmi Candy”

“Posso parlarti un attimo in privato”

“Certo. Mi scusi signorina Lewis” e le baciò leggermente la mano.

“William, ti prego, non devi scusarti, se è un impegno urgente…” gli rispose languida e lanciò uno sguardo carico d’odio verso Candy che non se ne curò minimamente, era troppo presa dalla notizia che doveva dargli.

 

“Mi hai salvato” le disse in un orecchio mentre si avviavano verso il salone ma lei quasi non lo sentì perché aveva già iniziato a parlare.

“Dobbiamo andare nelle scuderie, senza che ci veda nessuno”

Lui la guardò con aria interrogativa “Che andiamo a fare nelle scuderie? Hai finalmente deciso di farmi fuggire da questa noia?”

“Albert è accaduta una cosa molto importante ma non te la posso dire qui, ci sono troppe orecchie. C’è una persona che devi vedere, è nelle scuderie, ci vediamo lì, vieni subito” e si allontanò da lui come per andare verso lo studio grande.

Lui ebbe un crampo allo stomaco –Terence? Che lui sia qui? Non è possibile, Candy sarebbe molto più agitata ma dev’essere successo qualcosa di grave comunque…-

Mentre scendeva dalla scalinata ovest continuava a rimuginare sul perché di tanto mistero ma niente di ciò che pensava si era anche vagamente avvicinato a quello che vide nelle scuderie.

“Stear!!”

Lo abbracciò, era così felice di vederlo vivo che anche lui non aveva fatto caso al suo aspetto, al suo viso.

“Sia ringraziato il cielo, sei vivo, ci devi raccontare come hai fatto, la zia sarà contentissima di vederti e anche George”

Stear però lo guardò con aria interrogativa, non capiva, non poteva sapere.

“Perché? Ma tu? Io non…”

Archie invece comprese e a turno gli amici lo informarono di quello che era successo dopo l’ultima lettera che gli era arrivata al fronte.

“Ora capisco, anche il motivo per cui Candy sembra una principessa”

Si ripetè la scena di prima.

“Vado a chiamare Patty…” ed Albert fece per uscire

“No!”

“Ma…non vuoi vederla?”

“Non voglio che mi veda così! Sono orrendo! Come mi può volere in questo stato?”

Solo allora si rese conto dell’aspetto del nipote, di quanto fosse l’ombra dello Stear che era stato.

“Ha pianto tanto per te in tutto questo tempo, è giusto che lei sappia che sei vivo”

“Piangeva per lo Stear che sono stato, non può volere un mostro”

“Non sei un mostro, sei solo stanco e fortemente provato, perché non le dai la gioia di vederti?”

“Mi hai visto bene?!” gridò Stear.

“Sì” gli rispose pacato Albert” quello che conta in una persona è quello che ha dentro. Se ami davvero qualcuno non ti importa dell’aspetto che ha, dei cambiamenti che ha subito, non ti importa niente, solo di averla accanto”.

“Preferisco che continui a sapermi morto” sembrava un’idea fissa, la voce era spenta, atona.

Al discorso di Albert gli occhi di Candy si annuvolarono, il pensiero corse a Terence, avrebbe dato qualsiasi cosa per averlo vicino; solo il dottor Martin si accorse delle nubi che passavano sul cuore della ragazza, le strinse una mano sorridendole, lei ricambiò grata.

Albert decise che era meglio non forzare le cose. Guardò il dottor Martin con aria interrogativa che gli fece un cenno di assenso.

“Stear, hai bisogno di rimetterti in forze, andrai con il dottor Martin per stanotte, così potrai fare un bagno caldo, mangiare e riposare tranquillamente. Domani parleremo di tutto e decideremo il da farsi.  Non posso tacere la cosa alla zia Elroy, deve sapere che sei tornato. Ha passato momenti molto difficili quando è arrivata la notizia della tua morte e ne soffre ancora ora. Quanto a Patty ne parleremo ancora, credo che abbia il diritto di sapere.”

E rivolto ad Archie e Candy “Noi ce ne torniamo alla festa e facciamo come se niente fosse: non è il momento per fare annunci ufficiali. Domani parlerò con la zia, la devo preparare alla notizia, è capace di sentirsi male. Dottor Martin lei aspetti qui, mando George e la faccio accompagnare in auto; se per lei va bene stanotte dormirete nel casino di caccia che si trova dall’altra parte del lago, è ad una mezz’ora da qui.”

Stear stava accarezzando la testa di Sogno, come se i loro discorsi non lo interessassero. I tre amici provarono una stretta al cuore; a Candy ricordò l’espressione che aveva Albert quando era arrivato in ospedale, glielo disse mentre salivano la scalinata che dal roseto portava alla grande terrazza. Candy aveva lo sguardo basso, Albert le dava il braccio ed Archie camminava poco davanti a loro, meditabondo.

“Povero fratello..”

“Vedrai che andrà tutto a posto” gli disse Albert, “il fatto che sia vivo è un miracolo e dobbiamo ringraziare Dio per questo. Guarda che se fai quella faccia si accorgeranno di tutto!”

“Non dire nulla ad Annie perché non sarebbe in grado di non dirlo a Patty” lo esortò Candy.

“Entro prima io, voi aspettate un attimo prima.…” e non finì la frase perché aveva fatto gli ultimi gradini di corsa ed era entrato nella sala.

“E se noi ce ne andassimo?”

“Ricominci?”

“Hai fili di paglia nel vestito e nei capelli”

“Li puoi togliere per favore”

Più di un invitato li vide nella penombra del terrazzo, molto vicini l’uno all’altra, lui che le accarezzava i capelli..i pettegolezzi non sarebbero mancati il giorno successivo.

  
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