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Autore: julierebel17    31/08/2013    2 recensioni
"Dunque lei è la contessina Emily Spencer?" le chiese un baldo giovane dai lineamenti angelici dopo averle baciato la mano.
La fanciulla sorrise appena, intimidita dal suo gesto:"Si, in persona, lei è?" fece per chiedergli il nome.
"Stephan" rispose.
"Stephan cosa?". "Solo Stephan, mi concede questo ballo?". Il ragazzo non proferì altre parole e la convinse a danzare con lui...
Genere: Erotico, Horror, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: Violenza
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-Ecco a voi il secondo capitolo! Ammetto che mi sto divertendo taaaantissimo a scrivere. Spero che in un certo senso vi intrighi la trama. La piccola Emily sta per andare al ballo ed incontrerà qualcuno di speciale, ma BASTA CON GLI SPOILER e bando alle ciance, buona lettura! :3 Baci, baci, Ju-

Emily si svegliò tardi il mattino seguente. Aveva placidamente dormito in un letto a baldacchino, ornato di soffici veli.
I cuscini le sorreggevano il capo.
“Janine!” chiamò la sua dama che corse in camera.
“Signorina, si è svegliata, buongiorno!”
“Buongiorno Janine, può darmi una mano a prepararmi? Devo fare in fretta altrimenti farò tardi”
“Si cambi, le allaccio il corsetto” “Cosa? Un altro abito col corsetto?! Devo davvero metterlo?”
“Si, deve cominciare ad abituarsi a questo genere di vestiti altrimenti domani sera starà scomoda”
.
“D’accordo” la ragazza annuì rassegnata.
Indossò un abito talmente stretto che quasi soffocava. “Beh, posso sopportarlo” disse sorridente alla dama di compagnia.
“Vado a far colazione”. Si diresse nella grande sala da pranzo in cui l’aspettavano i suoi genitori.
Una tavola imbandita l’attendeva, c’era cibo di ogni qualità. Frutti sconosciuti, pane croccante, marmellata di ogni tipo, miele, tè e dolci vari.
La contessina si sedette elegantemente a tavola. Era molto graziosa e dotata di un’educazione impeccabile. Il suo portamento era a dir poco invidiabile.
Si muoveva con così tante grazia e leggerezza che quasi sembrava non sfiorare la terra.
Sembrava una ninfa, una musa ispiratrice.
“Madre, padre, buongiorno” disse allegra.
“Buongiorno” risposero in coro sorseggiando del tè.
“Domani sera ci sarà la grande festa, non vedo l’ora che arrivi” ribatté Emily soddisfatta.
I genitori le sorrisero.
Finita la colazione, la fanciulla dedicò alcune ore alle lezioni obbligatorie. Doveva studiare latino, greco e francese.
“Ha studiato per oggi, contessina?” chiese il precettore.
 “Certo” rispose la ragazza. “Coniughi il verbo ‘laudare’ al tempo presente, modo indicativo” “Laudo, laudas, laudat, laudamus, laudatis, laudant”
Le ore di studio trascorsero in fretta ed il sole calò.
“Signorina Emily, è tempo di fare il bagno e cospargere il corpo di oli profumati, deve prepararsi in vista della cerimonia” disse sorridente Janine.
“La seguo” rispose Emily. La dama l’aiutò a lavarsi. Una morbida stola di seta avvolgeva il suo corpo.
“Ecco, sono pronta, dobbiamo mettere gli oli?” chiese la ragazza curiosa, non aveva mai usato profumi prima d’ora.
“Si, si spogli”. Si stese sul letto a pancia in giù, senza alcun indumento. Il suo corpo era sinonimo di perfezione.
La pelle era candida, tranne che sul viso, ornato di piccole lentiggini arancioni. I seni sodi poggiavano sui morbidi cuscini, i capelli ricadevano lungo la schiena sinuosamente.
Il fondoschiena era liscio e scolpito, le gambe snelle e slanciate ed infine piccoli piedi che ricordavano quelli di una fata.
Si, Emily, sembrava una fata dei boschi.
La dama cosparse la sua pelle di profumi e le intimò di andare a dormire, doveva essere bella e riposata entro il giorno seguente.
La notte volò e la fanciulla si svegliò piena d’energia.
Sorrise tutto il giorno fino al momento di vestirsi.
Indossò l’abito verde e la parure di smeraldi, raccolse in parte i capelli con alcuni spilloni. Infine, mise un paio di guanti neri in raso.

“Signorina, si sbrighi, gli ospiti la stanno aspettando!  E’ ora!” disse Janine.
“Andiamo” rispose Emily. Si fermò all’inizio della gradinata, non aveva mai visto tanta gente in casa sua prima di quella sera.
Fu in quel momento che suo padre richiamò l’attenzione di ognuno.
“Signore e signori, vi do il più caloroso benvenuto accogliendovi nella mia dimora, spero vivamente che la festa sia di vostro gradimento, ora, però, vi presento l’ospite d’onore, l’organizzatrice della serata, la mia piccola Emily”.

La fanciulla percorse elegantemente i gradini, scortata dalla propria dama.
Tutti rimasero ammaliati da tale splendore. Un velo di timidezza traspariva dai suoi occhi. Era un’ingenua donzella.
Accostò la sua figura esile a quella del padre.
“B-buonasera a tutti, dunque, vi ringrazio per essere qui con me stasera e…ehm…apriamo le danze” sfoderò il suo sorriso migliore ed andò a sedersi al tavolo di famiglia precedentemente allestito.
C’erano giovani ovunque, alti, bassi, magri, grassi, biondi o bruni, ma nessuno attirò l’attenzione della contessina.
Cominciò ad annoiarsi e non sapeva cosa fare. Alcuni degli invitati le chiesero di ballare, ma rifiutò con un semplice cenno del capo, finché…
"Dunque lei è la contessina Emily Spencer?" le chiese un baldo giovane dai lineamenti angelici dopo averle cortesemente baciato la mano.
La fanciulla sorrise appena, intimidita dal suo gesto:
“Si, in persona, lei è?” fece per chiedergli il nome.
“Stephan” rispose.
“Stephan cosa?”. “Solo Stephan, mi concede questo ballo?”.
Il ragazzo non proferì altre parole e la convinse a danzare con lui…
  
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