Titolo: Valvert 5 Kisses
Fandom: Libri > I Miserabili
Personaggi: Jean Valjean, Javert (Monsieur L’Inspecteur)
Avvertimenti: Slash (relazione tra uomini), Modern
AU (I personaggi sono al di fuori del loro contesto originale, in questo caso
la storia è ambientata dopo l’Annus Domini 2005)
Genere: Slice of life, Vari ed eventuali
Rating: arancione
Presentazione: una raccolta di momenti tra Javert e Valjean ambientati dopo la
fine dell’altra mia fanfiction “Hold
dominion over me” (questo è il link per chi avesse
voglia di capire come mai questi due sono finiti insieme http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1743777&i=1 )che hanno come tema centrale… i baci! Il titolo è direttamente copiato
ispirato dai gelati Algida “5 kisses”.
First Kiss
:-E comunque
secondo me la ragazza accanto a te al bancone del bar ti guardava con molto
interesse-:
Insistette
ancora Valjean.
Javert roteò
gli occhi esasperato.
:-Invece
secondo me, Valjean, sei tu che stai invecchiando e vedi cose che non
esistono-:
Era da
mezz’ora, tutto il tragitto dal bar dove avevano passato la serata fino a casa,
che insisteva con quella storia che la
ragazza accanto a loro era attratta da lui. A detta di Valjean lei se lo stava
mangiando con gli occhi, ma secondo Javert quella era una delle sue strambe
esagerazioni… insomma, lui ce l’aveva avuta accanto per ore e non si era
accorto assolutamente di nulla! Girò la chiave e finalmente erano a casa.
Nell’appartamento
c’era decisamente caldo a confronto con le strade innevate di Parigi, e fu un
sollievi liberarsi di sciarpe e giubbotti pesanti.
Spogliarsi
nell’ingresso faceva sempre un effetto strano su Javert perché gli ricordava la
prima volta che era stato spogliato lì proprio da Valjean, e poi da lì era
cominciata la sua nuova vita.
Intanto, mentre
appendevano i giubbotti e le giacche, Javert notò che Valjean si era fatto
silenzioso e distratto, cosa che in lui era segno o di forte disagio o che
stava pianificando qualcosa.
:-Hei… guarda che scherzavo, non ti sarai mica offeso perché
ti ho detto che stai invecchiando?-:
Gli chiese
piano.
Si sorprese
lui stesso di quanto il suo tono suonasse gentile.
:-Eh? Offeso?
No, no… non è questo, è solo che… mi chiedevo… tu sei veramente felice qui con
me?-:
Javert
sollevò un sopracciglio nella sua migliore espressione di sconcerto.
:-Valjean…
ma che cavolo di domande mi fai? Certo che sono felice!-: rispose di getto, poi
a voce più bassa :-Lo sai che la mia vita è cominciata con te, non è vero?-:
Lui sembrò
un po’ rassicurato, ma c’era ancora un’ombra nel suo sguardo, e Javert doveva
scoprire cosa era. Non era una questione di impicciarsi, semmai era la sua
deformazione professionale, la sua mentalità da poliziotto che gli impediva di
lasciare cose non chiarite.
:-C’è
qualcos’altro non è vero? Andiamo, Valjean, dimmi che cos’è-:
Decisamente,
da come Valjean si tormentava i polsini della camicia e spostava il peso da un
piede all’altro, ci doveva essere sotto qualcosa di importante.
:-È che… non
lo so… tu non hai mai pensato… per esempio… di fare l’amore con una donna?-:
Javert
sgranò gli occhi.
Ma che razza
di domande passavano quella sera per quella testa bacata di un 24601?
:-No che non
ci ho mai pensato-:
Rispose.
Non stava
mentendo: un’eventuale relazione con una donna gli interessava più o meno
quanto i campionati di ping-pong in Cina, faceva parte di quelle domande che
mai gli era venuto in mente di porsi.
Ma se
Valjean glielo stava chiedendo un motivo ci doveva essere.
:-Valjean,
per caso hai il dubbio che io potrei preferire una famiglia convenzionale, con
una moglie ed un paio di marmocchi, alla vita che faccio con te?-:
In risposta
Valjean arrossì e cercò di farsi piccolo piccolo,
cosa alquanto improbabile data la sua corporatura.
:-Non lo so…
credevo… pensavo…-:
:-Pensavi un
sacco di fesserie-:
Tagliò corto
Javert.
Ecco qual
era il problema! Valjean aveva paura di averlo in qualche modo incastrato nella
loro relazione.
Non era una
cosa ridicola come aveva pensato Javert all’inizio, era uno di quei problemi
che solo una persona sensibile come Valjean poteva porsi, e Javert non poteva
certo biasimarlo se ogni tanto, discretamente, gli chiedeva conferma di essere
amato, visto quanto le manifestazioni di
affetto da parte sua fossero rare.
In quel
momento si rimproverò per tutte le volte che aveva pensato di dirgli “ti amo” o
anche solo “ti voglio bene” e non lo aveva fatto, allora preferì affrontare la
questione di petto e a testa alta, come faceva sempre quando sentiva su di sé
il peso di una responsabilità.
Si avvicinò
a Valjean e lo guardò negli occhi determinato.
:-Adesso
ascoltami, risolviamo questa cosa una volta per tutte-:
Valjean si
mordeva le labbra, chiaramente nervoso.
In quel
momento la responsabilità di Javert era rassicurare l’uomo che amava.
:-Io ti amo,
hai capito? Ho aspettato tanto per averti per me e non ho nessuna intenzione di
lasciarti, né per una donna, né per un altro uomo, né per un criceto-:
Da dove gli
era uscita quella scemenza del criceto? Pazienza, se serviva a far sorridere
Valjean ne avrebbe dette altre cento, una peggiore dell’altra.
:-E no, non
ho mai pensato di fare l’amore con una donna perché preferisco questo-: Javert
gli posò le mani sul torace. Erano pettorali decisi, non certo il morbido seno
di una donna :-E questo-: gli fece scivolare rapido la mano tra le gambe.
Valjean non poteva non capire, e infatti ebbe una scossa.
:-Ma
soprattutto… una donna… o anche un altro uomo… non saresti tu, ecco-:
Vide Valjean
sgranare gli occhi, occhi che poco dopo erano lucidi di lacrime.
Javert
guardò in alto, metà intenerito e metà esasperato.
:-Avrei
dovuto immaginarmelo. Tu ti commuovi troppo facilmente, 24601-:
Valjean
scosse la testa.
:-No, non
sono io che… andiamo, Javert, non capisci cosa mi hai appena detto? Hai detto
che mi ami tanto da non riuscire neanche a pensare di fare l’amore con qualcun
altro! È … è bellissimo-:
Dal sorriso
lunatico di Valjean e dal fatto che non riusciva a chiudere i rubinetti, Javert
capì che presto la situazione sarebbe degenerata in un romantico melenso ai
limiti del diabete.
No, non
andava bene, se proprio doveva degenerare, meglio che fosse in altri sensi!
:-Hei, hei, vedi di darti un
contegno, se no ti lascio davvero!-:
Valjean rise
tra le lacrime.
:-Te ne vai
con il criceto?-:
E subito
dopo tirò su col naso.
Javert non
resistette più.
:-Oh,
insomma, vieni qui, stupido!-:
E lo placcò
in un abbraccio da spaccare le costole.
:-Non
pensare mai più che sto con te senza volerlo veramente, hai capito? Non
pensarlo neanche per un momento-:
Gli ringhiò
nell’orecchio.
Valjean
annuì con forza, con il viso affondato nel suo collo. Ancora tirava su col naso
ma si stava ricomponendo.
Javert lo
tenne stretto finché non fu sicuro che il momentaccio fosse passato.
Lo sentiva
da come il respiro di Valjean era tornato tranquillo e dalla spontaneità con
cui ricambiava il suo abbraccio. Era tutto a posto.
:-Ti amo-:
Gli sussurrò
piano.
Javert si
rese conto che, a parte la sua cronica ed irrimediabile incapacità ad esprimere
a parole i propri sentimenti, due parole per dire tutto quello che lui provava
per Valjean erano assolutamente insufficienti, e comunque qualunque cosa detta
troppo spesso finiva per diventare scontata e priva di significato, e lui non
voleva che succedesse, non con una cosa tanto preziosa.
Valjean si
mosse un po’ per avvicinarsi ancora di più, poi gli posò un minuscolo bacio
dietro l’orecchio.
:-E quello che
cos’era? Sei sicuro di non volerci mettere un po’ di impegno in più?-:
Lo provocò
Javert.
Finalmente
Valjean rialzò la testa, un timido sorriso che cominciava ad incurvargli gli
angoli della bocca.
:-Posso
metterci ben più che un po’ d’impegno, e tu lo sai-:
Era
assolutamente irresistibile in quel momento che aveva sul viso uno strano misto
di commozione e malizia, ed infatti Javert non resistette.
:-E allora
dimostramelo-:
Fece un paio
di passi indietro, trascinando con sé Valjean, e poi era premuto contro il muro
quasi nello stesso punto in cui era stato pochi mesi prima.
Valjean si
prese un po’ di tempo per riprendere confidenza con un bacio a fior di labbra,
poi si decise a tentare un bacio francese.
Sì, era
bello che Valjean fosse un po’ insicuro, faceva tanta tenerezza, ma quel tipo
di bacio da fidanzatini non era neanche lontanamente abbastanza.
Javert gli
strinse i fianchi e spinse il bacino contro il suo.
:-Sei un po’
migliorato, è vero-: ansimò sulle sue labbra :-Ma adesso baciami come si deve, 24601,
come nessuna donna potrà mai baciarmi… come nessun uomo potrà mai baciarmi-:
Non si curò
minimamente di nascondere il desiderio nella sua voce.
:-È
veramente questo che vuoi?-:
Gli chiese
Valjean, mentre lo scrutava con i suoi intensi occhi scuri.
L’intuito di
Javert gli diceva che non si riferiva solo al bacio, ma a tutta la loro
situazione.
:-Voglio te.
E ora… hmmm!-:
Stava per
chiedere di nuovo di essere baciato, ma Valjean lo aveva battuto sul tempo.
“Finalmente ti sei deciso, 24601!”
Valjean lo
aveva baciato altre volte con passione, ma mai come quella.
Lo stava
baciando con tutto il corpo, con il movimento dei fianchi, con la mano che gli
stringeva la nuca, con il torace che, ogni volta che si dilatava nel respirare,
premeva sul suo.
Aveva la
bocca sigillata da quella di Valjean, calda e vellutata, che si era
impossessata della sua con tutta la virilità di cui era capace.
Javert
sapeva che non era prepotenza né desiderio di sottometterlo, era solo…
entusiasmo. E amore.
Quando si
staccarono lui era senza fiato e gli girava la testa, per non parlare delle
gambe che avevano la stessa solidità di un budino. No, decisamente non avrebbe
permesso a nessun altro che a Valjean di ridurlo in quelle condizioni.
:-Allora…
Ispettore… sei soddisfatto?-:
Anche
Valjean sembrava essere a corto di fiato, cosa che fece sorridere Javert.
:-Direi di
sì… per ora-:
:-Oh, bene…
così, almeno per ora non scapperai
con il criceto-:
Javert gli
tirò uno scappellotto sulla nuca.
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*comunicazione
di servizio* l’Ispettore Javert ci tiene
tanto a non essere accusato di zoofilia, pertanto dichiara pubblicamente che la
stupida trovata a proposito del criceto è da attribuire unicamente alla testa
bacata di Makoto *fine comunicazione*
Cantuccio dell’Autore
Eccomi qua,
sono tornata dopo una bella pausa estiva!
Sono ancora
fissata con la coppia Valjean/Javert, quindi, invece di tenere per me i miei
trip mentali, li ho fissati a perenne memoria in secula seculorum
con Word e ora posso tornare ad infestare questa sezione come la mala erba. Che
bello, eh?
Non ho nulla
di particolare da dire su questo capitolo, né scemate ne cose serie, quindi
facciamo che ringrazio in anticipo chi vorrà leggere, commentare, o qualunque
altra cosa.
Mercy =) *inchino
giapponese*
Ps:
dimenticavo, in ogni capitolo metterò una canzone o fanart
che trovo adatta a questa coppia, questa è la prima: “Io voglio vivere” dei
Nomadi http://www.youtube.com/watch?v=7pISEwfc9Uc
Questa http://www.youtube.com/watch?v=Oc0hvk7QXPQ è una cosa
a parte, che non ho capito neanche io bene cos’è, però è toga XD munitevi di
dizionario inglese e di una tisana rilassante
perché è un rap che (almeno a me) fa saltare i nervi dopo due minuti.