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Autore: Smeralda Elesar    31/08/2013    1 recensioni
Una raccolta di momenti per la coppia Javert/Valjean ambientati dopo la fine dell’altra mia fanfiction “Hold dominion over me” che hanno come tema centrale… i baci! Baci passionali, romantici, teneri o di riconciliazione. Il titolo è direttamente ispirato (leggete pure copiato) dai gelati Algida “5 kisses”.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Javert, Jean Valjean
Note: AU, Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Valvert 5 Kisses

Fandom: Libri > I Miserabili

Personaggi: Jean Valjean, Javert (Monsieur L’Inspecteur)

Avvertimenti: Slash (relazione tra uomini), Modern AU (I personaggi sono al di fuori del loro contesto originale, in questo caso la storia è ambientata dopo l’Annus Domini 2005)

Genere: Slice of life, Vari ed eventuali

Rating: arancione

Presentazione: una raccolta di momenti tra Javert e Valjean ambientati dopo la fine dell’altra mia fanfictionHold dominion over me” (questo è il link per chi avesse voglia di capire come mai questi due sono finiti insieme http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1743777&i=1 )che hanno come tema centrale… i baci! Il titolo è direttamente copiato ispirato dai gelati Algida “5 kisses”.

 

First Kiss

 

 

:-E comunque secondo me la ragazza accanto a te al bancone del bar ti guardava con molto interesse-:

 

Insistette ancora Valjean.

Javert roteò gli occhi esasperato.

 

:-Invece secondo me, Valjean, sei tu che stai invecchiando e vedi cose che non esistono-:

 

Era da mezz’ora, tutto il tragitto dal bar dove avevano passato la serata fino a casa, che  insisteva con quella storia che la ragazza accanto a loro era attratta da lui. A detta di Valjean lei se lo stava mangiando con gli occhi, ma secondo Javert quella era una delle sue strambe esagerazioni… insomma, lui ce l’aveva avuta accanto per ore e non si era accorto assolutamente di nulla! Girò la chiave e finalmente erano a casa.

Nell’appartamento c’era decisamente caldo a confronto con le strade innevate di Parigi, e fu un sollievi liberarsi di sciarpe e giubbotti pesanti.

Spogliarsi nell’ingresso faceva sempre un effetto strano su Javert perché gli ricordava la prima volta che era stato spogliato lì proprio da Valjean, e poi da lì era cominciata la sua nuova vita.

Intanto, mentre appendevano i giubbotti e le giacche, Javert notò che Valjean si era fatto silenzioso e distratto, cosa che in lui era segno o di forte disagio o che stava pianificando qualcosa.

 

:-Hei… guarda che scherzavo, non ti sarai mica offeso perché ti ho detto che stai invecchiando?-:

 

Gli chiese piano.

Si sorprese lui stesso di quanto il suo tono suonasse gentile.

 

:-Eh? Offeso? No, no… non è questo, è solo che… mi chiedevo… tu sei veramente felice qui con me?-:

 

Javert sollevò un sopracciglio nella sua migliore espressione di sconcerto.

 

:-Valjean… ma che cavolo di domande mi fai? Certo che sono felice!-: rispose di getto, poi a voce più bassa :-Lo sai che la mia vita è cominciata con te, non è vero?-:

 

Lui sembrò un po’ rassicurato, ma c’era ancora un’ombra nel suo sguardo, e Javert doveva scoprire cosa era. Non era una questione di impicciarsi, semmai era la sua deformazione professionale, la sua mentalità da poliziotto che gli impediva di lasciare cose non chiarite.

 

:-C’è qualcos’altro non è vero? Andiamo, Valjean, dimmi che cos’è-:

 

Decisamente, da come Valjean si tormentava i polsini della camicia e spostava il peso da un piede all’altro, ci doveva essere sotto qualcosa di importante.

 

:-È che… non lo so… tu non hai mai pensato… per esempio… di fare l’amore con una donna?-:

 

Javert sgranò gli occhi.

Ma che razza di domande passavano quella sera per quella testa bacata di un 24601?

 

:-No che non ci ho mai pensato-:

 

Rispose.

Non stava mentendo: un’eventuale relazione con una donna gli interessava più o meno quanto i campionati di ping-pong in Cina, faceva parte di quelle domande che mai gli era venuto in mente di porsi.

Ma se Valjean glielo stava chiedendo un motivo ci doveva essere.

 

:-Valjean, per caso hai il dubbio che io potrei preferire una famiglia convenzionale, con una moglie ed un paio di marmocchi, alla vita che faccio con te?-:

 

In risposta Valjean arrossì e cercò di farsi piccolo piccolo, cosa alquanto improbabile data la sua corporatura.

 

:-Non lo so… credevo… pensavo…-:

 

:-Pensavi un sacco di fesserie-:

 

Tagliò corto Javert.

Ecco qual era il problema! Valjean aveva paura di averlo in qualche modo incastrato nella loro relazione.

Non era una cosa ridicola come aveva pensato Javert all’inizio, era uno di quei problemi che solo una persona sensibile come Valjean poteva porsi, e Javert non poteva certo biasimarlo se ogni tanto, discretamente, gli chiedeva conferma di essere amato, visto quanto le  manifestazioni di affetto da parte sua fossero rare.

In quel momento si rimproverò per tutte le volte che aveva pensato di dirgli “ti amo” o anche solo “ti voglio bene” e non lo aveva fatto, allora preferì affrontare la questione di petto e a testa alta, come faceva sempre quando sentiva su di sé il peso di una responsabilità.

Si avvicinò a Valjean e lo guardò negli occhi determinato.

 

:-Adesso ascoltami, risolviamo questa cosa una volta per tutte-:

 

Valjean si mordeva le labbra, chiaramente nervoso.

In quel momento la responsabilità di Javert era rassicurare l’uomo che amava.

 

:-Io ti amo, hai capito? Ho aspettato tanto per averti per me e non ho nessuna intenzione di lasciarti, né per una donna, né per un altro uomo, né per un criceto-:

 

Da dove gli era uscita quella scemenza del criceto? Pazienza, se serviva a far sorridere Valjean ne avrebbe dette altre cento, una peggiore dell’altra.

 

:-E no, non ho mai pensato di fare l’amore con una donna perché preferisco questo-: Javert gli posò le mani sul torace. Erano pettorali decisi, non certo il morbido seno di una donna :-E questo-: gli fece scivolare rapido la mano tra le gambe. Valjean non poteva non capire, e infatti ebbe una scossa.

 

:-Ma soprattutto… una donna… o anche un altro uomo… non saresti tu, ecco-:

 

Vide Valjean sgranare gli occhi, occhi che poco dopo erano lucidi di lacrime.

Javert guardò in alto, metà intenerito e metà esasperato.

 

:-Avrei dovuto immaginarmelo. Tu ti commuovi troppo facilmente, 24601-:

 

Valjean scosse la testa.

 

:-No, non sono io che… andiamo, Javert, non capisci cosa mi hai appena detto? Hai detto che mi ami tanto da non riuscire neanche a pensare di fare l’amore con qualcun altro! È … è bellissimo-:

 

Dal sorriso lunatico di Valjean e dal fatto che non riusciva a chiudere i rubinetti, Javert capì che presto la situazione sarebbe degenerata in un romantico melenso ai limiti del diabete.

No, non andava bene, se proprio doveva degenerare, meglio che fosse in altri sensi!

 

:-Hei, hei, vedi di darti un contegno, se no ti lascio davvero!-:

 

Valjean rise tra le lacrime.

 

:-Te ne vai con il criceto?-:

 

E subito dopo tirò su col naso.

Javert non resistette più.

 

:-Oh, insomma, vieni qui, stupido!-:

 

E lo placcò in un abbraccio da spaccare le costole.

 

:-Non pensare mai più che sto con te senza volerlo veramente, hai capito? Non pensarlo neanche per un momento-:

 

Gli ringhiò nell’orecchio.

Valjean annuì con forza, con il viso affondato nel suo collo. Ancora tirava su col naso ma si stava ricomponendo.

Javert lo tenne stretto finché non fu sicuro che il momentaccio fosse passato.

Lo sentiva da come il respiro di Valjean era tornato tranquillo e dalla spontaneità con cui ricambiava il suo abbraccio. Era tutto a posto.

 

:-Ti amo-:

 

Gli sussurrò piano.

Javert si rese conto che, a parte la sua cronica ed irrimediabile incapacità ad esprimere a parole i propri sentimenti, due parole per dire tutto quello che lui provava per Valjean erano assolutamente insufficienti, e comunque qualunque cosa detta troppo spesso finiva per diventare scontata e priva di significato, e lui non voleva che succedesse, non con una cosa tanto preziosa.

Valjean si mosse un po’ per avvicinarsi ancora di più, poi gli posò un minuscolo bacio dietro l’orecchio.

 

:-E quello che cos’era? Sei sicuro di non volerci mettere un po’ di impegno in più?-:

 

Lo provocò Javert.

Finalmente Valjean rialzò la testa, un timido sorriso che cominciava ad incurvargli gli angoli della bocca.

 

:-Posso metterci ben più che un po’ d’impegno, e tu lo sai-:

 

Era assolutamente irresistibile in quel momento che aveva sul viso uno strano misto di commozione e malizia, ed infatti Javert non resistette.

 

:-E allora dimostramelo-:

 

Fece un paio di passi indietro, trascinando con sé  Valjean, e poi era premuto contro il muro quasi nello stesso punto in cui era stato pochi mesi prima.

Valjean si prese un po’ di tempo per riprendere confidenza con un bacio a fior di labbra, poi si decise a tentare un bacio francese.

Sì, era bello che Valjean fosse un po’ insicuro, faceva tanta tenerezza, ma quel tipo di bacio da fidanzatini non era neanche lontanamente abbastanza.

Javert gli strinse i fianchi e spinse il bacino contro il suo.

 

:-Sei un po’ migliorato, è vero-: ansimò sulle sue labbra :-Ma adesso baciami come si deve, 24601, come nessuna donna potrà mai baciarmi… come nessun uomo potrà mai baciarmi-:

 

Non si curò minimamente di nascondere il desiderio nella sua voce.

 

:-È veramente questo che vuoi?-:

 

Gli chiese Valjean, mentre lo scrutava con i suoi intensi occhi scuri.

L’intuito di Javert gli diceva che non si riferiva solo al bacio, ma a tutta la loro situazione.

 

:-Voglio te. E ora… hmmm!-:

 

Stava per chiedere di nuovo di essere baciato, ma Valjean lo aveva battuto sul tempo.

“Finalmente ti sei deciso, 24601!”

Valjean lo aveva baciato altre volte con passione, ma mai come quella.

Lo stava baciando con tutto il corpo, con il movimento dei fianchi, con la mano che gli stringeva la nuca, con il torace che, ogni volta che si dilatava nel respirare, premeva sul suo.

Aveva la bocca sigillata da quella di Valjean, calda e vellutata, che si era impossessata della sua con tutta la virilità di cui era capace.

Javert sapeva che non era prepotenza né desiderio di sottometterlo, era solo… entusiasmo. E amore.

Quando si staccarono lui era senza fiato e gli girava la testa, per non parlare delle gambe che avevano la stessa solidità di un budino. No, decisamente non avrebbe permesso a nessun altro che a Valjean di ridurlo in quelle condizioni.

 

:-Allora… Ispettore… sei soddisfatto?-:

 

Anche Valjean sembrava essere a corto di fiato, cosa che fece sorridere Javert.

 

:-Direi di sì… per ora-:

 

:-Oh, bene… così, almeno per ora non scapperai con il criceto-:

 

Javert gli tirò uno scappellotto sulla nuca.

 

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*comunicazione di servizio* l’Ispettore Javert ci tiene tanto a non essere accusato di zoofilia, pertanto dichiara pubblicamente che la stupida trovata a proposito del criceto è da attribuire unicamente alla testa bacata di Makoto *fine comunicazione*

 

Cantuccio dell’Autore

 

Eccomi qua, sono tornata dopo una bella pausa estiva!

Sono ancora fissata con la coppia Valjean/Javert, quindi, invece di tenere per me i miei trip mentali, li ho fissati a perenne memoria in secula seculorum con Word e ora posso tornare ad infestare questa sezione come la mala erba. Che bello, eh?

Non ho nulla di particolare da dire su questo capitolo, né scemate ne cose serie, quindi facciamo che ringrazio in anticipo chi vorrà leggere, commentare, o qualunque altra cosa.

Mercy =) *inchino giapponese*

 

Ps: dimenticavo, in ogni capitolo metterò una canzone o fanart che trovo adatta a questa coppia, questa è la prima: “Io voglio vivere” dei Nomadi http://www.youtube.com/watch?v=7pISEwfc9Uc

Questa http://www.youtube.com/watch?v=Oc0hvk7QXPQ è una cosa a parte, che non ho capito neanche io bene cos’è, però è toga XD munitevi di dizionario inglese e di una tisana rilassante  perché è un rap che (almeno a me) fa saltare i nervi dopo due minuti.

   
 
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