Oggi sono un po’ in ritardo, ma ecco il capitolo! L’ho finito di corsa per colpa di mio fratello che non lasciava il pc -.-
Inoltre, sabato e domenica non pubblicherò nulla, perché non sarò a casa, e forse nemmeno venerdì, dipende se riesco a scriverlo oggi o meno.
In questo capitolo, qualche scena di coppia. Buona lettura!
Pausa pranzo? No grazie!
Kagome si svegliò di botto,
con un ronzio fastidioso nelle orecchie. Il suo udito ci mise un po’ per
distinguere che quel ronzio era il trillo della sveglia. La spense con un
sonoro ceffone, strofinandosi gli occhi con l’altra mano. Era distrutta, con
solo due ore di sonno alle spalle. Si alzò sbadigliando, e si
infilò di malavoglia sotto la doccia. Nemmeno l’acqua riuscì a
risvegliarla da quel torpore.
Scese a colazione con una
lentezza esagerata, e mangiò tutto a piccoli morsi. Il nonno non c’era. E certo, lui mica doveva alzarsi presto la mattina! Se solo non si fosse messo lì, forse Kagome avrebbe dormito
un po’, come la volta precedente.
Si addormentò in classe,
durante l’ora di inglese e di matematica. Inuyasha la tenne sveglia durante storia e biologia.
Come stabilito, si sedette
accanto a lei alla mensa, e passò tutto il tempo a fulminarsi con lo sguardo
assieme a Koga. Kagome era troppo assonnata per
arrabbiarsi, o per accorgersi che mezza scuola li guardava allibita. Inuyasha e Kagome che pranzavano insieme? Ma che cosa stava succedendo a quei due?
Per i primi giorni, furono al
centro dei pettegolezzi, ovviamente con molta attenzione, perché se Inuyasha sentiva anche un solo accenno alla questione, il
suo sguardo inceneriva immediatamente il colpevole.
Kagome, che il primo giorno
non ci aveva fatto caso, cominciò ad arrossire ogni
volta che Inuyasha le si sedeva accanto.
Andarono avanti così per tre
lunghissime settimane. Sango, dal canto suo, non
smise nemmeno per un momento di assillare Kagome con centinaia di domande,
tranne quando litigava con Miroku (quindi circa una
volta ogni due giorni).
Stavano mangiando, circondati
dalla solita aria di tensione tra Inuyasha e Koga, quando Sango partì
nuovamente all’attacco.
<< Allora Inuyasha, non rubi più il pranzo a Kagome? >> chiese
ironica, mentre la ragazza le lanciava una gomitata. Inuyasha
non reagì, ma Koga sì. Guardò Sango
con gli occhi sbarrati, prima di rivolgersi a Inuyasha con lo sguardo più scuro che Kagome avesse mai
visto.
<< Che
cosa? >> urlò alzandosi in piedi di scatto << rubavi
il pranzo alla mia Kagome? >>
Inuyasha drizzò le orecchie, e scattò in piedi anche lui.
<< E
allora? >> domandò ringhiando. Kagome distingueva le saette che si
scambiavano a vicenda con gli sguardi. Stava per intromettersi, quando Koga saltò addosso ad Inuyasha.
L’hanyou lo schivò prontamente, e lo colpì con un
pugno.
<< Che
state facendo? Smettetela! >> urlò la ragazza, mentre la sala si svuotava,
conscia del pericolo. Sesshomaru si allontanò
lentamente, con uno sguardo che diceva “non voglio saperne nulla”.
Solo Sango,
Miroku e Kagome rimasero nella sala. Lei cercava
disperatamente di fermarli.
<< Inuyasha,
smettila! E tu, Koga, che
cosa stai facendo? >> sbraitò rivolta ai due. Non si era mai trovata a
doverli fermare durante una rissa, aveva sempre evitato che cominciassero. E adesso, come faceva? Sango le
mise una mano su una spalla.
<< Non preoccuparti, ci
pensa Miroku a calmarli. Tu vieni
con me, ti devo parlare >> mormorò, facendo un cenno al ragazzo. Miroku annuì, e si avviò con fare
minaccioso verso i due, che nel frattempo avevano rovesciato tavoli e panche,
spargendo ovunque i resti dei pranzi.
<< Ma
Miroku non può fare niente da solo! >> protestò
Kagome, mentre Sango la portava via.
<< Oh, non ti
preoccupare! E’ bravo a tirar pugni >> rispose
l’altra con tranquillità. Kagome strabuzzò gli occhi.
<< CHE
COSA? >>
<< Suvvia, Kagome! Devo parlarti di cose serie adesso, non di zuffe >>commentò
Sango, fermandosi per il corridoio deserto. Kagome si
costrinse a guardarla, sbuffando.
<< Che
c’è stavolta? >> domandò brusca. Sango alzò gli
occhi al cielo. Cosa le toccava sopportare.
<< Senti Kagome, Inuyasha è un bel ragazzo, d’accordo, però… >>
<< Cosa
vuoi dire? >> la interruppe subito Kagome, preoccupata.
<< …il fatto è che tu
ti comporti in modo strano. Vedi, forse non te ne accorgi,
ma... >>
<< Cosa?
>>
<< E
mi fai parlare? >> sbottò Sango scocciata.
Kagome ammutolì. Mormorò un debole “scusa”, per poi rimanere ad attendere in
silenzio.
<< Allora, tu non ti
comporti con lui… anzi, no. Prima rispondimi, lui ti
piace? >> domandò cambiando idea. L’altra annuì, perplessa.
<< Ti piace molto? >>
<< Che
significa che… >>
<< O
sì, o no >> precisò immediatamente Sango, senza
ammettere repliche. Kagome, suo malgrado, annuì arrossendo.
<< Ecco, non ti
comporti come se ti piacesse. E’ come se tu stessi…
mantenendo le distanze >> commentò l’amica, osservandola preoccupata
<< Inuyasha nemmeno se ne accorge,
ma ti assicuro, sei davvero strana. A tratti, fai la smorfiosa, e lo avvicini. E poi cominci ad ignorarlo! E’ come se tu non volessi
immergerti davvero in questa relazione >>
Kagome la guardò, senza
riuscire ad aprire bocca. Come… come faceva ad accorgersene? E
poi, lo faceva davvero? Non se ne era accorta. Però, considerando il piano, si stava comportando nel modo
giusto. Non doveva venire coinvolta in quella
relazione. Il piano…
<< E poi, secondo me Inuyasha non ci sta provando… >>
continuò Sango, con sicurezza.
<< Ti dico di sì! >>
ribatté Kagome scocciata, fin troppo.
<< …ma
lo stava facendo anche da prima >>
<< Che
cosa? >> chiese la ragazza sconvolta.
<< Siamo sincere,
Kagome! Inuyasha non rubava il pranzo a tutte le
ragazze della scuola. Lo faceva solo con te. E poi, se tu davvero puzzassi, non
pensi che si sarebbe spostato subito, invece di
mettersi sempre seduto vicino a te? >>
Kagome rimase a bocca aperta,
cercando una qualunque frase per controbattere. Quella reazione fece capire a Sango di aver appena illuminato l’amica sulla verità.
Kagome era troppo cieca e arrabbiata per accorgersene. Non che avesse torto,
chi non si sarebbe arrabbiata davanti a un
comportamento simile?
<< Allora? Che ne pensi? >> domandò sorridendo, riprendendo a
camminare verso la mensa. Kagome fissava il pavimento
ammutolita.
<< I… io… >>
cominciò alzando leggermente lo sguardo << …io non… OH CIELO! >>
Sango concentrò lo sguardo sulla sala, e capì perché
l’amica aveva urlato.
La scena era da film. Inuyasha, Koga e Miroku erano al centro della stanza, un po’ ammaccati, ma
in fin dei conti in buone condizioni di salute. La stanza era totalmente
distrutta, tanto che Sango si sorprese che i muri
fossero ancora in piedi. Poi, la mensa aveva tre entrate. Una, era occupata da
lei e Kagome. Un’altra da Ayame, che stava entrando in quel
momento. E l’ultima…
<< CHE
DIAVOLO STÀ SUCCEDENDO QUI? >> sbraitò Kagura
aprendo il ventaglio. I tre ragazzi si immobilizzarono,
e spostarono lo sguardo verso la professoressa. Che,
ovviamente, non era da sola. Con lei c’erano anche la preside, il
professor Byakuya, di educazione
fisica ed economia domestica, e...
<< Kuhuhuhuh
>> ridacchiò Naraku compiaciuto << adesso
si che mi diverto >>
<< Voi sei, venite subito qui >> disse la preside con lo sguardo
scuro.
I ragazzi si misero, loro
malgrado, in fila davanti ai professori.
<< Non vi sospendo solo
perché tre di voi sono all’ultimo anno, e non potrebbero
sostenere gli esami >> precisò la vecchia Kaede
minacciosa << ma non pensate di cavarvela! Il vostro insegnante della
prossima ora deciderà la vostra punizione >>
Koga la fissò colpevole. Era lei la sua professoressa.
<< Io sono convinta che
vi passerà la voglia di distruggere la mensa dopo averla pulita con le vostre
stesse mani >> rifletté fissando Koga. Kagura, voltandosi verso Sango e Miroku, annuì.
<< Giusto. Voi due, a
lavare i piatti >>
<< Preside, lasciò a
lei Ayame. Avrebbe educazione fisica, quindi non posso
controllarla a dovere >> fece notare Byakuya. Koga si voltò di scatto.
<< No, Ayame non ha
fatto nulla! >>
Ayame immaginò di poter
rimanere sola con Koga per un’ora intera. Non ci
pensò una seconda volta.
<< Non è vero, io ho rovesciato i tavoli! >> mentì allegra,
dando una pacca sulla schiena a Koga, talmente forte
che il ragazzo trattenne un gemito di dolore.
Inuyasha e Kagome si lanciarono un’occhiata preoccupata, deglutendo.
Il loro professore, era Naraku.
<< Molto bene. Mi
sembra di capire che non posso sospenderli >> disse il professore ridacchiando << ma sono sicuro che saranno felicissimi
di copiare per me le pratiche scolastiche. Kuhuhuhuh >>
Kagome sospirò. Poteva andare
peggio. Mentre loro si avviavano con Naraku, Kagome si voltò verso Sango,
che stava avviandosi con Miroku verso la cucina.
Doveva riflettere su quanto si erano dette.
Koga e Ayame vennero forniti di
sacchi e spazzoloni, e mentre la ragazza lavava il pavimento, e in alcuni casi
anche i muri, Koga raccoglieva da terra carte, resti
di pranzi e roba varia.
<< Sei una scema,
Ayame! Come ti è venuto in mente di prenderti la colpa? >> brontolò il
lupo, intento a recuperare un fazzoletto sotto uno dei
pochi tavoli ancora in piedi.
<< Ma volevo restare in
punizione con te, sempai >> protestò la ragazza
immergendo lo spazzolone nel secchio d’acqua e sapone << e poi, anche io
sono della tribù dei lupi, è giusto che ti dia una mano >>
Koga alzò gli occhi al cielo, raddrizzando un paio di
panche che si erano storte, probabilmente sotto il peso di Inuyasha, che più di una volta era stato scaraventato via.
<< Uffa, Koga! Non ti piaccio nemmeno un po’? >> chiese
tristemente la ragazza, abbassando gli occhi sul pavimento bagnato << Mi
avevi promesso che mi avresti sposato, e invece adesso… >>
Koga avvampò. Di rado Ayame pronunciava il suo nome, anche
se erano amici d’infanzia. Per lei, chiamarlo sempai
era un modo personale per distinguerlo.
<< Eravamo piccoli! Nemmeno sapevo cosa significava sposarsi >> protestò
allora, leggermente in difficoltà. Ayame si intristì
ancora di più.
<< Uffa! Kagome nemmeno
ti degna di uno sguardo, perché la assilli? E’ evidente che le piace Inuyasha e… >>
<< Non lo dire nemmeno!
>> ringhiò il lupo. Ayame si azzittì, e arrivò sull’orlo del pianto. Koga venne preso dal panico.
<< N… no Ayame! Non piangere su, mi
spiace che ho alzato la voce, davvero >> si scusò, sinceramente
dispiaciuto. Ayame tirò su con il naso, con gli occhi umidi e languidi che
fissavano Koga.
<< Mi prometti una
cosa? >> chiese con voce acuta, cosa che
preoccupò ancora di più il ragazzo.
<< Che
non sia di sposarti o uccidere Kagome >> precisò lui. Non che prendesse troppo sul serio l’ipotesi che le
chiedesse la seconda, ma meglio non rischiare.
<< Se un giorno lascerai perdere Kagome, promettimi che non ti innamorerai
di nessuna che non sia io >>
<< Ma
che razza di… >>
Ayame singhiozzò
pericolosamente, e Koga si affrettò a promettere
solennemente.
<< Ricordati la
promessa, chiaro? >>
Il ragazzo annuì, suo
malgrado. Ayame, sorrise allegra, cominciando a saltellare
per la stanza.
<< Evviva! Ho ancora
speranze, evviva, evviva! >> cominciò ad urlare
euforica. Koga la fissò sconvolto.
<< Mi hai mentito! Non eri affatto depressa o triste! >> ringhiò
arrabbiato, ma Ayame si limitò ad abbracciarlo di slancio.
<< Ormai hai promesso >> precisò facendogli la linguaccia.
<< Staccati! >> urlò lui cercando di allontanarla << Mollami, dobbiamo
finire di pulire! >>
Ayame si limitò a ridere
allegra, prima di rimettere mano allo spazzolone, e Koga
cominciò a rimettere in piedi i tavoli.
Sango sentiva le loro urla e risate dalla cucina,
sospirando.
<< Beati loro che si divertono >> commentò lavando l’ennesima pentola
incrostata.
Miroku era impegnato a sciogliere l’olio di una padella con
l’acqua bollente.
<< Oh bè, Ayame è
carina >> fu il commento di Miroku,
che chissà cosa pensava. Dopo poco venne investito da
una pentola volante, che lo prese dritto sulla fronte.
<< ADESSO ANCHE AYAME? >>
ringhiò Sango minacciosa, per quanto potesse risultarlo completamente ricoperta di bolle di
sapone. Dato che la pentola era piena d’acqua, e che dopo l’urto si era
rovesciata sopra Miroku, il ragazzo era zuppo.
<< Ahi ahi, che dolore >> si lamentò lui alzandosi in piedi
<< nemmeno Inuyasha e Koga
picchiano così forte >>
<< Avrebbero dovuto >>
rispose lei tagliente << Ragazzo degenere che
non sei altro! Sempre a correre dietro alle altre ragazze. Ti manca solo Kagome
adesso, se vuoi venire ucciso da Inuyasha! Perché non ci provi? >>
Miroku la guardò perplesso.
<< Allora è vero che Inuyasha e Kagome stanno insieme >>
<< Non cambiare
discorso >> ringhiò Sango minacciosa,
lanciandogli anche la spugna. Almeno quella era morbida.
<< Sango,
possibile che non capisci? Le altre ragazze si fanno toccare solo perché non
sono fidanzate >> disse Miroku
come se fosse logico.
<< Allora se io mi
facessi toccare, tu smetteresti di inseguirle? Nemmeno morta! >>
<< Ma
no! Io non lo faccio con te proprio perché ti voglio bene! >>
Sango rimase impietrita a confusa. Che
cosa voleva dire? Miroku sospirò, per poi
concentrarsi su di lei, serio.
<< Se fosse solo una
scappatella, non mi importerebbe, ma non lo è. Se io mi comportassi con te come faccio con le altre, quanto
durerebbe la nostra relazione? >>
Sango scosse la testa.
<< Non durerebbe >>
<< Esatto. Ammetto di
essere… >>
<< Un pervertito >>
terminò lei al suo posto.
<< Si
>> confermò lui << ma sai benissimo che c’è solo una ragazza che mi
fa impazzire e mi rende felice. Ed è quella che, davanti a me, riesce ad essere bellissima anche ricoperta di sapone e arrabbiata
come una belva >>
Sango arrossì, e si voltò di scatto, concentrandosi su un’altra
pentola.
<< Sango?
>> chiamò Miroku. La sua voce era più vicina. La
ragazza si accorse che era lì accanto.
<< La spugna >>
fece notare, porgendogliela.
<< Ah >> disse
lei, imbarazzata << grazie >>
<< E
la pentola >> aggiunse Miroku porgendole la
pentola che gli aveva tirato. Lei la prese con fare
colpevole. Almeno finché non sentì la mano di Miroku sul sedere. Utilizzò di nuovo la stessa
pentola.
<< Non posso abbassare
la guardia nemmeno per un attimo >> sbuffò,
rimettendosi a lavare i piatti, mentre il ragazzo cercava di riprendersi dall’ennesimo
colpo.
<< Speriamo bene per
Kagome e Inuyasha >> aggiunse
dopo un po’, ripensando all’amica.
I due non se la passavano
troppo bene. Avevano a malapena il tempo per scambiarsi un paio di occhiate. E, mentre quella di Inuyasha era colpevole, quella di Kagome parlava chiaro. “NON
farlo MAI più!”