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Autore: swiebers    31/08/2013    1 recensioni
Un cadavere. Un mistero da risolvere. Un agente appena rientrato in servizio. Cinque sospettati e il mare aperto. Cosa accomuna tutto ciò? La morte.
Genere: Mistero, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fui accompagnata a casa con la stessa auto pattuglia e la stessa gentilezza da parte dell'agente Carrisi, ma non potei fare a meno di notare un velo di tristezza nei suoi occhi: sotto quella divisa, ne ero certa, si celava un animo fragile che attendeva da tempo una comprensione che non era mai arrivata. Una volta a casa, mia madre mi accolse con un abbraccio: - Com'è andata? - mi chiese. Le raccontai della sala con la scrivania e le sedie, le elencai le domande che mi avevano fatto e le mie risposte, fin quando, soddisfatta, concluse: - Sono fiera di te. Hai saputo mantenere il sangue freddo anche in una situazione delicata come questa, stai tranquilla, non ti accadrà niente -.

Il giorno dopo, stranamente, fu tutto tranquillo. Nessun'auto della polizia, nessuna sirena squillante; solo il muretto dedicato a Giovanna continuava a ricordare a tutti noi cos'era accaduto, come se, costringendo ognuno a guardare quel memoriale, lei stessa volesse tormentare chi le aveva giocato quel tiro mancino. Seppi da Marina che avevano convocato Barbara per interrogarla, ma si era recata in commissariato da sola, - Non voleva dare nell'occhio - mi disse.
- Come sta tua madre?
- Come l'ultima volta che l'hai vista: distrutta.
- E tuo padre?
- Sembra turbato, come se avesse paura di qualcosa.
- Andrà tutto bene, vedrai.

Quel giorno andai a far visita alla famiglia di Giovanna insieme a mia madre, che, in un certo senso, mi ci costrinse. La verità era che non avevo alcuna voglia di assistere a qualche altro melodramma del padre di Giovanna, che sembrava avercela a morte con me ogni volta che mettevo piede in quella casa.

Bussammo alla porta e ci accolse Marina. Ci disse che sua madre stava riposando e che sarebbe stato meglio non svegliarla, perché era la prima volta che si addormentava placidamente dal giorno della tragedia. Ci fece tuttavia sedere in soggiorno e iniziammo a parlare del più e del meno, del vuoto che all'improvviso aveva inondato quella casa e di come l'assenza di Giovanna aveva spezzato l'armonia di quella famiglia.
Fummo interrotte da Armando che irruppe nella stanza e, vedendomi, mi lanciò un'occhiata fulminante. Accettò freddamente le condoglianze che mia madre gli porse per la centesima volta, poi si ritirò nel suo studio. Turbata, pensai di sciacquarmi il viso, così chiesi a Marina dove fosse il bagno.
- In fondo a sinistra, vicino allo studio di papà -.

Feci per entrare, ma notai che Armando mi squadrava dalla sua imponente scrivania. Mi fece cenno di entrare e poi di chiudere la porta.
- La mia presenza ti infastidisce, vero? E' stata mia madre a trascinarmi qui - esordii.
- Non si tratta di questo, lo sai...
- E allora di cosa si tratta? Credi che mi faccia piacere non sentirmi benvenuta da...te?
Riaprii la porta e corsi in bagno, scossa e risollevata da quello sfogo.
Quando tornai in salotto, mia madre se n'era andata. - Ha detto che doveva preparare la cena - mi disse Marina, prima ancora che potessi chiederle dove fosse andata. La salutai e tornai a casa.

La mattina seguente fui svegliata dalle sirene della polizia che si avvicinavano. Mi affacciai alla finestra che dava su casa di Giovanna e notai l'agente Carrisi dirigersi piuttosto in fretta verso l'uscio. Non ascoltai il discorso che ne seguì, in quanto la signora Sara si era barricata in casa e non accettava più di parlare del caso davanti alla cittadina.
Tuttavia, più tardi trovai il coraggio di chiedere all'agente se ci fossero stati nuovi risvolti.
- E' ancora presto per parlare di risoluzione del caso, ma siamo molto vicini dallo scoprire se la ragazza è morta improvvisamente o se qualcuno ha voluto toglierla di mezzo.
- Perché optate per l'omicidio?
- Al momento sembra la soluzione più probabile, è stata ritrovata marmellata di ciliegie nello stomaco, e la madre mi ha confermato che ne era allergica.
- Sapete come ha fatto ad ingerirla?
- No, ma la signora ha assicurato che Giovanna sapeva che in casa c'era un barattolo di quella marmellata dato che piace agli altri membri della famiglia, e che se ne teneva ben alla larga.
- Capisco.
- Tieniti pronta per altre domande, per ora si sospetta di qualcuno di molto vicino alla vittima.
- Certo.
Tornai a casa e mi fiondai a letto. Erano solo le quattro ma sentivo una stanchezza enorme, come se la testa stesse per esplodermi da un momento all'altro.
Quel giorno non toccai cibo e rimasi chiusa in camera nell'apatia più totale: pensavo solo a Giovanna e quali verità avrebbero svelato le indagini, e non potevo fare a meno di preoccuparmi.

  
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