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Autore: Crystal eye    01/09/2013    4 recensioni
Tre anni dopo lo scontro con Ade, i cavalieri sono richiamati a combattere da alcune vecchie conoscenze. All'inizio sembra essere una battaglia come le altre, ma quando in mezzo si mettono l'amore e delle scoperte che lasciano senza fiato, l'unica cosa che possono fare è cercare di non farsi sopraffare. Tra battaglie, amori e nuove parentele, il destino del mondo si posa, come sempre, sulle spalle di cinque ragazzi.... ma saranno davvero da soli?
Dro questa è dedicata a te che mi hai dato la giusta ispirazione per scriverla!!! ti adoro!!!!!
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Andromeda Shun, Cygnus Hyoga, Nuovo Personaggio, Phoenix Ikki, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NOTE DELL’AUTRICE: eccomi qui con l’ottavo capitolo, vogliate scusarmi per il terribile ritardo, ma sono partita improvvisamente e non avevo internet... comunque eccovi il capitolo...

Buona lettura

Bacioni

Crystal

 

 

 

Capitolo 8

 

Le tende lasciate aperte facevano entrare tanto di quel Sole alle 9.00 del mattino da svegliarmi.

Proprio in quel momento, Selenia entrò nella stanza, per avvertirmi che Crystal era arrivato davanti all’hotel dove avrebbero alloggiato le mie amiche.

Mi alzai lentamente, consapevole della ferita al fianco, questa volta, poi iniziai a preoccuparmi di quello che dovevo dire a mio fratello, oltre alla visione, avrebbe, di sicuro, voluto sapere come mai, se sapevo della sua esistenza, non lo avevo mai cercato e come facevo a saper usare quei poteri che gli avevo mostrato salvando il suo amico Phoenix.

Per rilassarmi un po’ e non pensare, accesi lo stereo e partì “Incomplete” dei Backstreet Boys. Mi poggiai per terra, contro il muro con le cuffie nelle orecchie, mentre lasciavo che le parole mi entrassero dentro, cercando di dimenticare per tre minuti quello che avevo da fare entro poco.

Mia nonna mi venne a chiamare, nel momento in cui la canzone aveva riportato a galla ricordi che era meglio restassero nascosti. Subito dopo, “Innocence” di Avril Lavigne ne trascinò fuori altri che avrei solo voluto cancellare del tutto dalla mia memoria, ma che ora, con quei  sentimenti che sembravo provare per l’amico di mio fratello e, se il mio istinto diceva il giusto, fratello del ragazzo dagli occhi verdi.

Scossi la testa, tenendola tra le braccia, tirando le gambe al petto per difendermi dal mondo e i sentimenti.

Mia nonna mi posò una mano sulla spalla, facendomi sussultare, infatti, il mio capo scattò in alto per controllare l’intruso.

La guardai con gli occhi spalancati e pieni di lacrime, che i ricordi avevano spinto fuori a forza.

“Oh, piccola! Va tutto bene! È tutto passato!” disse, abbracciandomi stretta. “Ora devi smetterla di pensarci, non tutti sono come lui... non è detto che accadrà di nuovo qualcosa del genere... devi andare avanti! E, adesso, c’è qualcuno che ti aspetta e non vuole ferirti!” aggiunse, tranquillizzandomi un poco.

Non mi dovevo lasciar abbattere. Dovevo tenere duro ancora per un po’, poi avrei potuto cercare protezione tra le braccia di mio fratello.

Mi alzai, togliendo le cuffie e passando la mano sugli occhi per asciugare le lacrime. Mi vestii velocemente con una mini di jeans e una maglietta blu scuro, legando mentre scendevo in bagno i capelli in una treccia morbida, mi lavai il viso, cancellando le tracce lasciate dalle lacrime, poi andai nella cucina, dove mi aspettavano le due donne.

“È tutto a posto, ora?” mi chiese Selenia, guardandomi intensamente. Io annuii, facendo un bel respiro profondo. Ero pronta ad affrontare le domande di mio fratello!

Mangiai un toast velocemente e uscii, trovandolo seduto sul muretto del piccolo molo davanti all’ Hotel della Luna.

Appena mi vide, scattò in piedi, avvicinandosi.

Vedendolo un po’ indeciso sul da farsi, gli saltai al collo, abbracciandolo per salutarlo, stringendolo forte.

Riconobbi con me stessa che non era molto da me esternare in quel modo i miei sentimenti, ma sentii anche che era la cosa giusta da fare.

“Ciao sorellina.” Mi disse tra i capelli, stringendomi forte come se non volesse lasciarmi più andare via. Respirai profondamente l’odore della sua pelle, chiudendo gli occhi, per imprimerlo bene nella mia mente.

Ci staccammo, dopo qualche istante, e ci dirigemmo verso la spiaggia, andandoci a sedere vicino alla riva.

“Allora, so che probabilmente avrai un sacco di domande da farmi, ma prima devi assolutamente ascoltare una cosa, che forse risponderà a molti quesiti e ne creerà degli altri.” Dissi, ammirando il mare e i gabbiani che lo sorvolavano.

Lui mi guardò, sapevo che mi stava guardando, lo sentivo, avvertivo i suoi occhi perforarmi la pelle, in attesa che continuassi.

“Per prima cosa, io sono una veggente. Posso vedere il futuro, ma anche il passato e il presente, soprattutto di persone che mi sono legate. In questo modo, ho scoperto la tua esistenza. Ti vedevo ogni notte nei miei sogni, da che ho memoria. Poi, tra quelli, avevo anche visioni su guerre e persone che non conoscevo. A 8 anni ho chiesto a mia madre, mia madre adottiva, perchè non avessi i suoi occhi verdi o quelli scuri di mio padre. Quel giorno mi spiegò che non ero figlia loro, ma che mi amavano come se lo fossi. Dopo quella rivelazione, ho cominciato a stare ancora di più con mia nonna, la quale già era a conoscenza dei miei sogni. Quando scoprì che sapevo, chiese a mia madre di potermi portare qualche giorno a casa sua, alla fine rimasi da lei quasi un anno!” spiegai, cercando di essere chiara mentre lui mi ascoltava attentamente. “In quel periodo, ha chiamato una sua amica, perchè mi aiutasse a controllare i miei poteri di Guardiana, manifestatisi in quei giorni. Lei mi ha anche aiutato con le mie visioni e ora posso controllarle, per la maggior parte.” Continuai.

“Tua nonna ha fatto delle ricerche su di me?” chiese, abbastanza sicuro sulla risposta. Io annuii.

“Lei, come ti ho detto, sapeva dei miei sogni. Dopo i primi quattro anni in cui le ho raccontato di un bimbo con i miei stessi occhi, lei ha cercato informazioni e mi ha raccontato tutto circa sette anni fa.” Gli risposi.

“Quando è stata annunciata la guerra galattica?”

“Si, sono venuta ad assistere, mia nonna aveva preso una casa.” Feci ridendo.

“Ma perchè non me lo hai detto allora? Eravamo vicini, potevamo stare insieme...” mi disse a metà tra il confuso e l’arrabbiato.

Aspettavo quella domanda dall’inizio della conversazione e ancora non sapevo esattamente come rispondere.

Aprii la bocca per provare a dir qualcosa, ma la richiusi subito dopo, non essendo molto sicura di cosa dire. Poi...

“Io sentivo che non era il tempo. Non mi avresti creduto o sarei stata fonte di distrazione.” Sul suo viso si formò un’espressione sorpresa, dopo, definitivamente confusa.

“Sai, non so se arrabbiarmi o no su questo, visto che anch’io riconosco che non ero molto maturo, a quel tempo.” Ammise infine, facendomi sorridere.

“In ogni caso, dopo non ti ho più lasciato solo! Ero sempre con te, anche se tu non lo sapevi.” Lo informai, con un piccolo sorriso.

Lui mi sorrise a sua volta.

Parlammo per un po’ del più e del meno, dopo di che, io tornai seria.

“C’è una cosa che ti devo dire!” esordii, lui notando il sguardo serio annuì con la faccia più scura. “Ho fatto un sogno. Un sogno che riguarda l’uomo che abbiamo battuto quando ci siamo incontrati, credo stesse facendo rapporto al suo padrone, ma non ho potuto vederlo...” gli raccontai il sogno e la sua dolorante conclusione e poi gli parlai delle mie amiche, Guardiane anche loro, che stavano arrivando e che avrebbero aiutato nella ricerca degli ultimi due Guardiani.

Ricevetti un’occhiata strana, una volta finito, lui sembrava basito e sconvolto al tempo stesso. Mi scappò un sorriso, pensando a quante emozioni erano passate sul suo viso da quando ci eravamo incontrati, ormai quattro ore prima.

“Senti, hai fame?” chiesi, cambiando improvvisamente discorso. Prima che potesse rispondere, il suo stomaco brontolò, imbarazzandolo. Annuì, guardandomi da sotto la frangia, scompigliandosi i capelli biondi, a testa bassa, per scacciare il rossore che aveva sul viso.

“Allora vieni, mia nonna di solito cucina per un esercito!” gli proposi, alzandomi e cercando di togliere la sabbia dai vestiti.

Lui mi imitò, prima di dirigerci verso casa mia.

“Ciao, nonna! Sono tornata!” salutai, entrando. Lei venne a vedere e vedendo Crystal con me, sorrise.

“Buongiorno, signora, io sono Crystal, il...” si presentò.

“Fratello della mia piccola Kaey!” finì per lui, chiamandomi con il soprannome che mi avevano dato le gemelle quando eravamo piccole.

Mia nonna lo guardò minacciosa per un paio di secondi, poi sorrise e lo abbracciò, dicendo “Ho un altro nipote!” shoccandolo e facendomi ridere.

Dopo di che ci spinse in cucina, dove mangiammo, parlando un po’ di tutto.

Sembravamo una famiglia!

Finchè io non chiesi dove fosse la mia maestra, che rientrò in quel momento, accompagnata da un uomo che, lì per lì, non riconobbi. Mio fratello, invece, sì.

“Sion...” sussurrò con voce semi strozzata, poi osservò meglio Selenia e i suoi occhi si spalancarono ancora di più, “Sirio...” mormorò, con voce a malapena percettibile.

I due si accorsero della presenza mia e di Crystal solo allora, la mia maestra sgranò gli occhi di sorpresa, timore, preoccupazione e... nostalgia? Mentre l’uomo parve rendersi conto solo in quel momento che il cavaliere del Dragone, addestrato dal suo migliore amico, assomigliava davvero alla sua amata.

Si girò verso di lei e di nuovo verso di noi e si sedette.

Lei lo imitò, accomodandosi di fronte a me.

“Sion, Grande Sacerdote... cosa? Come è possibile?” domandò il cavaliere del cigno spaesato, che non sapeva cosa pensare, aveva visto il suo maestro morire, divenire polvere, tra le sue braccia e ora...

I due si guardarono, poi io mi ricordai una cosa che mi aveva detto la mia insegnante.

“L’hanno riportata qui le Guardiane, vero? E con lei tutti gli altri cavalieri d’oro!” dissi, ricevendo solo un assenso in risposta.

“Si può spiegare un pochino meglio? Che vuol dire “riportato qui”?” chiese mio fratello.

“È un potere proprio delle Guardiane, loro possono richiamare un’anima e, se il corpo a cui apparteneva è, in qualche modo, danneggiato, tramite un antico rituale, ricreare anche quello. È un potere quasi divino, che però consuma molte energie.” Spiegò Sion, intromettendosi.

“Esattamente. Le Guardiane conoscono, anche se oramai servirà a poco la loro conoscenza, il nemico che state per affrontare e sanno che ci sarà bisogno di tutto l’aiuto possibile, se vogliamo avere una speranza di vittoria!” aggiunse Selenia.

“Quindi sono ritornati tutti?” domandai, precedendo Crystal.

“Si, sono tutti vivi e stanno bene, ma non li troverai al Grande Tempio, cavaliere, prima le Guardiane vi dovranno spiegare molte cose e io e le quattro nuove Guardiane verremo domani perchè le ragazze imparino come si deve a usare le loro capacità e poteri.” Disse la donna, spezzando l’entusiasmo del biondo.

“Invece, l’altra, piccola questione, Sele?” interruppe Sion, cambiando discorso, “Che significa? Perchè assomigli tanto al cavaliere del Drago?” chiese.

Gli occhi turchesi di lei si spalancarono, mentre cercava una spiegazione, o meglio, un modo per dirlo senza che qualcuno si sentisse male, ma alla fine optò per una frase semplice e diretta.

“È mio figlio!” se non fossimo stati seduti, tutti a parte nonna, saremmo crollati a terra per la sorpresa.

“C-cosa? Tuo... tuo figlio? E... e chi è... chi è il padre?” i informò ancora uno shoccato Grande Sacerdote, non molto sicuro di voler sapere la risposta.

“Tu!” rispose, tranquilla. L’altro la guardò con gli occhi fuori dalle orbite.

“Hai capito bene! Sirio il Dragone è nostro figlio!” ribadì il concetto.

  
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