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Autore: _Giulia__    02/09/2013    10 recensioni
«Anna!»
«Anna, io sono Emiliano!»
Una storia d’amore in grado di toglierti il respiro e che sa farti gioire, piangere, emozionare e sognare allo stesso tempo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anna Martini, Emiliano Lupi
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Mi sembrava un flashback.
Era come se fossi tornata ad alcune settimane prima, dopo il nostro primo bacio.
Quando lui l’indomani non era venuto a prendermi a scuola ed era sparito per qualche giorno senza darmi alcuna spiegazione.
 
La stessa cosa si stava ripetendo.
Messaggi, chiamate.. tutti tentativi inutili.
Ero piena di dubbi, ipotesi e supposizioni.
Perché se ne era andato un’altra volta?
Finalmente avevo chiarito con papà ed ero così entusiasta all’idea di comunicargli che potevamo manifestare il nostro amore in piena libertà, senza temere che qualche mio parente potessi scoprirci.
 
Dopo che papà mi aveva detto che lo avevano dimesso, ero corsa al negozio per fargli una sorpresa.
Ero curiosissima di vedere che reazione avrebbe avuto ed emozionata all’idea di presentarlo alla mia famiglia.
Ma quando arrivai lì, le serrande erano chiuse.
Pensai che magari avesse chiuso su consiglio dei medici, per riposarsi un po’.
Continuavo a chiamarlo ma risultava sempre spento, avevo i nervi a fior di pelle.
Il giorno dopo passai al negozio per vedere se perlomeno aveva cominciato a lavorare, ma trovai solamente Erika.
Quando le chiesi se sapeva che fine aveva fatto Emiliano mi rispose: «Non ne ho idea, mi ha semplicemente detto che starà via per qualche giorno. Non so altro.»
 
E così passarono cinque giorni.
Cinque giorni in cui Emiliano non si era fatto né sentire né vedere.
Cinque giorni di disperazione all’idea che potesse avere avuto una ricaduta e che magari si trovava solo senza poter chiedere aiuto a qualcuno.
Cinque giorni di assoluta tristezza all’idea che si fosse arreso agli eventi e avesse rinunciato al nostro amore.
Cinque giorni di angoscia all’idea che se ne fosse andato per sempre.
Cinque giorni di dispiacere perché lui sapeva quanto io stessi male quando non mi faceva avere sue notizie, eppure lo stava facendo di nuovo, per la seconda volta.
Cinque giorni di amore folle nei confronti di uno stronzo tatuatore a cui non importava niente di me e dei miei sentimenti.
Cinque giorni di rabbia perché nonostante il dolore che provavo a causa sua, lui continuava ad essere costantemente e incondizionatamente il mio pensiero fisso.
Cinque giorni di Me e Te senza un Noi.
 
***************************************
 
Ero a casa di Michela.
C’eravamo conosciuti in un pub qualche anno prima e da lì avevamo cominciato a frequentarci come amici.
Anche se, a dir la verità, definire amicizia il rapporto che ci legava, è una cosa un po’ azzardata.
Diciamo che facevamo parte della stessa comitiva. Un insieme di ragazzi legati da soli tre interessi comuni: alcool, sesso e droga.
 
Io avevo sempre cercato di tenermi lontano da tutte queste cose, o perlomeno di limitarne l’influenza che potevano avere su di me.
Molte volte avevo ceduto e molte volte mi ero fatto coinvolgere.
Ma prima la mia vita era diversa.
Prima ero solo.
Ora c’era Anna.
O forse non più…

Michela era una ragazza con gravi problemi famigliari. Alla sola età di quattordici anni trovò la soluzione a tutti i suoi problemi nell’alcool. Dopo scuola andava a bere, quando usciva con gli amici andava a bere, finiva di cenare e andava ad ubriacarsi. Spendeva tutto quello che aveva tra alcool, sigarette e droga. E non era più lei. Era sempre fuori di testa.
Avevo cercato in tutti i modi di aiutarla, di farle capire che non era sola al mondo, che con il mio sostegno ce l’avrebbe fatta a risollevarsi da tutto quello schifo. Ma non ci riuscii.
Erano passati quasi quattro anni ma lei non era cambiata.
Talvolta si presentava al mio studio e mi chiedeva di berci una birra insieme. Solitamente accettavo almeno per farle compagnia, perché sapevo che comunque, anche senza di me, sarebbe andata a bere da qualche parte, ma perlomeno in quell’ora che eravamo insieme, l’avrei costretta a limitarsi ad una birra e a non andare oltre.
Per un’ora il suo fegato avrebbe avuto pace e i suoi polmoni avrebbero respirato aria “pulita”.
 
L’avevo chiamata quando ero uscito dall’ospedale per chiederle se poteva ospitarmi a casa sua per qualche giorno.
Lei accettò subito, senza farmi troppe domande.
Avevo bisogno di stare da solo, di pensare e di riflettere.
E, la casa di Michela, era il luogo ideale: il giorno era sempre fuori e la sera rientrava tardi. Quindi era come vivere da solo con la differenza che nessuno conosceva quel posto, nessuno sapeva che ero lì.
Ma soprattutto in questo modo Anna non mi avrebbe trovato.
 
Erano successe tante cose negli ultimi tempi e ognuna di queste meritava la giusta attenzione.
E siccome era ormai palese che quando stavo con Anna il cervello andava a farsi fottere e veniva rimpiazzato dal cuore, spensi il cellulare, eliminando così l’ultimo mezzo con cui lei poteva mettersi in contatto con me.
 
Ormai mi ero deciso: avrei lasciato Anna.
Più che una volontà il mio era un obbligo.
L’obbligo di proteggerla da me stesso.
Ma era troppo difficile.
Erano cinque giorni che non la sentivo eppure a me sembravano mesi.
Mi mancava tutto di lei
La sua risata contagiante
Il suo sorriso disarmante
Le sue carezze dolci e confortanti
I suoi abbracci che erano diventati il mio rifugio
Il broncio che metteva su quando la prendevo in giro
I suoi baci che non lasciavano alcun dubbio: avrei rifatto tutto altre mille volte per averla.
Per avere il Mio Scricciolo.
 
Poi però mi ricordai anche del suo sguardo spaventato di quella notte.
Delle lacrime sul suo viso
Del suo respiro affannato
Dei suoi occhi disperati che non vedevano una via d’uscita
Delle sue mani tremanti.
 
Mi ricordai del discorso di suo padre.
In fondo aveva ragione lui: per Anna ero solo un pericolo e dovevo starle lontano.
 
E poi del messaggio che mi aveva inviato al quale non ero riuscito a dare una risposta.
Che cosa avrei dovuto scriverle?
“Ciao scricciolo! Ti amo ma sono costretto a lasciarti. Spero un giorno capirai…”
oppure
 “Perdonami per tutto il male che ti ho procurato, spero con questa mia scelta di ridarti la possibilità di vivere una vita allegra e spensierata insieme a una famiglia che ti vuole bene.”
o ancora
“Questo è il mio destino, sapevo che prima o poi le cose avrebbero preso il verso sbagliato. Mi dispiace di averti coinvolto, mi dispiace di non essere riuscito a tenere a freno i miei sentimenti. Se quel giorno non mi fossi lasciato andare forse ora tu non soffriresti così tanto. E mi maledico ogni giorno per averti permesso di entrare nella mia vita di merda. Ti prego perdonami.”
 
Neanche per sogno.
Non c’era messaggio che potesse davvero descrivere tutto quello che provavo.
E per ora l’unica cosa possibile da fare era prendere tempo e sperare che questo potesse risolvere la situazione.
Si dice che il tempo curi le ferite del cuore.
Tanto vale provare, anche se sapevo che con lei non sarebbe accaduto mai.
 
“La vita può allontanarci, l’amore poi continuerà…”





Ciao Ragazze!!
Mi scuso se ho aggiornato così tardi ma ultimamente ho tantissime cose da fare e altrettanti pensieri per la testa e non ero nelle condizioni giuste per scrivere un capitolo che mi convincesse..
Vi dico già da adesso che d'ora in poi non so quando metterò i capitoli. Non ho intenzione di smettere di scrivere, assolutamente. Ho già in testa la storia e mi manca solo il tempo e l'ispirazione per metterla nero su bianco. Ma tra poco inizia la scuola e oltretutto, per me, si tratta anche di una scuola nuova.. quindi potete immaginarvi le paranoie e le paure che mi tormentano in questi giorni. Dunque non so quando riuscirò a scrivere ma state sicuri che prima o poi arriverò anche io! ahah
Ve lo dico perchè a voi e a questa storia ci tengo e quindi non mi pare rispettoso nei vostri confronti sparire così, da un momento all'altro, senza dare alcuna spiegazione. (mica io sono Emiliano! ahahhahaha)
Dopo questa premessa passiamo al capitolo! :D
Che dire? Emiliano è tormentanto dai sensi di colpa e deciso a lasciare Anna perchè è convinto di essere solo un pericolo per lei.. forse cambierebbe idea se sapesse che Lele approva la loro storia, ma Anna non riesce a mettersi in contatto con lui... dunque: cosa accadrà? eheh continuate a seguirmi e lo scoprirete! :P
La frase finale è tratta dal testo di una canzone di Arisa che si intitola "La notte".
Mi raccomando recensite e fatemi sapere cosa ne pensate: critiche o complimenti, sono pronta a tutto!
Un bacione e a presto (si spera!),
_Giulia__

 
  
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