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Autore: HuGmyShadoW    08/03/2008    8 recensioni
Camilla è una ragazza assolutamente normale: normali capelli castani, normali occhi marroni, normale famiglia, vita normale... ma con una grande e talentuosa passione per le fan fiction, che le farà realizzare il suo più grande sogno per mezzo di un fortuito concorso: incontrare i Tokio Hotel! Ovviamente, al "fatidico giorno", nonostante l'emozione, Bill con lei si dimostrerà smagliante, Georg sempre in vena di battute, Gustav gentile come al solito, e Tom... be', Tom forse non sarà come Milla se l'era immaginato... Perchè in fondo, niente è mai ciò che sembra...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*1*

**Improvvisamente, qualcosa arrestò la sua disperata corsa.
La ragazza si voltò di scatto facendo roteare con un morbido movimento di frusta quei suoi lunghi capelli biondi.
Con il fiatone, tutto sudato e dai capelli scompigliati dal vento, ma proprio per questo, forse, bello e impossibile come mai era stato, Bill la tratteneva con decisione per un braccio.
Non servivano parole, tranne un flebile ‘Scusa…’ scivolato quasi per caso da quelle labbra gonfie e seducenti. Oltre a questo, bastò uno sguardo fra i due perché tutto fosse chiarito.
Tutti quei dubbi, tutte quelle angosce, tutti quegli assurdi sospetti… In un attimo svanirono, portati lontano e subito dimenticati grazie a un provvidenziale alito di vento che sapeva di viole e vaniglia. Il suo profumo…
Il tempo e il mondo si erano fermati oltre quel tramonto rosso e arancione che dipingeva con caldi pennelli ogni cosa su cui si posavano i suoi delicati raggi color pesca. Tutto questo solo per loro. Solo per loro due…
Lei, purificata ora dalle lacrime e dai sospetti che avevano sfigurato il bel viso color avorio, si fece avanti, un po’ timorosa. Lui le prese le mani e se le avvicinò al viso per baciarle dolcemente. E non era a causa del sole, stavolta, se il viso di lei aveva preso una tenera sfumatura scarlatta!
I loro visi e i loro occhi fremevano, troppo desiderosi dell’altro per solo provare a rimanere immobili. In un’esplosione di scintille e lampi colorati, infine, i loro sguardi si fissarono con un’intensità quasi dolorosa l’uno nell’altro: ghiaccio e fuoco. Azzurro e nocciola.
Mentre la distanza tra di loro si annullava a zero, le loro labbra finalmente si schiusero, tremanti e ardenti di desiderio, pronte a **

-Naaaa, troppo sdolcinata!-.
Un dito dall’unghia mezza smangiucchiata calò con forza e brutalità su quel piccolo ed indifeso bottone della tastiera. Immediatamente, come per magia, quelle ordinate file di parole, simili a brulicanti formichine, vennero risucchiate dal bianco della carta di quel foglio digitale, che soddisfatto, sembrò rilucere di felicità.
Camilla si portò una mano alla bocca, e nascondendo le dita nell’incavo del palmo per non sfogare il suo nervoso su di esse, sbuffò di impazienza, concentrandosi completamente sullo schermo del suo nuovissimo PC portatile della Apple. Le era stato regalato per il suo compleanno da una nonna fin troppo affettuosa. A lei, di certo, non era dispiaciuto!
Allontanò quegli inutili pensieri, e aspettò con gli occhi serrati e il corpo teso l’ispirazione, ma... Dopo cinque minuti abbondanti non si era ancora fatta vedere, il che non era un buon segno. Camilla sbatté con un mugolio di disappunto il pugno sulla scrivania: se non le fosse venuta qualche buona idea nei prossimi due secondi sarebbe ammattita!

All’improvviso, come colpita da un mattone lanciatole sulla schiena, sussultò sulla sedia, il suo sguardo si accese e mentre il suo viso si apriva ad un sorriso, le sue agili dita cominciarono a volare sulla tastiera, schiacciando ora qui, ora lì, apparentemente a caso.
Soddisfatta, rilesse il tutto con attenzione, ma per la seconda volta storse il naso e quelle romantiche frasi fecero la fine delle precedenti.
“No, così non va, non va proprio! Uff... Dai bella, puoi farcela! Non è difficile, ricordi quante volte l’hai fatto? Devi solo mettere in moto quel cervellino geniale che ti ritrovi, svegliare Ubaldino... Sì, lo sai che è il tuo unico amico neurone!, e provare a comporre quattro frasi di senso compiuto! Che rabbia, e dire che mi manca così poco! No, no, non lasciarti abbattere! Forza e coraggio!”, pensava con decisione.
Speranzosa, levò entrambe le mani e le tenne sospese sopra la tastiera, come delle insolite ghigliottine, indecisa su quale sarebbe stata la sua prossima vittima di plastica.
Aspettò fiduciosa, sicura di star per avere un’idea geniale, spettacolare, mozzafiato, che avrebbe sicuramente colpito e affascinato le utenti del suo forum, le bastava concentrarsi solo un altro pochino…

Un minuto dopo, Camilla fissava con un’aria imbambolata e la classica bava alla bocca il cielo limpido e pulito intrappolato fuori dalla sua finestra.
“Com’è chiaro... E quelle nuvolette, che carine!”. Sorrise, inebetita. Oggi, la sua forza di volontà era pari ai brutti voti sulla sua pagella: zero. “Ma aspetta, stanno assumendo una qualche forma... Cos’è? ... Sì, ecco un orologio a pendolo... O forse una clessidra...”. Inclinò la testa di lato, accigliandosi. “Orologio... orologio... Mi ricorda qualc...”.
I suoi occhi si dilatarono improvvisamente dietro gli occhiali di Dolce&Gabbana per poi correre alla radiosveglia a forma di orsetto sul comodino.
-Oh santa paletta dal manico arrugginito!!!-. strillò alzandosi in piedi come una furia. Chiuse frettolosamente il suo PC e uscì caracollando fuori dalla stanza.
Da quel momento, iniziò un pazzo andirivieni di stanza in stanza, recuperando ora un paio di calzini, ora il gatto, finitole chissà come fra i piedi mentre si allungava a recuperare il portafogli da uno scaffale.
-Poutpourri!-, sibilò al micio bianco e marrone scaricandolo poco gentilmente sul letto. Quello la fissò con rimprovero socchiudendo gli occhi gialli e agitando minacciosamente l’estremità della coda piumosa color caffelatte.
-Oh, non guardarmi così!-, lo rimbrottò la ragazza estraendo da sotto il letto un paio di scarpe da ginnastica leggermente impolverate. –Sai che ho fretta, e tu non dovresti cercare di farmi cadere dalle scale ogni volta che mi vedi! Specialmente ora!-.
Detto questo, girò i tacchi e corse a prepararsi.

Nella seguente mezz’ora, accaddero in successione le seguenti cose:
> Si ficcò lo spazzolino in un occhio schizzando di dentifricio tutto lo specchio.
> Rischiò di rompersi una gamba a causa di una piega del tappeto dall’animo omicida.
> S’infilò per due volte consecutive la maglia al contrario.
> Rischiò di investire il gatto, gli pestò la coda e quello rispose con una zampata sul polpaccio.
> Cercando la cassetta del pronto soccorso rovesciò nella vasca tutti i Cotton-fiocc e si ritrovò ad imprecare anche in aramaico per dei buoni minuti.
> Finalmente pronta e truccata (non senza qualche incidente) uscì di casa, ma dimenticò la borsa, e quando fece per tornare trovò la porta chiusa. Ovviamente, non aveva le chiavi.
> Dopo numeri da circo degni di una scimmia del Burundi, recuperò tutto l’armamentario (anche le chiavi, stavolta), ma tentando di inoltrarsi nel mondo esterno per la seconda volta si accorse di avere le scarpe di due colori diversi.

Insomma, tutto filò liscio e senza contrattempi.

Controllando ogni particolare per l’ennesima volta, infine, chiuse con una buona mandata il portone della sua villetta, e lanciandosi alle spalle i corti e morbidi capelli castani respirò profondamente, pronta alla sua più grande avventura.
Schermandosi gli occhi nocciola con una mano bianca e ingioiellata da tintinnanti braccialetti, iniziò a marciare verso una lussuosa limousine nera che l’aspettava, complice, dall’altra parte della sua nuova vita.

***

Salve a tutti! Grazie per aver letto! Se ora voleste lasciarmi qualche recensioncina, mi fareste moooolto felice (:P), e inoltre mi aiutereste a capire se andare avanti e come regolarmi! Danke in anticipo! ^^




   
 
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