La serata era andata come sempre, i soliti clienti, i soliti soldi, nulla di diverso dal solito, solo lei che invece di avviarsi verso la sua stanza quella notte era rimasta nel salotto a conversare con i clienti e i suoi ragazzi, senza mai smettere di guardarsi intorno.
Uno dei suoi ragazzi era colpevole eppure non riusciva ancora a decidersi. Poteva sempre punire uno di loro a caso ma non le sarebbe servito, e soprattutto dopo averlo cacciato avrebbe avuto comunque delle grane con i clienti che lo preferivano. No si disse mentre rientrava pronta per andare a letto, doveva colpire a colpo sicuro, come i tiratori scelti, un colpo solo, che doveva però essere quello giusto.
Era sicura che si trattasse di uno degli esterni, doveva solo decidere quale. Qualcuno desideroso di avere abbastanza soldi per potersi rendere indipendente, e siccome lei sapeva di quel desiderio pretendeva che gli esterni le dovessero più soldi, o che voleva cambiare padrone, la detestavano perché era donna, la temevano perché era lei a comandare ma sotto sotto lei li conosceva, erano loro a desiderare il suo imperio. Non sapevano quel che volevano, come Liam che come lei ben sapeva aveva i soldi per andarsene eppure non lo faceva, un po’ per i bambini e un po’ perché era così semplice delegare a un altro gran parte delle incombenze.
Si chiese chi fosse, fin dall’inizio si era indirizzata verso Freddie ma non vi aveva realmente creduto, il ragazzo inoltre era diacono e una denuncia per furto lo avrebbe rovinato, no, non poteva trattarsi di lui, a meno che non fosse così stupido da credere di farla franca e non gli sembrava quel tipo di ragazzo, e dopo cinque anni lo conosceva bene.
Clarence forse? Clarence era stato valletto in diverse famiglie ma non era riuscita a scoprire nient’altro, poteva essere lui ma perché farlo quando lei dava ai suoi ragazzi tutto quello di cui avevano bisogno? La loro indipendenza in cambio del soddisfacimento dei loro bisogni era uno scambio a suo parere favorevole, era quello di ogni donna ben maritata.
E in proposito a quello, aveva fatto intendere a William che l’avrebbe sposato, prima o poi, più poi che prima a suo papere, ora doveva parlare con sua madre, era lei quella che comandava, non il suo ragazzo adorabile, doveva convincere lady Mary che avrebbe sposato suo figlio, ma che non c’era fretta e soprattutto doveva tacergli l’esistenza di Harriet, meglio farle intendere che la bambina era nata dopo il matrimonio, o durante la loro luna di miele, quella era un’idea fantastica. E ci voleva poco, realmente poco: sarebbe bastato cambiare una data sul certificato di nascita di sua figlia se mai lady Mary avesse insistito nel volerlo visionare.
Il problema non era William, era lady Mary e sapeva bene che era quello il vero ostacolo. Poteva sempre farle credere che Harriet fosse una sua protetta, affidatela da chissà chi, così le sarebbe apparsa come una dama rispettabile, e ovviamente avrebbe fatto in modo che si vedessero il meno possibile e in quello Gwen le sarebbe stata d’aiuto.
Quella si che era un’ottima idea si disse prima di addormentarsi, un ottima idea era quello di cui aveva bisogno per conciliarsi il sogno.