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Autore: Clara_Oswin    04/09/2013    1 recensioni
Dal capitolo 1
“Di quel che successe dopo, ricordavo molto poco… dopo aver svelato ad Eric la mia vera identità non è cambiato nulla. Ha deciso di sposare ugualmente lei . Mi tuffai in mare e ritornai dalla mia famiglia, le mie sorelle, mio padre, Sebastian Flounder… Rimasi nella mia stanza a piangere credo per settimane. Ma poi capii che anche nel profondo del mare, arriva un raggio di sole..”
Se le cose non fossero andate come noi sappiamo, ma in maniera diversa? se Eric avesse scelto Vanessa e non Ariel? Cosa potrebbe succedere?
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ariel, Eric, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I giorni passavano, Ariel e Arren si vedevano spesso e a volte assieme a Flounder e Sebastian facevano piccole gite. Ariel sembrava più spensierata, stava ritornando la ragazza allegra e serena di prima. Tra lei e Arren si era instaurato un bel rapporto di amicizia, e tutti e quattro formavano un bel gruppetto.
Quel pomeriggio Ariel si trovava in biblioteca con Sebastian “lezioni si recupero speciali” le chiamava Sebastian, consistevano in una specie di ripasso generale, per non dimenticare la storia. Ariel sfogliava il libro molto annoiata, era arrivata al capitolo che riguardava la battaglia tra il popolo del mare e i predoni dell’oceano. –“questa si che è una parte interessante” – disse risollevando un po’ la sua soglia di attenzione
–“… la battaglia durò a lungo, il popolo del mare soffriva la fame a causa della guerra, i predoni del mare bloccavano tutti i rifornimenti per Atlantica. Fu così che il re decise di preparare una strategia segreta assieme al capo dell’esercito, suo fidato alleato. Grazie al coraggio di quest’ultimo nell’attuare la pericolosa missione, con soli 400 tritoni riuscì a sconfiggere i ben 3000 tritoni capeggiati dal capo predone Gers, facendoli cadere nella trappola della fossa delle meduse. Il re quindi conferì una delle cariche più alte al suo fidato capo dell’esercito, nominandolo Ser Arren Versiv ,salvatore del popolo del mare.” -  
“questo capo dell’esercito porta lo stesso nome di Arren! Che coincidenza! Chissà se c’è anche qualche foto” – “Ariel non è necessario fare questa parte…” – disse Sebastian. Ariel sfogliò le pagine in cerca di qualche foto antica, e vide la foto dei generali tutti riuniti. – “Ser Arren dev’essere questo per forza! Assomiglia tantissimo a … a… ma aspetta un attimo…” – “Ariel credo che per oggi possa bastare così” – le disse Sebastian tentandole di togliere il libro. – “ perché non me l’ha detto! Perché Arren non mi ha detto che era il nipote di Ser Versiv!?” – rivolse uno sguardo a Sebastian prima di capire che anche lui sapeva –“tu! Tu lo sapevi e non mi hai detto nulla!?” – Ariel s’infuriò – “lo sapevo perché avevo riconosciuto la discendenza del nome e poi, la foto…” – Ariel si alzò di scatto – “Ariel… cosa c’è di male?” – cercò di calmarla Sebastian. Lei non parlò, uscì di fretta e furia dal palazzo e andò nella grotta. “non me l’ha detto! Non me l’ha detto!” continuava a ripetersi. Entrò nella grotta e si chiuse dentro. Poco dopo Arren passò come suo solito al castello, trovò Sebastian che stava riordinando i libri in biblioteca –“ Ciao Sebastian, Ariel?”-“ lascia stare guarda… oggi non è il caso che vi vediate, senti a me…” –“perché cosa è successo?” – guardò il libro ancora aperto sul tavolo e capì tutto – “ è meglio che le parli” – “sarà intrattabile” – l’avvertì Sebastian – “Allora augurami buona fortuna” – Arren se ne andò, deciso a tutti i costi a parlare con lei, per spiegarle. Dopo qualche giro decise di andare a vedere se era andata alla grotta. – “Ariel sei qui?” – e fece per spostare la pietra – “Vattene via!”- il masso non si spostava, l’aveva incastrato sicuramente per far si che non entrasse. – “Ariel, parliamone… fammi entrare” – disse lui in tono gentile e quasi supplichevole – “no!” – disse lei decisa – “ ma non vuoi sapere perché l’ho fatto? Non t’importa niente?” – “ avresti dovuto dirmelo!” –“non era possibile…” – rispose lui a tono più basso. Si rassegnò a continuare la conversazione da fuori e si appoggiò alla scoglio. – “Tu hai saputo fin dall’inizio chi io fossi, mentre io non ho mai saputo di te! Tuo nonno ha salvato Atlantica, è stato nominato “Ser”, una delle cariche più prestigiose. Avresti dovuto presentarti!” – disse lei sempre più seccata e delusa – “ Ariel, le regole di corte impongono che quando ci si presenta ad un membro della famiglia reale, si venga presentati in via ufficiale a tutta la corte. Noi due ci siamo conosciuti casualmente in via non ufficiale…ti prego aprimi…” – disse sempre più rassegnato e intristito. Si sentì qualche rumore e poi si aprì il passaggio. Arren entrò piano, lei era li, seduta su di una sporgenza nella parte alta. – “Ariel”- si avvicinò lui nuotando lentamente. – “è davvero importante per te?” – cercò il suo sguardo e lei alla fine lo ricambiò guardandolo dritto negli occhi. – “no, ma avresti dovuto dirmelo. Mi sento ferita e tradita perché tutti lo sapevano tranne me! Ti reputavo mio amico, ho condiviso tutto con te. Mi fidavo e mi hai delusa. Magari non è una cosa importante ma volevo che me lo dicessi, che mi rendessi partecipe della tua vita” – si alzò e nuotò verso la fessura in alto – “ io di te non so nulla, tu sai tutto di me… sono un libro che conosci bene.” – si voltò a guardarlo – “ ma tu, per me, chi sei?” – era agitata e leggermente sconvolta – “Ariel… chiedimi tutto quello che vuoi, tutto quello che vuoi sapere da me… anche per me è una cosa nuova avere…” – si fermò. Se Ariel non fosse stata importante per lui a quest’ora se ne sarebbe già andato via – “ allora dimmi, dimmi qual è il tuo scopo… cosa ci fai qui , tu.” – Arren non poteva risponderle. Lui si trovava li per lei, se ne era innamorato e giorno dopo giorno cercava di capire se per lei poteva nascere qualcosa, ma sapeva che era ancora troppo presto –“io sono qui… per … per… davvero lo vuoi sapere? Anche se potrebbe rovinare la nostra amicizia?” – Ariel tacque, lo guardò come se potesse bastare come risposta. Si sentiva ferita, eppure per lei era solo un amico, e allora perché le importava tanto di lui? Perché erano amici, si era questa la risposta ma forse, c’era dell’altro. Non rispose, trascorsero alcuni minuti in silenzio , guardandosi. Ad un tratto prepotentemente ricordò quella sera.

Eric, sono io! Sono io la sirena che ti ha salvato la vita”.- Mi avvicinai a lui, mi guardava in maniera strana; dietro di se proteggeva la strega del mare come se fossi io il mostro. “ allora tu puoi parlare!”- continuava a guardarmi in maniera strana. Sguainò la spada contro di me, mi spaventai e indietreggiai – “sei una specie di mostro che porta infondo al mare i marinai?” – si avvicinò  ancora con la spada – “ stai indietro vanessa” – la sta proteggendo, dovrei essere io al suo posto. Piango, bagno il mio visto. Mi stanno guardando tutti i commensali, è come se le sue parole mi ferissero di più della spada – “ Eric, amore mio, sono io! Non sono un mostro, è lei la strega!” – tento di spiegargli indicandogli la strega del mare. – “sei una povera sciocca!”- diceva Vanessa – “ credevi davvero che fra me e te…?” – sul volto di Eric comparve una smorfia di disgusto – “ma tu… tu… cercavi la ragazza che ti aveva salvato la vita, e sono io quella ragazza.” – “ non ricordo molto, ma non basta salvare la vita di qualcuno per innamorarsene… e io NON TI AMO” – “lasciala andare Eric… lasciala ritornare nel mondo degli inferi la sotto, oggi è il giorno del tuo matrimonio dovresti festeggiare” – gli disse Grimsby – “ per oggi, ti lascio andare… ma sappi” – mi puntò la spada alla gola. Piangevo, piangevo a dirotto, il mio cuore si era spezzato in due, aveva scelto lei, e stava per uccidere me. Un ultimo barlume di lucidità mi disse che avevo ancora una scelta. Non gli permisi di puntarmi la spada alla gola, cercai di farlo avvicinare il più possibile; dopodiché mi tuffai in mare.”

Ariel si mise le mani fra i capelli e iniziò a singhiozzare. Mise le mani sul volto per non farsi vedere in quello stato da lui. Arren si avvicinò a lei e per la prima volta da quando si conoscevano trovò il coraggio di avvolgerla in un abbraccio. L’avvolse con le sue braccia e le accarezzo in maniera rassicurante i capelli, lei si lasciò trasportare e “pianse” sulla sua spalla. Arren sapeva bene che quando si trovava l’amore eterno e si veniva feriti, si trascorreva un brutto periodo ma le voleva stare accanto ugualmente. Senza accorgersene la strinse di più e sentì il profumo dei suoi capelli entrargli nell’anima. – “va tutto bene…”- le disse rassicurandola – “ci sono io con te” – poco alla volta iniziò a calmarsi – “scusa … scusa, scusa” – iniziò a dire lei. Appoggiò la sua testa sul suo petto – “brutti ricordi?” – le chiese lui. Lei si  limitò ad annuire. – “io sto piangendo, piango per lui, lui che non sa che sarei potuta morire per lui, avrei fatto di tutto per farmi amare… non sono mai stata in un posto talmente freddo come il suo cuore, stavo con lui e mi bastava, pensavo che prima o poi avrebbe capito.  Ho rinunciato a stare nel mare, cambiare vita per stare accanto a lui, imparare le sue abitudini, pensavo bastasse invece sono rimasta ferita”- “starai bene… passerà, anche se adesso ti sembra di morire ogni giorno, ti sveglierai un giorno e ti accorgerai che non t’importerà più nulla di lui.” – “Ariel, se tu mi vorrai… io voglio stare con te per l’eternità…”- cominciò lui –“ Ariel, il motivo per cui io sono qui è perché mi sono innamorato di te.” – Ariel alzò il suo viso per incontrare gli occhi verdi di lui – “Io ti amo” – disse senza esitazioni Arren. Ariel lo guardò, era confusa, quel sorriso quegli occhi gentili allora erano da sempre solo per lei. E lei cosa provava per lui? Si conoscevano da tre settimane, non era molto ma il tempo era relativo, si era innamorata subito di Eric. – “ io… io sono confusa… ti reputavo un amico, quando non ci sei la sento la tua mancanza, ma non so se questo può essere definito amore…” – s’imbarazzò molto – “capisco …” – Arren s’intristì e affievolì il suo abbraccio, dopo solo qualche settimana cosa pretendeva – “vorrei del tempo per pensarci un po’ su” – cercò il suo sguardo – “si”- “vorrei che continuassimo a vederci,” – uscì dal suo abbraccio ma intrecciò la mano con la sua, Arren apprezzò il suo gesto e le sorrise – “si, c’è un'altra cosa che devi sapere… io in realtà vivo a palazzo con te” – Ariel annuì – “ sarà più facile vedersi allora” . –  fecero la strada del ritorno insieme, erano ambedue abbastanza imbarazzati, si salutarono consapevoli che quel giorno tutto era cambiato. Ariel rientrò nelle sue stanze e rimase tutta la sera a pensare, intonò una melodia lenta e dolce.
L’indomani non avrebbe voluto vedere Arren.
 

Passarono tre giorni, Arren non la cercò, e Ariel non cercò lui . Non si vedevano da quel giorno in cui lui si era dichiarato. Ariel aveva passato il tempo a riflettere; si accorse in questi tre giorni che le mancava la presenza di Arren a cui si era abituata, e pensava che quello non era amore, le mancava solo il suo amico. Ma ormai l’aveva perso per sempre… si era creata una situazione imbarazzante e anche se avesse fatto finta di niente, ci sarebbe stato sempre  quell’imbarazzo velato. Poi iniziò a pensare a lui in modo diverso, avvenne all’improvviso, si rese conto che lui teneva molto a lei, era gentile protettivo e cosa più importante di tutte le voleva bene. Non avrebbe mai fatto niente per ferirla. Conosceva bene il significato di amore eterno, e lui l’aveva dichiarato a lei. Era la forma più alta e pura dell’amore. Fu così in quel giorno ventoso prese la sua decisione.
  
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