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Autore: _welcometomylife_    04/09/2013    14 recensioni
«Dimmi che mi sbaglio, per favore» di nuovo lui. Perché continuava a seguirmi? Tirai giù velocemente le maniche della maglia e mi asciugai le lacrime.
«Di cosa parli?» dissi facendo finta di niente .
Si avvicinò a me e si sedette al mio fianco, alzò di poco la manica del mio cardigan e sfiorò il braccio lentamente.
«È stato lui? Lui ti ha fatto questo? Perché?» mi disse con voce fievole.
«Niall, non è niente… Sono caduta e-»
«Si vai a raccontarlo a qualcun altro, Nicole. Ti conosco, so quando menti! Ma perché lo proteggi? Ti fa solo del male» disse urlandomi contro.
«Ma tu cosa ne sai della mia vita? Torni dopo 11 anni e pretendi che tutto si ok, che non sia cambiato niente. Niall tu non sai più niente di me».
Questa è la mia nuova FF.. spero di avervi incuriosito..
Genere: Dark, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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I was just trying to be alright.
 
                                                                                                                             Ad Alle, Giorgia e Corinne.
Perchè senza i loro incoraggiamenti non sarei mai riuscita ad andare avanti.  
Grazie ragazze, siete le migliori ♥
 
Uno, due, tre, Quattro…. Contavo i ticchettii dell’orologio. Cinque, sei, sette, otto… Non riuscivo a dormire. Nove, dieci, undici, dodici… Mi alzai dal letto e scesi nella cucina della mia ‘nuova casa’, aprii il frigo e presi un succo. Ricominciai daccapo. Uno, due, tre… Una figura alta apparve sullo stipite della porta, Niall.  Sospirai. «Sei sveglia». Disse sottovoce. «Anche tu». Gli risposi. Quattro, cinque, sei… «Di nuovo gli incubi?». Mi chiese lui. Annuii soltanto. Sette, otto, nove… Il rumore di un tuono squarciò il silenzio, sobbalzai. Un temporale stava appena cominciando. Sospirai di nuovo.

«»Flash Back«»
Un rumore assordante invase le mie orecchie. Un tuono, forse. Scesi al piano di sotto. Non c’era nessuno.
«Paul, dove sei?». Stupida bambina. Stupida bambina ingenua.
«Tu non hai visto niente. Sono stato chiaro?». Tutto quello che vidi fu del sangue, tanto sangue, un uomo a terra. Stava dormendo, o forse no.
Lo capii solo dopo un po’. Aveva ucciso un uomo.


«»Fine flash back«»
Dieci, undici, dodici… Un altro tuono. Occhi spenti, fermi su un punto. L’unica cosa che sentii furono delle braccia che mi stringevano e un ‘ti voglio bene’ sussurrato all’orecchio.
22:40. Tredici, quattordici, quindici… Black out.
Avrei voluto essere forte solo per un momento per poter gridare al mondo quello che sono davvero, quello che hanno evitato di far uscire, perché io non ero cattiva. Ero solo sbagliata. In mezzo a persone troppo perfette io ero solo un errore. Troppo imperfetta per stare tra braccia di un ragazzo perfetto. Troppo differente per meritare di vivere.
Stavo solo cercando di stare bene, ma era difficile. Quando mi guardavo nello specchio, riuscivo soltanto a guardare le ferite. Ma non quelle corporali, quelle erano già guarite, ma quelle impresse nel mio cuore, nella mia mente e nella mia anima. Perché certe cose non si dimenticano.

La mattina dopo mi alzai a fatica per andare a scuola e una volta arrivata una ragazza si avvicinò a Niall e lo abbracciò. Lui era felice sorrideva come non mai, uno di quei sorrisi che ti fanno sorridere il cuore.
Lei era Kate. Perfetta, bionda, occhi castani, cheerleader. Anche se credo si sforzò di essere carina con me. Non che mi interessasse, volevo solo che rendesse felice Niall. Dopo di lei arrivarono altri quattro ragazzi, erano così simpatici , tanto che mi accolsero con un abbraccio. Ma non uno di quegli abbracci di conforto ma un di quelli che solo gli amici ti possono dare. Troppo perfetti anche loro.  Mi sembrava di vivere in un film dove tutti erano a colori e io, in bianco e nero. Tutti sorridevano quel giorno, mi sentivo bene, apprezzata per un secondo per quello che ero davvero, non per il mio corpo.
«Hey». Stavo camminando nei corridoi quando una voce richiamò la mia attenzione. Liam, credo si chiamasse.
«Hey». Dissi sorridendogli. Anche solo il suo viso ti trasmetteva dolcezza.
«Niall  mi ha chiesto di dirti che a pranzo saresti stata con noi». Disse sorridendomi dolcemente.
Io annuii soltanto e ci avviammo averso la mensa. Al tavolo erano già seduti tutti. Ridemmo e scherzammo, mi sentivo a mio agio con loro. Di tanto in tanto, Niall mi sorrideva e io ricambiavo. Sembrava tutto così semplicemente perfetto.
Ma come sempre la pausa pranzo finì e tornammo nelle rispettive classi, io andai con Liam visto che ci trovavamo nella stessa classe di letteratura.

Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo.
 
Era questo che citava Mahatma Gandhi. Il professore continuava a parlare mentre io era concentrata su quella frase. Diceva tutto.
Probabilmente rimasi tutta la lezione con gli occhi incatenati sulla lavagna. Fu la campanella a risvegliarmi da quello specie di trans.

«Per lunedì voglio una tesi su Mahatma Gandhi e il suo pensiero. Lavorerete in coppia di due, lascio a voi la scelta del compagno».
Io sbuffai prendendo i libri. E uscii dell’aula in fretta e dirigendomi verso l’uscita dove mi aspettava Niall.
«Ehy Nicole, aspetta un secondo». Disse una voce alle mie spalle. Mi fermai e mi voltai. Era Liam, e stava correndo verso di me. Lo guardai e gli sorrisi.
«Possiamo farla insieme il compito se vuoi». Disse lui mentre cercava di riprendere fiato. Io gli sorrisi e annuii.
«Domani pomeriggio a casa mia?». Mi chiese.
«Certo, alle 16:00. Cercherò di farmi accompagnare da Niall. Ora devo andare». Gli dissi per poi stampargli un bacio sulla guancia e correre fuori da Niall.
Entrai in macchina, il biondo mise in moto e tornammo a casa. Sembrava così strano dire ‘casa’ dove per anni avere chiamato la mia ‘inferno’.
Era bello avere qualcuno che quando ti incontrava in casa era pronto a donarti uno di quei sorrisi che solo chi ti vuole bene può darti. Sentirsi a tuo agio al loro fianco, anche se in un mondo che inizialmente ti aveva rifiutata. Sentirsi accettata era una cosa bellissima se fino a quel momento avevi sentito che tutti erano perfetti in modo insolito mentre tu eri solo un errore.
Tutto quello che volevo era che tutti dimenticassero il mio passato, volevo cancellarlo, per sempre.
Ricominciare. Volevo ricominciare tutto daccapo. 
Avere qualche amica con cui potermi confidare, essere invitata al ballo, avere un ragazzo e farci l’amore.
Perché, anch’io nonostante il mio passato, credevo ancora nell’amore e nei sentimenti. Perché l’amore è vivo dentro di noi, dobbiamo soltanto trovare la persona alla quale non importa quello che tu sia stata prima, ma solo quello che tu sei veramente. Pregi e difetti. Perché l'amore è complicità, è sorriso, è sguardo e cuore. Perché l'amore è un'emozione che scocca gradualmente e che si concretizza solo quando tra due persone c'è empatia e può esistere e andare avanti solo se le due persone si trovano e si capiscono anche solo con uno sguardo. Un'intesa perfetta. L’intesa che finalmente ci renderà completi.
«Liam sembra un bravo ragazzo». Dissi interrompendo il silenzio che si era formato nell’auto.
«Lo è». Mi rispose ammiccando ad un sorriso. «Ma perché mi dici questo?».
«Domani, dovrei andare a casa sua per un compito di letteratura, e beh- volevo solo accettarmi di aver avuto una buona impressione». Dissi gesticolando con la mano. Lui rise sotto i baffi e scosse la testa. Sapeva che non mi fidavo molto velocemente delle persone ma Liam mi sembrava davvero un ottimo ragazzo.
Appena tornati a casa, mangiammo e ognuno andò nella propria camera.
Mi stesi sul letto e incominciai a pensare alle parole di Paul, mi aveva detto che me l’avrebbe fatta pagare cara il che era sicuro, forse non oggi, non domani, ma tra qualche mese oppure anni, lui sarebbe tornato e avrebbe fatto del male a chiunque gli avrebbe ostacolato il cammino per farmi fuori. A volte mi veniva da pensare al futuro. Avrei mai avuto una vita normale? Un lieto fine come nelle favole? Io credo proprio di no, perché ogni volta che cercavo di stare bene succedeva qualcosa che sapevo avrebbe rovinato tutto.
Ripensai a quella frase: Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo.
Io stavo cambiando, non volevo essere più la ragazza facile, volevo solo essere me. Solo Nicole.

«Nicole». Una voce su ciglio della porta attirò la mia attenzione. Mi voltai e vidi Niall, in accappatoio appoggiato alla porta mentre strofinava l’asciugamano nei capelli.
Aspettai che dicesse qualcosa.
«Stasera io e gli altri andiamo al Funky Buddha, vuoi venire con noi?». Mi chiese aspettando una mia risposta. Io annuii solamente.  Mi disse di essere pronta per le 21:35. Mi avrebbe fatto bene uscire un po’ anche solo per scaricare tutta l’ansia che avevo addosso.
Decisi di chiudere gli occhi per un po’ e fu così che mi addormentai e feci di nuovo lo stesso dannato incubo. Mi alzai di scatto urlando e mi misi a sedere sul letto, avevo il respiro pesante e una lacrima mi bagnò la guancia. L’irlandese apparve sulla porta spaventato. Appena mi vide si avvicinò a me e si sedette al mio fianco, mi strinse in un abbraccio, baciandomi ripetutamente la fronte. Mi continuava a ripetere che andava tutto bene e che era stato solo un brutto sogno, quando l immagini che avevo visto erano state reali, e anche se avessi voluto non credo avrei mai potuto cancellarle. Quegli occhi, quella grande presenza sul mio piccolo corpo, mi facevo schifo da sola. Mi sentivo sporca, ma quello sporco che non si sarebbe mai potuto cancellare. Quando mi tranquillizzai, il biondo lasciò che mi preparassi. Ma non volevo sembrare ancora una poco di buono, quindi indossai dei semplici jeans e una maglietta a maniche corte con delle converse bianche. Ben presto si fecero le 21:30, Niall e io prendemmo l’auto e ci dirigemmo verso il pub dove trascorremmo la serata.
Mentre tutti gli altri ballavano, io ero seduta al bancone con una Coca cola tra le mani, non riuscivo a far latro che pensare a quel maledetto sogno. Qualcuno si sedette al mio fianco ma troppo concentrata nell’osservare le bollicine della mia bevanda che non mi accorsi di chi fosse.

«Non credi che sia imprudente da parte tua stare qui sola soletta, dopo che l’hai mandato in quel postaccio, eh scricciolo?».
“Scricciolo”
Quella voce. Strabuzzai gli occhi. Mentre rimasi fissa con gli occhi nel vuoto. Non avevo il coraggio di girarmi. Troppa paura. Non volevo guardare quel viso ancora una volta. Non parlai, rimasi immobile. Il suono della musica diventò ovattato nelle mie orecchie, mentre un respiro si avvicinò al mio orecchio e una mano si posò sulla mia gamba.
«Dai scricciolo, andiamo a divertirci un po’… Come i vecchi tempi». Tremai. Paura. Rabbia. Amarezza. Ribrezzo. Stanchezza.
La sua mano scese verso l’interno coscia. E fu lì che tornai in me. No, non ancora. Non volevo che succedesse più. Mi girai di scatto e feci scoccare la mia mano sulla sua guancia.
«Lasciami stare, verme».
Mi alzai dallo sgabello cercando di fuggire da lì, ma lui prese il mio polso e mi diede un calcio nello stomaco, mi accasciai per terra e svenni dal dolore.
L’ultima cosa che ricordi di aver sentito fu qualcuno che urlava: «Figlio di puttana». Poi buio totale.
Quando mi svegliai cercai di mettere a fuoco quello che avevo intorno, mi trovavo in una stanza bianca e al mio fianco c’era Liam che dormiva sulla sedia. Che ci faceva lì? E che ci facevo io in un ospedale?
Scossi un po’ il braccio del ragazzo che era seduto accanto a me, che mugugnò qualcosa prima di aprire gli occhi per poi saltare in piedi e abbracciarmi.

«Finalmente ti sei svegliata, cavolo che spavento che ci hai fatto prendere. Ringrazio il signore che io sia arrivato in tempo altrimenti non so che cosa ti avrebbe fatto quell’uomo. Ero così preoccupato».
‘’Ero così preoccupato’’
Era preoccupato per me. Come poteva essere non era mai importato niente a nessuno di me. Gli sorrisi leggermente.
«Vado a chiamare Niall, è stato sveglio accanto a te fino a qualche ora fa, quindi l’ho mandato a prendersi un caffè». Non lasciai che si allontanasse, gli presi la mano mentre le lacrime incominciavano a scendere copiosamente.
«Non te ne andare». Lui mi guardò con una faccia interrogativa ma l’unica cosa che dissi fu: «Ho paura».
Lui mi abbracciò, ma non quegli abbracci di conforto, fu uno di quegli abbraccio dove c’era tanto amore e che non avrei mai voluto potesse finire.




Angolo scrittrice:

Ciaoo a tutti, come state? Io sono troppo eccitata. Domani andrò a vedere This is us e quindi è da questa mattina che sto saltando come una drogata. Cooomunque, mi scuso per il ritardo con il quale ho pubblicato questo capitolo, ma ho lavorato talmente tanto che non reggevo in piedi. Spero che vi piaccia, anche se credo faccia pena. Beh… ora passo ai ringraziamenti.
Ringrazio: Le dodici persone che hanno recensito lo scorso capitolo, le 16 persone che hanno messo la mia storia tra le preferite, le 6 che l’hanno messa tra le ricordate e le 12 che l’hanno inserita tra le seguite. Rigrazio Sabrina per il banner. E' stupendo.
Vi amo immensamente, perché sono felice che la storia vi piaccia, ci tengo davvero tantissimo a voi e ogni volta che leggo una vostra recensione mi emoziono perché davvero mi rendete felice. E sono ancora più felice quando vedo facce nuove che recensiscono. Beh chiedo scusa, so che parlo troppo. Fatemi sapere che ne pensate alla prossima ♥
Ah un'altra cosa, se volete contattarmi vi do il mio indirizzo twitter:
https://twitter.com/Imdreamingunow
poi Questa è la storia di un'amica che io credo sia stupenda. Ve la consiglio: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1838654&i=1
  
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