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Autore: LianaGrindcore    05/09/2013    2 recensioni
Cosa fare quando il destino è contro di te? Cosa fare con un fratello bisognoso di affetto, un padre da mandar via e un'Amore da odiare?
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non mi sento bene.
Sento che la mia testa sta per scoppiare; gira, gira e non ne vuole sapere di fermarsi. Apro e richiudo gli occhi, velocemente. Sto fissando il soffitto, tutto quel bianco che ruota e non so come faccia. Riesco a vedere delle figure nere che danzano, ma non capisco se è tutto frutto della mia fantasia.
Sono confusa, sento tante voci dentro la mia testa, ma non riesco a decifrarne nessuna. Abbasso lo sguardo sull'armadio difronte a me, è scuro e vecchio, è semiaperto. Lo sposto su un paio di pantaloni buttato a terra, poco lontano da me, non riesco a riconoscerli. 
Non riesco a capire dove mi trovo.
Allungo una mano che subito si scontra con qualcosa; tocco, accarezzo quel qualcosa accanto a me. E' una persona, è un ragazzo. Mi volto verso di lui, ha gli occhi chiusi e la bocca semiaperta. Accarezzo il suo collo, sentendo le vene pulsare sotto le mie dita, vanno a ritmo con il mio cuore, in questo momento sta battendo davvero forte. Con gli occhi seguo i suoi nei, ne ha davvero tanti. Accarezzo il suo petto che si gonfia e si sgonfia sotto il mio tocco. 
-Ehy.- sussurra qualcuno.
Rialzo lo sguardo e si scontra col suo.
Ha aperto gli occhi, allora non stava dormendo. Lo guardo con gli occhi stanchi, la mia testa non smette di girare. Sospiro, lui sorride.
Le sue labbra si muovono, mi sta chiedendo qualcosa, ma non riesco a decifrare più le sue parole. Riesco solo a sentire il mio cuore che batte, batte forte, troppo forte. Lui continua a sorridere, io mi porto le mani sulla testa, cercando di scacciare quel rumore. 
-Julia!- lo sento esclamare, ma non lo vedo più, ho chiuso gli occhi.
-Basta!- urlo tenendomi forte la testa.
.
 
-Ciao, mi chiamo Susan. Ho 18 anni, peso 46 kg e adoro ballare. Sto cercando un lavoro da un sacco di tempo, un mio amico mi ha suggerito questo posto.- parlo tranquillamente, camminando per il locale e guardando ogni singolo dettaglio. Il padrone mi sta fissando, mentre mi lancio a curiosare quà e là. 
-Susan, eh?- mi domanda, guardando il curriculum. -Bene, Susan. Che ne dici se questa sera fai una prova?- sta cercando di rimanere calmo, mentre fissa il mio sedere.
Sorrido, sapendo già cosa sta guardando. La mia mini-gonna scozzese fa sempre colpo, poi se accompagnata da un paio di tacchi rossi, fa la sua figura. 
-Per me va benissimo, Dorian. Posso chiamarti Dorian, vero?- chiedo, quasi sussurrando ad un centrimentro dal suo viso.
Deglutisce -Certo, Susan.- conclude, allontanandosi un po' e sbottonandosi la camicetta blu.
Un ghigno si crea sulle mie labbra, ho sempre i ragazzi in pugno.
-Perfetto.- concludo, riprendendo il mio curriculum -Se mi prendete, quanto guadagno?- chiedo sistemando le cose nella mia borsa.
-Sono 1.500 euro a settimana, più le mance che prenderai.- mi sorride -Ah, Susan! Tu hai un ragazzo?- mi domanda, tranquillo.
Sorrido, mi sistemo la borsa sulla spalla andando verso l'uscita -Io ho milioni di ragazzi.- apro la porta, uscendo.


Sento la porta di casa aprirsi e sbattere pochi minuti dopo.
Mi precipito nel salotto, saltellando su una gamba e cercando di togliere la scarpa dall'altra. Sento mio fratello ridere di gusto, mentre si butta sul divano. Georg urla qualcosa di incomprensibile, ma si può capire che è felice. Tom gli da il cinque, mentre Georg si affretta a prendere il telecomando e accendere la tv.
Nessuno dei quattro si è accorto di me. Ne approfitto per salire le scale e chiudermi in camera mia; butto le scarpe a terra e mi spoglio da quei vestiti che di coprire, nemmeno per scherzo. Come sono arrivata a tutto questo, nemmeno lo ricordo. 
Però ricordo quel giorno che cambiò la mia vita; Bill era su di me, si muoveva dentro di me, mentre i miei polsi erano legati a delle fodere di cuscino. Okay, lo ammetto che ricordo solo questo, ero troppo stronata per ricordarmi tutto. Non capivo quello che stava succedendo, ma quella è stata la mia prima volta e nei peggiori dei casi.
Per Bill è stato solo un fottuto divertimento, per me è stato un disastro. 
Bill si accorse che ero drogata, peccato che se ne accorse troppo tardi, quando andai in overdose. Non ricordo come ci finii in quello stato, non ricordo proprio niente, se non Bill che mi prendeva in braccia e urlava il nome di Tom. 
Tom non ha mai saputo quello che successe, Bill non mi guardò più in faccia, ma a volte si divertiva a provocarmi. 
Hai mai pensato di andare via e non tornare più? Scappare e far perdere ogni tua traccia, per andare in un posto lontano e ricominciare a vivere, vivere una nuova vita, solo tua, vivere davvero. Ci hai mai pensato?
Io c'ho pensato, c'ho pensato anche a lungo.
Ed ora eccomi qui, non sono scappata da questo posto, sono solo scappata da me stessa. 
Eppure le donne hanno aspettato anni per conquistare i loro diritti e poi arrivano ragazze come me, che nel ventunesimo secolo mandano tutto a puttane. 
Però cos'altro potevo fare, io?
Io che sono solo una ragazzina e che non sa niente della vita. L'unica cosa a cui miro sono i soldi, perché è questo che ci serve davvero. 
E' questo che serve a Tom. 
Eppure, una volta, potevi leggerci l'amore dentro i suoi occhi, perché faceva di tutto per farmi sentire amata. Oh, Tom. Cosa faresti adesso, se scoprissi tutte le cose orribili che sto facendo? 

-Julia


Susan
   
 
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