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Autore: RobiSmolderhalder    06/09/2013    7 recensioni
Edward Cullen. Un uomo che per molti motivi potrà sembrare acido, freddo e crudele. Per altri dolce e indifeso. Il suo lavoro è quello che ha sempre sognato: pediatra, un lavoro per cui ha 'rovinato' la sua vita.
Dal testo:
Sono quella persona che se la conosci davvero la eviti, sono quella persona che potrebbe essere considerata spregevole, sono quella persona che vive, respira agisce per interesse.
Tutti umani.
Roby.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Embrace me With Your Mind.

 

 

 

Epilogo //Us Forever.

 

 

 

 

 

 

 

 

Due anni dopo.

 

 

Libero, come una rondine in primavera, alzo le braccia e con uno slancio mi tuffo nel mare. Liberando il mio corpo, facendo sfociare tutta l’adrenalina che ho all'interno. Annaspo l’aria, sorridendo al sole, al mare, alla mia vita che da qualche anno è più viva, è serena, è una vita con tutti i diritti di essere chiamata tale. Accarezzo il pelo dell’acqua ed è calda, sotto il sole cocente di Miami. Bella è sdraiata sotto al sole, non ha fatto altro da quando siamo atterrati a Miami, dopo due anni, finalmente possiamo permetterci di farci una piccola vacanza. I mesi che seguirono dopo la morte di Denali furono disastrosi, era come se eravamo entrati tutti in una strada senza uscita, era come se l’anima oscura di Denali si stesse ribellando a noi, ancora una volta, non lasciandoci scampo. Mi hanno arrestato, per sei lunghissimi mesi, c’è stato il processo, e sotto testimonianza di Alice, Jasper e dei miei genitori, non sono stato accusato di omicidio preterintenzionale, quello che invece è accaduto. Jasper ha il porto d’armi in casa, ed è stato lui a salvarmi il posteriore per l’ennesima volta.
«Signore. L’imputato si è trovato con le mani legate. La furia di mio padre aveva scaraventato una cassettiera per terra facendo riversare sul pavimento tutti i cassetti e, ovviamente, quello che contenevano. Edward ha afferrato la pistola e prima che tutti quanti ce ne rendevamo conto ha sparato. Uccidendolo. Difendendosi. »
Ricordo ancora perfettamente le parole di Jasper. Il giudice, sotto lo sguardo implorante di tutti quanti mi ha riconosciuto innocente. Il caso è ormai chiuso. Trovare lavoro, dopo tutto quello che era successo era divenuto impossibile, tant’è che stavo per impazzire, passavo le giornate con le copie del mio curriculum in mano, passeggiando per ore senza fermarmi, sotto la pioggia, sotto la neve. Tornavo a casa furioso, mi sentivo inutile e ancora una volta odiavo me stesso. Passarono altri sei mesi così, vuoti, senza speranza, io stesso per la seconda volta mi ero bruciato la terra che mi stava attorno, rimanendo fermo in quel tempo che ormai si era congelato. Non passavano i giorni senza una lacrima che rigava il mio viso, facendo scoppiare Bella in un pianto disperato. E invece adesso, eccoci qui. In vacanza, felici come non mai, appagati, entrambi innamorati di noi, del nostro lavoro attuale. Mio padre, otto mesi fa ha venduto la sua azienda, ricavandone un istituto ospedaliero di cui io ne sono il direttore e pediatra. Bella è una neuropsichiatra infantile. Mia madre fa parte del volontariato, racconta le favole ai bambini ricoverati, aiuta i vecchietti a mangiare, gioca a carte con la gente che si trova nei corridoi ad annoiarsi. Mio padre fa parte degli acquisti come barelle, medicine, lenzuola, attrezzature e quant’altro. Alice e Jasper fanno parte dell’infermeria e Ben è sempre al mio fianco. Siamo rinati, grazie  a mio padre, che, dopo avermi chiesto scusa per l’ennesima volta, mi ha consegnato i documenti dell’acquisto a mio nome.Edward Cullen Hospital. I primi giorni non riuscivo a credere ai miei occhi, dopo qualche mese mi sono abituato. A volte, nella penombra di casa mia alla notte, quando nessuno mi può vedere né sentire, penso che forse, se mio padre avesse capito prima a cosa aspiravo, non ci fosse stato bisogno di nessun spargimento di sangue, nessuna sofferenza per nessuno. Tante volte lo vedo, il viso di Denali pallido e raccapricciante, tante volte ho pensato che il mio gesto, per quanto spiegabile possa essere, è sempre stato il gesto di un assassino, di una persona fredda e crudele, proprio come lo era lui. Scuoto la testa, cercando di espellere certi pensieri dalla mia mente e torno sulla sabbia, guardando la mia fidanzata che parla al telefono e sorride. Senza nessuna parola mi porge il telefono e mi soffia un bacio.
«Pronto?»
«Edward! Senti non ho molto tempo. Voglio solo avvisarti che qui sono arrivati i documenti per il divorzio, Tanya si è arresa.»
Il cellulare mi scivola dalle mani, cadendo silenziosamente sulla sabbia, Bella mi guarda con gli occhi sgranati e afferra il telefono.
«Che succede Edward?» Mormora spaventata, sempre con quella paura negli occhi, la stessa che ha avuto nel momento in cui ha scoperto, in un tempo non molto lontano, che ero sposato. Sto per buttarmi addosso a lei, per chiederle di sposarmi e per farci l’amore per le prossime quarantotto ore, ma l’euforia svanisce non appena realizzo di noi. Di lei. Del poco che ha avuto da me in tutto questo tempo, da tutto quello che lei avrebbe meritato, una stella e forse anche un pezzetto di luna. Penso alle occasioni che ho avuto per dirle quanto l’amo, e tutte quelle volte che gliel’ho detto ma non c'è mai stato nulla di magico, solo il nostro amore, quell’amore potente, quell’amore che non si ferma che ha sempre voglia di crescere. Penso che chiederle di sposarmi in questo momento non rende la dichiarazione magica, degna di lei. Le sorrido e scuoto la testa, lei mia guarda inarcando un sopracciglio per poi abbassare gli occhiali sugli occhi e distendersi ancora. Afferra il libro che stava leggendo ed io mi incanto a guardarla. Con il mio sguardo accarezzo le sue gambe così snelle e sode, abbronzate in modo leggero ma alquanto eccitante. Il suo ventre piatto e morbido, che mi fa venire voglia di mordere ogni lembo di pelle che possiede. I suoi seni, intrappolati nel bikini nero, che guizzerebbero fuori nel momento in cui lei si accorgesse che i miei occhi li stanno consumando, tanta è l’intensità del mio sguardo. Sfioro il libro con un dito, scostandolo lievemente per riuscire a vedere il suo viso, le sue labbra rosse e succose, il suo nasino adorabile che la rende ancora più speciale ai miei occhi e poi…poi ci sono i suoi occhi, quelli che oggi mi hanno portato qui, con lei, catturandomi dentro la sua anima con un solo sguardo. Facendo di me un uomo e allo stesso tempo un bambino a cui bisogna insegnargli l’educazione. Facendo di me il suo dominatore e allo stesso tempo il suo sottomesso. Facendomi felice. Quegli occhi che mi hanno dato speranza, quegli occhi che mi hanno saputo odiare e amare allo stesso tempo. Quegli occhi che lanciano degli sguardi profondi, quelli per cui la gente pagherebbe per riceverli. Quegli occhi che adesso mi scrutano divertiti, facendomi incantare e innamorare ancora di più di lei.
«Che c’è?» Chiede fintamente infastidita. Mi tuffo sulle sue labbra affamato, voglioso. Le accarezzo con la lingua il contorno del labbro inferiore e il suo odore mi colpisce facendomi perdere la ragione. Le mie mani, come se fosse scattato il comando, vagano sul suo corpo, afferrando i suoi fianchi, i glutei, ogni parte del suo corpo, con passione e venerazione. Il tonfo del libro che cade per terra mi fa sorridere sulle sue labbra e so bene che lei ama quando lo faccio. Con le punta delle dita tocco ogni parte del suo corpo, arrivando lì, dove desidero arrivare ad ogni ora del giorno. Scavalco con il medio il costume di Bella e con un gesto repentino la penetro, sento i miei capelli tra le sue dita, alcuni abbandonano la mia cute tanta è la forza che ci mette. Ansima sulle mie labbra e il mio membro prega di uscire dal costume ed entrare prepotentemente dentro di lei. Le sue mani mi bloccano forzando il mio petto. La guardo negli occhi, accorgendomi della passione che trasmette anche da lì, vedendole quella luce che dal primo momento ha saputo farmi impazzire.
«Torniamo in albergo, Edward.» Sussurra con voce roca.

 

Accarezzo i suoi seni nudi, turgidi e guizzanti davanti al mio viso. Con i pollici schiaccio i capezzoli, gesto che, sono fortemente sicuro è quello che la fa impazzire di più. La sua bocca ed i suoi occhi sono spalancati, è in uno stato di trance, è alla mia mercé si fida di me più di chiunque altro. Nonostante io sia solo adesso un uomo affidabile, nonostante la maggior parte delle lacrime che ha versato sono state sprecate per causa mia, nonostante lei mi amasse da sempre quando io respingevo i miei stessi sentimenti e quindi i suoi. Forse, se la sua tenacia e il suo amore per me non fossero stati così potenti, non saremmo qui, felici, completi, appagati. Allargo le sue gambe rivelando il suo sesso lucido e gocciolante, il suo odore si insinua prepotentemente nelle mie narici e roteo gli occhi per la troppa eccitazione, sicuro che se non entro dentro di lei immediatamente, rischio di macchiare queste lenzuola, che ancora profumano di noi e della notte scorsa, rovinando così in modo davvero deludente quello che io chiamo: l’amore, le fondamenta del nostro sesso. Afferro le sue cosce e le porto sopra le mie gambe piegate, bacio la sua bocca e lentamente entro dentro di lei.
Rimaniamo così, in un attimo che sembra lunghissimo, in silenzio, facendo parlare tra di loro solo i nostri occhi, rivelandoci ancora una volta quanto importante e onnipotente sia il nostro amore, l’attrazione che ci unisce. La passione aleggia sulle nostre teste, schiacciandoci e obbligandoci a muoverci a sincrono, per l’ennesima e non ultima volta. Appoggio la testa sulla sua spalla, mentre lei detta il ritmo delle spinte, sento i nostri sessi che si incontrano, che percorrono quella poca strada che li divide per poi abbracciarsi sfociando in un sonoro schiocco. Con la fronte alza la mia testa e morde il mio mento, le mie mani tengono i suoi fianchi morbidi e caldi. Le sue pareti intime mi accolgono ad ogni spinta, ed è naturale per noi. I seni di Bella ondeggiando sul mio viso e non posso fare a meno di prenderne uno in bocca e succhiarlo, sperando quasi di ingoiarlo e farlo mio in ogni senso. Un gemito di dolore lascia le sue labbra e immediatamente mi scosto, notando il suo seno rosso e vergognosamente turgido.
«Scusa…» Ansimo appropriandomi delle sue labbra, lei scuote la testa e riponde al mio bacio con vigore.
Le sue pareti intime strizzano il mio membro mandandomi fuori di testa. Accarezzo con le orecchie i suoi gemiti, spingo sempre più forte portandoci al limite, vengo dentro di lei, marchiandola per l’ennesima volta, mi libero del mio sperma che improvvisamente era divenuto pesante e appoggio la mia testa sulla sua spalla e lei, come sempre, accarezza i miei capelli aspettando che i nostri respiri si regolarizzino. Strabuzzo gli occhi e mi alzo con una mossa repentina ed esco da lei in modo poco nobile, afferro la rosa blu che avevo gelosamente conservato nel piccolo armadietto vicino al letto, prendo la scatolina rossa che c’è di fianco e sospiro, diventando agitato e nervoso senza rendermene conto per davvero. Mi volto e la guardo, più bella che mai, nuda, con gli occhi curiosi e le gote rosa.
«Bella…okay, forse in questi casi dovrei dire tutto il tuo nome di battesimo, ma io…cioè, lo sai no?» Pronuncio questa frase senza senso toccandomi i capelli nervosamente, lei scoppia a ridere e mi guarda, aspettando che io parli. Mi schirisco la voce e guardo il tetto color avorio della nostra suite.
«Senti Bella. Non so bene cosa dire sinceramente, né mi ero scritto un discorso adatto, avrei voluto rendere speciale questa cosa per te…ma ovviamente è l’ennesimo mio fallimento. È solo che…ecco io…Okay basta.» cerco di darmi un contegno, ma mai mi sono sentito così in difficoltà, forse la paura di deluderla ancora una volta mi spaventa così tanto che mi fa perdere la ragione, forse è perché i suoi occhi, quando l’ho delusa, sono rimasti impressi dentro di me, ma devo cancellare questa sensazione, devo farlo in qualche modo.
«Sposami Bella. Tanya si è arresa, mi ha dato il divorzio. Voglio renderti mia moglie, legalmente, per sempre. Voglio una famiglia con te. Voglio il tuo sorriso sempre davanti ai miei occhi. Voglio te, le tue speranze, voglio te perché sei la mia salvezza. Perché sono sicuro che con te posso affrontare qualsiasi cosa. Perché voglio renderti una principessa…la mia principessa. Voglio la tua stessa fede al dito, voglio esserti fedele sempre, voglio starti vicino in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà. Ti amo amore mio e sei tutta la mia vita, sposami.» Lei si avvicina a me sinuosamente e con una lacrima di commozione che riga il suo viso, i suoi occhi stanno per esplodere di gioia.
«Hai dimenticato…e onorarti finché morte non ci separi. Sì Edward, fai di me tua moglie.» Sussurra allacciando le sue braccia sul mio collo e poi baciarmi fino a consumarmi le labbra. Ci stacchiamo guardandoci negli occhi e apro il piccolo cofanetto contenendo un anello fine e allo stesso tempo molto appariscente, proprio come piace a lei. Lo infilo nel suo dito e poi giro la sua mano portando all’insù il palmo, appoggio delicatamente la rosa blu e le la stringe abbracciandomi forte.
«Ti amo Edward. Amami ancora.» L’accontento, distendendola nel nostro letto, ricordandomi di noi, ieri e oggi, per sempre solo noi.

 

 

 

Dieci anni dopo.

Bella’s Pov.

«Richard! Lascia i capelli di tua sorella adesso!» urlo disperata, cercando di togliere i capelli di Amanda dal pugno terribilmente chiuso di Richard. Lo schiude subito, notando il mio sguardo finto furioso e scoppia a piangere. Lo prendo in spalla velocemente e bacio le sue guance.
«Amore mio, non piangere. Non devi tirare i capelli ad Amy, le fai male tesorino mio.» Accarezzo il suo naso con il mio e lui si calma immediatamente. Guardo i suoi occhi, identici a quelli del padre, gli stessi che riescono a portarmi al limite della dolcezza e della disperazione. Richard ha quattro anni, è biondo e ha gli occhi verdi, appunto, identici a quelli di Edward. Amanda invece ha sette anni, i suoi occhi sono marroni come i miei, i capelli sono color rame come quelli del padre. Ricordo ancora il giorno in cui ho scoperto di aspettarli, ricordo ancora le lacrime di commozione di Edward. Partorirli è stata la cosa più bella insieme al nostro matrimonio, benché li avessi partoriti io, suo padre era lì con me a darmi il coraggio e la forza necessaria per metterli al mondo. Mai un giorno ha mancato di ricordarmi quanto mi ama, mai un giorno non ha dimostrato amore ai suoi figli. Sono questi i momenti in cui ti chiedi cosa vuoi di più dalla vita?
Dopo esserci sposati acquistammo una villetta non molto lontana dal lavoro. C’è un giardino grandissimo, ottimo per le esigenze dei piccoli, che pian piano stanno crescendo. La casa è troppo grande per noi, ma Edward, non ha voluto sentirne di acquistarne un’altra, è come se tra lui e questa dimora ci fosse stato un rapidissimo colpo di fulmine. Mi sembra così strano sentirmi felice, quando per avere tutta questa felicità ho dovuto versare lacrime di sangue, è stato doloroso…è vero, ma ci ha portati qui. Innamorati e felici, con la nostra splendida famiglia, con i nostri piccoli tesori che riempiono i nostri giorni quando non siamo dell’umore adatto per farlo noi stessi. Forse con Edward in principio ho sbagliato, forse non sono stata quello che gli altri si aspettavano da me, ma sono qui adesso, se non avessi fatto quei piccoli errori sono sicura che non sarei a questo punto, non avrei la felicità sotto mano, non avrei nessuno che sappia realmente abbracciarmi con la mente. Il campanello trilla e corro ad aprire. Mia madre e mio padre fanno il loro ingresso con le mani piene di borse contenenti la spesa.
«Mamma, Papà! Nessuno vi da il diritto di fare la spesa!» Esclamo rimproverandoli.
«Tesoro per noi è un piacere.» Sussurra mio padre dirigendosi in cucina seguito da mia madre. Scuoto la testa ripetendomi che no…non cambieranno mai. Sono venuti qui in vacanza per un mese, lo fanno ogni anno da quando mi sono sposata. Vogliono bene ad Edward, anche se all’inizio avevano la puzza sotto al naso, causata dal gesto che Edward fece anni fa. Abbiamo spiegato loro tutto e, ovviamente, si sono ricreduti, accogliendolo in famiglia come un figlio. Alzo il volume dei cartoni ai miei piccoli e comincio a cucinare. Edward aveva un appuntamento importante con un bimbo di tre mesi, ma tra un po’ dovrebbe essere di ritorno. Infatti, non appena la tavola è pronta sento i mandanti della porta, sorrido ai miei figli che corrono verso il padre, assalendolo in un mega abbraccio pieno d’affetto. Edward si avvicina a me, con un girasole tra le mani, come ogni sera, me lo porge ed io lo bacio con trasporto. Ci sediamo a tavola e per l’ennesima volta rimango a guardarli tutti e tre, Amanda che sorride al padre mentre si passa una mano tra i capelli, nel mostrare affetto è nervosa, proprio come il padre, Richard che ha le sopracciglia inarcate mentre cerca di afferrare una patata con la forchetta e poi c’è lui, che non appena lo guardo mi accorgo che mi sta mangiando con gli occhi, come la prima volta che mi ha visto, come ogni giorno.
Questa è la mia vita adesso.
Questa è la mia famiglia.
E siamo noi, fantasticamente noi, per sempre.

 

 

 

The End.

 

 

Eccoci arrivati, finalmente aggiungo, alla fine di questa storia. So bene che non è molto soddisfacente, ma, come molti sanno, ho scritto questa storia come diversivo dopo aver concluso la mia perla (che non è granché) Love Save The Pain, avevo bisogno di espellere dalla mia mente quegli Edward e Bella e, come immaginavo, non ci sono riuscita propriamente, ma sono riuscita a convivere con il pensiero di quei due. So bene che sembra ridicolo, ma è così.
Concludo, ringraziando tutte quante. Grazie infinite, per ogni singola parola, per aver seguito, ricordato e scelto questa storia e anche per chi mi ha aggiunto tra gli autori preferiti.
A Giova71, per non aver preso le speranze, e per aver seguito questa storia dall’inizio alla fine.
A Paride, che inconsapevolmente mi ha sorpresa, per il suo interesse, per le sue parole e anche per aver seguito questa storia dall’inizio alla fine.
A Giulia, che mi segue dalla mia prima storia, nonostante sia un pochino di parte eh! Non manca di dirmi quello che pensa, non manca di spronarmi per scrivere, grazie tesorino mio, sei importante.
A Lu che riempie il mio cuore con ogni sua singola frase, rendendomi fortunata. Ti voglio bene piccolo-grande tesoro.
A Gra che mi ha aiutata quando ero impazzita, quando non sapevo che fare, quando il mio morale era a terra e lei, con le sue parole e il suo affetto mi ha raccolto con sé. Ti voglio bene piccola mia, stay strong, io sono con te sempre <3
Ad Ami, (senza la quale non ci sarebbe stata la piccola Amanda xD) a lei per aver letto i capitoli in anteprima, per essere sempre sincera, per aiutarmi con i titoli in inglese, per dirmi anche solo ti voglio bene. Non so se senza di te ce l’avrei mai fatta, lo sai. Hai scaldato il mio cuore con ogni piccola recensione, gesto o frase. Mi hai sopportato quando rompo letteralmente i coglioni su un nuovo capitolo. Mi hai dato speranza nel portare avanti questa storia che, per un certo senso è senza senso (lol). Ti voglio bene my love, non dimenticarlo, mai: Us Forever <3

Un bacione,
Ancora grazie.
Se volete ancora seguirmi, sto scrivendo questa storia:
http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1975444&i=1
A presto, spero!
Roby <3

   
 
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