Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Aryuna    14/03/2008    8 recensioni
Kagome e Inuyasha, odiati compagni di classe e di banco da tre lunghissimi anni. Kagome, stanca di venir presa di mira dal mezzodemone, organizza una vendetta con sua cugina Kikyo, ex-fidanzata del ragazzo. L'ho scritta assieme ad Emiko92. La storia, il progetto e l'ambientazione sono mie, gli sviluppi e i dialoghi li abbiamo scritti assieme! E' la mia prima fanfict, speriamo bene! (siate indulgenti, è pure abbastanza lunga)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La vendetta

Inuyasha e Kagome riusciranno a fare pace? Lo scoprirete solo nel prossimo capitolo, vi avverto! =P

E vi avverto anche su un’altra cosa. Oggi mi vedo con Emiko, così dovrei riuscire a pubblicare il capitolo di domani (speriamo bene XD).

Nel frattempo godetevi il capitolo, in attesa del prossimo “Volevo vederti sorridere” (titolo ancora incerto >.>)
Volevo inoltre rispondere alla domanda di akane_date (se si può chiamare risposta quella che sto per dare >.>'): sinceramente non ne ho la più pallida idea! So come farò continuare e finire la storia, ma non quanti capitoli ci vorranno ancora. Non penso che supereranno i venticinque, ma non ne sarei così sicura. Non sono capace a fare i calcoli di quanto scrivo (conta che credevo di finire la storia in venti pagine... sono a cento -.-)
Spero di farvi sapere appena avrò un'idea più chiara!

Volevo dirti che ti amo




Kagome correva, sotto la pioggia scosciante. Casa di Inuyasha era vicina, ma a piedi era comunque una bella camminata. Lei non si fermò nemmeno un attimo, anche se le faceva male il fianco, e se faticava a respirare. Non vedeva bene, a causa dell’acqua negli occhi. Corse per un tempo che le sembrò interminabile. Quando poi lo vide: quel cancello, socchiuso, e quel viale che attraversava il piccolo cortile. Si buttò contro il cancello, aprendolo, e corse per il viale. L’urto le fece perdere l’equilibrio, e cadde davanti alla porta. Non riusciva più a respirare, e le faceva male il petto.

<< Jaken, sono sicura di aver sentito un rumore in cortile! >> disse la vocina allegra di Rin, sempre più vicina.

<< Era di sicuro un fulmine Rin, non uscire! >> rispose la voce gracchiante del piccolo youkai. La bimba lo ignorò, aprendo la porta.

<< Signorina! >> strillò impaurita, vedendo Kagome a terra, bagnata e con i capelli gocciolanti, che respirava a fatica.

<< Chi è quella ragazza? >> chiese una voce femminile, autoritaria ma dolce allo stesso tempo. Kagome alzò il volto, mente cercava di rimettersi in piedi con l’aiuto della piccola Rin. Vide una youkai bellissima, vestita con il kimono tradizionale, gli occhi dorati, una mezzaluna violetta sulla fronte e delle strisce della stessa tonalità sulle guance. Aveva dei lunghi capelli argentati, in parte legati in due codini alti legati con dei fermagli a forma di conchiglia. La somiglianza con Sesshomaru era impressionante.

<< Signora Madre, è un’amica di Inuyasha >> rispose Jaken inchinandosi. La donna spostò lo sguardo sprezzante su Kagome.

<< Un’amica del figlio di quella sgualdrina? Che ci fai qui? >> chiese scontrosa. Anche il carattere era uguale a quello del figlio.

<< D… dov’è? >> chiese Kagome cercando di far tornare il respiro regolare. La youkai la squadrò, perplessa.

<< Come scusa? >>

<< Inuyasha… dov’è? >> ripeté Kagome con le lacrime agli occhi. Solo Rin, che era lì accanto, lo notò. Per gli altri apparivano come gocce di pioggia sul volto.

<< E’ già uscito… che cos’hai, signorina? Sei così triste! >> domandò la bimba quando lei singhiozzò. Lo aveva perso. Era arrivata troppo tardi.

<< Vai a sinistra, e corri più veloce che puoi >>

Kagome alzò lo sguardo sorpresa. Davanti a lei, sotto la pioggia, c’era Sesshomaru. Il suo sguardo era… comprensivo?

<< Se corri lo raggiungi >> disse, coprendo Rin con un impermeabile.

Kagome scoppiò in singhiozzi.

<< G… grazie! >> urlò girandosi, correndo fuori dal cortile e svoltando a sinistra.

<< Ma insomma, chi era quella ragazza, Sesshomaru? >> chiese la madre scocciata. Lui si voltò, e rientrò in casa con Rin.

<< La sua compagna >> rispose lui, con tranquillità. Un lampo di sorpresa attraverso gli occhi della donna, ma non si scompose.

<< Non aveva il suo odore addosso >> fece notare, perplessa.

<< Non ancora >> rispose il figlio sbrigativo, asciugando i capelli di Rin con un asciugamano. Alla madre faceva sempre uno strano effetto vederlo indaffarato con quella bambina.

<< E da quando aiuti Inuyasha? >> domandò perplessa. Lui fece un cenno a Jaken, che andò a prendere un cambio alla bambina, con lei che gli trotterellava dietro. Poi, lanciò uno sguardo neutro alla madre, e si ritirò senza dire una parola. La donna sospirò.

<< Tsk! Figlio ingrato, ma chi se ne importa! >> sbuffò, andando nelle sue stanze.

<< Pensi che la signorina Kagome raggiungerà Inuyasha? >> chiese la piccola Rin mentre si cambiava la maglietta.

<< Penso che lui si fermerà quando sentirà il suo odore. Certo, sotto alla pioggia ci metterà un po’ a sentirlo. Comunque, il signor Sesshomaru ha detto che stava crollando. Non sarebbe riuscito ad ignorarla ancora a lungo >> rispose Jaken, soprappensiero.

Kagome continuava a correre nella direzione indicata, ma di lui neanche una traccia. Cominciò a temere di averlo perso, di non aver corso a sufficienza. Sesshomaru non poteva aver mentito, non poteva essere stato così crudele. Ma se Inuyasha avesse previsto tutto? Se glielo avesse chiesto per evitarla. Cercò di sotterare quel pensiero sotto le sue speranze, ma continuava a tornare a galla. Superò l’ennesima svolta. Ormai stava per cedere. Non ce la faceva più. Quando i suoi occhi, videro qualcosa. Frenò bruscamente per tornare all’incrocio appena superato. Non poteva aver sbagliato, quei capelli neri…. Rimase immobile a fissare quella sagoma di spalle, il petto che si muoveva frenetico al ritmo del suo respiro.

<< I… Inuyasha >> balbettò con voce debole. Non aveva più fiato, e aveva un dolore lancinante sui fianchi. L’hanyou si voltò impercettibilmente. Riuscì a vedere la sua pupilla viola scuro che la scrutava, ma non parlò.

La pioggia continuava a scendere, incessante, mentre i due si osservavano in silenzio.

Kagome lo vide mentre stringeva i pugni. Si stava trattenendo? Da cosa? Il ragazzo si voltò, cominciando ad allontanarsi.

<< A… ASPETTA! >> urlò la ragazza avanzando. Lui si fermò nuovamente. Kagome sentì le gambe tremare. Aveva paura, paura di vederlo andare via di nuovo, come quel giorno.

<< Io… ti prego, perdonami! >> urlò, per sovrastare il rumore della pioggia. Ricominciò a piangere, singhiozzando. Inuyasha si voltò, guardandola con uno sguardo neutro. Fu un’altra pugnalata.

<< Non… non mi lasciare… torna a casa con me >> balbettò, sforzandosi di trattenere le lacrime. Lui strinse ancor di più i pugni, fino a far diventare bianche le nocche.

<< Io… lo so che non me lo merito, e che sono stata stupida, e infame e che… e che non avrei dovuto farlo ma… non… non andartene, ti prego! Almeno ascoltami! >> singhiozzò, osservando la schiena del ragazzo terrorizzata. Inuyasha fece un respiro profondo, prima di voltarsi completamente per fronteggiarla.

<< Che vuoi? >> chiese brusco. Kagome sobbalzò. Il suo tono di voce le metteva paura, ma era da così tanto che non lo sentiva parlare che si sentì morire di gioia. Gli aveva parlato di nuovo. Dopo ventitre giorni. Tirò su con il naso, cercando di non piangere, ma fu tutto inutile. Sentì le gambe cedere, e non fece nulla per evitarlo. Cadde seduta, con le gambe lungo i fianchi, piangendo e singhiozzando e con le mani sul volto.

<< Volevo… volevo dirti che ti amo! >> urlò tra le lacrime, disperata. Lui sobbalzò a quella frase. La osservò, così bagnata, seduta sull’asfalto freddo e zuppo, in lacrime davanti a lui. Ringraziò il cielo che Kagome non potesse vederlo in quel momento. Gli aveva chiesto scusa. Era venuta a cercarlo. E adesso… Fece un respiro profondo, aprendo le mani. Se avesse continuato così, anche senza artigli avrebbero cominciato a sanguinare. Sapeva che non sarebbe riuscito a rimanergli lontano ancora per molto.

<< Ti prego >> lo implorò lei con voce troppo acuta << non mi lasciare da sola >>

I singhiozzi si erano intensificati talmente tanto da farla tremare violentemente. Cominciò a sentire freddo, e il bagnato del vestito che si era attaccato alla sua pelle. Le facevano male le gambe per la corsa, e il dolore al fianco si era intensificato. Aveva troppa paura per spostare le mani dal volto e alzare lo sguardo su di lui. Paura di vedere il suo sguardo duro, o la sua schiena che si allontanava.

Inuyasha sospirò, rassegnato, un po’ al suo istinto e un po’ all’insistenza di quella ragazza, così egoista, crudele, vendicativa, ma al contempo così tenera e indifesa.

<< Credo di non avere altra scelta >> disse infine, concentrando il suo sguardo violetto sulla ragazza. Lei smise di singhiozzare, e alzò lo sguardo su di lui. Incrociò per un attimo i suoi occhi, e capì. Capì che l’aveva perdonata. Scoppiò a piangere nuovamente, mentre lui si avvicinava e si chinava accanto a lei.

<< Ti riporto a casa >> sussurrò, prendendola in braccio. Lei si rannicchiò sul suo petto. Anche lui era bagnato, ma era così caldo. Continuò a singhiozzare ancora per una decina di minuti, prima di calmarsi. Rimase in silenzio, tra quelle braccia che la proteggevano. Avrebbe voluto rimanere così per sempre, con la consapevolezza di aver ottenuto il suo perdono. Ma sapeva che non era così. Non era stata ancora perdonata. Aveva solo ottenuto la concessione di venire ascoltata. E se lui non l’avesse comunque perdonata? Cosa avrebbe fatto a quel punto?

<< Mamma, Kagome è tornata! C’è il fratellone cane con lei! >> urlò Sota affacciandosi dalla porta. La madre corse all’ingresso con gli asciugamani, e subito li porse ai due ragazzi quando entrarono. Inuyasha posò Kagome sullo scalino dell’ingresso, e lei rimase lì seduta. Cominciò a tremare, ricominciando a sentire il freddo della pioggia.

<< Inuyasha, grazie per aver riportato a casa Kagome >> lo ringraziò la madre con sincerità, offrendogli un asciugamano.

<< Grazie, ma è meglio che vada >> rispose lui con tono neutro. Kagome spalancò gli occhi, e si aggrappò alla sua gamba.

<< NO! >> urlò, terrorizzata. Il ragazzo la guardò sbalordito.

<< E’ meglio che tu rimanga, non è una buona idea uscire con questa pioggia >> propose nuovamente la donna, porgendogli anche i vestiti puliti << tieni, sono di mio marito. Vai pure a cambiarti in camera del nonno, dovrebbero andarti bene >>

Il ragazzo salì le scale rassegnato. Anche l’ultimo tentativo di fuga era fallito. Ormai era incapace di andarsene.

<< Kagome, vieni, ti aiuto a cambiarti >> le disse la madre, portandola nella sua camera. Gli fece indossare il pigiama, e le asciugò i capelli con il phon. Dopo i primi violenti tremori, la ragazza si calmò. Smise di piangere e singhiozzare, e si riscaldò con l’aria calda dell’asciugacapelli.

<< Vai in camera tua adesso. E porta una coperta e una tazza di tè a Inuyasha. Lo scalderà >> disse porgendogli una tazza portata da Sota. Kagome ebbe l’impressione che tutti si fossero preparati in anticipo. Anche il nonno non si era intromesso.

Tornò nella sua stanza, dove trovò Inuyasha seduto sul suo letto.

<< Tieni, è da parte di mamma >> disse porgendogli la tazza di tè e la coperta. Lui annuì, mettendosi la coperta sulle spalle e prendendo la tazza. Anche Kagome si rifugiò nel suo piumone, prendendo un respiro profondo.

Era il momento della verità.

  
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