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Autore: Yoan Seiyryu    08/09/2013    4 recensioni
Red/Hook
Dopo la morte di Milah, Killian Jones tenterà di riportarla in vita, stringendo un patto con Cora. Si addosserà una maledizione che lo priverà dei suoi anni di vita e tenterà di vendicarsi in ogni modo. Sarà la vendetta a fargli incontrare qualcuno che come lui porta sulle spalle una maledizione, Cappuccetto Rosso.
***
-Non permetterò che muoia-
-Dovrai pagare un prezzo molto alto per salvarla- le labbra affusolate si arricciarono in un ghigno.
-Quanto alto?-
-Tanto quanto ciò che desideri salvare-
[...]
E Cappuccetto Rosso riuscirà ad accettare la sua doppia natura?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Killian Jones/Capitan Uncino, Ruby/Cappuccetto Rosso, Signor Gold/Tremotino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Time '
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XIX. Il coccodrillo








Disteso sul morbido letto della mia camera osservavo il soffitto stancamente. Com’era noiosa quella vita così sedentaria, colma di discorsi e riflessioni per cui non trovavo alcun interesse. Avevo trascorso solo un pomeriggio al Palazzo e già non vedevo l’ora di andare via. Una prigione con morbidi materassi, non era nient’altro.
Avevo preferito rimanere da parte, chiuso nella mia stanza, per evitare di incontrare di nuovo Graham con il suo sguardo provocatorio. In realtà mi nascondevo soprattutto da Red che non desideravo vedere.
Parlarle sarebbe stato difficile e non mi piaceva rimanere senza parole.
Ma la segregazione iniziava ad infastidirmi, in fondo una passeggiata nei giardini non sarebbe stata una grande prova. Sarei scivolato fin lì cercando di non farmi vedere da nessuno, avrei studiato i passaggi migliori per arrivare alle segrete del Palazzo e poi sarei tornato nella camera, attendendo la notte per affrontare faccia a faccia la mia vendetta.
Scesi giù dal letto, montando l’uncino al polso per poi rivestirmi con il soprabito ed uscire dalla porta.
Percorrere quei corridoi era quasi debordante, mi era difficile muovermi con facilità, ma fortunatamente avevo una memoria visiva sviluppata ed ero in grado di ricordare i particolari che avevo impresso nella testa per non rischiare di perdermi.
Con non poca difficoltà finii per arrivare ai giardini del Palazzo, ove emergevano alte fontane colme d’acqua a seguire una linea retta costituita ai lati da alberi rigogliosi e freschi. Conducevano fino ad una piazzola con la fontana più grande di tutte, ove alcune statue emergevano angelicamente verso l’alto.
Mi diressi proprio verso di essa per cercare un po’ di refrigerio, quando vi arrivai, mi chinai per osservare il mio riflesso.
Gli occhi blu emergevano con tutto il buio che portavano con sé. La barba iniziava a diventare incolta, avrei dovuto sistemarla il prima possibile, detestavo quando faceva quel che voleva.
Distolsi lo sguardo dal riflesso quando udii alcune voci in lontananza, circolavano più avanti su un sentiero di pietre bianche che portava ad un viale alberato ai cui lati correvano lunghi cespugli geometrici.
Mi resi conto che una delle voci apparteneva a Red, avrei potuto riconoscerla ovunque. Mi diressi da quella parte cercando di non farmi vedere e mi accorsi che il suo accompagnatore era proprio il Cacciatore.
Digrignai i denti, ma non feci nulla. Mi limitai a seguirli, finché non si accomodarono su una panchina all’ingresso del piccolo viale. Così mi fermai dietro al muro di cespuglio, per ascoltare le loro parole.

-Mia nonna quindi sta bene, puoi garantirlo?- gli domandò Red con voce preoccupata.

Riuscivo ad intravedere oltre i rami del cespuglio meno fitto i loro movimenti e persino i loro sguardi, o gran parte fu la mia immaginazione a caratterizzare quel momento.

-Sì, dopo che sei andata via sono tornato al villaggio per comunicarle la notizia. Non l’ha presa molto bene, mi ha rinfacciato di non esserti stato accanto in un momento difficile- scrollò le spalle Graham.

Red chinò appena il capo, facendo scivolare i lunghi capelli neri davanti al viso.
-Io passo sempre momenti difficili- sorrise per tentare di toglierlo dall’imbarazzo delle scuse.

Dunque erano così vicini l’uno all’altra, lei e Graham? Da quel che ne sapeva, Red aveva ucciso Frederick. No, Luke? Keith…no, come accidenti si chiamava? Peter! Ecco, me l’ero ricordato. E se fosse andata via dalla Foresta Incantata per evitare a Graham la medesima fine? Corrugai la fronte, indispettito all’idea di vederli insieme. Strinsi i pugni considerevolmente, cercando di calmarmi. Avevo preso la decisione giusta e andare via avrebbe significato darle una possibilità di riniziare, non con me, ma con lui.

-In effetti non ti sei scelta nemmeno una buona compagnia per ritornare qui. Come hai potuto fidarti di un pirata?- le domandò ancora incredulo per averla vista in mia compagnia.

Che accidenti voleva dire con quell’allusione? Cos’è, ora i pirati sono rinomati solo per essere dei disonesti? Deglutii, in effetti sì. Ed io iniziavo ad innervosirmi così tanto da avere pensieri sconnessi tra loro.

Red rise di gusto di fronte a quella domanda.
-Mi sottovaluti troppo Graham! Sono un lupo, so difendermi piuttosto bene, non ricordi?-.

Ammiccava. Stava ammiccando? Dovetti tirar via un gran sospiro per evitare di farmi ribollire il sangue nelle vene, ma era difficile, più difficile di quanto potessi immaginare.

-Sei una ragazza particolare, immagino che tu non abbia avuto troppi problemi a bordo di una nave. Se così non fosse…- strinse la mano con vigore.

Red scosse la testa.
-Non ho avuto alcun tipo di problema Graham, puoi stare tranquillo. Inoltre ti chiedo di non insistere più sulla questione di fiducia verso Hook. Posso garantire per lui, ho avuto modo di conoscerlo in questi tre mesi e ti assicuro che non è quel tipo di uomo che vuol far sembrare a tutti gli altri-.

-Mi fido del tuo intuito, ma come possiamo essere certi che non ci giocherà qualche brutto scherzo? Le storie che circolano su di lui fanno quasi paura- rispose poco convinto.

-E’ solo apparenza, ma Killian ha dimostrato di avere un cuore e di conoscere i valori della morale comune- sussurrò.

Ebbi un fremito di fastidio all’altezza del cuore, dove sorgeva l’orologio assieme alle lancette che continuavano a girare lentamente, troppo lentamente.
Non era un senso di colpa quello che sentivo risalire fino alla gola, vero?

-Aspetta un attimo…- mormorò Graham –non ti sarai invaghita di lui?- pronunciò quella domanda folgorandola con gli occhi.

Red si alzò immediatamente in piedi, mostrandogli uno sguardo imbarazzato e scostante.
-Cosa ti viene in mente, Graham!- incrociò le braccia al petto, come faceva sempre quando era adirata
-Non provo niente per Killian, niente di avvicinabile a quello che credi. Ho iniziato a provare stima per lui, ma nient’altro-.

Graham aggrottò le sopracciglia, alzandosi lentamente per poterla guardare meglio e indagare davvero la sincerità delle sue parole.
-Però lui sembra essersi affezionato a te, o sbaglio?-.

-Non è così- mormorò a denti stretti –Killian tiene soltanto a se stesso e non è in grado di amare qualcuno di diverso da lui. Il suo egoismo va al di là di qualunque sentimento. Vive nel suo mondo, crogiolandosi in problematiche che non riguardano gli altri e non si cura di ciò che avviene all’esterno. Se un tempo era riuscito ad amare qualcuno, temo che ora non vi sia rimasto nulla se non dolore ed ostinazione- cacciò dalle labbra quelle gelide parole.

Per un attimo mi mancò il respiro. Dunque era questo ciò che Red pensava di me? Che fossi soltanto un povero egoista incapace di amare? Io avevo dato tutto me stesso per amore, avevo rinunciato alla mia vecchiaia, alla vita stessa!
Se avevo ancora dubbi sul strappare il cuore a Tremotino, ora non ne avevo più alcuno. Avrei preso ciò che mi spettava e sarei andato via per sempre, via dalla vita di Red.

-C’è…c’è qualcosa di strano nell’aria, come se non fossimo soli- sussurrò Red, fiutando intorno a sé.

Aveva sentito il mio odore. Mi distaccai subito dal muro di cespuglio e ritornai in fretta sui miei passi, senza badare alla possibilità di essere scoperto.
La rabbia mi montava in corpo e non ero intenzionato a rimandare di un solo istante ciò che dovevo fare.
Una volta tornato al Palazzo evitai qualunque tipo di incontro, anche se mentre facevo ritorno nella mia stanza avevo udito alcuni elementi della servitù sussurrare del ritorno del Principe e del suo malcontento riguardo alla mia presenza.
Non avevo alcun dubbio, di certo non era una sorpresa.
Incredibilmente fui invitato alla cena come un ospite di riguardo, ma dovetti declinare per ovvie ragioni, inventando la scusa dei miei uomini fuori dal Castello e che non avrei potuto lasciarli scorrazzare da soli per la città durante la notte.
Sicuramente tutti furono più sollevati nel sapere che non sarei stato presente alla cena, io avrei anche evitato di incontrare Red, motivo in più per non andare.
Attendere la notte fu più dura di quanto potessi credere, mille pensieri mi affollavano nella testa e non riuscivo a dare alcun senso a nessuno di essi.
Mi affacciai alla finestra e quando vidi che la luna era ormai alta nel cielo, decisi di agire. Sfruttai la mia memoria visiva per avvicinarmi all’entrata delle segrete, dovetti fare molta attenzione, alcune guardie erano posizionate anche all’interno del Palazzo e non solo sui torrioni, sarebbe stato ancora più difficile.
Ma non avevo mai avuto molti problemi con loro, erano sempre così tesi da non far mai reale attenzione, soprattutto quelle all’interno.
Christian mi aveva procurato un sonnifero da applicare su un fazzoletto così da poter addormentare chiunque volessi senza spargere sangue.
In realtà, prima di recarmi dove desideravo, decisi di seguire il corridoio fino all’ala ovest del Palazzo in cui risiedeva la camera di Red. Quante sciocchezze, mi avevano addirittura riservato una stanza dall’altra parte per potersi assicurare che non combinassi qualche guaio nell’ala in cui riposavano i regnanti e gli ospiti più importanti.
Mi sarei dovuto sentire decisamente offeso, ma non era il momento adatto.
Prima di andare via volevo fare una cosa su cui avevo riflettuto, avevo rubato a Red il denaro che si era messa da parte per far ritorno alla Foresta Incantata e lei me lo aveva lasciato in cambio di poterla trasportare fin lì con la mia nave.
Mi aveva aiutato, mi aveva aperto gli occhi su molte questioni. Eppure sentivo di non poter tenere quel denaro, come se non vi dovesse essere alcun pagamento per il favore che le avevo fatto.
Ora che ero davanti alla sua porta però non ero più certo di volerglielo restituire. In fondo, non era qualcosa che ci teneva legati, quel sacchetto pieno di monete? Un patto, un accordo amichevole e molto semplice. Restituirglielo per intero avrebbe voluto dire spezzare l’ultimo legame che ci univa.
Mi inumidii le labbra e presi la mia decisione: tirai fuori una delle monete sulla cui faccia era raffigurato un veliero e la lasciai sotto la porta, cosicché potesse trovarla al suo risveglio.
Sfiorai la porta con l’indice della mano, come ultimo saluto. Poi mi allontanai per tornare a fare ciò per cui ero arrivato fin lì.
Riuscii ad introdurmi nelle segrete, lasciando cadere in un sonno di qualche ora le sentinelle e le guardie che erano stanziate lungo tutto il mio percorso.
Agire di nascosto mi riusciva piuttosto bene.
Sembrava che non vi fossero altri prigionieri, anzi con ogni probabilità doveva esservi solo Tremotino in quelle stanze sotterranee e la cosa non mi stupì affatto.
Ai lati delle pareti vi erano delle torce accese, ne afferrai una per vedere meglio la strada che stavo prendendo. Feci fuori qualche guardia con il sonnifero e poco a poco iniziava ad intravedersi la cella nella quale vi sarebbe dovuto essere il Coccodrillo.
Non ci volle molto ad arrivarvi, tant’è che mi ritrovai subito davanti alla gabbia costruita appositamente per il mostro che era.

-Hai impiegato parecchio tempo per arrivare qui- la sua voce squillante mi risuonò alle orecchie, mentre gli occhi umidi e lucidi si fecero vivi nel buio della cella –ti stavo aspettando- una risata inquietante gli uscì dalle labbra, mentre saltava giù per potersi avvicinare.

-Immagino che tu conosca i motivi che mi hanno spinto ad trovarti-  feci qualche passo avanti, corrugando la fronte quasi all’inverosimile, con le sopracciglia aggrottate che mi conferivano un’espressione ombrosa e ostile. Il fuoco della fiamma che ardeva accompagnava l’improvviso pallore che si era ricreato in viso.

Il Coccodrillo si fece avanti, inclinando la testa di lato con un sorriso particolarmente compiaciuto.
-Non hai ancora imparato? Non puoi uccidermi, sono il Signore Oscuro- passò lo sguardo fino all’uncino, gioendo di quel particolare ricordo –soprattutto non puoi farlo con quello- rise di gusto.

Scossi il capo lentamente, avvicinando la fiamma al suo visto per poterlo vedere meglio.
-Mi sottovaluti troppo, Coccodrillo, non sono più sprovveduto come l’ultima volta che ci siamo affrontati-.

-Oh, aspetta! Intendi quella in cui ho strappato il cuore della mia amata Milah e l’ho stritolato davanti a te? Quello che l’ha portata via, togliendo al sangue del mio sangue la possibilità di crescere in una famiglia- il sorriso si rabbuiò considerevolmente, mentre cercava di stringere le sbarre della cella ma veniva respinto dall’incantesimo di sicurezza.

-La mia Milah!- l’esclamazione fu quasi un ruggito -Lei è venuta da me, io non l’ho costretta a fare nulla!- lo agguantai per il collo del soprabito con l’uncino, trascinandogli il volto sulle sbarre per poterlo guardare meglio –tu lo sai bene, non ne poteva più di vivere accanto ad un codardo- sussurrai con rabbia quelle ultime parole.

Tremotino rise di nuovo, come era suo solito fare, sbeffeggiando chi aveva davanti a sé.
Mi vennero in mente le parole pronunciate dalla Regina di Cuori, per ovviare alla problematica della maledizione che mi ero auto inflitto.


-C’è un altro modo per poter raggiungere il tuo scopo. Puoi tenere in vita la tua amata e al contempo riprendere i tuoi anni di vita in un solo modo: strappare il cuore a colui che ha ucciso il tuo vero amore e donarlo a lei-.


Poi avrei dovuto affrontare un nuovo viaggio per portarlo a lei che aveva lanciato un incantesimo sull’uncino perché potessi strappare via il cuore del mio nemico.

-Tictac, tictac- trovò il modo per farmi adirare.

Gettai a terra la fiaccola che finì per spegnersi. Mollai la presa sul collo del soprabito e lo colpii al petto con l’uncino, tirando fuori il suo cuore ancora pulsante.
Non potette fermarmi, a causa dell’incantesimo.

-Chi… chi è stato ad insegnartelo?- domandò a fatica, sentendo un improvviso vuoto.

Sorrisi con una certa soddisfazione mentre lo rigiravo con curiosità davanti al suo viso.
-Però, credevo che il tuo fosse un cuore nero ed oscuro- scrollai le spalle e risposi alla sua domanda –è stata una vecchia amica-.

La sua espressione improvvisamente colma di timore mi rese talmente soddisfatto che non mi accorsi di qualcosa a cui avrei dovuto fare più attenzione.
Dei passi veloci si estendevano lungo il corridoio dei sotterranei, nel momento in cui mi voltai mi ritrovai ad affrontare il pugno vigoroso di qualcuno che non riuscii a vedere in viso.
Caddi a terra, con il cuore ancora pulsante nella mano, quando mi resi conto che a scagliare quel colpo non fu altri che il Principe James.
Sentii scendere il sangue dal naso, non volli nemmeno ripulirlo o tentare di fermarne il flusso, soprattutto quando vidi che alle spalle del principe oltre ad esservi sua moglie, vi era anche Red, tremante nel suo mantello rosso.

-Non si conoscono le buone maniere?- fu l’unica cosa che riuscii a dire, concentrandomi sul Principe che mi stava davanti, spingendomi contro la parete.

-Biancaneve ti ha concesso la possibilità di dimostrare di essere un uomo onesto, pirata- strinse con vigore la presa –e tu hai tradito la sua fiducia, oltre che ad aver mentito a Red sulle tue reali intenzioni-.

-Che quadretto interessante- sghignazzò Tremotino, divertito da quello che stava accadendo –quindi sarebbe questa la fanciulla che hai tradito per strapparmi il cuore dal petto?-

-Ti stai dimenticando che ho il tuo cuore in pugno, posso stritolarlo come e quando voglio- gli rinfacciai mentre sentivo il sangue colarmi fino alle labbra.

-Non farai proprio nulla del genere- mi rimbeccò il principe, scuotendomi con forza.

Per quanto tentassi di liberarmi dalla sua presa, era ormai piuttosto difficile poter fuggire. Avevo fatto male i miei conti ed ora mi trovavo in un vicolo cieco. Le labbra di Red erano mute ma i suoi occhi dicevano più di quanto volessi sentire. Mi torturava rimanere sotto il suo sguardo colmo di biasimo.
Il principe James mi intimò di restituire il cuore al Coccodrillo e con mio grande rammarico non potetti fare altro che eseguire gli ordini. Ero in trappola e non ne sarei uscito con facilità. Avevo fallito la missione e questa volta nulla mi avrebbe salvato. Riposizionare il cuore al suo posto fu debilitante, non appena accadde, il principe mi trascinò lontano dalla cella di Tremotino, conducendomi in un’ala più lontana delle segrete, sbattendomi all’interno di quella che sarebbe stata la mia prigione.

-Un momento, non vorrete tenermi qui dentro!- mi aggrappai alle sbarre con forza.

Biancaneve si fece avanti, con sguardo tenebroso e deluso.
-Non possiamo rischiare di lasciare libero qualcuno come te-.

Subito passai a guardare Red che era rimasta da parte, continuando a non dire una parola. Era così affranta da non riuscire nemmeno a posare gli occhi su di me ed io di rimando, cercavo di evitarla, per non ricadere sotto il suo giudizio.

-E volete lasciarmi qui finché non avrete deciso come punirmi?!- sbraitai contro di loro, afferrando le sbarre con furia.

-Non temere, presto arriverà la tua punizione- mi disse il principe, allontanandosi lentamente e richiamando sua moglie insieme a Red, che voltò subito le spalle.

Vidi allontanarli velocemente, così come li avevo visti arrivare. Red e Biancaneve erano in camicia da notte, le vesti leggere quasi fluttuavano insieme ai loro movimenti veloci ed inseparabili. Red aveva gli occhi cerchiati, di chi non aveva chiuso occhio.
Mi ritrovai immerso in un vuoto incolmabile, in quel baratro che avevo tanto timore di sfiorare, ma ormai avevo toccato il fondo.
Mi stesi sul terriccio umido della cella, con una gamba accartocciata vicina e l’altra srotolata in avanti, in una posa inelegante. Poggiai la testa sulla roccia dietro di me, come cuscino naturale.
Ero arrivato così vicino alla mia salvezza, ormai avevo in pugno di nuovo la mia vita. Invece non andò come avevo prospettato.
Ma era giusto, dovevo immaginarlo. I buoni vincono sempre ed i cattivi periscono. E’ la storia che tutti conoscono, in ogni avventura che si rispetti vi sono i rappresentanti della luce e dell’ombra. Io facevo parte di quella feccia che i buoni distruggevano con la loro forza d’animo. Anch’essi soffrivano, a volte rinunciavano a qualcosa di importante e compievano sacrifici ma alla fine riuscivano a risalire le ombre.
Io non ne ero capace, troppo immerso nel desiderio di superare chiunque e di tenermi stretto una vita per cui avevo lottato fino alla fine.
Ridare la vita ad una donna che apparteneva all’Oltretomba, anziché convincermi di poter vivere senza di lei.
Donarle i miei anni di vita, pensando di poter superare quella scelta, invece di cadere nella paura di morire davvero.
Il mio sacrificio era stato vano e deludente. Vivere ad ogni costo, amare qualcuno che non poteva più darmi il suo amore, a che prezzo avevo pagato tutto quello che avevo fatto?
Ed ora avevo rischiato anche di spezzare l’ultimo legame che ero riuscito a creare con una donna che aveva tentato di tirare fuori il buono in me.
Lei aveva provato a comprendermi, a mostrare uno specchio del me stesso che non avevo mai conosciuto.
Invece le avevo dimostrato che non ero diverso, non ero ciò che lei credeva che fossi.
Io ero Capitan Hook, il cattivo delle favole.








// Nda: 

Ed ecco finalmente il confronto tra il Coccodrillo ed Hook. Non è andata proprio come il nostro amato pirata aveva sperato. Riuscirà a spezzare l'incantesimo dell'Orologio? Che cosa accadrà con Red? Nel prossimo capitolo come si può intuire, si rincontrerà con lei. 
 Ho pubblicato un giorno prima perchè non sono sicura di potermi collegare domani, ma probabilmente continuerò ad anticipare visto che siamo ormai verso la fine. 
Spero di non deludervi! ^^ Ps: ho creato un gruppo su fb dove verranno raccolte le informazioni sulle mie storie di OUAT, con spoiler e tutto il resto. Se può interessarvi e volete entrare, potete richiedere l'iscrizione! https://www.facebook.com/groups/507038592717142/
   
 
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