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Autore: fravgolina    08/09/2013    0 recensioni
Ron vuole chiedere a Hermione di sposarlo, però non sa come fare. Quando i Granger lo invitano trascorrere due settimane in Italia con loro, il giovane Weasley si convince che questa sia l’occasione perfetta, ma scoprirà che, forse, il momento perfetto non esiste.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di © J. K. Rowling. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.


Perché, forse, il momento perfetto non esiste.


Sono passati quattro anni dalla fine della guerra e dalla scomparsa del Signore Oscuro, gli edifici danneggiati di Hogwarts sono stati ricostruiti e la scuola ha riaperto. Ma le ferite del cuore non si possono sanare, le crepe dell’animo non si possono ricostruire con calce e mattoni o con un semplice incanto. Eppure, pian piano, la vita ha ricominciato a girare, la situazione è tornata alla normalità – sempre se un mondo senza più Fred e Silente, Lupin, Tonks e tutti gli altri amici che hanno perso la vita possa considerarsi normale. Mio fratello non c’è più e nessuno potrà mai restituirmelo, ma non posso negare che siano successe anche tante cose belle in questi anni.

Sono diventato zio – zio ma ci pensate?! – Bill e Fleur hanno avuto una bellissima bambina: Victoire è nata nel secondo anniversario della disfatta di Lord Voldemort ed è delicata e avvenente quanto la madre – dopotutto anche lei possiede sangue Veela – ma le sue guanciotte paffute sono cosparse di efelidi e i suoi boccoli lucenti ramati: è una Wisley a tutti gli effetti.

George, in qualche modo, è tornato a vivere e a sorridere, ha imparato nuovamente a scherzare e tirare lazzi; così, alla fine, ha deciso di rimettere in piedi “Tiri Vispi Weasley” a Diagon Alley, intitolandolo alla memoria di Fred e io l’ho aiutato.

Sei mesi fa Harry e Ginny hanno convolato a nozze e il mio amico è entrato ufficialmente a far parte della famiglia: ora siamo fratelli a tutti gli effetti! E poi... poi c’è Hermione – la mia Hermione, che, dopo essere tornata a Hogwarts per completare gli studi, ha iniziato a lavorare al Ministero della magia, dove sta brillantemente facendo carriera – chissà perché la cosa non mi stupisce neanche un po’.

Sono mesi e mesi che mi scervello su come farle la proposta, vorrei che tutto fosse perfetto, vorrei sorprenderla e dimostrarle che anche io so essere romantico. Solo, per quanto mi arrovellassi, non riuscivo a venirne a capo: cosa avrei mai potuto fare?

Poi i genitori di lei ci hanno invitati ad andare con loro alle Isole Eolie – in Italia – e un’idea ha cominciato a frullarmi per la testa. Sarebbe stata un vacanza Babbana e io – ok, lo ammetto – sono un disastro con le cose Babbane; quindi Hermione all’inizio era un po’ scettica, ma alla fine sono riuscito a contagiarla con il mio entusiasmo: così eccomi qui su un autobus per Milazzo.

Eccomi qui, a rimpiangere la promessa fatta ad Hermione – perché in effetti non è bastato il mio entusiasmo a convincerla: ho dovuto promettere di non usare la magia. Nessuna forma di magia. Ebbene, mantenere la parola data si sta dimostrando più difficile del previsto; questo viaggio, per esempio, è un vero supplizio – non sono più abituato a viaggiare, miseriaccia!

Ormai, mi sono da tempo sbarazzato del senso di disagio che mi procurava la smaterializzazione – sì, perché non l’ammetterei neanche sotto tortura ma dopo essermi spaccato ho avuto qualche piccolo riserbo al riguardo... nulla di che, solo che un braccio lacerato non è esattamente un’esperienza come dire... piacevole, ecco. Se fosse per me, mi Smaterializzerei ogni volta che la mamma chiama a tavola, solo per non fare le scale che dalla mia stanza conducono alla sala da pranzo – sfortunatamente mia madre non è dello stesso parere... e miseriaccia: quella donna sa come imporsi!

Non avevo mai preso l’aereo –  volo sulle scope da quando ero bambino e ho avuto anche qualche esperienza con i Thestral, ma miseriaccia se queste scatolette di acciaio mettono ansia! La cosa peggiore, però, è stata passare tre ore abbondanti seduto su questi dannati sedili, accanto ad una vecchietta invadente e mezza sorda che continuava a blaterare frasi senza senso, mentre, qualche fila più avanti, Hermione, intenta a sfogliare uno dei suoi libri, subiva le attenzioni fin troppo eloquenti di un bellimbusto biondiccio che pareva uscito da una delle riviste di moda della sala d’aspetto dello studio dentistico Granger...

Questi sedili sono scomodissimi e ho le gambe tutte incriccate, ma almeno sono seduto accanto a  Hermione – non che sia di grande compagnia mentre dorme... però non posso biasimarla, questo viaggio è estenuante e poi, anche se mi sta lussando la spalla sinistra su cui si è assopita, sono contento di averla accanto.

La voce gracchiante del conducente ci informa di prepararci perché stiamo per arrivare a Milazzo, quindi penso di scuotere la bella addormentata
il peso sulla mia spalla, però, scompare prima che ne abbia il tempo. Voltandomi, riflessa nel vetro del finestrino, trovo un’Hermione vagamente assonnata ma sorridente, intenta a scrutare il paesaggio per assorbirne ogni minimo dettaglio – assetata di conoscenza come sempre.

La cingo goffamente tra le braccia e, mentre intorno a noi il pullman si riempie di mormorii concitati pronunciati nelle lingue più diverse, osserviamo avvicinarsi quella distesa blu che è il Mar Tirreno. Qui i colori sono così vivi e brillanti che in confronto casa nostra sembra quasi un film in bianco e nero – in Inghilterra il cielo è sempre così cupo, così grigio... Sì, questo è il posto perfetto per chiederle di diventare mia moglie – penso raggiante mentre Hermione ricambia il mio abbraccio.

Il bus di linea ci scarica accanto al molo e, appena si apre la porta scorrevole, le mie narici vengono assalite da un intenso odore di salsedine – il  profumo del mare – e lo respiro a pieni polmoni. Quindi mi affretto con i Granger a scendere la scaletta e mi dirigo verso il bagagliaio per recuperare le nostre valige. Impiego diversi minuti a trovare la mia – un po’ per l’assembramento di folla e un po’ perché grazie alla cara iella che non mi abbandona mai  il mio trolley è rimasto sepolto sotto una montagna di borse e borsoni – poi individuo gli altri, che si sono raccolti un po’ in disparte per fare il punto della situazione, e mi incammino verso di loro.

...è proprio un bel problema!” conclude il Signor Granger sconsolato, scuotendo la testa mentre li raggiungo.“Che cosa mi sono perso? Qual è il problema?” azzardo. “Non ditemi che i ristoranti sono tutti chiusi, perché sto morendo di fame” scherzo poi, mentre il mio stomaco gorgoglia il suo assenso. Hermione si volta verso di me con un’espressione tra l’esasperato e il divertito: “Il mare Ron...” mi dice sollevando un sopracciglio e facendosi scappare un sorrisetto “è troppo mosso per prendere subito il traghetto!”. È allora che mi accorgo della schiuma e delle enormi onde che sconvolgono la distesa blu: “Ah” è tutto quello che riesco a rispondere, affascinato da quello spettacolo selvaggio e ipnotico.

Dunque...” esordisce suo padre riavvicinandosi e io, che non mi ero nemmeno accorto che si fosse allontanato, per poco non sussulto “...abbiamo due possibilità: prendere l’aliscafo ora, finché c’è qualche equipaggio disposto a partire, o aspettare che il mare si calmi, ma le previsioni sono pessime e rischiamo di dover passare qui la notte... cosa vuoi che facciamo tesoro?” conclude poi guardando la moglie – giusto... la madre di Hermione soffre il mal di mare!

Con tre paia di occhi puntati su di lei Monica Granger arrossisce e poi, guardando di sbieco il mare, sbianca, quindi sussurra poco convinta: “Partiamo.” “Mamma sei sicura?” “Io...” balbetta lei incerta. “Tesoro possiamo anche aspettare domani se...” la rassicura il marito ma lei lo interrompe: “No, no. Non voglio rovinare la vacanza a nessuno: imbarchiamoci subito!” risponde con fin troppo zelo ed un sorriso stentato. Noi ci scambiamo sguardi dubbiosi, poi Wendell sospira: “D’accordo, me ne occupo io” e si allontana per prendere accordi, mentre Hermione fissa preoccupata la madre, che distoglie lo sguardo.

So che probabilmente dovrei dire o fare qualcosa ma non so proprio che cosa, quindi resto in silenzio e aspetto. Poi il mio stomaco mi ricorda che sto morendo di fame, così mi avventuro alla ricerca di un panino – ok... di quattro o cinque panini forse, ma mica è colpa mia se sono un pozzo senza fondo!



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Note al testo:

Nei romanzi non scopriamo mai come si chiamino i genitori di Hermione, ma usare sempre Signore e Signora Granger avrebbe appesantito la narrazione, quindi ho fatto finta che Wendell e Monica (utilizzati da Hermione quando nel settimo libro li convince di essere i Wilkins e li manda in Australia) siano realmente i loro nomi.

L'angolo di frav:
Questa storia – o meglio, una sua versione decisamente primordiale ed analfabeta – partecipò al contest Time to say “I do”. Accio, wedding ring! di Piratessa, che ringrazio tantissimo per la pazienza e l'accuratezza nei giudizi.
Per l’ambientazione (Isole Eolie) e per alcuni aneddoti, mi sono ispirata ai ricordi della mia gita di quinta superiore x)

Spero possa piacervi! :)
  
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