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Autore: michaelgosling    08/09/2013    1 recensioni
In un mondo futuro dominato e logorato un governo corrotto e distratto ha diviso la società in categorie in base alla bellezza esteriore: Intoccabili, belli e ricchi, Borghesi, mediamente belli e classe sociale media, e Mostri, fisicamente brutti e pover. Costringono anche ogni individuo a sposare una persona della stessa classe sociale scelta in base alle somiglianze fisiche, stessi capelli, stessi occhi, per poter fare figli uguali ai genitori..
Ed è in questa atmosfera cupa che si snodano le vicende di Ayris, una Borghese che non bada alle apparenze, Nathan, Borghese e compagno assegnato ad Ayris, Scott, un Intoccabile ribelle e omosessuale e James, un Mostro dal cuore d'oro, che non sono disposti ad accettare simili condizioni.
Insieme ad un gruppo di persone diversissime per età, sesso, carattere e principi che la pensano come loro, lotteranno per quello in cui credono.
Ce la faranno?
O lo Stato e l'apparenza che domina avrà la meglio?
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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ikjyj CAPITOLO 31. ARRABBIARSI SENZA SMETTERE DI AMARE

Lo sporco.
Lo sporco in quella cella era ovunque.
Era tale che i pantaloni di Scott erano sporchi, anche se per tutta la settimana, il tempo in cui era stato lì dentro, non aveva fatto altro che stare appoggiato di schiena al muro, a guardare in alto con uno sguardo stanco e sofferente.
Gli occhiali erano appannati, un po' per lo sporco e un po' per la mancanza di pulizia, il che da un punto di vista era meglio.
Non gli dispiaceva vedere quel posto con poca chiarezza.
I suoi occhi erano rossi, ancora più rossi di un ragazzo dipendente dai videogame che aveva passato un mese intero davanti ad uno schermo, senza mai muoversi se non per pochi minuti per mangiare o andare in bagno.
Aveva passato i primi cinque giorni a piangere, e ora aveva smesso per il semplice fatto che non aveva più lacrime.
Le aveva esaurite.
Era distrutto, fisicamente e psicologicamente.
Le sue unghie erano sporche di nero per la prima volta nella sua vita, e mentre le guardava pensò al suo passato, alla sua vita prima della morte di Melanie.
Mel era tutto per lui.
Era sua sorella, la sua migliore amica, l'unica che aveva.
Dopo la sua morte, quando aveva iniziato a infrangere la legge e a costruirsi il suo futuro, era così sollevato e così soddisfatto di sé stesso.
Era così contento della sua scelta, perchè credeva che, anche se fosse morto, non avrebbe potuto essere più felice.
In fondo, se lo avessero ucciso, avrebbe rincontrato la sua sorellina, quindi non doveva essere così male, no?
Ma era solo un ragazzo.
Erano passati solo pochi anni, eppure in quell'arco di tempo era molto maturato e cambiato.
Credeva che fare il nomade come aveva fatto per anni lo avrebbe reso più forte, e invece, lì, rinchiuso in quella cella, realizzò che quella vita movimentata senza fondamenta lo aveva reso debole, molto debole.
Era convinto di riuscire a gestire la situazione.
Era convinto di tante cose.
Lui in fondo era solo un ragazzo, e le sue maggiori preoccupazioni avrebbero dovuto essere che facoltà di studi intraprendere o dove andare a cenare una determinata sera.
Con le poche forze che gli rimanevano, si diede una risposta per la prima supposizione.
Se solo quella società fosse stata giusta, fondata su leggi sull'uguaglianza che tutelavano chiunque, indipendentemente da religione, orientamento sessuale e aspetto, sarebbe stato onorato di entrare in politica, e aveva anche ben chiaro di che tipo di politico voleva essere.
Non voleva essere quel tipo di politico che non perde occasione di andare in TV e di farsi fare interviste senza mai muoversi da un piccolo studio, dove assistenti e segretarie facevano tutto il lavoro.
No, voleva essere quel politico che scende in strada con le persone, che partecipa alle manifestazioni, che non lotta per le persone, ma lotta con le persone.
Quel politico che la gente considera "uno di noi".
Voleva fare piccole promesse e mantenerle, piuttosto che proposte impossibili da concrecitazzare in realtà.
Voleva essere un politico come Harvey Milk e
Luther King.
Li "conobbe" grazie a Jeremy.
Aveva letto tutto quello che il serial killer aveva di loro, e aveva anche visto dei filmati e ascoltato delle registrazioni.
Aveva immaginato di essere con loro mentre marciavano e si era commosso con loro quando quei diritti tanti desiderati erano stati riconosciuti.
Sentì la rabbia che gli veniva ogni volta che pensava a loro, perchè quei due eroi avevano messo in gioco tutto, rischiato tutto, erano morti per quei diritti che avrebbero dovuto esserci già, e ora?
Ora erano stati calpestati.
Dimenticati.
Cancellandoli dalla memoria, dalla storia e soprattutto cancellando quei diritti che ognuno meritava, era come se lo Stato avesse disintegrato la loro memoria, e non avrebbero dovuto permettersi.
Con amarezza, fece mentalmente presente a sé stesso che le lacrime di quei giorni non erano dovute né a Milk né a King, sebbene le meritassero.
Il suo cervello cercava di farlo pensare a tutto eccetto quello, ma non ci riusciva.
Nathan.
E' stata la persona, l'elemento, che ha distrutto tutti i meccanismi di Scott.
Niente fondamenta, niente legami, niente sofferenza.
Nathan, entrando nella sua vita, aveva distrutto quel meccanismo, che fino a quel momento aveva permesso a Scott di procedere con il suo sistema senza intoppi né senza ripensamenti.
Si diede tutta la colpa, sostenendo che se non avesse abbassato la guardia, non si sarebbe mai lasciato condizionare da quel Borghese fino a quel punto.
Lo aveva sottovalutato semplicemente per il fatto che non andavano d'accordo, ma non aveva valutato l'idea che le cose avrebbero potuto cambiare, e quando avevano iniziato a cambiare e il suo progetto iniziava a mostrare le prime debolezze lui era troppo confuso per accorgersene.
Nathan era nella cella accanto alla sua.
Un muro li divideva e Scott non voleva aspettare l'esecuzione per poterlo vedere, anche se ormai era ora.
Vide una piccola crepa nel muro che li divideva, e con la sola forza che gli era rimasta, la colpì con un calcio, facendo un piccolo buco.
Si tolse la scarpa per verificare la ferita dato che si era fatto male, ma una voce lo percosse.
"Scott.."
L'Intoccabile si voltò e vide la mano del Borghese: il buco era piccolo, ma per lo meno aveva permesso a Nathan di provare un tocco fisico.
Fregandosene altamente della ferita dato che a breve sarebbe morto comunque, Scott afferrò la mano dell'amante e la riempì di piccoli baci.
Nathan sentì i singhiozzi del compagno, e gli strinse dolcemente le dita.
"Non piangere, Scott.."
"Mi dispiace. E' tutta colpa mia. Te lo avevo detto di starmi lontano!"
"Smettila di dire cavolate. Tu non mi hai costretto a fare l'amore con te esattamente come Ayris non mi ha costretto ad aiutarla per tutti questi anni. Sono state delle mie decisioni, e se dite queste cose mi fate stare ancora peggio. Vuoi farmi stare peggio?"
"No! E' che.."
"Allora taci! Il solito testardo! Non so cosa fare con te!" sbottò Nathan in tono arrabbiato, ma senza mollare la mano di Scott, il quale sorrise quando sentì il compagno parlare in quel tono.
Era il tono che usava sempre con lui quando ancora si odiavano.
Sapeva che era arrabbiato, ma anche che lo amava ancora e sempre l'avrebbe fatto.
"Ti amo, Nathan."
A quelle parole il Borghese si addolcì, facendo andare via tutta la rabbia.
Nathan si arrabbiava per le più piccole sciocchezze, ma l'incazzatura gli andava via in un batter d'occhio.
Bastava sapere come prenderlo.
"Ti amo anch'io."
Entrambi sentirono arrivare le guardie, che erano arrivate davanti alle loro celle per portarli alla morte.
"Ci siamo frocetti." disse uno di loro.
L'altro se ne stava a testa bassa, guardando i due giovani con uno sguardo che esprimeva perdono.
Entrambi i ragazzi capirono che quella guardia soffriva per quello che faceva, e che sarebbe stato un ottimo cittadino di Plainfield.
"Ci vediamo in paradiso?" mormorò Scott all'amante.
"Casomai non ti trovassi subito, ti cercherò. Tanto abbiamo tutta l'eternità." rispose Nathan.
I due si lasciarono le mani nel momento in cui le guardie li fecero uscire, per portarli al rogo.

ECCOMI :)))) E' DA UN PO CHE NON RICEVO RECENSIONI E MI DISPIACE, E MI FAREBBE PIACERE SE UNO DI VOI NE LASCIASSE UNA :9 NON MORDO EH :P CIAOOO :D
  
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