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Autore: Aura    15/10/2004    6 recensioni
NobuxHachico La storia parte dall'ultimo numero uscito in Italia. Un po' di tempo dopo, in un pomeriggio invernale, Nobu intravvede Hachi... Nota: ispirata all'immagine che ho postato all'inizio del capitolo
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2 al Jackson’s Hall

Si dirisero al Jackson’s Hall, un posticino familiare dove entrambi speravano avrebbe contribuito a facilitare la comunicazione.
Hachiko prese un respiro
“il pacco…”
Nobu alzò gli occhi dalla lista
“cosa c’è Nana?” chiese
“il pacco-ripetè-è un regalo per Nana. Sai, mi manca tanto… Shin è stato l’unico che mi ha cercato, l’ho delusa ma… non avrei voluto, ma non è una cosa fatta intenzionalmente. Non sapevo come dirglielo… e i fatti alla fine hanno parlato da soli”
“non hai detto niente né a Nana né a me” disse lui, abbassando il tono sull’ultima parola per toglierli importanza. E Hachiko stessa la fece cadere, non era ancora pronta per affrontare quel discorso
“Lo so… non gli ho mai detto niente… avevo sempre paura di deluderla… e alla fine l’ho fatto davvero… ho rovinato tutto… ma era la cosa più giusta da fare. Dovevo salvare il bambino, ad ogni costo”
“il suo bambino?” chiese Nobu, quasi con amarezza e una punta di disprezzo inconscio. Verso Takumi, che non aveva mai fatto altro che portargliela via
“il mio bambino”
“ma ora vi sposate”
Come spiegargli… lui un giorno le aveva detto che le avrebbe creduto, qualsiasi cosa lei avrebbe detto. E Hachiko non era stata capace di parlare. Quanto si era odiata… ma d’altra parte l’aveva fatto consapevolmente. Era l’unica cosa da fare. Lo amava Nobu, non era mai stata così felice come quando erano insieme. Lo amava davvero.
Ma il piccolo… aveva il dovere di dare la priorità a lui, e Nobu ne usciva sconfitto in tutti i campi: non ne era il padre e non aveva abbastanza mezzi per mantenerlo.
Perciò era stata zitta. In fondo, per la prima volta in vita sua, per proteggere anche lui, proprio Nobu: sapeva che lui li avrebbe accolti entrambi, ma non voleva condannarlo a tutti quelli sforzi, ai sacrifici che avrebbero dovuto affrontare. Per un bambino che non era il suo…
Takumi, per quanto non fosse Nobu, non era disprezzabile… si preoccupava per lei e per il piccolo… avrebbe potuto mantenerli senza sforzi… se solo non ci fosse stata l’ombra della storia con Nobu avrebbe potuto essere perfetto.
Sarebbe stata completamente felice… ogni tanto si sforzava di esserlo, e quel sentimento la invadeva fino a quando, come flash, non si ricordava di loro: Nana, Nobu, i Blast…
“sai Nobuo, sarà un maschietto…”
con un sorriso delle lacrime iniziarono a scenderle sulle guance.
Avrebbe voluto, con tutto il cuore, che suo figlio fosse di Nobu. Lo avrebbe voluto davvero, più di ogni altra cosa. Ma non avrebbe potuto mai svelarglielo, né a lui né a nessun altro: sapeva bene che lui sapendolo avrebbe lottato con tutte le sue forze
Tutto il gelo faticosamente costruito da Nobu si sciolse con quelle lacrime
“Hachi sei felice?” le chiese, per la prima volta da quando si erano incontrati, dal profondo del suo cuore
La ragazza annuì
“certo che sì-singhiozzò-avrò un bambino”
Era certo della felicità di Nana, ma d’altra parte era altrettanto certo che non andasse tutto bene: quelle lacrime, il viso triste di quando l’aveva incontrata… doveva capire cosa c’era
“Nana ti vuole sempre bene… non ti capisce, ma continua a volerti bene”
“vorrei tanto vederla… contattarla… -si asciugò le lacrime- sono stata stupida a non lasciarti quel pacco: so che anche se glielo spedissi non le arriverebbe mai. Ho capito che Takumi vorrebbe che io tagliassi ogni legame con lei”
In un istante la Hachiko che viveva in una bella casa, con dei bei vestiti, con il futuro maritino gli apparve come una bambolina gelosamente costudita in una gabbia d’oro. E ne ebbe pietà. Forse Hachiko era addirittura uscita di soppiatto per comprare quel regalo…
“se vuoi scrivergli due righe- disse prendendo un tovagliolo-gliele consegnerò io stesso”
il suo sguardo era rassicurante. Gli occhi della ragazza si illuminarono e lei estrasse dalla borsetta una lettera
“dagli questa per favore, l’ho già scritta. La porto sempre con me nella speranza di vedere qualcuno…”
“esci spesso?”
“no, a dire la verità no. Junko mi viene a trovare e… e basta. Ho visto Shin un po’ di tempo fa. Ma basta. Non esco quasi mai… non c’è motivo di uscire, la spesa e tutto quello di cui ho bisogno mi arriva direttamente a casa”disse poi come per giustificarsi. O per giustificare Takumi. Non lo capì neppure lei.
Le mancava Nobu… le mancava come la faceva sentire…ora le sembrava di essere cresciuta di un colpo, e di continuare a recitare la parte della piccola principessa per Takumi.
Il telefono squillò
“pronto?”
”ma dove sei? Perché non sei a casa?”
“ecco, io… sono al Jackson’s Hall… volevo prendere una boccata d’aria…”
”così lontano? E non potevi prenderla sul terrazzo? Vai a casa Nana, non vorrei che ti capitasse qualcosa…”
“va bene…”
chiuse il telefono e lo ripose nella borsetta
“ti accompagno a casa?”
“non ce n’è bisogno grazie Nobu, prendo un Taxi…” probabilmente Takumi era lì
“ok… andiamo fuori”
uscirono e telefonarono al servizio taxi
“Nobu c’è una cosa che vorrei dirti… è giusto che tu sappia una cosa”
“cosa c’è?” Nobu le sembrava distaccato. Aveva capito perché non voleva essere accompagnata, e nonostante la capisse era furioso con Takumi
“Io avevo lasciato Takumi… per telefono. Gli ho detto che non volevo più rivederlo. Forse lui non capì, ma rifiutai sempre le sue chiamate. E mi mise incinta prima che io e te…”
Nobu sorrise
“lo immaginavo Hachi. Non volevo crederci, se tu mi avessi tradito sarebbe stato più facile dimenticarti… ma sapevo in fondo che non era così. Sapevo che doveva esserci una spiegazione” la ragazza abbassò la testa
“che io non ti ho mai dato…-singhiozzò.-sono orribile, ho rovinato tutto…” ripetè.
Nobu fece per abbracciarla ma lei lo scansò, e in un attimo di debolezza sussurrò
“no, sarebbe tutto più difficile…” il taxi arrivò e lei vi scappò sopra. Si separarono senza pronunciare una parola. Lei sapeva di aver detto troppo, e sperò vivamente che Nobu non avesse raccolto nel senso giusto la sua affermazione.
E lui… Nobu era rimasto stordito dalla sua ultima frase.



un grazie particolare a Mikako che ha recensito!
   
 
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