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Autore: Fabio93    15/03/2008    2 recensioni
Il pirata Michael Brown si vedrà costretto a combattere per riavere la propria libertà, e per farlo dovrà affrontare il temibile SoleNero. Un compito apparentemente semplice, ma il vero nemico emergerà dall'ombra insieme alle altre protagoniste della storia: le due spade...
Genere: Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco, finalmente il capitolo 19! Perchè è così importante? Ma perchè abbiamo ufficialmente superato la metà storia, olè!! Ho notato un drammatico calo di commenti, vedete di riprendevi o sono calci rotanti!!


Capitolo 19: Andros si sveglia


Michael aprì lentamente gli occhi, sbattendoli più volte, infastidito dalla luce che entrava dalla finestra della sua cabina. Dopo essersi svegliato rimase immobile nel suo letto, cullato dal moto calmo delle onde e dal scricchiolare del legno mentre da fuori giungevano i rumori della città che si svegliava.
Erano passate due settimana dallo scontro coi banditi, da allora le sue ferite si erano rimarginate, infatti aveva scoperto che non erano molto profonde, nonostante avessero sanguinato abbondantemente.
Comunque non aveva avuto più grane da quel giorno, si doveva essere trattato di una banda di delinquenti da quattro soldi in cerca di una preda facile: non aveva motivo di preoccuparsi.
Alla fine si alzò in piedi, non senza fitte di dolore, che ancora persisteva dopo la battaglia, ed iniziò a vestirsi.
Decise che quella sera sarebbe andato alla locanda coi suoi uomini, non voleva che dei borseggiatori da strapazzo potessero intimorirlo, e si sarebbe goduto la serata…


Michael bevve un altro sorso di birra dal grosso boccale di birra, pulendosi poi la bocca con la manica.
«Ebbene capitano?» chiese Duffy impaziente, giochicchiando con le carte che aveva in mano senza però lasciare che gli altri le vedessero.
Infatti, come previsto, il capitano stava trascorrendo la serata alla locanda con quattro suoi uomini: Jack, Duffy, Sean e Zula.
I cinque erano seduti attorno ad un rozzo tavolo, ognuno con la sua birra spumosa davanti alle carte del poker.
Michael diede una rapida occhiata alle sue carte, poi spostò gli occhi sui suoi uomini, come per studiarli, e poi sul mucchio di monete al centro della tavolata, valutando se rilanciare o meno.
Spada Rossa afferrò una moneta dorata dal suo mucchio, cominciando a rigirarsela fra le dita con aria pensosa.
«Lascio» annunciò in fine rimettendola a posto.
Mentre i compagni continuavano la partita lui si mise ad osservare l’oscurità della notte che premeva fuori dalle finestre della locanda: non era sicuro di aver fatto bene a trascinare con lui i suoi uomini, che fosse stato troppo imprudente?
Scosse la testa, per scacciare i dubbi: sarebbe andato tutto bene, si disse, riconcentrandosi sul gioco, dimentico dei suoi precedenti grattacapi.


La figura ammantata attendeva la sua preda all'ombra di un vicolo, quella notte c'era più gente del solito, ma non credeva che potesse creare problemi.
L'uomo fumava un sigaro puzzolente comprato in una bottega del centro, la lucina rossa della brace illuminava parzialmente il suo nascondiglio, l'uomo prese il sigaro e ne fece cadere un po' di cenere riportandoselo poi alla bocca.
La tensione lo faceva sudare, la sua pazienza era al limite.
"Ma quando esce quello?" si chiese buttando fuori dalla bocca una densa nuvoletta di fumo azzurro; il suo obbiettivo ci stava mettendo più del solito ad abbandonare la locanda...
Non osava pensare a cosa gli avrebbe fatto il capo se avesse fallito… non doveva fallire si ripetè per la centesima volta.
Si guardò attorno, dalla sua posizione non si vedeva molto, ma riuscì ad intravedere qualcuno dei suoi compagni nascosti nella notte....
Quella volta erano in molti, non ci sarebbero stati errori.
Riportò gli occhi sulla locanda; un brivido d'eccitazione gli percorse la schiena: il bersaglio stava uscendo, attorno a lui c'erano altri uomini, ma non importava, non avrebbe fallito.
Gettò a terra il sigaro e si avvicinò a grandi passi alla preda ignara che rideva e scherzava coi suoi compagni, l'uomo estrasse dal mantello una pistola col cane già armato, puntò e fece fuoco...
Come sempre, appena uscì dalla locanda, il capitano rabbrividì, poi uno di loro fece una battuta e si sentì in dovere di ridere, nel farlo si dimenticò di mettere un piede davanti all'altro ed inciampò.
Mentre lui mulinava le braccia per rimanere in equilibrio ci fu uno sparo, il proiettile lo sfiorò facendo vibrare l'aria attorno al suo viso con un sibilo tale da minacciare di spaccargli un timpano.
Due mani aiutarono il capitano a rimettersi in piedi mentre lì attorno si scatenava il caos: la gente presente fuggiva urlando e si riversava nella taverna più vicina per cercare rifugio.
Michael sentì uno di loro gemere: era Jack, colpito alla spalla dal proiettile.
Il capitano si accorse della figura ammantata proprio davanti a lui, che aveva estratto una spada e l’aveva sollevata, pronto a colpirlo.
Prima che l’uomo potesse agire, Zula gli fu addosso a spada sguainata e lo trapassò da parte a parte; l’aggressore rabbrividì e crollò a terra.
Immediatamente, dalle altre strade, apparvero altri criminali armati di spade, un attimo prima celati delle tenebre.
«Tutto bene Jack?» chiese Michael mentre il suo gruppo gli si stringeva attorno.
«Sì…posso combattere» affermò l’uomo con una smorfia.
«Bene» disse Michael osservando gli assalitori che si erano avvicinati, minacciosi «Due per ognuno, ragazzi!» fece infine con tono leggero ed estraendo la spada.
Con un urlo i pirati saltarono addosso ai nemici, iniziando a duellare nelle strade ormai deserte.
Spada Rossa duellò per qualche secondo con un nemico, poi riuscì ad eluderne la difesa ed a colpirlo al collo con un guizzante affondo.
Subito un secondo lo raggiunse, costui era armato di due lunghi ed affilati coltelli.
Il criminale cominciò subito a tempestare il capitano di colpi, costringendolo ad arretrare sempre più, poi Michael riuscì, con una rapida mossa a colpirgli un braccio facendogli cadere l’arma di mano.
L’uomo muggì, non si esclude una parentela con Zula, e preparò un fendente diretto al petto del nemico.
Michael fece per bloccarlo quando una fitta intensa quanto inattesa in corrispondenza di una ferita, lo bloccò.
Fortunatamente riuscì comunque a bloccare l’attacco, che però gli fece volare via di mano la spada.
Spada Rossa guardò prima la spada, poi l’uomo che ora rideva soddisfatto, poi estrasse velocemente la pistola che teneva nascosta nella giacca e sparò.
Il colpo sollevò l’avversario da terra, in uno svolazzare di mantelli, facendolo ricadere per terra come una burattino senza fili.
Michael raccolse la sua arma e vide che anche i compagni erano riusciti a difendersi, tuttavia non potè festeggiare: dalle strade erano magicamente apparsi altri criminali armati, in un numero decisamente troppo alto perché i pirati potessero cavarsela.
I nemici preclusero al gruppo qualsiasi via di fuga, cominciando a stringersi attorno ai pirati.
Michael si trovò spalla a spalla coi compagni, attendendo che uno dei nemici gli saltasse addosso, quando un proiettile fendette l’aria colpendo una figura ammantata.
Tutti si guardarono attorno, stupiti, quando, improvvisamente, un gran numero di soldati in divisa irruppe nella strada, gettandosi addosso ai malviventi.
Michael non riusciva a credere alla sua fortuna, guardando esercito e criminali che si ammazzavano a vicenda: mai avrebbe pensato che un militare gli avrebbe salvato la vita!
«Defiliamoci!» ordinò agli uomini, ed il gruppo approfittò del caos per fuggire, correndo a passo spedito verso il porto.
«Presto, andiamo!» incitò i suoi compagni correndo verso il molo; corsero a perdifiato per tutta la città, incitati dal rumore della battaglia fra i banditi ed i soldati.
Mai Michael provò più gioia di vedere la sua caracca galleggiare placida ad aspettarlo, poi un movimento attirò la sua attenzione: un uomo pieno d'orecchini e munito di bandana si stava fiondando verso una feluca.
Spada Rossa era fin troppo sicuro che quell’uomo centrasse qualcosa con le aggressioni…e magari anche con suo zio…
Il pirata sorrise e lo rincorse, l'uomo parve non accorgersene ma era troppo veloce per Michael che stava per rinunciare.
Poi i due arrivarono alla feluca e il capitano lo raggiunse assestandogli poi un calcio sulla schiena facendo cadere il pirata rumorosamente.
«Tu vieni con noi!» gli disse prendendolo per il collo e spingendolo verso la caracca pungolandolo con la sciabola.
I due salirono sul ponte dove l'equipaggio stava già lavorando.
«Sean!» chiamò il capitano, subito il pirata, già salito prima di lui sulla nave, lo raggiunse.
«Manca qualcuno?» chiese Michael.
«No, capitano!»
«Bene, sbatti questo in cella» ordino il pirata; Sean prese il prigioniero e lo portò via.
La caracca prese il largo appena possibile e Michael si ritenne soddisfatto solo quando furono a due chilometri dalla città.
Michael era sul parapetto della caracca col respiro ancora affannoso quando le vide: delle luci tremolanti che suggerivano la forma di un grande galeone si avvicinavano a loro a babordo.
«Appena in tempo!» disse il capitano riconoscendo la nave del commodoro.
   
 
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