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Autore: Berry Depp    09/09/2013    1 recensioni
La vita di Gale Wasowsky, figlio di Mike e Celia, non è granché, soprattutto quando suo padre lo iscrive alla Monsters University, dove si trova sempre peggio, finché non incontra la bella Sunny e... tutto cambia!
dal quarto capitolo:
" -Questa è la tua camera. Dormirai con Sank, il che non dovrebbe recarti molti problemi, visto che non parla mai- Jem era fin troppo emozionato mentre faceva fare il giro turistico della casa a Gale, contento solo dell’ultima informazione: non avrebbe dovuto parlare per forza col suo compagno di stanza."
P.S. dedicata al grande Tonino Accolla, doppiatore del mostro più simpatico di questo mondo... e dell'altro! xD
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Una mattina di schifo. Esatto. Una mattina orrenda.
Gale si alzò di malavoglia, afferrò la cartella, mise i libri di testo del primo anno e andò a fare colazione. Sua madre era serena e stava preparando una caffettiera di acqua sporca e Mike leggeva il giornale. Gale riuscì a vedere che in prima pagina c’era la notizia di Angelina Mostrie che rimproverava Brad Schiff perché aveva lasciato i calzini in salone durante l’intervista per il loro nuovo film: L’Amore Mostruoso che Provo per Te.
Andò a sedersi al tavolo e cominciò a bere il suo latte acido con i croccantini per cani.  Silenziosamente, non appena ebbe finito, si alzò e andò a lavarsi i denti con un dentifricio al letame e si spruzzò di deodorante al cane bagnato, senza lavarsi.
Prese la sua cartella e andò verso la porta di casa, dove sua madre lo attendeva con due valigie e un borsone.
  -Buon viaggio, tesoro- gli disse, sorridendo. Gale sapeva che era un sorriso finto, per fare contento Mike e convincere lui che non era proprio una tragedia.
  -Ciao,ma’- fece lui con voce atona e dandole un bacio sulla guancia.
  -Gale- lo chiamo suo padre.
  -Che c’è?- chiese quasi bruscamente.
  -Io... tu... tu dovrai iscriverti al corso di “spaventologia”. Non fare il furbo. “Spaventologia”.
Gale continuò a guardarlo con uno sguardo omicida, poi si voltò di scatto, mise in spalla il borsone, a tracolla la cartella e prese una valigia per mano.
  -Ci vediamo a marzo- disse secco, senza voltarsi e uscendo di casa, per raggiungere il bus. La porta si aprì cigolando e lui entrò facendosi spazio tra i mostri che parlavano di genitori troppo appiccicosi che non li lasciavano uscire la sera, di partite di football e cose varie.
Andò a sedersi vicino ad un finestrino, ma non si girò nemmeno per salutare i suoi genitori che lo guardavano sparire dietro l’angolo.
La confusione in quel pullman era paragonabile a quella che faceva Sulley quando la sua squadra di baseball vinceva.
Gale non spiccicò una parola per tutto il viaggio e quando arrivarono gli sembrò fosse passata una giornata intera, non due ore e mezza.
Scese dal pullman con una silenziosità eccessiva ed entrò nel campus senza quasi farci caso. Non ascoltò una parola della ragazza che mostrava al gruppo delle matricole il campus in tutto il suo “splendore” e si allontanò quasi subito per andarsi a registrare e iscriversi al corso di “spaventologia”.
  -Nome prego- disse il segretario addetto alle registrazioni, con voce lenta e noiosa.
  -Gale Wasowsky- disse Gale.
  -Gale Wasowsky? Quel Wasowsky?- esclamò il segretario, questa volta saltato dalla sedia sorpreso ed entusiasta.
  -Credo... credo di si... ci sono altri Wasowsky?- chiese stranito Gale.
  -Beh, suo padre, credo! Ehi, gente, guardate chi c’è! Gale Wasowsky, figlio di Mike Wasowsky!- urlò l’altro, alzando una mano per attirare l’attenzione.
Tutti si voltarono verso quello stand, sorridenti e sorpresi.
  -Quel Wasowsky?- chiesero tutti quanti.
  -Oh, insomma!- sbottò Gale –Che c’è di speciale nell’essere un Wasowsky?
Un mostro piccolo e grassoccio si avvicinò: -Quel Wasows...
  -Zitto tu!- lo precedette Gale - Si, Quel Wasowsky! E personalmente non ci trovo niente di speciale. Mi fa schifo, anzi! Dammi qua.
Afferrò la scheda della registrazione e andò a scattarsi la foto con passi pesanti.
Tutti rimasero allibiti. Gli faceva schifo? In quella scuola Mike era considerato un eroe. Certo, espulso al primo anno, ma un eroe!
  -Sorrida!- disse il fotografo.
Si, come no, gran bel sorriso. Gale guardò la sua foto sulla scheda. Imbronciato. Con il suo caratteristico dente che fuoriusciva dalla bocca più del solito.
Tornò a prendere i bagagli e gironzolò per gli stand alla ricerca di quello di “spaventologia”, ma qualcos’altro la sua attenzione. Uno stand dedicato completamente alla recitazione. Dietro al bancone c’erano due mostri: uno era alto e muscoloso e l’altro di statura media e robusto. Sventolavano volantini del corso e una voglia irrefrenabile di iscriversi lì pervase completamente il corpo di Gale. Poi, però, gli vennero in mente le parole del padre: “Non fare il furbo”. Scrollò la testa e raggiunse il temuto stand.
Si fece dare un volantino e si iscrisse. Non mancarono i mostri che esclamavano “Quel Wasowsky?” e le sue occhiatacce, ma non appena fu iscritto, andò nella piazzetta dove c’erano le confraternite che cercavano nuovi iscritti. Le guardò molto attentamente. C’erano quelle vecchie, di cui suo padre parlava come i RΩR o le PNK, ma ce n’erano anche di nuove. C’erano le Mostre, i MB (Monstbest) e i Blob, una confraternita di mostri viscidi e appiccicosi. Decise di iscriversi nei Montbest, anche se non lo convincevano granché, ma non aveva molta scelta. Tutti quei mostri gli facevano antipatia.
  -Ciao, noi siamo i Monstbest- disse quello che doveva essere il capo, un mostro mingherlino con degli occhiali enormi sulla faccia e delle corna lunghissime cha finivano per arrotolarsi tra loro –Io sono Jem e loro sono Moldy, Torche, Sank e Kirk- esclamò indicando rispettivamente un mostriciattolo bassino con una scia di bava che si lasciava alle spalle... se solo avesse avuto le spalle. Poi c’era l’altro che era ricoperto di pelo solo in parte, a ciocche, l’altro aveva una massa di capelli che gli ricopriva la faccia, facendo vedere solo la bocca che non apriva mai e l’ultimo aveva una massa di aculei che gli ricopriva la schiena.
  -Io invece sono Gale Wasowsky- disse lui annoiato e convinto di aver scelto la peggior confraternita che potesse capitargli.
  -Quel Wasowsky?- esclamò Moldy.
  -Si, quel Wasowsky!- sbraitò Gale per l’ennesima volta in pochi minuti. Afferrò di nuovo la sua roba e si diresse verso la casetta della confraternita, sotto gli occhi straniti dei suoi nuovi compagni.

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Cabina del Capitano
Ciurma, come va? Io sono annoiata e anche un po' delusa, perchè pensavo che questa storia, anche se solo all'inizio, avrebbe ricevuto delle recensioni, ma forse pensavo male...
Bene, allora... recensite <:D
Ossequi,
BD
 
  
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