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Autore: emotjon    09/09/2013    16 recensioni
[SOSPESA MOMENTANEAMENTE]
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Lei, Andromeda Tomlinson, per tutti Andie.
Classe 1993. Capelli castani, occhi celesti.
Sorella minore di Louis. Ex ragazza di Liam Payne.
Migliore amica di Harry Styles.
Genitori ricchi sfondati... Ma che bloccano le carte di credito ai fratelli Tomlinson.
La soluzione? Un coinquilino.
E chi meglio di Zayn Jawaad Malik?
Ma soprattutto... Andie, la ragazza acida con la corazza d'acciaio, riuscirà a resistere al fascino del tenebroso quanto sexy e dolce coinquilino?? Sta a voi scoprirlo. E se leggete lasciate una recensione, vero? Vero.
xx Fede.
Accenni Larry. Niente di sconcio, solo due ragazzi innamorati, giuro.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 16. Happy birthday, Boo.


Ventiquattro dicembre. Uno dei giorni più belli dell'anno, per quanto mi riguarda. La vigilia di Natale, ovviamente. Ma anche il compleanno di mio fratello. Louis William Tomlinson compie ventidue anni e sembra ancora un bambino, ci credete?. Non sembra invecchiare di un giorno, di solito. Ma quest'anno è diverso, come se stesse fingendo di stare bene quando in realtà sta di merda.

Sulle labbra sottili aveva quel fottuto sorriso finto che ho indossato anch'io come una maschera dopo Liam. Dopo Liam e prima di Zayn. E devo ammettere che mio fratello sa fingere in modo quasi impeccabile. Quasi, appunto. Può prendere per il culo chi vuole. Ma non sua sorella, non me.

Riesco a capire perfettamente se qualcosa non va. E questo è uno di quei casi.

Comunque, mi svegliai con il sorriso sulle labbra, quella mattina. C'era aria di Natale, oltre che del solito odore di Zayn. Ah, se ve lo state chiedendo, siamo rimasti al campus. Io, Zayn, Harry, Louis e Lottie almeno. Niall e Libby si sono regalati un viaggio in Irlanda, e per quanto riguarda Jennifer, è tornata dai suoi in Canada. Liam e Danielle, invece, sono tornati a Doncaster.

Zayn voleva tornare a Bradford.

E non potete immaginare nemmeno lontanamente la sua faccia quando sua sorella Doniya è comparsa davanti alla nostra porta. Era a bocca aperta, con gli occhi praticamente sgranati. Espressione diventata ancora più allibita e divertente quando la sorella si è praticamente tuffata tra le mie braccia, facendomi ridere.

Ciao Dony”, la salutai senza smettere di ridere, gustandomi l'espressione del fratello. Ci eravamo sentite via mail, e visto che Zayn voleva andare a Bradford ma nello stesso momento rimanere con me... mi ero presa la libertà  di invitare la sorella da noi.

Ciao, oddio... sei meravigliosa!”, mi aveva detto, ignorando completamente Zayn, che ci guardava con un sopracciglio inarcato e le braccia conserte. Un attimo, e Doniya era scoppiata a ridere, correndo ad abbracciarlo. Quasi a stritolarlo, a dire il vero.

Ma passando alle cose serie, la mattina del ventiquattro dicembre mi svegliai sorridente, nonostante stessero suonando alla porta. E come per magia riuscii a scendere dal letto più pimpante che mai, e a caracollare con eleganza fino alla porta.

In mutande e maglietta. E a piedi nudi, un freddo che non vi dico.

E strano ma vero, iniziai a sorridere come un'idiota, trovandomi davanti Carmen, con Gabriel in braccio. Un anno e mezzo, capelli scurissimi e occhi dello stesso colore della madre. Di quel blu indefinito che stavo imparando ad amare, a piano a piano.

 

 

Salii in macchina e sbattei la portiera con forza, mettendo in vivavoce la telefonata con mio padre, che rispose nel momento esatto in cui Carmen saliva in auto. “Ciao, papà”, dissi acida. Ero incazzata, e parecchio. Non tanto per il fatto che avesse tradito mia madre. So che è strano, okay, ma davvero non riuscivo a mandare giù il fatto che volesse privare una madre del proprio bambino.

E non capivo nemmeno perché ce l'avesse con me.

Andromeda, non ora, sono al telefono con...”.

Ciao, Simon”, prese la parola la mia professoressa di storia dell'arte. Dall'altra parte della cornetta, silenzio. Intanto misi in moto, prendendo poi a guidare verso l'orfanotrofio. “Stiamo andando a prendere Gabriel, sono stufa dei tuoi ricatti”, aggiunse dopo un po' chiudendo la telefonata. Risi, passandomi una mano tra i capelli, un attimo prima di parcheggiare. Quella donna aveva appena tenuto testa a mio padre, zittendolo. Già la amavo, possibile?

Ti ha detto per caso...”.

Non sapevo nemmeno se chiederglielo o meno.

Non vuole che ti laurei”, mi spiegò con un mezzo sorriso. Un sorriso triste però, come se si fosse pentita di quello che aveva fatto l'anno prima e che avrebbe dovuto fare in quei tre mesi. Il sorriso stanco di una donna che ha bisogno del figlio. “Mi ha ripetuto un migliaio di volte che la vostra famiglia è destinata a grandi cose, avvocati, giudici, medici...”.

Allora capii, tutto quanto.

Louis studiava medicina, per cui non c'era pericolo che gli impedisse di seguire la sua strada. Ma per me e Lottie si prospettava l'inferno in Terra. Con me che volevo diventare fotografa e Charlotte che voleva fare la stilista... si spiegava il caratteraccio di mio padre nei nostri confronti.

Ma avrebbe potuto dircelo, semplicemente. Parlare da persone adulte, spiegarmi il perché non voleva che facessi la fotografa. Invece era passato ai fatti, rovinando tutto. Rovinando il nostro rapporto a dir poco precario... E a questo punto, rovinando l'intera famiglia.

E quando un'ora dopo vidi Carmen in lacrime con suo figlio in braccio... mi sentii bene, in pace, realizzata. Come se avessi appena risolto un enorme problema, o appena compiuto una missione impossibile.

 

 

Tornai in me quando Carmen mi schioccò le dita ad un paio di centimetri dal naso. E rise, posandomi due baci sulle guance e lasciando che prendessi in braccio il mio fratellastro. Suonava strano trovarsi con un fratello in più da un giorno all'altro. Ma lo adoravo. Mi sarei abituata prima o poi. “Ciao, piccolo”, mormorai dandogli un bacio sulla fronte, che lo fece ridere, facendogli battere le sue adorabili manine paffute.

Tao dada”.

Risi e gli scompigliai i capelli, per poi sentire le braccia calde di Zayn avvolgermi, e il suo mento posarsi sulla mia spalla, a solleticarmi la pelle con quei due millimetri di barba, che lo rendevano ancora più sexy di quanto non fosse già. Sorrisi, mentre Gabriel allungava una delle sue adorabili manine a tirare il ciuffo di Zayn.

Mi portai una mano alla bocca, cercando di trattenermi dal ridere, mentre Lottie sbucava dal nulla coi capelli sconvolti e il mascara sbavato fino a metà guancia, stile panda coccoloso. La vidi aprirsi in un sorriso, vedendoci in quel modo mentre nello stesso momento Gabriel agitava le braccine verso di lei, obbligandola a prenderlo in braccio.

Sembrate sposati”, mi fece notare mentre mi voltavo per dare un bacio al mio ragazzo, ignorandola il più possibile. Sentii Zayn sorridere contro le mie labbra, mentre finalmente il festeggiato compariva dal corridoio, seguito da Harry e Doniya, che ridevano e scherzavano come se si conoscessero da sempre.

Diedi una serie di baci a Zayn, per poi praticamente saltare in braccio a quella carota troppo cresciuta di mio fratello. Lui rise, ricambiando l'abbraccio. Rise. Quasi non ci potevo credere. Rise davvero, come non lo vedevo ridere da quando era comparsa Michelle.

Mi è mancata la tua risata”, confessai. “Ah, e buon compleanno”.

 

~


MICHELLE'S POINT OF VIEW.

Ventiquattro dicembre. Una data di svolta. La vigilia di Natale, okay. Ma il compleanno di un mio possibile alleato è decisamente più importante. Louis Tomlinson compie ventidue anni. E il fatto che io fossi riuscita a farmi invitare in casa loro era a dir poco... eccezionale, decisamente. Avrei potuto mettere in atto il mio piano geniale, rivedere Zayn e liberarmi della stronza in un colpo solo.

Era colpa sua se Zayn mi aveva abbandonata.

Lei e i suoi occhi perfetti, i suoi capelli perfetti e il suo fisico perfetto. Mi stavano portando via l'unica cosa che avessi mai voluto veramente. L'unico a cui avessi mai donato il mio cuore. L'unico ragazzo che mi avesse mai amata, era sparito quella mattina, quando mi aveva trovata nuda nel letto del suo migliore amico. Ci eravamo persi per un errore mio. Una stupidaggine capitata una volta sola. E solo perché quello stronzo mi aveva... Okay, no. Non ero ubriaca.

Ero lucida. E tradire Zayn mi era venuto naturale, ammettiamolo.

Mi ero resa conto solo dopo di quanto avessi rovinato. Un'amicizia durata anni, dalla nascita addirittura. Avevo rovinato un milione di sorrisi, di abbracci, di risate. Un milione di baci, di regali, di giornate passate a coccolarci nel letto. Avevo rovinato tutto, e Zayn mi era mancato davvero troppo per potermene stare ancora al mio posto.

E avrei fatto di tutto per rimediare. Qualsiasi cosa.

 

~

 

LOUIS' POINT OF VIEW.

Strinsi forte Andie, scoppiando a ridere. Non ero riuscito a farne a meno, in una situazione come quella. Stavo da schifo per tutta la situazione che si era creata con Michelle, e non riuscivo nemmeno più a ridere, da settimane ormai. Trattavo tutti di merda, persino Harry, e non era da me.

Non ero più io.

Ed ero sicuro che Andie se ne fosse accorta. Era preoccupata per me, anche se cercava a tutti i costi di non farlo vedere. Io lo vedevo, non per niente era mia sorella. Era preoccupata, come lo era anche Lottie, del resto. Ma sapevano fingere, bisognava ammetterlo. Erano quasi convincenti. Quasi.

Non pensavo che a qualcuno potesse mancare la mia risata. Non pensavo che potesse mancare a mia sorella. Ma evidentemente pensavo male. Le ero mancato. E mi stavo sentendo terribilmente in colpa, mentre mi stringeva a sé e mi augurava “buon compleanno”. In colpa per come mi ero comportato in quei giorni. In colpa per non averle detto che sospettavo il tradimento di nostro padre.

In colpa per aver smesso di sorridere davvero.

E in colpa. Terribilmente in colpa per quello che stava succedendo con Michelle.

Lei mi aveva scritto. Non so come aveva avuto la mia mail. E continuava a scrivermi, non avrebbe smesso tanto facilmente. Alla fine avevo ceduto. Mi stava ricattando, e non avrei sopportato di perdere Harry solo per non aver fatto quello che mi chiedeva lei. Quindi le avevo dato il mio indirizzo e le avevo promesso di aiutarla, a patto che lasciasse fuori l’amore della mia vita da tutta quella storia.

E con mia enorme sorpresa aveva accettato.

Ma forse c’era un modo. Un modo per liberarsi di Michelle, intendo.

Insomma, le avevo dato l’indirizzo di casa, magari sarebbe bastato cambiare luogo della festa. Annuii tra me sorridendo, meravigliandomi dell’idea geniale che avevo appena avuto, e cercando di evitare l’occhiata del mio ragazzo. Harry sembrava confuso, stranito per qualcosa. Gli sorrisi, il più convincente possibile, e lasciai andare Andie, accorgendomi poi di Gabriel, in braccio alla professoressa di storia dell’arte di mia sorella.

Feci una smorfia. Quella donna non mi piaceva.

Innamorata di mio padre, aveva praticamente rovinato il matrimonio dei miei, oltre che la vita di Andie l’anno prima. Però aveva una cosa dalla sua, per cui mi costringevo ad ammettere che aveva avuto una buona ragione. Gabriel era un bambino davvero adorabile, si faceva amare dal primo momento in cui lo vedevi. Ma quale assurdo motivo poteva esserci per suonare alla porta la mattina della vigilia di Natale?

E come se mi avesse letto nel pensiero, Harry mi cinse la vita con un braccio, tirandomi a sé e facendo sorridere Lottie sotto i baffi. E “Qual buon vento, Carmen?”, le chiese sorridendo e stringendomi una mano, intimandomi con quel semplice contatto di stare calmo e di non dare di matto. Di non sbroccare il giorno del mio compleanno, almeno.

Siamo venuti a salutare, ce ne andiamo in Brasile per un paio di settimane”, ci disse  con un sorriso riprendendo in braccio Gabriel e stringendolo a sé. L’aveva appena riavuto, era normale che fosse possessiva. La capivo. E in fondo era adorabile, tanto che mi scappò un sorriso, nonostante tutto.

Una manciata di secondi e vidi una lacrima scorrere furtiva sulla guancia di mia sorella Andie, e le dita di Zayn catturarla velocemente, lasciandole poi un bacio su una tempia. Vedere mia sorella piangere era sempre un colpo al cuore. Mi lasciava una crepa sul cuore ogni fottuta volta.

Accennò un sorriso, per poi venirmi ad abbracciare.

Rimasi un attimo spaesato, non capendo.

Prometti che non te ne andrai da me, Lou”, mi sussurrò, mentre ancora confuso ricambiavo l’abbraccio, cercando di trattenere le lacrime. E a quelle parole capii quanto fosse preoccupata per me. E capii anche un’altra cosa. Lei sapeva tutto. Tutto quanto. Ogni singola cosa.

 

~


Un bel compleanno. Una bella festa, trasformata all’ultimo momento in falò sulla spiaggia. Spiaggia che avevano scelto Zayn e mia sorella, non chiedetemi il perché, non ne ho la più pallida idea.

Un freddo assurdo, essendo la vigilia di Natale.

Ma in fondo stipati gli uni agli altri e coperti da quattro strati di coperte di lana non si stava tanto male. Il freddo veniva spazzato via dalle braccia calde di Harry intorno a me, sotto la coperta. Dal suo petto che aderiva perfettamente contro la mia schiena e dal suo respiro caldo contro il mio collo.

Era così che immaginavo il Paradiso, se ne esisteva uno per quelli come me, ovviamente.

E l’ennesima bottiglia di vodka aiutava il tutto. Incuranti dello scambio di saliva e delle malattie ci attaccavamo tutti alla stessa bottiglia. Incuranti dei gusti sessuali gli uni degli altri, del sesso, della religione, della cultura che ognuno di noi possedeva.

Io e Harry ce ne eravamo andati poco prima di mezzanotte, appena brilli, mano nella mano, seguiti dai fischi degli altri, rimasti intorno al fuoco la notte di Natale. Avevamo preso la macchina e guidato fino a casa. E avevo cercato di non pensare a niente, finché una volta nel mio appartamento non mi era arrivato un messaggio…

Tranquillo, rispondi… ti aspetto in camera”, mi aveva sussurrato Harry in un orecchio, la voce arrochita dal desiderio. Terribilmente eccitante. Tanto che mi venne voglia di saltargli addosso e ignorare il messaggio. “Davvero, rispondi amore”, lo sentii aggiungere mentre le sue labbra si congiungevano con le mie.

Solo un attimo. Un attimo che ti faceva dimenticare tutto il resto.

Che mi fece sorridere come non facevo da tempo.

E che fece ridere Harry, mentre mi spingeva verso l’ingresso, in modo che potessi rispondere. Alzai gli occhi al cielo, arrendendomi. E sbiancai, vedendo il messaggio. Michelle. No, non poteva. Non la notte di Natale.

Pensavo che cambiando programmi magari si sarebbe arresa.

Ma evidentemente mi sbagliavo. L’avevo sottovalutata.

Così spensi il telefono e lo lasciai nella giacca, rifugiandomi tra le braccia dell’amore della mia vita. Indifferente verso tutto il resto. Ma con le parole di Michelle che continuavano a frullarmi per la testa, come un eco. Quelle parole, che non accennavano a volersene andare, che non sarebbero scomparse dall’oggi al domani nemmeno sotto tortura.

So essere vendicativa, Boo, ricordatelo… Non la passerai liscia, nessuno di voi avrà vita facile da ora in poi. Spargi la voce. xx Michelle.

 

 


 

 

 

Ho sclerato contro il pc tutto il pomeriggio, pur di mettervi il capitolo.

Davvero, stavo uscendo di testa, tra il pc stesso, la connessione che non ne voleva sapere, e l'editor nuovo.

Almeno l'editor del forum di efp funziona, o non so come avrei fatto.

Passando alle cose serie... sono tornata, e nonostante tutto sono in orario, yeah.

Grazie per le recensioni e per non avermi abbandonata, un bacio enorme e tanto amore.

Che ne pensate del capitolo? A me piace...

Ma il prossimo mi piace di più. Muahahahahahah.

Okay, la smetto e mi dileguo, ma prima vi lascio i miei contatti, come al solito, yuppi.

Ci vediamo venerdì con "Blind love", per chi la seguisse.

E dovrei postare una os mercoledì. O se riesco anche stasera, vediamo.

Comunque, mando il link a tutte, tranquille c:

Alla prossima, xx Fede.


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