Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: ___jenna___    09/09/2013    1 recensioni
Dalia è una ragazza come tante, divisa fra la scuola, le amicizie, e un fratello maggiore, impegnato con il lavoro, con cui vive durante la momentanea assenza dei genitori.
Una vita normale, semplice e senza particolari sorprese o svolte: ma continuerà sempre così?
Cosa può mutare, in un inverno particolarmente piovoso e freddo? E potranno bastare una sveglia non suonata e un nuovo, particolare compagno di classe che si siede al posto suo, per scombussolarle la vita?
E cosa nasconde, quel nuovo inquilino del suo palazzo, che tanto somiglia al suo nuovo amico?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Appena mi sveglio sento mio fratello Max sbattere la porta. Strano, oggi doveva essere già a lavoro!
Ma che ore sono? Ancora assonnata, afferro la sveglia...sono le 10:15! Caspita, dovevo essere a scuola già da un pezzo! Ecco quello che accade a studiare la notte fino a tardi, addormentarsi sui libri e non svegliarsi in tempo la mattina...
<< Buongiorno Dalia! Ti sei svegliata di buon ora >> mi prende in giro mio fratello.
<< Invece di fare tanto lo spiritoso, si può sapere perchè diavolo non mi hai svegliata? >> gli dico mettendomi la cartella sulle spalle.
Lui, tutto tranquillo, mi risponde che avevo meglio da fare...
<< Tipo mangiare biscotti? >> domando sarcastica. Max aggrotta la fronte e aggiunge:
<< Per tua informazione se non te lo ricordassi sono un dottore e ho dovuto riordinare alcune cartelle cliniche, quindi grida un po'meno! >>. Senza aggiungere nemmeno una parola cammino a passo spedito fino in camera, mi guardo allo specchio ed ecco ciò che vedo: una sedicenne alta e snella, con capelli lunghi e mossi, color castano ramato ed occhi grandi e verdi. Il mio carattere,invece, ha mille sfaccettature: un attimo prima sono triste e subito dopo divento allegra, a volte mi ritengo carina altre no, in certi momenti mi sento invincibile, in altri debole. 
Finisco di prepararmi ed esco (ho deciso di andare comunque a scuola): cammino velocemente sul ciglio della strada, chiedendomi quale scusa potrebbe essere più credibile. Autobus perso? Caduta dalle scale con annesso svenimento? Non posso certo dire che ho dormito fino alle 10:15!
Nel momento esatto in cui percorro la scalinata della mia scuola mi sento un po'a disagio con la mia divisa, era da così tanto che non la indossavo...non che sia di dubbio gusto, ma è un po'troppo elegante per me, che sono più il tipo da jeans e t-shirt. Sistemo i libri nel nuovo armadietto verde e mi dirigo verso la classe, stranamente impacciata.
<< Buongiorno, chiedo scusa per il ritardo. E'che ho finito la benzina al motorino >> mento.
<< Oh, non sapevo ne avessi uno. Accomodati, per oggi sei perdonata >> sorride il prof.
Mi avvio verso il mio banco, accanto a Sarah, ma è già occupato da un ragazzo. Lo scruto per qualche secondo, poi concludo che è un nuovo arrivato. Non dovrebbe essere di questa città, non l'ho mai visto prima d'ora. Ha un aspetto un po'particolare. Alto e magro, capelli corti dritti e neri come la pece, occhi quasi grigi e lineamenti decisi. Sembra davvero un modello.
<< Perchè ti sei messo qui? E'il mio posto, alzati! >> esclamo in preda ad un cambio di carattere improvviso. Sarah mi fissa con disprezzo.
<< Oh, in ogni caso adesso ci sono io. >> mi risponde a voce bassa. Non ha la minima intenzione di lasciarmi il posto. Tenevo a quel banco più di qualsiasi altra cosa. Beh, più che altro mi serviva per copiare meglio! Non sono mai stata una grossa cima a scuola. Ho letto tantissimi libri in cui descrivevano i nuovi arrivati e in tutti usavano gli aggettivi "timido, gentile,elegante,...", il contrario di colui che si era impossessato del mio banco, Luke.
Lui non  è assolutamente timido, non molto elegante e di certo non potreebbe vincere il premio "mister gentilezza". C'è da dire che io avrei potuto essere un po'meno dura, ma in quel momento l'istinto ha avuto la meglio.
Sospiro, e fisso la nuova professoressa di latino. E'giovane, alta e snella, con i capelli neri raccolti sulla testa, gli occhi di un verde spento e delle fossette vicino alle guance. E'vestita in modo semplice, anonimo, ed è disperata  perchè sta cercando di spiegare mentre gli alunni giocano a una battaglia di palline di carta.
Io non sto dando molto fastidio, però in fondo non la sto ascoltando comunque o meglio cerco di ascoltarla, ma non ci riesco. Nel momento stesso in cui abbasso la testa sul quaderno di latino, ricevo una pallina di carta. Riconosco la risata di Jimmy. Senza voltarmi rilancio la carta appallottolata con grinta. Mi accorgo solo ora che la pallina è arrivata dritta verso Luke. Lui non se ne cura. Restituisce la pallina a Jimmy tranquillamente continuando ad ascoltare la lezione. Penso che vorrei essere come lui: non si arrabbia per un nonnulla ed è sempre calmo e tranquillo, persino quando diventa nervoso sembra sereno o rilassato.
<< Insomma, Dalia. Un po' di silenzio, per favore! >> Jane, la prof. di latino, mi ha richiamato alzando la voce. Strano. Non ha nominato una sola volta Jimmy e la sua troupe, mentre per una parola che ho detto devono per forza farmi la predica. Chissà perchè i professori ce l'hanno tanto con me!
Dopo l'interminabile ora di latino, arriva il prof di chimica. Tiro un sospiro di sollievo. Il Signor Harr non è uno di quei prof. pesanti e noiosi, ricorda il professor Vitious di Harry Potter. E'anziano, avrà più di sessant'anni ed è perfino un nonno, ma è dolce e buono. L'unico lato negativo è che cammina a malapena e siccome ha una voce stanca e affaticata non riusciamo a capire nulla di chimica. La chimica è una materia che mi piace molto: misteriosa e complicata al tempo stesso, mi ricorda un po'me. Cerco di zittirmi al massimo durante l'ora di Harr, non ho voglia di farlo stancare a ripetere novecentonovantasette volte le stesse cose. Immagino la fatica che fa...
Finalmente, la campanella suona, perfino lei sembra stanca di quelle ore passate a scuola. Mi alzo dalla sedia sgangherata attenta a non cadere e percorro il corridoio di quella scuola. Quante volte ci sono passata di lì! Non potrei mai dimenticarmi i muri gialli come quelli della camera di Max, i pavimenti bianchi, cartelloni di regole da rispettare stracciati, cartine geografiche e gli studenti che ansimano correndo per lo zaino troppo pesante. E'così anche oggi. Tutti corrono come tante formichine operose, mentre io procedo tranquillamente ricordandomi di tutti i compiti per oggi. Quando ho guardato la lavagna ho pensato:"Caspita! Siamo umani, non macchine!".
Mi rendo conto che non sono l'unica a camminare lentamente, dietro di me c'è qualcuno. Mi volto e vedo Luke. Vorrei provare ad essere sua amica, ma per colpa sua( anche se involontariamente) ho perso il mio banco e soprattutto l'amicizia (già fragile) con Sarah. E adesso chi mi resta? Non è che Luke mi porta un po'sfortuna?
<< Ti piace la chimica, vero? >>mi domanda.
<< Sì >>rispondo, sconvolta per l'argomento così banale di cui stiamo parlando.
<< Non è che vorresti indietro il tuo banco? >>
<< Oh, no. Non ti preoccupare per me, sul serio. Quel banco è davvero utile. Allora, come ti trovi qui? >> domando cambiando argomento.
<< Oh, bene. Ma è solo il primo giorno. >>
<< Bene, allora ciao. >> lo saluto un po'a disagio. Quando arrivo davanti alla porta mi accorgo che si è appena scatenato il diluvio universale. E'il 1 Dicembre e da giorni non fa altro che piovere. Perchè non nevica? Sarebbe molto meglio e chiuderebbero le scuole, invece questa pioggia incessante è totalmente inutile. Con l'uniforme che hanno affibbiato alle ragazze mi farei una bella doccia perchè è completamente estiva e quindi per evitare questo decido di rimanere sull'uscio aspettando che scampi. E'da più di venti minuti che sono sospesa lì ad osservare la pioggia rumorosa. Apro lo zaino e sfoggio il mio cellulare "all'ultima moda": è un apri-chiudi totalmente inutile con pochissime applicazioni e che probabilmente appartiene a dieci secoli fa. Scorro la rubrica e telefono Max per farmi venire a prendere. Il suo telefono squilla a vuoto. Ma a che gli serve? A volte preferirei che non fosse un medico, ha sempre da fare! Sento una voce alle mie spalle...
<< Scusa se m'intrometto, ma se tuo fratello non risponde, perchè non chiami i tuoi genitori o qualche altro tuo parente? >>. E'Luke.
<< I miei genitori sono fuori città e gli altri miei parenti abitano più o meno a centomila chilometri da qui. >>
<< Oh, vorresti un passaggio? Ho la patente, ovviamente. >> Sorrido e accetto. La macchina di Luke è davvero bellissima e originale, ne vorrei una simile. Apro lo sportello caricando lo zaino sul sedile posteriore.
<< Spero che il mio zaino non rompa la tua macchina. >> gli dico stupita di quanto pesi. Lui risponde che ci è abituato. Gli dico di lasciarmi al baretto un po' più lontano da casa mia, ma mi risponde che può portarmi direttamente a casa e allora gli spiego tutto correttamente, sperando di non confondere la destra con la sinistra.
<< Ah, ho capito. Lì abita anche un ragazzo, Max. E'il medico di mia sorella. >> dice distrattamente.
<< Eh, già. E'proprio un bravo medico, ma per prima cosa resta un fratello con il cellulare sempre spento. >> continuo io. Lui rimane stupito, probabilmente non si aspettava che mio fratello fosse proprio lui. Aspetta che il semaforo si decida a far scattare il verde ed arriva davanti al mio palazzo.
<< Bene, grazie! >> gli dico correndo per arrivare al portone. Piove ancora ed io non ho nè un ombrello, nè il cappuccio. Afferro lo zaino, ma non trovo nemmeno le chiavi di casa. Allora provo a suonare a Max, che però non risponde. Sbuffo. Deve essere la mia giornata no! 
Fortunatamente, però, un ragazzo, che non avevo mai visto prima, mi apre. Somiglia in modo impressionante a Luke, ma ha folti capelli castani e occhi viola.
<< Ciao, grazie per avermi aperto il portone. Comunque che belle le tue lentine a contatto viola, anch'io le vorrei. >>
<< Lentine a contatto? Ah, sì certo. Comunque piacere, io sono Jake. Sono un nuovo arrivato nel palazzo. >> Mi da l'impressione di nascondere qualcosa, ma qualunque cosa sia devo starne fuori. Mi rendo conto che non gli ho ancora detto il mio nome.
<< Oh, io sono Dalia. >> Mi chiedo perchè assomigli così tanto a Luke, sembrano quasi gemelli. Strano.
Ma ci rifletterò dopo, adesso devo solo far volare in aria i biscotti di Max così la prossima volta invece di ingozzarsi verrà a prendermi, magari. E'sorprendente come Max mangi da mattina a sera, e nonostante tutto pesi poco. Appena lo vedo, sta leggendo qualche assurdo libro di fantascienza.
<< Si può sapere perchè non mi sei venuto a prendere? >>
<< Il libro di fantascienza era troppo interessante... >> So perfettamente che il motivo non era quello, Max non è così stupido. Vuole semplicemente farmi infuriare. Cerco di restare calma e vado in bagno a cercare un asciugamano. Con i capelli bagnati e leggermente arricciati somiglio un po'alla mia cantante preferita Shakira, la prossima volta uscirò di casa così! In realtà non lo farò perchè Max non me lo permetterà mai. Lui è il fratello maggiore e si deve occupare di me adesso che mamma e papà non sono qui in città. E'un dottore e per causa sua ho preso tutta quell'acqua e sarà sempre per casa sua se mi verrà una bronchite. Quando mi siedo a tavola e noto quello che ha cucinato per poco non piango. Mio fratello sarà un bravo dottore, ma di certo non un buon cuoco. Rimpiango i piatti sostanziosi della mamma. Mangio tutto solamente per far felice Max, che sorride compiaciuto.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: ___jenna___