Anime & Manga > D'Artagnan
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Autore: lady lina 77    10/09/2013    2 recensioni
I moschettieri sono impegnati nella battaglia contro gli Ugonotti a La Rochelle. D'artagnan parte, sperando in una grande e nuova esperienza, quella guerra di cui tanto ha sentito parlare e che mai ha vissuto sulla sua pelle. Ma ci metterà poco a capire che la guerra non è un'avventura da romanzo... Il suo mondo, i suoi affetti, la sua anima finiranno risucchiati in un incubo buio come la notte...
Genere: Avventura, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Penultimo capitolo!

Grazie a chi continua a seguire la storia e mi incoraggia con commenti graditissimi!

Alla prossima allora!





Come un buon padre...



Il piccolo Jean correva nelle strade deserte di Parigi, mentre una timida e fredda alba si affacciava sulla città.

Il bambino era terrorizzato e preoccupato. Il pappagallo Copy era tornato dalla missione che il piccolo gli aveva affidato, pedinare d'Artagnan, e ora era consapevole del fatto che il suo amico era in compagnia della temibile Grethel. Per fortuna sapeva la meta dei due, Grethel aveva detto a d'Artagnan che si sarebbero nascosti nel casolare dei boschi di Saint Jacques. Ma per fare cosa? D'artagnan era un maestro a cacciarsi nei guai e la donna con cui si accompagnava non poteva che avere cattive intenzioni... Cercava un uomo a Parigi e ora, grazie a Copy, sapeva anche il nome di quell'uomo: Charles De Batz De Castelmore... Il padre di d'Artagnan!!! E ora che Grethel sapeva chi era davvero il guascone, che avrebbe fatto con lui? D'artagnan era in pericolo e Jean ne era cosciente. Doveva chiedere l'aiuto dei moschettieri e doveva fare dannatamente in fretta!

Il ragazzino arrivò, trafelato, davanti alla casa di Athos, la più vicina alla residenza Bonacieux. "ATHOS, ATHOS!!!" - urlò, battendo vigorosamente la mano contro la porta.

Dopo qualche istante, il moschettiere moro comparve sull'uscio. Mezzo addormentato ma già vestito e pronto per il suo turno mattutino come moschettiere. Athos, vedendosi davanti Jean, assunse un'aria preoccupata e perplessa. "Ciao, che ci fai quì a quest'ora?".

Jean, ancora spossato per la corsa, inspirò profondamente e prese fiato. "Athos, d'Artagnan è nei guai!".

Il viso del moschettiere si indurì. Che cosa era successo ancora? Era preoccupato per il suo amico a causa dell'amnesia e per come lo vedeva, smarrito e confuso... "Cosa è successo?".

Jean annuì. "Ieri sera se n'è uscito di fretta e furia, non dicendo a nessuno dove sarebbe andato! Era così misterioso... Mi sono preoccupato e ho detto a Copy di seguirlo!".

"E allora?" - lo incalzò Athos.

Jean si aggrappò alle gambe del moschettiere, disperato e sull'orlo di una crisi di pianto. "E' con Grethel! Sono andati di nascosto alla sede dei moschettieri perchè lei voleva cercare informazioni su un uomo che quella donna sta cercando, su un moschettiere! Copy ha detto che hanno sbirciato negli archivi del capitano e poi, di colpo Grethel è voluta fuggire con d'Artagnan nei boschi di Saint Jacques, alla masseria!".

Athos si accigliò. Che cos'era ora quella storia? Si era beato nell'illusione che Grethel stesse a Parigi solo per riprendersi d'Artagnan ma a quanto pareva, le cose erano più complicate! "Chi starebbe cercando Grethel?".

Il viso di Jean si fece terreo. "Sta cercando il padre di d'Artagnan per vendicarsi di qualcosa... L'ha detto: Charles De Batz De Castelmore!!! Quando ha guardato gli archivi ha letto le informazioni riguardanti d'Artagnan, di colpo si è bloccata e di fretta, lo ha convinto a seguirla! Così, almeno, mi ha detto Copy... Quando lei ha scoperto che d'Artagnan è figlio dell'uomo che cerca... è voluta fuggire con lui!".

L'ansia prese ad attanagliare Athos. Quella storia non gli piaceva per niente! Se il suo istinto non sbagliava, d'Artagnan era nei guai! "Andiamo!" - ordinò a Jean, prendendo il suo cavallo dalla stalla a fianco della casa e montandoci sopra.

Il bimbo annuì, salendo sul cavallo insieme a lui. "Chiamiamo gli altri?".

Athos scosse la testa. "Non c'è tempo! Aramis e Porthos vivono troppo distanti da quì! Ma il capitano potrebbe aiutarci ed è da lui che andremo! Vive a pochi isolati da quì e a quest'ora è ancora in casa!".

Jean spalancò gli occhi, stupito. "Da De Treville?".

Athos annuì. "Esatto!". Non era solo questione di vicinanza a casa sua. De Treville forse poteva aiutarlo più di tutti perchè conosceva sia d'Artagnan che suo padre e quindi, probabilmente, anche Grethel. Non sapeva chi era quella ragazza, non sapeva perchè cercava il padre di d'Artagnan e nemmeno cosa fosse successo. Ma confidava che De Treville invece ne sapesse di più e riuscisse a sistemare la situazione.

E con Jean fra le braccia, Athos corse al galoppo verso la casa del capitano.


...


Grethel si sedette accanto a d'Artagnan, sul fieno che ricopriva un lato del casolare del bosco. Era taciturna e nervosa, arrabbiata e frustrata. Il destino le aveva giocato un tiro mancino tremendo ma sarebbe andata avanti... Era furente! Per anni aveva cercato, inseguito un uomo ormai morto, senza che lei lo sapesse. E poi aveva incontrato un giovane che era riuscito a farla innamorare di lui e ad amarla davvero... Un giovane che forse sarebbe riuscito a migliorarla e cambiarla... E aveva scoperto che quel ragazzo era figlio del suo più acerrimo nemico!

Odiava farlo ma quella vendetta... doveva essere compiuta! Non ne avrebbe tratto gioia ma avrebbe almeno vendicato la morte di suo padre e il dolore di sua madre...

La donna si voltò verso il giovane seduto accanto a lei. Ora inizava la recita, la menzogna... La parte più difficile! "C'è una dispensa quì, ho visto, all'entrata! Potremmo accedervi e berci un buon bicchiere di quel vino che sta sopra la mensola, per festeggiare la nostra riunione!" - disse indicando il luogo della stanza con i viveri e le bevande.

D'artagnan fissò la mensola coi vini, titubante. "Ecco, credo che quelli siano per i cacciatori che vengono quì col re a fare battute di caccia! Non credo che la prenderebbero troppo bene, se aprissimo una di quelle bottiglie!".

Grethel ridacchiò. "Ah, sei troppo un bravo ragazzo! Non è stagione di caccia questa e non se ne accorgeranno! Quando torneranno quì sarà primavera e nemmeno ricorderanno cosa hanno lasciato quaggiù. I nobili sono così, hanno talmente tante cose che se ne dimenticano!".

D'artagnan sollevò le spalle. Un bicchiere di buon vino in fondo non faceva male a nessuno! Non era una cattiva idea... "Ok, apro la bottiglia?".

Grethel si alzò, strizzandogli l'occhio. "No, faccio io! Lasciati servire... Devo pur sdebitarmi per quello che stai facendo per me!".

Il guascone sorrise. "Non è niente di eccezionale!". Era vero, non lo faceva solo per lei ma anche per se stesso... Per Grethel provava una strana, forte attrazione e stare in sua compagnia lo inebriava...

La donna sorrise, poi si alzò. Si diresse alla mensola, prendendo una bottiglia di vino, due bicchieri e il cavatappi accanto ad essi. Poi li appoggiò al tavolaccio all'angolo della sala, dando le spalle al guascone che così non poteva vedere le sue mosse. Aprì la bottiglia, facendo scorrere il vino nei bicchieri. Poi, senza essere vista, tirò fuori da una tasca del suo vestito una piccola bustina bianca contenente una strana polverina grigiastra. La versò in uno dei bicchieri, aspettando che si sciogliesse. Si sentiva come in tranche... Avrebbe compiuto la sua vendetta ma non lo avrebbe fatto soffrire... Con quella polverina, con quel sonnifero versato nel vino, lo avrebbe addormentato. E poi... avrebbe fatto tutto il resto, senza che lui se ne accorgesse, senza che lui sentisse dolore. Sarebbe stato un attimo, solo un attimo...

Infine sospirò, prese i bicchieri e tornò dal guascone. Si sedette accanto a lui, porgendogli il vino col sonnifero. "Alla salute!" - sussurrò, seria, facendo tintinnare il suo bicchiere contro quello di d'Artagnan.

Il ragazzo sorrise. "Alla salute! E a noi..." - aggiunse poi, dolcemente. Poi bevve il vino. Era buono, dal gusto intenso, inebriante, dall'aroma fruttato. Dell'ottimo vino francese!

Grethel lo fissò silenziosa. Un groppo le attanagliava la gola e lo stomaco e sapeva perchè questo succedeva. Quel giovane non riusciva a vederlo come un nemico, odiava il doverlo tradire, odiava se stessa per quello che stava per fargli... E amava quel suo modo gentile di aiutarla, la sua dolcezza, la sua purezza... Ma dannazione, non poteva tirarsi indietro, lo aveva promesso a sua madre! E quella vendetta era la sua ragione di vita! 'Già... e dopo averla compiuta, però...?' - pensò. Già, dopo che avrebbe fatto?

Osservò d'Artagnan sbadigliare e poi stendersi sulla paglia, rilassato e sereno. "Questo vino e la nottata in bianco Grethel, mi hanno messo un sonno terribile!" - riuscì a sussurrare, prima di cadere profondamente addormentato.

Grethel sorrise, tristemente. "Dormi amore mio... dormi... Fra poco... sarà tutto finito...". Lo guardò addormentarsi sempre più profondamente... Ora era davvero giunto il momento. Qualsiasi cosa avesse fatto, d'Artagnan non se ne sarebbe accorto, non si sarebbe svegliato. "Perdonami, se puoi..." - sussurrò, senza smettere di fissare quel sonno tranquillo.

Poi si alzò e si diresse alla sedia dove aveva appoggiato il suo mantello quando erano giunti lì insieme, come due fuggiaschi. Rovistò nella tasca ed estrasse un lungo pugnale dal manico dorato. Lo fissò intensamente, poi guardò l'uomo che dormiva steso sul fieno...

Un colpo solo, netto e preciso al cuore... Non se ne sarebbe nemmeno accorto, sarebbe bastato un attimo...

E la sua vendetta si sarebbe compiuta, i suoi genitori avrebbero ritrovato la pace e Charles De Batz De Castelmore sarebbe stato finalmente punito.

Grethel si avvicinò a d'Artagnan brandendo il pugnale, come in tranche. Si inginocchiò accanto a lui, avvicinando l'arma al suo petto.

Ma proprio quando trovò il coraggio di farlo, di ucciderlo, la porta del casolare si aprì di colpo.

"FERMA!!!" - urlò la voce del capitano De Treville. L'anziano capitano entrò nella stanza, seguito da Athos e Jean.

Grethel si voltò verso di loro, stupita ma perfettamente pronta ad affrontarli. Non ci voleva quell'interruzione e non si spiegava come mai quegli uomini fossero lì ma non avrebbe permesso loro di averla vinta. "E voi chi siete?" - chiese. In realtà Athos lo ricordava, così come si ricordava del piccolo Jean. Ma l'uomo anziano, chi diavolo era? "State lontani o per lui sarà la fine!" - minacciò, non allontanando il coltello dal corpo di d'Artagnan.

Athos fissò il compagno, riverso sulla paglia. "Che cos'ha?" - chiese allarmato, vedendolo privo di sensi.

Grethel lo guardò freddamente. "Sta solo dormendo... per ora!".

De Treville squadrò la ragazza. Capelli neri come la pece, occhi verde smeraldo, fisico snello e slanciato... Jean e Athos gli avevano detto il suo nome... Grethel... Conosceva una Grethel una volta, tanti anni prima... E sapere chi stesse cercando, aveva confermato i suoi sospetti... Grethel Leroux... Dopo tanti anni, De Treville se la trovava ancora davanti. "Io sò chi sei!" - tuonò, mentre si avvicinava alla donna.

Grethel si alzò in piedi, pronta a difendersi, brandendo il pugnale. "Ho detto, lontani da quì!".

Ma De Treville non diede cenno di ascoltarla, di fermarsi, continuando a camminare verso di lei. Tanti anni erano passati da allora, da quando l'aveva vista l'ultima volta, fra le braccia della madre. Era solo una neonata in fasce allora... Piccola e già orfana. Si ricordava di lei, si ricordava di suo padre Anton. Anton Leroux... Il suo più acerrimo nemico e antagonista di gioventù. Lui e Charles, il padre di d'Artagnan avevano lottato a lungo, eroicamente contro di lui. Prima, giovani ragazzini in cerca di avventure, poi uomini che lottavano per cause diverse. "Cosa vuoi fare, ragazzina? Attaccarmi? Sono il capitano dei moschettieri, dubito che se tu mi ferissi o uccidessi, ne ricaveresti granché... Stessa cosa se tu uccidessi uno dei miei uomini. Dammi retta Grethel Leroux, uccidere d'Artagnan non ti porterà a nulla!".

Grethel sussultò. "Come diavolo fate a sapere il mio nome?".

De Treville annuì. "Io conosco molto di te e trovarti davanti ora... è difficile, credimi... Conoscevo tuo padre e conoscevo il padre di d'Artagnan che era il mio migliore amico. Credo di sapere il perchè sei venuta quì, cosa cerchi, perchè vuoi ottenere vendetta... Ma ci sono tante cose che non sai e se mi vorrai ascoltare, te le racconterò!".

Grethel sorrise, freddamente. "Non riuscirete a incantarmi con le vostre parole, mio 'caro' capitano...".

De Treville scosse la testa. "Testarda come tuo padre! E con la stessa lingua lunga... Ma più codarda!".

"Che volete dire?" - chiese lei, con ira. Come osava???

Il capitano fissò d'Artagnan, riverso al suolo. "Tuo padre combatteva alla pari coi suoi nemici, ci metteva la faccia, rischiava... Combatteva per qualcosa che io invece cercavo di difendere ma lo faceva con onore e coraggio. Di certo, non avrebbe colpito a morte un uomo impossibilitato a difendersi...".

"State zitto!!!" - minacciò lei, colpita da quelle parole.

Ma il capitano non si fermò, avvicinandosi ancora di più a lei, mentre Athos e Jean si cominciavano ad allarmare per la vicinanza all'arma brandita da Grethel.

"Capitano!" - lo richiamò Athos.

De Treville si voltò verso di lui. "Tu non ti intromettere ora! Questa cosa la devo risolvere io!". Poi si rivoltò verso Grethel. "Ragazza, conoscevo tuo padre come le mie tasche. Era un combattente valoroso e forte, nonché un ottimo spadaccino. Ma era anche una testa calda che aveva fatto l'errore di avvicinarsi a persone sbagliate che lo avevano portato a combattere per cause sbagliate. Io e Charles eravamo suoi antagonisti, amavamo sfidarci per vedere fin dove arrivava la nostra bravura con la spada. Finché tutto cambiò... Quel rapporto di odio-amicizia si inclinò per sempre quando tuo padre entrò a far parte del gruppo che attentò alla vita del nostro re Enrico IV. Era il 1610, lo ricordo... E allora i nostri giochi, le nostre sfide finirono. Come la nostra giovinezza... Anton divenne nostro nemico e Charles lo affrontò in duello. Lo uccise perchè questo meritava chi attentava alla vita di un re! Tuo padre ha combattuto per ciò in cui credeva, conoscendone i rischi... Così come Charles!".

Grethel sussultò. Era la prima volta che sentiva quella storia... Non sapeva il perchè suo padre fosse stato ucciso ma solo che era morto inseguendo i suoi ideali. Ma in fondo non importava, il capitano De Treville, tanto fedele alla corona, non poteva capire... "Mio padre combatteva questo sistema corrotto, dove i nobili vivono nel lusso più sfrenato e il popolo muore di fame! Charles ne era un degno membro, proprio come voi capitano! Avete ucciso un uomo, un marito, un padre di una figlia appena nata! E non ve ne siete preoccupati! Chi vi diceva che stavate dalla parte giusta? Chi vi diceva che non fosse mio padre ad avere ragione?".

De Treville sospirò, mentre avvenimenti lontani e dolorosi si riaffacciavano alla sua memoria. "Nessuno può dire chi di noi avesse ragione, solo la storia potrà dirlo, un giorno... Ognuno di noi combatteva per quello in cui credeva Grethel, con l'ardore e la passione giovanile che contraddistingue ogni ragazzo di vent'anni. Charles conosceva tua madre e se ne era preoccupato dopo la morte di Antoin. Voleva aiutarla perchè anche lui era diventato padre da poco e poteva comprenderne la disperazione ma lei sparì da Parigi dopo la morte del marito e di voi non abbiamo saputo più nulla...".

Gli occhi di Grethel si assottigliarono, pieni di rancore. "Cercate solo di difendere la memoria di un vostro amico!".

Il capitano posò gli occhi su d'Artagnan. "Non è vero Grethel! Charles non era una cattiva persona, anzi, era il migliore di tutti noi. E d'Artagnan ne è il degno figlio! Stesso cuore d'oro, stessa lealtà, stesso coraggio, stessa abilità con la spada... E non è nemmeno vero, come tu pensi, che io abbia cattivi ricordi di tuo padre. Lo conoscevo, lo conoscevo bene! E sapevo che per te avrebbe desiderato il meglio Grethel! Forse proprio pensando a te e al tuo futuro, ha fatto quello che ha fatto! BADA, non lo giustifico! Ma comprendo perchè abbia agito così! E' passato tanto tempo Grethel e non puoi portare avanti questa tua lotta! Perchè non è la tua lotta! La battaglia è finita allora, con la morte di Antoin, con la morte di Charles poco dopo... Anche d'Artagnan è cresciuto senza genitori, sono stati i suoi nonni a tirarlo sù, facendone quello che è ora! Lui non c'entra con quella storia, come non c'entri tu!".

"State zitto!" - ringhiò Grethel, vedendolo avvicinarsi troppo a lei.

De Treville scosse la testa, avvicinandosi ancora... Non aveva paura di lei, di quel pugnale... Era come se Antoin stesso l'avesse messo sulla strada della figlia, per impedirle di fare quell'errore che le sarebbe costato caro. E appena le fu davanti, non disse più nulla. A sorpresa alzò la mano, colpendola con un forte schiaffo sulla guancia che la fece cadere a terra e fece rotolare lontano il pugnale.

De Treville la fissò severamente, mentre Jean correva a recuperare l'arma di Grethel. "Questo schiaffo Grethel, fa che te l'abbia dato tuo padre! Se lui fosse quì, avrebbe fatto lo stesso, te l'assicuro! Pensi che sia morto lottando per una figlia che potrebbe finire impiccata a poco più di vent'anni per aver ucciso un servitore del re? Credi che lui per te volesse questo? Una vita di odio e rancore, passata ad inseguire i fantasmi del passato? Era la SUA battaglia Grethel, non la tua! Tuo padre è morto ma ovunque lui sia... non vorrebbe vederti così! Per te voleva una vita felice, libera... Non aspirava certo ad avere una figlia assassina e vendicatrice, che uccide solo per odio! I suoi ideali non sono i tuoi Grethel! Vivi la tua vita lontano da quì, vattene e ricomincia da zero! E lascia in pace d'Artagnan, lui come te è innocente! Non permettere che le colpe dei padri ricadano su voi figli...".

Il tono di De Treville si era fatto più dolce e la sua voce pareva incrinarsi davanti ai ricordi e al dolore. Quella ragazza avrebbe potuto essere sua figlia...

Grethel si massaggiò la guancia, poi si rialzò a fatica. Fissò d'Artagnan... Lui era innocente, era vero... E forse lo era anche lei... Quella vendetta! L'aveva inseguita senza sapere davvero cosa fosse successo a suo padre, senza chiedersi il perchè di tante cose. Era vero! Cosa avrebbe ottenuto uccidendo d'Artagnan? Sensi di colpa per sempre e una probabile condanna a morte. E suo padre non poteva desiderare qualcosa di simile per lei! Ne sarebbe stato deluso e amareggiato...

Calde lacrime presero a scorrerle sul viso... E crollò singhiozzando fra le braccia del capitano.

De Treville la abbracciò. Un abbraccio paterno... Quando Antoin era morto non aveva potuto aiutarla, ne lei ne sua madre. Ora invece poteva saldare i conti lasciati in sospeso col passato. "Piangi Grethel, piangi...".

"Mi denuncerete?".

De Treville scosse la testa. "No! D'artagnan sta bene e non avete fatto nulla di male! Ma per il suo bene, sarà meglio che tu...".

Grethel annuì. "Lo sò... Che io me ne vada... Ho stravolto troppo la sua vita!". Si voltò a fissarlo. Era vero! Sapeva che d'Artagnan aveva affetti, un amore a Parigi. Di cui non si era mai interessata, di cui se n'era sempre fregata per raggiungere i suoi scopi. Era stata ingiusta con lui mentre d'Artagnan era stato dolce e puro, gentile e fiducioso. Sempre! Era ora di lasciarlo stare, di farlo tornare alla sua vita. Avrebbe ricordato, sarebbe tornato quello che era prima degli scontri di La Rochelle. Era ora che anche lei finalmente, facesse qualcosa per lui... Anche se un pensiero... "Cosa gli direte di me?".

De Treville sorrise. "La verità. Che sei una ragazza forte e che saprai ricominciare da capo la tua vita. E che suo padre e tuo padre sono stati rivali e nemici ma che si sono sempre rispettati. E che anche tu sei degna di rispetto come lui! E che gli hai voluto bene!".

Grethel annuì. "Grazie... E perdonatemi, se potete...".

Si abbandonò ancora un istante a quell'abbraccio paterno che sempre le era mancato nella sua vita. De Treville era il miglior rappresentate di quello che era stato un tempo. Un suo abbraccio, le sue parole, erano quanto di più vicino a quello che era stato suo padre. E quell'uomo, le sue parole... Avrebbe ascoltato. E voltato pagina alla sua vita!



  
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