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Autore: FreDrachen    12/09/2013    3 recensioni
Fenula vuole solo una cosa dalla vita. Essere la migliore assassina di tutti i tempi, forte e spietata.
Ma non ha fatto i conti con la forza più forte:l'Amore.
A questo ci penserà Demar, un assassino schermito da tutti perchè entrato tardi nella Gilda.
Così Fenula si ritroverà in bilico tra le restrizioni e le convinzioni del culto e la vita.
Spero di avervi incuriosito. Leggete e recensite:)
Storia esistente anche su Wattpad XD
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Nemesis'
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m-m-m-m-m-mad-mad-mad
m-m-m-m-m-mad-mad-mad
m-m-m-m-m-mad-mad-mad
m-m-m-m-m-mad-mad-mad

I, I can’t get this memories out of my mind,
it’s some kind of madness, it started to evolve

I, I tried so hard to let you go
But some kind of Madness is swallowing me whole.
(Madness, Muse)

3- Addestramento

Un suono lugubre di campana.
Demar si svegliò di soprassalto.
Ci mise un po' a focalizzare il luogo dove si trovava. Nel buio riconobbe poco a poco le pareti spoglie della sua stanza. Era lì da tre giorni e ancora non si era abituato.
Indossò la divisa velocemente. Quello era un grande giorno. Finalmente iniziava il suo addestramento da Vittorioso.
Quando fu sull'uscio della sua stanza, si sentì sguardi  indagatori e di scherno puntati addosso, fastidiosi come punte di spillo. Tirò fuori la piantina della Casa che gli avevano dato il primo giorno. Individuò velocemente le terme. Non appena mise piede nella stanza fu investito da una nuvola di vapore intensa.
Anche là fu come si aspettava. Altri sguardi giudicanti, che lui odiava. Ma avrebbe fatto vedere loro quanto valeva, prima o poi.
Il suo bagno fu brevissimo. Quando allacciò l'ultimo bottone, la campana della colazione suonò la prima volta. Seguì la fiumana di gente fino al refettorio.
Anche lì non fu meglio. Gli altri Assassini non facevano altro che insultarlo e schermirlo.
«Niente femminucce!»
«Non voglio seduto accanto un Perdente come te!»
Alla fine si sedette nell'ultimo posto che trovò libero, e lasciò vagare il suo sguardo sulla sala fino a notare la sua nuova Maestra- Fenula l'aveva chiamata quel ragazzo presuntuoso- seduta assieme alle altre Guardie in un tavolo appartato.
Un silenzio tombale scese nella sala.
Si levarono chiare le parole di Yeshol.
«Preghiamo Thenaar perché ci doni una lunga giornata di lavoro, al termine della quale potremo godere del dono delle tenebre, propizie all'omicidio e così care ai Suoi Figli».
L'uditorio rispose a una sola voce.
«Sangue al sangue, carne alla carne, sia gloria al nome di Thenaar».
Yeshol parve soddisfatto.
«Mangiate, mangiate pure e rinfocillatevi».
Tutti aggredirono ciò che avevano di fronte, un tozzo di pane nero e una ciotola di latte. Demar seguì a ruota i suoi compagni, finendo in pochi minuti.
Terminata la colazione andò nel tempio.
Fenula apparve dall'ombra all'improvviso, silenziosa come una gatta.
Squadrò il ragazzo da capo a piedi. C'era abbastanza materia per farne un valente Vittorioso, ma c'era molto da lavorare.
«Vieni»ordinò.
Doveva mantenersi fredda e distaccata. Era una delle prime regole insegnatole da Rekla per essere una brava Guardia.
Si sedettero a uno dei banchi, e Fenula cominciò a erudirlo come avevano fatto anni prima Yeshol e Rekla.
Molte cose Demar le sapeva già, perché Ghaan, la Guardia degli Iniziati, gliene aveva parlato durante i lunghi giorni di purificazione in cella. Parlò di Thenaar, dei Vittoriosi e Perdenti, infine dei Bambini della Morte.
«Quindi, uccidendo mia sorella, sono stato scelto dal dio?»la interruppe Demar.
Fenula annuì.
«E tu come sei entrata nella Gilda?». Demar sembrava veramente curioso nel sapere qualcosa di più sulla ragazza.
Fenula fu quasi tentata a confidarsi con lui, ma le parole di Rekla la bloccarono.
"Devi mantenere un distacco dagli altri Vittoriosi. Devi vederli come semplici sottoposti, e non al tuo stesso livello".
Alzò l'indice della mano sinistra.
«Dobbiamo mettere per inciso una cosa. Ti ricordo che sei un allievo e ti è proibito trattarmi con così tanta famigliarità. Ti devi rivolgere a me con rispetto e usare l'appellativo Mia Guardia per chiedere la parola, intesi?»
Demar fu sul punto di dire qualcosa, ma tacque. Nutriva un profondo rispetto per quella ragazza che aveva preso le sue difese, e non voleva irritarla.
Per questo abbassò il capo.«Si, Mia Guardia».
Fenula parve soddisfatta.«Molto bene. Possiamo continuare la lezione».
 
A pranzo Fenula rimuginò su quello che era accaduto a lezione.
Forse aveva un tantino esagerato con Demar, ma non poteva fare altrimenti.
Era la prima regola. Mai, mai mostrare il fianco a un sottoposto.
Dopo pranzo , fuori dal refettorio avvicinò il ragazzo.
«Ti aspetto in palestra tra un'ora»disse, e si allontanò con passo marziale.
Demar rimase chiuso nella sua stanza a studiare la mappa della Casa. Lo scadere del tempo fu segnato dalla piccola clessidra sulla cassapanca.
Raggiunse in fretta la palestra. Quando mise piede nella sala fu assalito dall'odore penetrante di sudore. Trovò Fenula che l'aspettava in un angolo.
«Seguimi».
Raggiunsero la sala dove si allenavano i loro coetanei. Demar riconobbe subito Jalo che, non appena lo notò, assunse un cipiglio di forte scherno.
Fenula, però, passò oltre e lo condusse in una stanza appartata.
«Per i primi tempi ti allenerai con me e con la Guardia della Palestra. Oggi ci sarà solamente Sherva per capire le tue potenzialità e i tuoi punti deboli. Da domani lavoreremo su quelli»disse con tono piatto e asciutto.
Quando Sherva fece il suo ingresso, salutò Fenula con un cenno della testa.
«Te lo affido. Riferiscimi».
Sherva le sorrise.«è in buone mani».
Fenula girò i tacchi e se ne andò.
L'uomo lo fissò a lungo. Demar si sentì un po' a disagio. Sembrava che volesse scavargli nell'anima.
«Il corpo di un assassino dice molto su di lui. Ti sono del tutto ignoti il pugnale, la spada, lo scontro a mani nude. Te la cavi discretamente però con l'arco».
Era vero. Da quando era piccolo si cimentava nella costruzione di archi e frecce rudimentali. Poi quando era più grande si era impratichito nella caccia di piccoli animaletti, in compagnia dei suoi amici.
Si riscosse dai quei pensieri.
«In ogni caso, bisogna saggiare le tue potenzialità in prima persona».
Come aveva azzeccato Sherva, Demar si dimostrò scarso in tutti i tipi di armi, fatta eccezione dell''arco.
Nello scontro a mani nude fu peggio.
Demar non conosceva nessuna tecnica, quindi non fece altro che guardare in modo interrogativo la Guardia, che gli sorrise con compassione.
«è normale all'inizio. Poco a poco imparerai tutte le tecniche che devi sapere. Puoi andare. L'addestramento vero e proprio lo inizierai domani con Fenula».
 
Per tutto il tempo, Fenula rimase a fissare il vuoto, il libro aperto su formule offensive.
Non riusciva a concentrarsi.
Le parole sembravano danzare fino a coagulare e formare il volto di Demar.
Ma che le stava succedendo? Non le era mai capitato.
Era forse l'amicizia?
Ma Rekla era stata chiara in proposito.
"L'amicizia non è altro che un'illusione, il cameratismo l'unico valore".
Allora cos'era?
Stava impazzendo. Ecco la verità.
 
Rivide Fenula a cena.
Incrociò i suoi occhi un istante appena. Fu lei a distoglierli per prima.
L'aspettò fuori dal refettorio.
Non appena la scorse le andò incontro. Incrociò i pugni al petto, come aveva visto fare dagli altri Assassini, in segno di saluto.
«Buonanotte, Mia Guardia».
Scomparve nel buio del corridoio, senza lasciar a Fenula il tempo di rispondere.



Angolo autrice:eccomi con un nuovo capitolo con colonna sonora:) Fenula si ritroverà ad avere...un po' di dubbi sulle convinzioni del culto. Questo sentimento evolverà e diventerà qualcosa di più, o appassirà per tornare nell'oblio da cui proviene?
Ringrazio RayaFee sempre pronta ad aggiornare, e anche ai lettori anonimi.
   
 
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