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Autore: oOLeylaOo    19/03/2008    2 recensioni
Grace Brine è un adolcescente molto particolare, prima di tutto perchè non è affatto un adolescente, poi perchè ha il piccolo difetto di diventare una sirena se finisce in acqua.
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao! L'attesa non è stata molta lunga, vero? (o forse si?) Comunque l'ultima volta ho dedicato il capitolo a Natsumi Takaya, che è in assoluto la mia mangaka preferita, Fruits Basket è stato un fumetto molto importante per me, e lo resterà sempre.

Stavolta vorrei dedicare il capitolo a qualcun altro (lo so, "quante dediche!" direte, sempre che leggiate quello che scribacchio. ehehe).

Questo capitolo lo dedico alla mia miagliore amica, Alexia, che odia leggere qualunque cosa, incluso quello che scrivo (infatti non lo legge!XD), ma che in un modo o nell'altro mi è sempre accanto quando sono giù.
Lo dedico a Yoko, l'altra mia migliore amica, che è totalmente folle, ma chi mi spinge sempre a scrivere e che mi trascina in discussioni assurde e divertenti, che è capace di ascoltarmi anche per ore, senza mai lamentarsi, ti voglio bene bimbola.
Lo dedico a Silvia49, che anche se non la conosco bene mi manda sempre un email dopo ogni capitolo: mi fa davvero piacere sapere che mi leggi sempre.
Lo dedico a horus che a quanto pare ha letto tutte le mie storie,sarei curiosa di sapere quale ti è piaciuta di più, anche perchè Yoko continua a snobbarmi Hanry a favore di Asher... povero!
E infine lo dedico a tutti voi che avete la pazienza e la prontezza di leggere sempre quello che scrivo.

Sono stata un pò lagnosa? ...forse. Stasera gira così XD
Buona lettura a tutti!

Capitolo 22

- In the end-

Hanry mi aveva accompagnato fino all’edifico scolastico, poi lo avevo rimandato indietro dicendogli che non poteva permettersi di accompagnarmi fino al dormitorio e di fare tardi visto che già era stato sospeso.
L’aria della sera era fresca e il cielo limpido mentre in silenzio mi dirigevo verso il dormitorio, non c’era nessuno in giro anche se era sabato sera, probabilmente per via della recita o forse perché era mezzanotte passata.
Mi bloccai davanti al mio dormitorio, dove mi attendeva un immagine molto particolare, una scena che non mi sarei proprio aspettata. Gli scalini erano illuminati da un raggio di luna, Lucy era seduta sulla pietra con le gambe accavallate, il volto seminascosto, i lunghi capelli dorati sciolti sulle spalle. I suoi occhi chiari erano calmi, non gelidi, ma indifferenti, le mani erano incrociate e appoggiate sul ginocchio, una folta di vento le scompigliò i capelli, rivelando lo splendido viso sul quale era dipinta un espressione indifferente.
Feci un respiro profondo quasi senza accorgermene e mi rimisi a camminare verso di lei con passo fermo. Non so perché la vederla seduta lì, su quei gradini, aveva qualcosa di strano, di sbagliato quasi: lei era sempre così elegante che anche se era seduta in modo elegante, l’essere su dei gradini gli dava un che di casual che non le si adattava. A volte mi chiedevo se i suoi genitori fossero state delle persone altolocate, forse era per questo che qualunque cosa facesse sembrava sempre elegante.
Ero a meno di un metro da lei quando mi fermai fissandola negli occhi: che avrei dovuto fare? Che accidentaccio potevo dire? Per un attimo pensai di esordire con un “Salve!” alla Lorelay Gilmore, ma mi trattenni.
-Ciao.- salutai con un sorriso accennato.
Lei non rispose, si limitò a fissarmi, nonostante il caldo della sera, sentivo il gelo avvolgermi.
-Lucy … - bisbigliai con tono sommesso, non ero abituata alla sua freddezza o alla sua indifferenza.
-Dov’eri?- domandò con voce ferma e vellutata.
La fissai con un mezzo sorriso. -Con il mio ragazzo.-mi limitai a rispondere.
-Immagino tu stia parlando di quel vampiro …-
Sospirai abbassando lo sguardo.
Lei si alzò con agilità e un incredibile grazia, ho sempre invidiato il suo modo di muoversi. Mi venne incontro e mi appoggiò le mani sulle spalle con delicatezza, il suo sguardo era fermo.
-Lo ami?-domandò con distacco.
-Io …-iniziai fermandomi.
Lo amavo? Domanda da un milione di dollari! Non ne ho idea. Era qualcosa di cui avevo letto o visto, o ascoltato canzoni … “l’amore” intendo. Non era qualcosa che avevo provato, non l’amore romantico almeno.
Hanry era importante per me. Quando non c’era mi mancava, quando mi era accanto mi sentivo felice e agitata contemporaneamente. Non sopportavo che le altre ragazze gli posassero gli occhi addosso, lo volevo solo per me e non sopportavo l’idea che qualcuno me lo portasse via. In alcun modo. Nessuno doveva prendermi Hanry, nessuno doveva toccarlo.
Nemmeno a Lucy lo avrei perdonato. Se avesse fatto del male ad Hanry l’avrei uccisa, anche se era come una sorella, anche se eravamo state insieme per circa un secolo, anche se lei era stata come una madre e come una sorella. Anche se mi aveva insegnato a combattere, a cantare, a sperare, a non arrendermi e a credere in me stessa, anche se mi aveva fatto ricordare cos’era una famiglia …
Hanry era … lui era … per me, lui era … era unico. Era incredibile. Intelligente, simpatico, divertente, in gamba. A volte era possessivo e un po’ geloso, a volte nemmeno capivo perché si arrabbiava, ma c’era sempre per me quando ne avevo bisogno o quando lo volevo accanto. C’era ed era fondamentale come l’aria.
All’inizio era solo un ragazzo seccante che mi aveva rubato il mio primo bacio, era arrogante e insopportabile. Poi invece si era dimostrato un tipo strano ma gentile, a volte si comportava in modo assurdo, ma dopo averlo conosciuto sempre di più… non so, l’idea di non averlo accanto era strana e mi faceva stare male, tanto male. Era amore.
Questa sensazione terrorizzante ed eccitante al tempo stesso, questa sensazione che a volte mi commuoveva e che sapeva togliermi il fiato, una sensazione che sembrava non smettere mai di travolgermi … era questa sensazione che mi avvolgeva e mi piaceva da impazzire!
Era questo l’amore? Questa sensazione che mi faceva esplodere il cuore era amore?
-Io … - tentai di dire, ma mi ero portate le mani alla bocca senza nemmeno accorgermene. -io … - ripetei allontanando le mani e fissandole -Io lo …- amo.
Io lo amo.
Non potevo dirlo a voce alta, qualcosa mi bloccava, un sentimento che trascendeva il tempo, una sensazione profonda. Ma accettarlo … era inevitabile come la verità, anche se era pericoloso, anche se poteva costarmi la vita, perché infondo non c’era ragione migliore per farlo!
E poi dirlo a Lucy. Lo avrebbe ucciso! No, peggio lo avrebbe fatto a pezzi e poi ucciso. E io forse non sarei stata abbastanza forte da fermarla. L’avrebbe ucciso anche se questo significava la mia morte? Probabilmente si. Non potevo sopportare questa idea ma … Cosa avrebbe fatto se avessi detto che lo amavo? Come avrebbe reagito? Mi avrebbe attaccato? Sarebbe corsa da lui per affrontarlo? Eravamo vissute come sorelle per un lungo, lungo tempo, ormai mi sembrava strano non considerarla mia sorella, non volerle bene. Non averla accanto.
Lucy era strana , era bellissima, affascinante, elegante, una sirena perfetta, eppure a volte intravedevo la sua persa umanità nella sua rabbia, che spezzava l’accurata freddezza e la mitezza che accompagnava ogni suo comportamento. Non volevo averla contro, ne avrei sofferto; ma non potevo perdere Hanry, non potevo farlo! Era più forte di me, era qualcosa che non riuscivo a comprendere o ad accettare, quasi un blocco mentale.
-Lo ami, vero? È per questo che Crystal non ha voluto farlo, è per questo che non ha voluto ucciderlo.- disse soprapensiero, interrompendo le mie riflessioni, i suoi occhi erano delle lastre di ghiaccio dal quale non filtrava nessuna emozione.
Feci un respiro profondo: e se invece dirle che amavo Hanry lo avesse salvato? Se il suo affetto nei miei confronti avesse vinto sul suo odio pressoché connaturato e smisurato per i vampiri?
-Lo amo Lucy.- lo bisbigliai con un filo di voce, era così bassa che nessuno sarebbe riuscita a sentirlo e colma di incertezza e di insicurezza per il passo che avevo appena compiuto.
Le sue mani scivolarono dalle mie spalle e lo sguardo che mi rivolse era più che cupo.
-Quello è un vampiro Grace. Un vampiro. Un mostro.- il suo sguardo era duro quanto il suo tono.
La fulminai con uno occhiata fredda quanto lo zero assoluto. -Te l’ho già detto. Io lo amo!- ripetei stavolta con più sicurezza, facendomi in qualche modo forza. -Non ti permetterò di fargli del male!-
Ci fissammo negli occhi, in quel momento mi sentivo veramente fragile, ma non dovevo cedere nemmeno per un momento sotto quello sguardo di ghiaccio che mi congelava fin nelle ossa. 
-Io non posso lasciar correre.- la sua voce mi trafisse come una lastra di ghiaccio.
La fissai con rabbia, una rabbia totalmente ricambiata, e ferma decisione. -Non ha ucciso nessuno Lucy! Non fa del male a nessuno! E io non ti permetterò di fargli del male!- esclamai.
-Non puoi battermi e lo sai.- ribatté in tono freddo.
Feci un respiro profondo cercando di calmarmi e poi scrollai le spalle come se non mi importasse, nel vano tentativo di scrollarmi di dosso il freddo che mi attanagliava. -Tanto se lo uccidi morirò comunque.- le dissi con il tono più noncurante che riuscii a trovare.
Lei trasalì e per un attimo vidi la sua decisione vacillare, poi però i suoi occhi divennero di nuovo di ghiaccio. Il silenzio riempì l’aria e mi avvolse come dell’acqua gelida.
-Una soluzione c’è …- bisbigliò.
La fissai un attimo senza capire. -Illuminami ti prego.- la sfidai seccata, anche se sentivo il cuore pesante.
-Se tu tornassi umana …-iniziò in tono calmo, riacquistando la compostezza che era consona avere.
-Morirei.- tagliai corto. In fondo stavo morendo quando nettuno mi aveva salvato.
-No, ti salveresti.- mi corresse con sguardo limpido. -Se tornassi un essere umano potresti uscire da tutta questa situazione. Potremmo provare a chiedere a Nettuno, potresti tornare nel tempio.-
-E tu lasceresti stare Hanry?- domandai soprapensiero, se serviva a farla desistere  l’avrei seguita anche all’inferno, anche se mi si spezzava il cuore.
-E’ un vampiro, Grace.- rimarcò con voce tranquilla, senza rispondere veramente alla mia domanda.
-Immagino il tuo sia un no. Il nostro compito non è uccidere chiunque ci capiti a tiro.- le feci notare sforzandomi di usare un tono pacato e ragionevole.
-Non è chiunque, è un vampiro.- ripeté ostinatamente.
-Non fanno niente di male. Non puoi incolparli di niente, non è stata una loro scelta.- argomentai seccata.
-Te lo ha detto lui?- domandò con calma, la sua voce però vibrava di rabbia fredda e mi spaventò.
-No.-  risposi cauta.
-Allora come sai che non l’ha voluto?- domandò con fredda soddisfazione, come se avesse messo alle strette un sospettato.
Mi irritai e parecchio, era ipocrita e in fondo lo sapeva anche lei. -Se anche lo avesse voluto avrebbe avuto importanza? Lucy, tu volevi diventare una sirena?- domandai sarcastica. -Dai, qual è la risposta?- la incalzai -No. Non lo volevi. Come non lo volevo io. Non abbiamo avuto scelta, quando l’alternativa era  la morte. Non c’è niente di male nel voler vivere.-
-Non è la stessa cosa! Noi non uccidiamo nessuno!- rispose con foga.
Feci un passo indietro, ma non distolsi lo sguardo. -Tranne zombi, vampiri, demoni, licantropi a volte e non so che altro. Personalmente mi sono sempre limitata a zombi, e ho ucciso solo qualche vampiro, anche perché come hai detto tu, “non ero pronta”- dissi imitando la sua voce.
-E’ diverso!- esclamò furente.
-In cosa?-chiesi seccata.
-Noi non uccidiamo esseri umani.-
-Quelli che uccidiamo una volta erano esseri umani.- le feci prontamente notare -E comunque neanche Hanry e gli altri uccidono esseri umani. Qual è la verità? Perché vuoi ucciderli a tutti i costi? Perché è così importante per te?-
Il suo sguardo vacillò, poi tornò fermo e serio, mi fissò con un misto di rabbia ed indifferenza.
-Come vuoi tu. Questa è la fine del legame tra noi.-sentenziò.
-Non ti ho mai sofferto quanto ti comportavi in modo tanto estremo.- nel mio tono una discreta dose di sarcasmo. -Proprio come ti stai comportando adesso, neanche avessimo cinque anni!-
Mi lanciò uno sguardo freddo, poi spostò il suo sguardo alle mie spalle. -Sembra che il tuo principe sia accorso, sirenetta.- bisbigliò con freddezza.
Mi voltai giusto in tempo per vedere una sagoma atterrare con grazia a diversi metri da me, i suoi occhi erano chiarissimi e freddi come quelli di un predatore, dalle labbra pallide e socchiuse si intravedevano i canini allungati e il suo modo di camminare era diverso dal solito, non solo elegante, ma anche aggressivo, come un leone che ha avvistato una gazzella: mi sentii percorrere da un brivido.
-Visto com’è il tuo principe? È  solo un mostro.- bisbigliò nel mio orecchio con disprezzo, mentre Hanry si avvicinava con calma a noi due, i suoi occhi cercavano i miei ma il mio sguardo era fisso sul cielo, nei miei occhi i ricordi della serata che avevamo trascorso insieme. Stava accadendo tutto troppo in fretta, troppo velocemente, avrei voluto che qualcuno fermasse il tempo.
Era assurdo! La sera prima avevo scoperto che Hanry era un vampiro e ora, neanche un giorno dopo, mentre cercavo ancora di accettare totalmente questo fatto, mi ritrovavo strattonata da due parti. Stavo litigando con Lucy, cosa che non avevo mai fatto, a proposito dell’uccisione del mio ragazzo e anche se adoravo stare vicino a Hanry dovevo ammettere che la cosa mi preoccupava e non poco. Le sirene solitamente combattono i vampiri, non li baciano, non escono con loro, non ci scambiano quattro chiacchiere, non pensano a loro in ogni minuto della giornata. D’accordo forse l’ultima si, ma non nel modo in cui io pensavo ad Hanry.
-Grace.- mi chiamò Hanry con un tono incerto e preoccupato, mentre Lucy mi aveva messo le mani sulle spalle.
Gli sorrisi incontrando il suo sguardo, reprimendo un piccolo brivido.
-Finirai per venire espulso se continui così.- dissi sbuffando, evitando argomenti troppo seri, con un sorriso scherzoso sulle labbra. Lui alzò gli occhi al cielo fingendo un esasperazione che non era totalmente certa non provasse, tuttavia notai che i suoi occhi brillavano di allegria e gentilezza.
Il mio principe. Lucy lo aveva definito così e io dovevo ammettere che mi piaceva un mondo come definizione! Credo fosse anche calzante, per quanto dovessi concedere che mi faceva almeno un po’ rabbrividire il fatto che lui fosse un vampiro, Hanry era il mio principe, lo sarebbe stato per sempre.
-Lasciala andare!- la voce di Hanry divenne profonda e oscura, fredda, malvagia quasi, mi spaventò seriamente, cosa che non credo potesse fare. Non me lo sarei mai aspettata: faceva più paura di Lucy e Crystal! Era una voce che veniva da lontano, la voce di qualcosa di tenebroso, qualcosa aprivo di una vita, di movimento, di luce … un paesaggio morto, privo di qualunque luce, di qualunque vita, arido e immobile nel tempo; un immagine che prima di quel momento non avrei mai associato a Hanry. Lui infatti era sempre allegro, mi prendeva in giro, andava d’accordo con tutti a parte Violette e odiava starsene da solo. In quel momento però era così e lo sentivo, come un brivido gelido che mi percorse da capo a piedi.
-Vedi? Ora lo percepisci?-domandò Lucy allontanandosi e richiamando a se la sua arma. Mi spostai e mi misi lateralmente tra Hanry e Lucy, in quel momento non me la sentivo di dare le spalle a Hanry.
-Calma ragazzi!- dissi stendendo le mani per mantenere le distanze. -Niente scontri, ricordate?-
Il silenzio che scese mi fece letteralmente accapponare la pelle, incontrai lo sguardo di Hanry che sembrava contenere un eccitamento represso. Meglio non indagare.
-Parlerò con nettuno, questo è un addio.- si limitò a dire Lucy con tono freddo prima di sparire nel nulla, in una scia d’acqua che scomparve assorbita dal terreno.
La guardai sparire con un senso di ansia. Hanry mi afferrò la mano, mi voltai verso di lui mentre posava le labbra gelide sul mio polso e, lo ammetto, ebbi incredibilmente paura. Era Hanry, ma non era umano, in quel momento mi appariva incredibilmente chiaro che lui era un vampiro e io forse avrei dovuto proteggermi. Volevo avere fiducia in lui, volevo fidarmi, ma al contempo mi spaventava e non riuscivo a sentirmi del tutto sicura.
Hanry alzò gli occhi dalle pupille bianche cerchiate di azzurro dal mio polso, con le labbra ancora posate sulla mia pelle, il sorriso fece intravedere i denti. Non mi mossi perché sarebbe stato inutile, non potevo sfuggire alla presa di un vampiro, ed Hanry era un vampiro. Così umano da non sembrarlo, era stato insieme a me per molto tempo, ma era un vampiro. Un vampiro! Non dovevo dimenticarlo, non potevo ignorarlo, mi resi conto che lo avevo fatto fino a quel momento, che avevo ignorato ciò che era senza rendermene conto, solo perché così era più semplice.
-Non avere paura.-disse con voce dolce più del miele e incredibilmente seducente, il suo sguardo era tornato gentile e caldo. -Non negherò di volerti mangiare, ma non in quel senso.-
Arrossi e distolsi lo sguardo, le sue labbra risalirono fino al mio gomito con lentezza mentre io venivo percorsa dai brividi. Lo sentii ridacchiare e mi voltai a tirargli un occhiata veloce, me lo ritrovai davanti e sussultai per la sorpresa.
La sua mano risalì dal mio polso fino alla  mia guancia, in una carezza dolce.
-Ero preoccupato.- bisbigliò baciandomi la fronte.-Non volevo spaventarti, scusa.-
Scossi la testa e lo abbracciai forte nascondendo il volto nella sua spalla mentre le sue braccia mi circondavano, sentivo il tocco freddo della sua mano sfiorarmi il collo. Dovevo accettare il fatto che era un vampiro, dovevo! In qualche modo. Non volevo perdere Hanry e potevo limitarmi a ignorare ciò che era per sempre, anche perché prima o poi, a forza di voltare la testa, mi sarebbe venuto un discreto torcicollo. Si, dovevo trovare il modo di accettarlo, ma non quella notte.
-Perché eri preoccupato?- domandai dopo un attimo allontanandomi. Mi ci volle davvero molto coraggio per incrociare i suoi occhi.
-Qualcuno ha dato fuoco al laboratorio con il sangue sintetico, non è molto lontano da qui, ho pensato che forse poteva essere quella sociopatica di tua sorella e ho pensato che potevi essere nei guai.- spiegò con un sorriso tirato, nei suoi occhi, solo per un istante, lampeggiò l’odio.
-Mia sorella non è una sociopatica.-protestai, ogni famiglia ha il suo Fredo.
-Non le piacciamo per niente.- replicò tranquillo.
-Le sirene non amano molto i vampiri.- assentii con un sospiro.
-Nemmeno tu.-bisbigliò con una nota di tristezza.
Difficile ribattere. Mi limitai a baciarlo con lentezza dalla base del collo alla mandibola. Lui si chinò per incontrare le mie labbra in un bacio gentile.
-Non mi piacciono molto i vampiri.- ammisi quando si allontanò un poco da me. -Ma per me tu sei importante Hanry, e non voglio perderti.- non era proprio un “ti  amo”, ma ci andava abbastanza vicino, no?
I suoi occhi brillavano mentre le sue labbra erano stese in un sorriso che non riuscivo bene a decifrare, ma che mi riscaldò il cuore. Mi accarezzò le guance, baciandomi la fronte.
-Anche per me tu sei importante, Grace.- disse con dolcezza.
Chiusi gli occhi assaporando quell’istante, poi però li riaprii perché non c’era molto tempo: mia sorella lo volva morto, voleva tutti morti, ed era meglio non farsi trovare impreparati quando sarebbe tornata. In realtà era meglio non farsi proprio trovare.
-Dobbiamo andarcene.- bisbigliai all’improvviso.
-Un cambio netto di argomento.- disse inarcando un sopracciglio e fissandomi confuso.
Sorrisi a mo di scusa, ma poi ripresi a parlare. -Non possiamo restare qui ora che Lucy vi vuole morti, sarebbe meglio andare in un posto sicuro.-
-In effetti, ora che ha dato fuoco al laboratorio forse è il caso di ritirarsi in un luogo più sicuro.- assentì lui.
-Togli il forse.- dissi voltandomi per dirigermi verso il dormitorio. -Faccio le valige e avverto Julie.-
-Julie è con Isy e Francesca. Sono al laboratorio, penso che ormai le abbiano raggiunte anche gli altri.- spiegò afferrandomi un braccio e strattonandomi gentilmente.
Finii con la schiena contro il suo petto e alzai la testa per incontrare i suoi occhi che erano tornati umani, gli sorrisi con dolcezza mentre le sue labbra scendevano a incontrare le mie.
-Sei sicura di voler venire con me? Con un gruppo di vampiri?- domandò con un pizzico di sarcasmo  e una discreta dose di preoccupazione.
-Non ho nessuna intenzione di allontanarmi da te.- chiarii decisa, provando comunque un certo imbarazzo: la timidezza non scompare in un paio di giorni.
-Ti do una mano a fare i bagagli?-domandò con un tono malizioso.
Scossi la testa. -Faccio da me.-
-Devi stare attenta, potresti svegliare le altre. Io sono molto più silenzioso.- disse sorridendo.
Ci pensai su un attimo, in effetti aveva ragione e poi preferivo che mi stesse intorno dove potevo controllarlo e proteggerlo, più o meno.
-Va bene, vieni.- acconsentii allontanandomi da lui e dirigendomi alla porta, Hanry mi seguì in silenzio fin nella mia camera, c’era solo Chantal che dormiva, probabilmente Violette era da qualche altra parte, in fondo era sabato sera.
-Violette era con uno dei ragazzi del mio dormitorio.- mi informò leggendomi nel pensiero.
-A quest’ora?- chiesi sorpresa. Proprio a nessuno importava del coprifuoco in quella scuola?
Hanry sorrise divertito. -Non penso tu sia pronta a sapere quello che stavano facendo.- scherzò.
Alzai gli occhi al cielo, seccata. -Non mi sembra di avertelo chiesto.-
-Volevo prevenirti.- rispose divertito.
-Smetti di prendermi in giro e aiutami invece.- bisbigliai, andando però a tentoni alla ricerca dell’armadio. Hanry mi circondò la vita con un braccio e mi guidò senza troppi problemi all’armadio e lo aprì.
-Qual è la tua borsa?-domandò a bassa voce.
-Quella verde.-risposi a bassa voce, accorgendomi solo dopo che era alquanto difficile vedere i colori con l’oscurità. -Cioè… è quella…- iniziai sempre bisbigliando. Era snervante parlare a bassa voce.
Si chinò a prendere qualcosa lasciandomi andare, poi posò la borsa sul letto e si voltò verso l’armadio iniziando a tirare fuori le alcuni vestiti.
-Io ci vedo senza problemi anche al buio.- mi informò con un sorriso che precepii, più che vederlo.
-Come fai a sapere quali sono i miei vestiti?- domandai sorpresa.
-Io ti guardo.- rispose con un filo di voce, poi si voltò e aprì un paio di cassetti iniziando a tirare fuori altra roba. Poi afferrò i miei stivali e li mise dentro un sacchetto prima di metterli dentro alla borsa, insieme ad un paio di scarpe da ginnastica.
-Manca altro?-domandò prima di chiudere la borsa.
-Non lo so, non vedo niente.-dissi abbassando la testa sconfortata. Mi attirò a se con dolcezza baciandomi la tempia, arrossii.
-Vorrei poterti prestare i miei occhi.- bisbigliò con un sorriso. -Sei arrossita. Sei incantevole.-
Distolsi lo sguardo, fissando l’armadio con le guance rosse per l’imbarazzo, sentendomi enormemente a disagio. Cavoli! Così non era giusto però!
-Andiamocene, mi arrangerò con quello che c’è.- farfugliai con voce incrinata dall’imbarazzo.
-Si, però …-
-Cosa?-domandai in tono perentorio.
-Non ho preso la tua biancheria, anche perché non ti ho mai vista …- iniziò in tono malizioso.
-Taci!- alzai la voce a un livello normale.
Lui sorrise , appoggiando però un dito alle labbra e facendo segno di stare zitto. Lo fissai piccata e mi diressi a tentoni verso i cassetti in fondo all’armadio, aprii l’ultimo infondo.
-Passami la borsa.-sussurrai seccata tendendo la mano nell’oscurità, senza nemmeno guardarlo, tanto anche se i miei occhi si erano abituati all’oscurità non ci vede comunque così bene!
-Ti auto?- si propose con voce divertita.
-Provaci e ti taglio la mano.- minacciai.
Ridacchiò piano. -Come vuoi.-
Misi tutto nella borsa e uscii piano da lì insieme a Hanry, facendo incredibilmente attenzione a non fare rumore, forse vista da fuori sembravo un po’ ridicola. Aprii appena la porta e sgusciai fuori con passo felpato, subito seguita da Hanry che portava la mia borsa al posto mio e che camminava in modo più elegante.
Mi si affiancò con un sorriso divertito che andava da un orecchio all’altro e mi afferrò la mano, stingendola con gentilezza, come se fosse di cristallo. Mentre camminavo per i corridoi del dormitorio non riuscivo a non pensare a ciò che mi ero lasciata alle spalle, a contro cosa mi mettevo per poter continuare a stringere quella mano.
La fine del mio legame con Lucy… ma in questa fine io vedevo il mio futuro con Hanry e non riuscivo ad avere rimpianti.

  
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