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Autore: CL_Kiki    15/09/2013    2 recensioni
Questa storia l'abbiamo scritta io e mia cugina! I B2ST sono la nostra band preferita e sono loro che ci hanno dato l'ispirazione!
"Due ragazze, un'opportunità per realizzare il loro sogno. Andra tutto bene o ci saranno degli imprevisti inaspettati?"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dal giorno del Galà, le cose erano un po’ cambiate: con la presenza di Siwon che andava a trovare la ragazza ogni giorno, rendeva la situazione non facile da gestire; Jun evitava di farsi vedere dalla ragazza e Ki-Kwang rimaneva solo ad osservar da lontano senza intervenire, pensando che sarebbe stata la scelta più giusta.

Hannah, in quei giorni, era concentrata sul proprio lavoro e quel poco tempo a sua disposizione lo dedicava a Seob: da quando avevano confessato ai ragazzi che stavano insieme, ogni occasione di piccoli spazzi tra un lavoro ed un altro lo dedicavano solo a loro due.

Per non finire, il lavoro alla CUBE era triplicato a causa di cambiamenti improvvisi: adesso il progetto prevedeva la presenza dei 6 ragazzi più una ragazza ancora da scegliere, la partenza era prevista per il 24 del mese e le riprese dovevano terminare entro il 1 novembre, infine per evitare troppi sprechi furono scelte solo 3 città…Venezia, Roma e San Teodoro in Sardegna.

Tutto doveva essere pronto prima dell’ultima riunione a metà mese, e tra lo stress causato dal troppo lavoro e sia dalla presenza di Siwon che l’attendeva ogni sera fuori l’edifico, il corpo della ragazza non riusciva a reggere.

Erano trascorsi 8 giorni da quando tutto era iniziato, 8 giorni a sopportare tutto quel peso da sola.

Dopo aver concluso uno delle tante riunioni, era giunta l’ora di pranzo ed Elena si stava per recare al bar per mangiare qualcosa, sperando almeno di non incontrare a quell’ora Siwon fuori l’edifico. Vacillava per i corridoi, sentiva come se le forze la stessero per abbandonare quando qualcuno la prese prima che sarebbe caduta.

< Ti ringrazio > voltò la testa per ringraziare la persona.

< Elena, posso chiederti che ti succede? >

Con sua grande stupore, ad aiutarla era DooJoon.

< Riesco a star in piedi adesso – disse arrossendo – era solo un po’ di stanchezza >

< Per cosa? >

< Il lavoro…è la prima volta che affronto questa situazione, solo per questo. Non voglio che ti preoccupi >

< Sicura? Non c’entra niente tutto quello che sta succedendo fra voi tre? >

< …ah…n-no, non c’entra >

< Lo spero. Adesso devo andare…sicura di riuscire a farcela? >

< Si, adesso va meglio…ti ringrazio >

Dicendo questo, Doo l’osservò per l’ultima volta prima di allontanarsi. Sapeva che qualcosa non andava, doveva far qualcosa sia per lei…ma anche per il gruppo. Voltando l’angolo, vide Jun appoggiato alla parete, si fermò ad osservarlo.

< Hai visto tutto? > chiese passandogli accanto.

< Si >

< Hai intenzione di continuare così? Vuoi che arriviamo al punto di doverci separare? >

< Non voglio questo >

< Allora – disse guardandolo – se non vuoi farlo tu, ci parlerò io con Siwon >

Rimasero in silenzio per qualche secondo, dopo di che Doo riprese a camminare.

< Doo – il ragazzo si fermò – lui è affare mio >

Con questo, si staccò dalla parete camminando nel corridoio.


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Erano le sei del pomeriggio, i dipendenti stavano uscendo fuori dalla SM ENTERTAINMENT uno dopo l’altro e con loro anche alcuni componenti dei vari gruppi della casa discografica, nessuno di loro sospettava della persona appoggiata all’auto scura parcheggiata di fronte l’edificio.

Quasi per ultimo, Siwon uscì salutando i suoi amici dirigendosi nella sua adorata moto quando avvertì la presenza di qualcuno che lo stesse osservando; all’inizio non fece tanto caso, prese le chiavi dalla tasca della giacca, accese il motore e prima di mettersi il caso, si fermò per qualche istante.

< Sei venuto fin qui per rimanere in silenzio ed osservarmi? – disse ad alta voce – Oppure hai qualcosa da dirmi? >

Senza voltarsi, Siwon capì che quella persona si spostò ed iniziò ad avvicinarsi a lui.

< Così hai capito che sono venuto fin qui per te, mio caro Siwon >

< Oh, quindi sei tu – poggiò il casco nella sella e fece un mezzo sorriso prima di voltarsi – Quale onore averti qui, JunHyung >

< Sai, volevo ricambiare le visite che hai fatto tu…per una volta, visto, ti sono venuto a trovare io >

< Hai fatto bene…avevo tanta voglia di scambiare quattro chiacchere con te, ma… avevo di meglio da fare >

< Adesso sono qui…dove preferisci parlare? > chiese Jun fermandosi ad osservarlo negli occhi, nonostante il fatto che Siwon era più alto di lui di qualche centimetro.

< Possiamo farlo anche qui…tanto immagino già cosa vorrai dirmi, o meglio di chi parlare >

< Bene, allora sarò diretto – lo guardò minaccioso – Stai lontano da Elena >

< Oooh, che paura. – rispose con mezzo sorriso – Queste tue semplici parole mi dovrebbero fermare? >

< Quale era il tuo scopo, Siwon! Per quale motivo ti sei interessato a lei! >

< Scopo? Motivo? Tsk…chi te lo fa credere che c’è sotto qualcosa? >

< Perché non ho capito che ruolo hai svolto in questa storia >

< Ruolo dici? – sorrise – di che parli! >

< Sai benissimo a cosa mi riferisco: la foto, la scenata al galà, le improvvisate visite ad Elena e quei discorsi fatti sia a me che a Ki-Kwang…andiamo, so benissimo che avevi in mente qualcosa >

< Davvero amico, non so a cosa ti stai riferendo. Tutto quello che ho fatto…era per sbarazzarmi di voi due >

A quelle parole, Jun l’osservò con sguardo serio e incredulo mentre Siwon manteneva il suo sorriso nel ricambiare lo sguardo.

< Cosa rappresenta per te Elena – chiese Jun d’un tratto – Uno dei tanti trofei di cui vantartene con gli amici? >

< Pensi questo? Pensi che ho fatto tutto ciò per un semplice e puro atto di egoismo? >

< Si >

< Beh… - sospirò spostando per un attimo lo sguardo dal suo volto – Allora mettila pure così. >

< Quindi era un trofeo che volevi a tutti i costi! Bastardo >

< Non offendere, amico. La tua cara Elena era il mio passatempo per riempire le mie giornate noiose…ed ho fatto bene a rimanere ad osservarla. Fin dalla prima volta che l’ho incontrata, l’ho trovata interessante…con lei ho fatto bingo. – sorrise malizioso – Ho solo mosso qualche pedina, causato alcuni problemi, ma non avevo idea di tutto quello che già avevate costruito voi…certe cose me l’avevate servite su di un piatto, non ho potuto rifiutarle. >

< Ti sei divertito alle nostre spalle – irrigidì le mani in pugni pronti a sferrare qualche mossa – Ti sei preso gioco di lei per un tuo capriccio! Questa me la paghi… >

< Non c’è bisogno che ti scaldi. – disse osservandolo con sguardo serio – Non vorrei finire su qualche rivista per colpa tua. >

< Allora andiamo da qualche altra parte >

< E per quale motivo, sentiamo! – prese in mano il casco – Non ho intenzione di rimetterci una serata in compagnia solo perché un moccioso come te vuole battersi >

< Dannato! Invece di perderti in chiacchere perché non mi affronti >

< Te l’ho già detto – si voltò – non voglio finire su delle riviste. Sparisci >

Siwon indossò il suo casco ed allacciò il gancio sotto il suo mento, stava per salire quando avvertì una forte prese sul braccio dentro; Jun era ad un passo da lui, pronto a colpirlo…ma non lo fece.

< Voi due, che state combinando >

Una voce familiare era giunta sul posto in tempo per fermare il ragazzo a commettere un grande errore.

< Oh, ma guarda. Ci sei anche tu >

< Che sei venuto a fare, Doo Joon >

< Ad impedirti di fare cazzate di cui puoi pentirtene. - disse avvicinandosi ai due – Ho fatto bene a seguirti, guarda tu stesso che stai per combinare. È così che avevi intenzione di risolvere la questione? A pugni? >

< Questo qui… >

< Jun, qualsiasi cosa abbia fatto e detto…lascia quel braccio – il ragazzo non aveva la più che minima intenzione di fallo, la presa non diminuiva e Siwon iniziava a scaldarsi – Jun…non vorrei prendere seri provvedimenti, non dopo tutto quello che c’è stato nel nostro gruppo. Perciò, lascia immediatamente la presa…prima che sia troppo tardi >

Il ragazzo, a malincuore, lasciò il braccio di Siwon, abbassò il volto e teneva i pugni serrati dal nervoso.

< Tsk! Hai fatto bene ad ascoltarlo. Saresti finito in guai molto seri…potevi rischiare di perdere tutto il tuo duro lavoro. Io me ne vado. >

< Aspetta – intervenì Doo – Prima ascolta ciò che ho da dirti. – il ragazzo si voltò a guardarlo attentamente - Non giustifico l’atteggiamento che Jun ha avuto poco fa, ma capisco il perché l’abbia avuto. Ho ascoltato la vostra conversazione…per colpa del tuo puro divertimento abbiamo avuto dei momenti di tensione nel nostro gruppo, perciò…spero che non c’è ne siano altre in futuro, non vorrei che questa volta sia il tuo posto ad esser al rischio. Intesi? Non voglio vederti girare intorno alla causa di tutto ciò…finiamola qui! >

Siwon sorrise semplicemente prima di salire in sella e partire lasciandoli li, completamente da soli.

< Quel tipo – disse Jun – Spero non si faccia più vivo >

< Ehi tu! Che ti è saltato in testa…se non ti avessi fermato a quest’ora… >

< Non avresti dovuto interrompermi – disse Jun – volevo davvero prenderlo a pugni quello li >

< Si certo, così saremmo stati travolti tutti nel vostro scandalo. Ahhh! Invece di ringraziarmi hai anche il coraggio di criticarmi, che insolente >

< Non ti ho chiesto io di pedinarmi. Tutto questo dovevo farlo la prima volta che l’ho visto >

< Spiacente, era una cosa che ha coinvolto l’intero gruppo, non solo voi due. >

< Capito… >

< E poi, resta il fatto che non possiamo permetterci di perderti per una simile sciocchezza. >

< Uhm?! >

< Altrimenti chi comporrà e scriverà le nostre canzoni >

< Ah, quindi è così che stanno le cose > disse seccato.

< Ma no! Scherzavo – iniziò a ridere prendendolo per il braccio iniziando a camminare. – Bene, visto che siamo da queste parti ed io sono anche venuto a piedi, che ne dici se con la tua macchina andassimo a mangiare qualcosa fuori? >

< Ma te pensi sempre a mangiare??? >

< Con tutto quel casino di prima, mi era salita una forte tensione che adesso mi ha aperto lo stomaco…andiamo a cenare! > mise le braccia intono al suo collo

< Scordatelo! Non dopo tutto quello che mi hai detto > mise le mani in tasca, scrollando il braccio del ragazzo.

< Ma io stavo solo scherzando >

< Sai, c’è un detto che fa: “scherzando, si dice la verità!”. Quindi vai a cena con gli altri > camminò in direzione della macchina

< Ma Jun!!! Fallo per il mio stomaco! >

 

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Il giorno seguente Elena riprese a lavorare come se niente le fosse successo. Osservava quel foglio in inglese senza tanta attenzione, aveva capito poco di ciò che c’era scritto: la sua mente era ferma a ciò che aveva sentito da dei ragazzi dello staff…i B2ST dovevano andare a New York per partecipare, insieme ad G.NA e 4MINUTE, all’esibizione nei famosi studi di MTV di Times Square dall’8 al 10…

Visto i rapporti in freddo, non aveva ricevuto nessuna comunicazione da loro, e ne tanto meno da Hannah: si sentiva come isolata dal gruppo.

Rammaricata per tutto quello, uscì dall’edificio pronta ad affrontare Siwon come era abituata a fare, con sua grande sorprese notò che quella volta non c’era nessuno.

“ Che strano – disse osservandosi intorno – ne ieri, ne oggi è venuto. Che abbia capito quanto fosse inutile venire qui? Oppure che sia una mossa per cogliermi di sorpresa? Con quel tipo c’è solo da star in allerta ”

Dando l’ultima occhiata, decise di ritornare a casa. Dal giorno in cui Jun e Doo avevano parlato con Siwon, non si era più fatto vivo davanti la CUBE, questo aveva sollevato il morale alla ragazza e rincuorato Jun che, anche se ancora infastidito dal suo comportamento, non smetteva di osservarla.

Giunsero così al 15 Ottobre dove i ragazzi, si recarono all'Asia Song Festival a Daegu; in quello stesso giorno alla CUBE si organizzò l’ultima riunione per la conclusione del progetto per il lancio.

Terminata anche quell’ultima riunione, Elena sbrigò dei documenti che servivano ad autorizzare le riprese nelle città ed a far un budget per le spese che avrebbero sostenuto in quei giorni…concluso anche per lei quel girono, spense le luci del suo studio e si ritrovò sola davanti l’ingresso del grande edificio; si osservò in giro, si sentiva diversa, ora che le cose erano cambiate, non si sentiva più a suo agio in quel contesto...niente di quel mondo le apparteneva.

S’incamminò verso la porta dell’uscita con sguardo rivolto verso il basso, quando le porte si aprirono un vento legger ma freddo le fece rivolgere la sua attenzione all’ambiente che la circondava…Il tempo era cambiato, iniziava a far freddo e in quei giorni pioveva quasi sempre.

Aprì il suo ombrello ed iniziò ad incamminarsi verso il suo appartamento, durante il tragitto ripensò a quella volta che era rimasta fino a tardi al lavoro e fuori pioveva…in quell’occasione Jun l’aveva riportata a casa e preparato la cena insieme…da quella volta non aveva mai dimenticato di portar con se l’ombrello.

Un timido sorriso apparve sulle sua labbra, si fermò.

La pioggia non cessava di scendere; scostò l’ombrello, alzò il viso con gli occhi semi aperti osservando il cielo: la pioggia fredda ricadeva sulla sua pelle provocandole una sensazione di calma, come se intorno non ci fosse che lei…

Quel suo gesto fece incuriosire i passanti che l’osservavano incredula…

“ Non importa se tutta questa gente mi osserva – chiuse gli occhi – sentire questa pioggia bagnar il viso mi porta serenità…perché…perché queste gocce mi fanno ricordare i momenti passati con te… ”

Era immobile, ferma in quella posizione ripensando a tutti quei giorni trascorsi con Jun.

“ Perché ogni volta che riesco ad essere felice c’è sempre qualcosa o qualcuno che lo impedisce? Perché ogni volta che sono ad un passo da ciò che desidero, la vita mi pone degli ostacoli? ”

Ormai era completamente bagnata dalla testa fin ai piedi, ma non le interessava voleva godersi quella pace ritrovata fra quelle gocce. Le persone che erano rimaste li ad osservarla ripresero a camminare lanciando ogni tanto un’occhiata.

“ Mi ritrovo sola, Jun…anche tu adesso mi hai lasciato – nella sua mente rivide quella sera di inizio settembre che dopo aver appreso la notizia di sua cugina, si era persa nella città e Jun l’aveva ritrovata confortandola da tutto quello che sarebbe successo – questa volta non ci sarai tu a portarmi a casa, non ci sarai più a farmi da sostegno…non potrò appoggiarmi sulla tua spalla e piangere rincuorata da te… Ora – strinse i pugni ed abbassò lentamente il viso rivolgendolo verso i suoi piedi – ora davvero sono sola ”

Era sotto la pioggia da pochi minuti sotto occhi di passanti che le passavano accanto senza far niente…

All’improvviso sentì dei passi avvicinarsi verso lei, aprì gli occhi quei passi si erano fermati e vide una persona ferma davanti a lei.

< Ti ho trovata, finalmente >

Elena lentamente, con gli occhi molto stanchi e lacrimanti, rivolse lo sguardo su quella persona.


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< Ragazzi abbiamo finito, grazie per la vostra pazienza > disse uno dei ragazzi che si trovava nel pullman che aveva portato i ragazzi a Daegu.

< Finalmente > disse Hyun alzandosi.

< Eh già…. Le mie povere corde vocali domani ne risentiranno > affermò Doo

< Io vado > disse Jun dirigendosi verso lo sportello.

< EH?? > esclamò Seob

< Sono stanco, e poi abbiamo altri impegni…c’è da incidere la nuova canzone >

< Si…ma avevamo intenzione di mangiare qualcosa fuori > disse Seob

< Fate senza di me >

< JUUUUUN!! > esclamò Seob fermandolo tirandogli la giacca

< Seob lascialo stare! Non puoi comportarti come un bambino capriccioso. > disse Doo incrociando le braccia

< Ma una volta tanto che avevamo deciso di cenare insieme…ci tenevo >

< Sarà per un’altra volta, giusto….Jun? > disse Doo

< ….si…un’altra volta >

Jun uscì così dal pullman e si allontanò dirigendosi verso l’uscita del parcheggio. Seob era rimasto ad osservare lo sportello aperto, aveva notato quello sguardo altre volte…quando faceva così, Jun stava soffrendo in silenzio senza chiedere appoggio a nessuno.

< Bene, allora in che locale si va? > domandò Dong

< Direi il solito, anche perché è vicino al nostro appartamento > rise Doo

< Bene…è deciso. – disse Hyun alzandosi – eeeh…Kiki?! Dove stai andando? >


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Jun camminava incappucciato, da quando era uscito avvertiva come la presenza di qualcuno alle sue spalle...

< Devi seguirmi ancora? > disse fermandosi

< Visto che lo sapevi, perché non ti fermavi prima >

< Volevo capire che intenzioni avessi – si voltò – Kiki >

< Dobbiamo parlare >

< Non abbiamo niente da dirci >

< Invece si >

Si osservarono per qualche istante, infine Jun si diresse verso una panchina.

< Preferirei farlo in un posto più isolato >

< Sono quasi le otto di sera, chi vuoi che ci sia nei paraggi >

< C’è sempre qual… >

< Parla > disse interrompendolo

< AAAAH, fai sempre di testa tua – si avvicinò, sospirò e si sedette – Sai già di chi parleremo >
< Con questo? >

< Ci sono delle cose che vorrei tu sapessi >
< Vuoi avere la coscienza pulita? >

< Non è per questo che voglio parlarti >

< Ah no! >

< Jun…devi ascoltarmi seriamente! – il ragazzo si tolse il cappuccio e inarcò un sopracciglio – Riguarda la foto che Siwon ti ha mostrato al Galà, c’è una spiegazione del perché non te l’ho detto >

< Non ho intenzione di ascolta… >

< ASCOLTAMI! – Jun stava per alzarti ma il tono di voce di Kiki lo fece risedere – Si è vero, per Elena sento qualcosa e non posso nasconderlo. Non ti ho detto del bacio per il bene del gruppo, non volevo che si creasse un malinteso. Anche se lei ormai sa cosa provo, questo non ha comportato nessun cambiamento in lei…ha fatto la sua scelta…e sei tu. Lo sei sempre stato! >

< Se sapevi benissimo come stavano le cose…allora perché ti sei innamorato di lei? Perché quel bacio? >

< Io…non lo so perché l’ho fatto. È successo è basta. Non posso più fingere ciò che provo – rispose senza distogliere gli occhi su Jun – Non posso cancellare quel bacio, come non posso cancellare i miei sentimenti. Non volevo causare tutto questo, non ora che Elena aveva ritrovato la serenità. – rimasero in silenzio per qualche istante – Io lo so cosa hai fatto a Siwon >
< Cosa?! Che vuoi dire? >

< Lo so perché non si è fatto più vedere. Sei andato da lui, non è così? >

< Con questo? >

< Il motivo era perché vedevi Elena soffrire, la vedevi star male per tutto questo…ti creava fastidio vederlo gironzolare intoro a lei. Ti osservavo >

< Quindi? Si, ho fatto in modo che la piantasse – lo guardò minaccioso – Vuoi che faccia lo stesso con te? >

< Non c’è di bisogno >

< Paura? >

< No…semplicemente ho rinunciato a lei. – sospirò abbassando il volto – Ho rinunciato a lei quando sotto la torre di Tokyo, ci siamo separati in modo da cercarla e non trovandola ti sei offerto di rimanere li in modo tale da non farci perdere i biglietti del ritorno…da quella volta ho capito quanto tenessi a lei e quanto sono stato stronzo a cercare di mettermi fra voi due >

< Continuare a parlare con te di questo mi da solo fastidio >

< Non possiamo continuare così – disse interrompendolo – Non possiamo, stiamo creando tensione nel gruppo e non voglio! Perciò…se devi picchiarmi, fallo! Se questo ti basta per farmi perdonare di tutto… - si alzò posizionandosi davanti a lui – Eccomi! >

Jun rimase a guardarlo con aria disinvoltura, osservava i suoi occhi pieni di rabbia e sconforto; voleva in tutti i modi porre fine a tutto…se prenderlo a pugni sarebbe servito a qualcosa era pronto.

< Vorresti che ti prendessi a pugni? Pensi che così mi basti? >

< Che altro dovrei fare? – lo prese per un braccio tirandolo su – Se questa storia va avanti, il gruppo arriverò a sciogliersi. Vuoi questo? >

< E secondo te di chi è la colpa? > disse liberandosi dalla presa

< Ti ho chiesto scusa! Che altro potrei fare? > gli urlò contro

< Che altro? – preso dal nervoso l’afferrò per il colletto della maglietta – Prenderti a pugni non riporterà le cose per com’erano! >

In quel momento, giunsero Doo, Dong, Hyun e Seob. Osservando la scena da lontano, corsero incontro per evitar il peggio.

< Jun. Kiki… - disse Doo separandoli insieme a Dong – Che intenzioni avete?! >

< Non è successo niente > disse Kiki

< Per il momento >

< Voi due – aggiunse Hyun – piantatela di comportarvi come due bambini e crescete. Non abbiamo più intenzione di starcene in silenzio d’ora in poi. Che intenzione avete? >
< L’unica soluzione è che io esca dal gruppo > disse Jun staccandosi da Dong

< Cosa??? No non puoi > disse Seob

< Perché non dovrei! È stata per colpa mia tutto questo, no? >

< Allora lascio anch’io – disse Kiki – La colpa è anche mia >

< Qui nessuno lascia niente – intervenì Doo – La soluzione non è lasciare il gruppo, non vi do il consenso. Siete abbastanza adulti per non fuggire davanti i problemi…quindi se è il caso noi vi terremmo compagnia finché non troverete una soluzione. >

< Non dire cavolate, non ho intenzione di morire da freddo – disse Jun - Hai visto come piove no? >

< Allora sbrigatevi > rispose Dong allontanandosi insieme agli altri lasciandoli soli, ma sempre tenendoli sotto controllo.

< Jun – aggiunse Kiki – ti ho già ripetuto quanto ho sbagliato nel fare quel gesto, di quanto mi è dispiaciuto averti taciuto prima ciò che provavo per Elena e poi per il bacio…ma davvero, finiamola…sembriamo due bambini che litigano per chi ha mangiato la caramella dell’altro. Quando ho capito che provavo qualcosa per lei, sapevo benissimo di non aver alcuna possibilità…ma le sono rimasto accanto ugualmente per aiutarla ad avvicinarsi a se, nonostante mi facesse male. Quando quella sera del galà aveva capito ciò che io provavo, non l’ha frenata a voler venire da te per chiarire tutto. In quel momento mi sono sentito strappar il cuore dal petto…ma ho reagito, le avevo promesso che tutto sarebbe tornato come prima. Da quel momento ho represso i miei sentimenti perché volevo renderla felice…e se lo vuoi anche tu, se anche tu vuoi vederla felice…allora corri da lei. Valla a cercare. Io lo so – disse con un leggero sorriso – lo che freni dalla voglio di stringerla, di abbracciarla a te. Che aspetti >

Jun osservava quel volto sorridente di Ki-Kwang, voleva tanto tirargli un pugno, aveva tanta rabbia dentro…ma era vero, lui fremeva nel correre a cercarla.

< Ma perché deve sempre finire in questo modo – quasi bisbigliando – Perché finisce sempre con me che corro a riprenderti > disse voltandosi di scatto cominciando a correre.

Ki-Kwang rimase li a guardarlo con un leggero sorriso sulle labbra. Doo, Hyun, Dong e Seob, rimasti in disparte, videro Jun correre via e decisero di avvicinarsi a Ki-Kwang.

< Ma che è successo ora? Perché Jun sta correndo? > chiese Doo preoccupato

< Ehi Kiki – disse Dong – che gli prende? > disse con aria infastidita

< … - si girò verso i ragazzi – semplicemente va a cercarla >

< Quindi – disse Doo – la vostra rivalità finisce così? >

< Si – rispose – è finita >


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“ Maledetta stupida! Sei una scema…non faccio altro che correrti dietro e cercarti fra la gente…. Ti diverte tanto farmi stare così? Ti diverte sapere che io ti verrò sempre a prenderti e a trovarti? – si diceva mentre la pioggia, incessante, bagnava il suo viso e i suoi vestiti che si aderirono al suo corpo snello. – Ma dove ti sei cacciata! Stupida! – ansimava per la corsa e per il freddo che avvertiva tra la pioggia ed il vento leggero della notte. Aveva provato a cercarla dentro l’edifico, ma era tutto spento, non vi erano più nessuno; provò a chiamarla al cellulare, ma non rispondeva – Giuro che se ti trovo io…io…io… ”

Si fermò, a pochi passi c’era Elena…li, ferma con il volto rivolto verso il basso, bagnata come un pulcino e teneva nella mano destra l’ombrello.

Con passi lenti le si avvicinò fino a ritrovarla davanti, tremante per il freddo.

< Ti ho trovato, finalmente >

Osservò il suo viso sollevarsi fino a notare che stava piangendo. D’istinto le prese la mano sinistra e la trascinò verso il suo petto stringendola forte a se. Il volto della ragazza non mostrava espressioni, non riusciva a credere di essere veramente fra le sue braccia, che quello era Jun.

Il ragazzo la teneva stretta a se con un braccio intorno alla sua vita e con l’altra mano le accarezzava la nuca.

< Scema – disse allentando la presa – vuoi sempre giocare a rincorrerti fra la gente? – con quella domanda, dal volto di Elena scesero altre lacrime – Per quanto tu possa scappare, io saprò sempre trovarti …in qualsiasi posto…in qualsiasi circostanza > osservò il suo viso bagnato dalla pioggia e dalle sue calde lacrime.

Le posò una mano sul suo viso e con il pollice le accarezzò lo zigomo spostando una lacrima che le scese; nel vederla così piccola, fece un mezzo sorriso, addolcì lo sguardo e avvicinò le labbra sulla sua fronte posandole un dolce e timido bacio.

A quel tocco, Elena chiuse gli occhi…le sembrava tutto così surreale, eppure quel tocco caldo sulla sua fronte le sembrava così vero…riusciva a sentire il suo tocco, il suo respiro, il suo profumo. Fece cader dalla mano l’ombrello e dolcemente adagiò le sue braccia al petto del ragazzo stringendo fra le mani la sua giacca.

< JU…JUN > riuscì a bisbigliare

< Sono qui >

< … - con voce tremante – mi…dispiace >

Con quelle parole, scoppiò a piangere nascondendo il suo volto nel petto di Jun; il ragazzo la strinse nuovamente a se avvicinando il volto al suo…poteva sentire con quel contatto il suo delicato profumo, che nonostante la pioggia, non era scomparso. Un profumo dolce, delicato, leggero…proprio come era lei.

< Ti riaccompagno a casa – disse mentre continuava a stringerla – stai tremando >

< Non importa…non voglio più staccarmi dalle tue braccia…mai… - nel dir quella frase ebbe un cedimento – …più… >

Svenne fra le sue braccia, a causa di tutta quella pioggia il suo corpo non aveva più retto.


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Un rumore la svegliò, era il tegamino del bollitore che fischiava insistentemente. Con occhi molto stanchi osservò la stanza, fece fatica a far mente locale su dove si trovasse…se quello era un sogno o fosse la realtà.

Cercò di sollevarsi un po’ ma qualcosa la teneva ferma, si voltò e vide qualcuno al suo fianco. Con la poca luce che entrava dalla finestra, mise a fuoco l’immagine accorgendosi che quel corpo sdraiato che la teneva ferma con un braccio disteso sul suo ventre era Jun.

Il ragazzo dormiva serenamente con la testa appoggiata al suo cuscino sfiorandole la testa; Elena fece un lieve sorriso ma il fischio insistente del bollitore la richiamò alla realtà…doveva cercar di alzarsi e spegnerlo senza svegliarlo.

Avvertiva una debolezza su tutto il corpo e la sua testa era come un palloncino…tutto cominciò a girarle intorno, non riuscì a muovere un muscolo per qualche secondo, le sembrava di pesare una tonnellata; ma non per questo si dette per vinta.

Fece un lungo respiro, tolse il braccio del ragazzo e provò a muovere una gamba, ma era come muovere un mattone…duro e pesante. Non appena fu in grado di spostarlo di qualche centimetro si sentì afferrare una mano.

Preoccupata, voltò la testa alla sua sinistra incrociando due occhi castano scuri puntati su di lei.

< Dove pensi di andare >

Con quel movimento, Jun si svegliò fermando le azioni della ragazza.

< Non volevo svegliarti. Torna a dormire…lo spengo io il… >

Jun non disse niente, si sollevò dal letto e si diresse verso la cucina lasciando la ragazza perplessa nella sua posizione. Dopo qualche secondo il fischio non si sentì più.

“ Cavolo, dovevo far con più delicatezza…non dovevo svegliarlo. – dopo qualche attimo di riflessione però pensò ad una cosa – Ma…aspetta un attimo – cercò di sollevarsi ma le fu impedito da un forte senso di nausea e dalla debolezza – Cacchio! Sto a pezzi. – osservò bene la stanza, non aveva dubbi…era a casa… - Ma, se questa è casa mia…perché mai è rimasto a dormire qui?? Non mi dire che…che… oddio ” si portò le coperte fin sopra il viso che divenne rosso dall’imbarazzo.

Inaspettatamente la luce della stanza si accese.

< Che fai li sotto – chiese Jun entrando in stanza avvicinandosi al suo letto – Non mi dire che ti è risalita la temperatura >

“ Cosa? – si disse osservandolo mentre si avvicinava con un vassoio in mano – Che mi è successo? Io ricordo solo tanta pioggia…e lui…davanti a me…poi niente ”

< Non far quell’espressione da innocente! – disse sedendosi al suo fianco porgendo il vassoio – Adesso mangia, devi recuperare le forze…è normale sentirsi così flaccidi dopo aver trascorso quasi tutta la notte con la febbre alta… >

< Sei stato tutto il tempo qui….prendendoti cura di me? > chiese cercando si sollevarsi su appoggiando le spalle nella sbarra del letto.

< Mh….si – le sistemò un cuscino e posizionò il vassoio sopra le sue gambe. – Ho passato quasi tutta la notte a farti scendere la temperatura…ma è stata molto difficile >

< Eh?? Perché? > chiese assaggiando la zuppa che gli aveva preparato.

< Non facevi altro che parlare a vanvera… Urlavi, ti agitavi, davi calci – gli lanciò un’occhiata – si può sapere che razza di sogno hai fatto? >

Elena mise la posata in bocca ripensando a ciò che aveva sognato… A quella domanda non rispose, ma rise sotto lo sguardo dubbioso del povero Jun che per colpa sua non aveva dormito bene.

Finito di mangiare, Jun si affrettò a portare tutto in cucina in modo che Elena potesse cambiarsi gli abiti. Datasi una leggera rinfrescata, la ragazza raggiunse il letto dove ad attenderla vi era già Jun.

< Hai fatto in fretta > chiese alla ragazza.

< Beh…che credevi? >

< Di solito ci stai una vita li dentro >

< Non quando sto male – era giunta nel letto, sollevò la coperta ma prima di sdraiarsi osservò il ragazzo – Ehm… >

< Che ti prende >

< Adesso sto meglio… >

< So dove vuoi arrivare – lo disse mentre si sdraiò – Ma io non ti lascio sola >

< Eh eh eh… almeno potresti… >

< Sdraiati – si voltò dando le spalle – Dormirò meglio sapendo di poterti esser d’aiuto se sono qui accanto a te. Adesso però dormi, devi riposarti >

Rimase a guardarlo per qualche istante, in cuor suo sapeva che Jun voleva esser solo gentile e quello era il suo modo per dimostrarle quanto teneva a lei.

Con un dolce sorriso sulle labbra, si distese nel letto, si avvolse nelle coperte e Jun spense la luce.

Sembrava molto teso, questo fece sorridere la ragazza…per tutto quel tempo le era stato vicino occupandosi della sua salute…era di nuovo in debito con lui…doveva in qualche modo ricambiare quel gesto così carico di sentimento. L’aveva raggiunta sotto la pioggia, portata a casa e si era occupato di lei, nonostante tutti i discorsi che c’erano stati, nonostante il fatto che non le rivolgeva ne la parola ne uno sguardo, adesso Jun era li…ad un passo da lei.

Con molta attenzione e delicatezza le poggiò dapprima una mano sulla schiena e poi la sua fronte, avvertì la tensione del ragazzo che fu colpo di sorpresa.

< Jun… - disse con occhi chiusi - …ti ringrazio per esserti preso cura di me… >

Con risposta, il ragazzo si voltò guardando il volto felice di Elena, la strinse dandole un bacio sulla fronte.

“ Adesso so che non potrò mai esser sola…perché ovunque io sarò, tu veglierai su di me…” pensò fra se Elena ispirando profondamente avvolta dalle braccia di Jun.

“ Non so spiegarmi ancora bene il perché, ma…io mi sento legato a te. – pensava mentre le accarezzava i capelli – Così legato che ovunque tu sarai, io…riuscirò sempre a trovarti… Potranno esserci migliaia di persone, ma i miei occhi ti troveranno sempre…


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Quando giunse l’alba, Jun si svegliò aprendo lentamente gli occhi: vederla riposare serena fra le sue braccia lo rese felice, vederla in quel modo la faceva sembrare più piccola di come già non lo fosse.

La luce entrava tenue nella stanza illuminando piano piano ogni cosa, fino ad arrivare sul suo viso; i raggi fecero socchiudere gli occhi della ragazza…ma Jun non voleva che si svegliasse così, non in quel modo, non così velocemente.

Prese la coperta sollevandola in modo da coprir il suo volto che tornò a rilassarsi…

Osservava tutto di lei, voleva poter fermare quell’attimo e viverlo per sempre… con molta delicatezza si alzò dirigendosi verso la cucina. Prima di uscire le lanciò un’ultima occhiata chiudendo la porta lentamente.

Ormai era giorno, la febbre era del tutto scesa; Jun stava preparandole qualcosa per mangiare, in cucina se la cavava abbastanza bene fin dalle scuole superiori dovette prepararsi la cena da solo a causa degli impegni dei suoi genitori...doveva cucinare anche per suo fratello minore che ritornava sul tardi per via degli allenamenti in palestra.

Ricordare quelle sere lo rattristava molto, sentiva molto l’assenza della sua famiglia ma con il passare degli anni tutto quello era diventato un’abitudine… si, era abituato all’assenza dei suoi genitori, tanto da non soffrirne più.

< Jun >

Il ragazzo, che stava tagliando il Kimbap, si fermò. Alzò lo sguardo e la vide li, davanti l’ingresso avvolta in una coperta intenta ad osservarlo.

< Che ci fai alzata! >

< Non ti ho visto e sono venuta qui >

< Torna a letto >

< Sto bene adesso, voglio… >

< Avevi la febbre alta, non si scherza con la salute! E poi – disse continuando la preparazione – come ti è saltato in mente di stare sotto la pioggia per tutto quel tempo. Quando ti ho vista svenire fra le mie braccia non sai che colpo mi hai fatto prendere >

< Mi dispiace >

< Sono stato in ansia per tutta la notte… >

< Ti chiedo scusa – disse abbassando lo sguardo andando verso il bancone della cucina dove il ragazzo stava tagliando – Mi dispiace che ti ho fatto preoccupare…non volevo >

< Razza di stupida! – le prese la mano e facendola girare nel bancone, la strinse a se – In quel momento ho pensato a tutte le cose brutte che ti potevano capitare…ho pensato anche alla possibilità di non rivederti è questo mi ha terrorizzato >

< Jun….io… >

< … - la stretta si fece più forte – Non farlo mai più…non voglio che ti accade qualcosa di brutto…non voglio perderti > le appoggiò il viso alla sua spalle, mentre Elena era stupita per le sue parole, per il suo gesto…non si aspettava una simile azione da parte sua.

Addolcì lo sguardo e si affrettò a ricambiare l’abbraccio.

< In questi giorni che non ci siamo parlati, mi è crollato il mondo addosso. Credevo di averti perso, che le cose non si sarebbero mai risolte e che non mi avresti mai più parlato… quando uscendo ho visto quella pioggia mi è venuto in mente il giorno che mi hai riaccompagnato a casa ed abbiamo cenato insieme… può sembrarti strano, assurdo, ma sentire quelle gocce sul viso mi faceva sentire meno sola…mi faceva ricordare te e questo mi rendeva felice… >

< Che stupida…come fa la pioggia a farti stare bene e ricordar me! – si staccò dall’abbraccio osservandola – Dimmi un po’…non è che ascoltavi qualche mia canzone, ultimamente? >

< C-Che te lo f-fa cred-dere?? > rispose imbarazzata

< La pioggia…il ricordare… sai, mi suona tutto come il testo di una canzone che ho scritto… già On Rain Days, ascoltavi questa…vero? >

< P…PER NIENTE! > si allontanò con il viso tutto rosso.

< Ho indovinato, allora > sorrise

< Ti odio, quando fai così > rispose corrugando la fronte

< Tsk! Solo perché ho ragione, mi odieresti? >

< Beh…non è che ti odii >

< Ah no, allora cosa? Che pensi di me? >

< Certe volte sei davvero fastidioso…. – si mise a sedere in una sedia li vicino – ma… - si avvolse nella coperta accennando un sorriso – altre volte eri davvero….davvero dolce nei miei confronti >

< Eh? Solo a volte? >

< Si! >

< Così è questo ciò che pensi – finito di tagliare, prese un piatto e lo portò alla ragazza – Adesso mangia…. Devi recuperare le forze >

La ragazza rimase ad osservare quel piatto, doveva ammetterlo: Jun era cambiato; nonostante rimaneva con un carattere scontroso…adesso mostrava un lato del suo carattere che mai si sarebbe aspettata…

< Vedi di mangiare. Io vado di la a sistemarti la stanza…non venire finché il piatto non sarà vuoto >

Rimase con il piatto nelle mani mentre con la coda dell’occhio intravide la sua sagome sparire dietro la porta che conduceva nel corridoio.

Si voltò e poggiò il piatto sul tavolo, non aveva molta fame ma Jun aveva ragione…doveva pur mangiare qualcosa, non toccava cibo nutriente da giorni…forse era anche per questo che le era venuta la febbre.

Un morso dopo l’altro, era arrivata a quasi metà piatto quando la porta si aprì ed entro Jun con in mano le coperte che aveva cambiato al letto.

Quando lo vide, le venne da ridere.

< Aaaaah, che hai da ridere in quel modo > disse con tono irritato

< Non è una scena che si vede tutti i giorni > rispose cercando di trattenersi nel ridere

< Mh! Che bella gratitudine…ed io che faccio tutto questo per te >

Jun si recò nella porta che accanto che conduceva in un piccolo ripostiglio dove vi era la lavatrice. Rientrato in cucina, non degnò di uno sguardo la ragazza che era rimasta sul suo posto trattenendosi dal ridere, ma con scarso successo.

L’immagine di Jun nella sua mente non era di certo quella che era appena uscita da quella porta con in mano il bucato, ne tanto meno di un ragazzo intento a preparare qualcosa per mangiare…l’aveva sempre immaginato capo di una qualche band di ragazzacci in sella a qualche moto correndo come tanti pazzi tra le vie della città…

Più immaginava le due figure di Jun di come appariva e di come lo immaginava, più non riusciva a trattenersi.

< Nono…figurati, continua pura – disse Jun seduto davanti a lei appoggiando il gomito sul tavolo in modo da posar la testa sulla mano – mi fa piacere che questa situazione ti faccia venir il buon umore. >

< Oddio, scusami – cercò di dire tra un sogghigno ed un altro – ma vedi – fece una piccola pausa seguita da un lungo respiro per cercar di smettere – fin dall’inizio, da quando ho conosciuto il gruppo…mi sei sempre apparso un tipo un po’….mmm…come dire – portò una mano sotto il mento – mi trasmettevi l’aria di un ragazzo duro, scontroso, ribelle, che bastava uno sguardo da scatenar una lite… >

< Mh? – disse inarcando un sopracciglio – questa era l’immagine che avevi su di me? >

< Si, ed era per questo che pensavo a tutte quelle cose ma adesso… - riprese a ridere – dopo la scena a cui ho assistito – si portò le mani davanti la bocca trattenendo le risate – non ho più dubbi…in quelle immagini la casa discografica voleva che apparissi in quel modo. E poi con questi capelli biondi, non hai più l’aria da cattivo… >

Jun rimase fermo osservandola mentre sorrideva; in un certo senso, anche se gli creava fastidio, quello che più gli importava era la sua felicità…non gli importava se rideva di lui, gli bastava vedere il suo sorriso per star bene.

< Ne hai ancora per molto? > disse sbuffando

< Ora la smetto…. – fece un lungo sospiro – ti prometto che la smetto… > le scappò da ridere, chiuse gli occhi.

In quel momento il ragazzo di scatto si alzò e sotto lo sguardo sorpreso di Elena, le si avvicinò fermandola per i polsi.

< C-Che ti prende? >

Non una parola uscì dalla bocca di Jun che rimase con sguardo fisso su di lei.

< Lo so…avevo promesso che non ridevo più….non lo farò più… > ma nella sua mente apparvero le due immagini e riprese a ridere.

La stretta sui polsi si fece più forte tanto da fargli chiudere gli occhi.

< Jun…se questo è uno scherzo ti prego di smetterla…adesso inizi a farmi male >

Ma il ragazzo, invece di allentare la presa l’aumentò costringendola ad alzarsi dalla sedia e rimanere ferma dritta davanti a lui.

< Jun…fai male, smettila >

Elena cercò un modo per liberarsi iniziando a divincolarsi senza successo…perché con l’ultimo tentativo si ritrovò spinta ritrovandosi con le spalle nella porta che portava nello sgabuzzino. Il colpò ricevuto le causò una fitta al centro della schiena e fu costretta ad alzar la testa verso l’alto ritrovandosi così le labbra di Jun contro le sue.

Spalancò gli occhi, era incredula…quello era un bacio.

Non riusciva a credere che stava davvero succedendo a lei, in quel modo, in quel momento…

Molto lentamente, Jun si discostò dalla ragazza che era rimasta come pietrificata.

< Adesso, dimmi…cosa pensi su di me? > domandò facendo un mezzo sorriso.

Elena era troppo scossa per ciò che era appena successo e non rispose.

< Tsk – disse distogliendo lo sguardo – è stato così tremendo baciarmi? – ritornò a guardarla, ma il suo volto non mostrava emozioni – Ho capito.... Visto che ti senti meglio e qui non hai bisogno del mio aiuto, io ritorno nel dormitorio. Ho bisogno di riposarmi >

Così, Jun raccolse sia il cellulare che la giacca lasciati all’ingresso ed uscì dall’appartamento lasciandola li, ancora con le spalle rivolte verso la porta e lo sguardo perso nel vuoto.

“ Un bacio… Jun… Jun mi ha appena baciata ” la sua mente pensava solo a questo.

 







Buonasera! Dopo un mese di assenza, faccio ritorno e auguro ad alcune di voi un buon ritorno a scuola :D

XOXO, CL_Kiki <3
(Alla Gossip Girl XD )
 

   
 
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