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Autore: Persefone3    15/09/2013    1 recensioni
Salve a tutti, ho scoperto Lie to me per caso una sera che non riuscivo a dormire. Mi sono bevuta tutte e tre le serie in un mese e poi sono rimasta a bocca asciutta per la cancellazione del telefilm. Una sera mentre ascoltavo la canzone dei Muse, da cui è tratto il titolo, mi sono immaginata un finale diverso e cosa sarebbe potuto succedere. Ho creato un personaggio nuovo di nome Anna e l'ho buttato nella mischia. ho ripreso alcune situazioni e dialoghi della serie.
Spero vi piaccia
Persefone
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cal Lightman, Emily Lightman, Gillian Foster, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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Carissimi, Ecco a voi il nono capitolo, ne mancano solo quattro alla fine di questa avventura, mi è uscita lunghetta lo so, ma non so proprio dove tagliare!! buon inizio di settimana a tutti!!!! Recensioni, commenti e curiosità saranno come sempre soddisfatti!! Baci Persefone

IX.
-Eccoci arrivati, benvenuta Gillian
-Ma quanto è carina questa casa!
-Grazie! Ti mostro la stanza degli ospiti, così puoi poggiare le tue cose.
L’appartamento di Rob era caldo e accogliente. Gillian era contenta di essere lì. Rob le faceva strada.
-Eccoci qua, quella porta dà su un bagno privato, così puoi avere un po’ di privacy. Mettiti comoda e fai una doccia se vuoi, io vado a vedere cosa fare per cena.
Mentre Rob usciva, Gillian cominciò a disfare i bagagli. Era molto stanca e decise di farsi una doccia calda. Prese accappatoio e beauty case. Entrò in doccia e lasciò scorrere l’acqua sul suo corpo  spossato. Rob era premuroso, ma Gillian pensava sempre e solo ad un’altra persona. Avrebbe voluto dimenticarlo, ma si insinuava continuamente tra le pieghe della sua anima. Perché non riesco a non pensare a te, nonostante tu mi abbia rifiutata l’altra sera?
Si insaponò con vigore, come se volesse togliere il pensiero di Cal dalla sua pelle.
 
-Oh eccoti! Bene, mettiamoci a mangiare!
Per tutta la cena continuarono a chiacchierare. Rob era dolcissimo con lei. Finito il pasto si accomodarono sul divano.
-Rob, sono un po’ stanca….. ti dispiace se vado a dormire?
-Assolutamente no! In effetti lo sono anche io….. ti accompagno…..
 
Si avviarono nella stanza degli ospiti. Si fermarono sulla porta.
-Buonanotte Gillian – si chinò e la baciò dolcemente sulle labbra
Gillian rimase immobile, allora Rob provava ancora qualcosa per lei…….. ma lei cosa provava?
-Rob…….
-Shhhhhhhhhhh non dire niente……… prendi questo bacio così come è venuto e basta…….. buonanotte….- si voltò e salì nella sua stanza, lasciando Gillian con questo dono. Rob era la strada da costruire, di cui parlava Anna?
 
Cal era nella sua cucina con un piatto di fagioli e pane tostato davanti. Non aveva fame e continuava a pensare a Gillian. Prese il telefono e le mandò un messaggio. In quel momento entrò Emily.
-Papà! Come va?
-Ciao Em, abbastanza bene
-Come sta Gillian? In questi giorni la vedo molto giù
-Così, il colpo è stato molto duro per lei
-Non passi da lei stasera?
-Non è DC. È partita oggi per Philadelphia con il suo amico Rob -  Emily non poté fare a meno di notare il tono sprezzante del padre nel pronunciare il nome di quell’uomo
-Perché non l’hai accompagnata tu?
-Non ha voluto….. ha preferito Rob……
-Perché non hai insistito?
Emily aveva notato in quei giorni la premura con cui il  padre si era preso cura di Gillian. Capiva, e non da ora, che quei due erano uniti da un fragile filo. Prese coraggio e pose al padre una domanda che voleva fargli da tempo.
-Ho una domanda – lo guardò intensamente
-Ohoh…. Perché mi guardi così?
-Gillian….. le vuoi bene?
-Certo che le voglio bene, le voglio molto bene
-No, intendevo se sei innamorato di lei?
Cal distolse lo sguardo da sua figlia per pudore e poi proseguì
-…….. Si…………..
-E allora cosa stai aspettando?
Cal esitò ancora una volta
-A questa domanda non so cosa rispondere, tesoro……
-Ma come? Papà hai visto come quel tizio l’ha abbracciata quel giorno?
-Si, ma io…..
-Non puoi lasciarla andare via così!
-Emily temo di averla proprio ferita questa volta, anche se involontariamente
-E con questo? Vai a Philadelphia a riprendertela! Non voglio vederti così affranto.
-Non so se posso dire a Gillian quello che provo, temo che non mi creda ormai ...
-Papà questo è il tuo problema! Non ti fidi delle persone e per questo rimarrai solo!
-Io non sono solo, ho te e …….
-E lei appunto! Legala a te papà, non lasciare che se ne vada
Cal guardò la figlia
-Per te non ci sarebbero problemi?
-Non usarmi come scudo o come alibi per le tue paure! Io voglio vederti felice! E se questo vuol dire Gillian tanto meglio! Lo sai che le voglio molto bene anche io…..
Cal era turbato per la piega che la conversazione aveva preso.
-Tesoro, è tardi e vai a dormire – Cal voleva troncare la questione
-Guarda che spedirmi a letto non cambierà le cose….
-Fila a letto!!
 
Mentre si girava nel letto, a notte fonda ripensava alle parole di Emily. “Non usarmi come alibi per le tue paure”. Non riusciva a togliersele dalla testa. Il problema con Gillian era solo la sua fottutissima paura? Era quello che l’aveva bloccato un attimo prima di giungere in paradiso l’altra sera? Lui avrebbe voluto baciarla e liberare i suoi sentimenti, ma aveva paura di soffrire.
“Papà io voglio vederti felice”. Non aveva fatto che torturarsi tutta la vita. Temeva di assomigliare a suo padre, ubriacone e violento, e aveva paura di finire suicida come la madre. Nascondeva la sua inquietudine dietro a quel fare scanzonato e spaccone. Eppure c’era una sola  persona che riusciva a scavalcare quel muro. Non Zoe, la sua ex moglie, anche se un tempo lo aveva creduto, ma proprio Gillian. Sin da quando l’aveva conosciuta otto anni fa al Pentagono, aveva trovato una grande sintonia, come mai gli era capitato prima. Ma questo era all’inizio, e sotto sotto, probabilmente, anche il motivo dei loro divorzi.  Da quando era sola aveva iniziato a vederla con occhi diversi, come una donna nella pienezza della sua femminilità: bella, sensuale, ostinata. Non sarebbe riuscito a dire con esattezza quando i suoi sentimenti erano cambiati: il giorno che aveva rischiato di morire a seguito di un sequestro? O la prima volta che l’aveva vista con un altro uomo? Sapeva però che aveva cercato di sotterrare questi sentimenti nel suo cuore, convincendosi e consolandosi tra le braccia di altre donne, ma erano tutte risultato un pallido palliativo. Negli ultimi tempi a stento riusciva a nascondere quello che provava per lei. E in più di un’occasione era stato frainteso. Si mise seduto sul letto.
Al diavolo tutto! Ormai non poteva più fare finta di niente. Il suo cuore si rifiutava di rispedire in cantina quello che provava per Foster, per Gillian. Ma quel maledetto Rob ora era in vantaggio. Quando si trattava di Gillian era spesso vittima del fuoco della gelosia, perché lui era molto, ma molto geloso quando si trattava di lei. No. Non avrebbe rinunciato senza provare. La sera prima Gillian, oltre all’indirizzo di Rob, gli aveva detto anche dove e a che ora era previsto il funerale. Guardò la sveglia sul comodino: le 4:30. Se riusciva a prepararsi in un’ora e a partire sarebbe giunto in tempo. Non ci pensò due volte, si fece una doccia e preparerò una borsa. Scese piano le scale e lasciò un bigliettino sul frigo per Emily, che ne sarebbe stata contenta. Poi mandò un messaggio a Locker dicendo che impegni lo portavano fuori città. Mentre usciva, dalla porta, l’alba portava con sé la nascita di un nuovo giorno. Cal respirò profondamente e si mise in macchina: destinazione Philadelphia.
 
  
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