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Autore: Guild_Principal_Dio    18/10/2004    9 recensioni
Un viaggio introspettivo di una sera.
Un giovane che vorrebbe poter decidere della sua vita e un uomo che la sua vita ha deciso di finalizzarla alla vendetta.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Loneliness

Un viaggio introspettivo di una sera.

Un giovane che vorrebbe poter decidere della sua vita e un uomo che la sua vita ha deciso di finalizzarla alla vendetta.

 

Dedico questa Fic a Luckyyy, visto che mi è stata ispirata da una conversazione avuta con lei in chat.

 

Loneliness

(Yuris, la sua Yuris)

 

Era entrato silenzioso, avvolto nel suo mantello scuro, con quella sua aria cupa.

Dio, seduto sul letto col capo chino, si tormentava il labbro inferiore.

Alex Rowe gli aveva sbattuto la foto sotto il naso.

“Sei stato tu dare questa a Claus, vero?” aveva chiesto con voce incolore.

L’altro aveva annuito con un mugolio, dondolando le gambe.

Alex aveva pensato che era infantile, un insopportabile moccioso viziato.

“Come sapevi che erano i genitori di Claus e Lavie?”

“Lo sapevo.”

“Come?” aveva insistito l’uomo e la sua espressione si era indurita ulteriormente.

“Non lo so, non me lo ricordo” e dopotutto non valeva neanche la pena di sforzarsi di ricordare, dopotutto cosa gli importava? Tutta quella faccenda non lo toccava minimamente: era solo un buon argomento di conversazione con Immelmann, anzi, avrebbe potuto esserlo.

Alex aveva guardato Lucciola e lui si era fatto piccolo.

Quello sguardo cupo lo metteva in soggezione.

Quell’uomo non gli piaceva.

Aveva cercato gli occhi di Dio e l’altro aveva capito.

“Va pure Lucciola.”

Lui non aveva paura di Alex Rowe, non ne avrebbe avuto motivo.

Per un lungo istante aveva guardato la foto, che era ancora sotto i suoi occhi, concentrandosi sul viso della donna, poi aveva detto: “Lei non la vorrebbe questa vendetta.”

Allora Alex si era allarmato, aveva sentito il suo cuore iniziare a battere più forte; si era puntellato al bastone, lo aveva stretto in mano, con forza.

“Dai suo occhi si vede che era una persona che amava la vita”

 e Alex, pur di non guardare negli occhi di Dio, si sarebbe strappato i suoi.

Il ragazzo aveva visto il suo volto divenire esangue e ne aveva tratto una sadica soddisfazione.

Aveva sorriso e l’altro gli aveva puntato il fucile alla fronte, tenendosi in piedi malfermo.

Dio l’aveva squadrato stupito, poi si era fatto serio.

“Tu non mi ucciderai” aveva detto “Non faccio parte della tua vendetta”

Alex, per tanto ardire, aveva desiderato di vederlo bruciare, di osservare il suo volto che arrostiva e i capelli color neve che annichilivano.

Forse questo sarebbe servito ad alleviare il suo tormento.

“Miri a mia sorella, invece” aveva esclamato Dio pensoso; lo aveva guardato ed i suoi occhi erano simili a quelli di Delphine, quando sorridendo aveva osservato il Grand Stream portarsi via Yuris e i suoi migliori amici.

Yuris, la sua Yuris...

“Non preoccuparti” aveva cercato di rassicurarlo Dio, improvvisamente impietosito dalla sua espressione addolorata “Io non le voglio bene” aveva sospirato tristemente

“E neanche lei me ne vuole: ama tropo se stessa per interessarsi di qualcun altro.”

Così, finalmente Alex aveva parlato, sebbene avesse la gola secca

“Sai cosa accadrebbe se io uccidessi Maestro Delphine?”

Per un attimo Dio aveva guardato attraverso la sua maschera di ghiaccio e aveva visto l’uomo di un tempo, il giovane della foto, coi capelli fulvi tagliati corti e il sorriso smagliante, forse un po’ ingenuo.

“Si... Io salirei al comando della Gilda” aveva risposto annoiato “Ma, ad essere sincero, non ne ho alcuna voglia. Potrei declinare il compito a Lucciola e andarmene via. Scappare con Immelmann, lontano da questo cielo...” pronunciando quelle parole, aveva sentito una fitta dolorosa: sapeva di mentire e non ad Alex Rowe ma a se stesso.

Aveva visto Sophia e Claus baciarsi e gli era parso che il suo cuore si scarnificasse, come se un artiglio gelido lo raschiasse dall’interno.

“Credo che il vice comandante avrebbe voluto sentirsi dire qualcosa di più carino che non è opportuno per un ufficiale portare i capelli sciolti

aveva asserito, sopratutto per cambiare discorso.

Alex aveva taciuto.

“Lo ha fatto per te. Voleva somigliare a lei” aveva insistito Dio.

L’uomo aveva grugnito qualcosa e si era avviato verso la porta.

“Tu la ami?” aveva chiesto il giovane a bruciapelo.

“Non è importante” gli aveva risposto lui.

Uscendo Alex si era chiesto se la sua vendetta lo era di più, e sopratutto, cosa avrebbe pensato Yuris di lui, se l’avesse visto in quel momento?

Forse neppure questo importava, oramai.

 

Fine.

 

Ringrazio tutti coloro che hanno recensito o semplicemente letto “Be my Valentine”.

Nell’ultimo capitolo di B.m.V. mancavano le risposte alle recensioni, che non ho avuto tempo di scrivere, ma che inserirò nel prossimo, così come quelle di questa fic.

  
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