Mmm... Capitolo che vi sorprenderà, questo. Lo credo principalmente per tre motivi:
- Il titolo si riferisce a ben due personaggi che non immaginereste mai... hihi!!
- La situazione si fa davvero interessante degenerando drasticamente!!
- Ci sono MOLTISSIMI riferimenti alla trama futura!!
Aggiungo una sola cosa: rileggendo le recensioni, in una di Hikary c’era una frase riguardante Carrie che volevo chiarire. Non è che tutti si fidano di lei (vedi Tru... lei si che capisce!!), sono solo le situazione che le sono favorevoli: Davis le racconta il segreto di Tru perché ne è innamorato e non vuole avere segreti; Every, invece, e forse non l’ho fatto notare molto (errore mio!! Scusatemi...), era molto scossa per aver rivissuto la giornata e l’aver trovato una psicologa (per di più che sta con Davis... quindi di sicuro ci si può fidare... o almeno così pensa Every) le ha dato l’occasione di parlare di ciò che era successo! Tutto qui... J
Ora non mi lesta che dirvi: Buona lettura!!!!!
Capitolo 2 “La paura di
cadere...”
Ore 18.59
«Complimenti Jensen!!» esclamò
Davis. «Hai davvero fatto un ottimo lavoro con il tuo
racconto!!»
«Sì, hai veramente meritato di
vincere...» aggiunse Carrie.
Lei, Davis, Tru e Jensen erano al
bancone per il ristoro dopo la premiazione. L’atmosfera che
si respirava era di
spensieratezza e rilassamento dopo una faticosa giornata ad ascoltare
molti
nuovi scritti.
Jensen era fiero del suo lavoro.
«E’ stata una cosa improvvisa...» disse.
«Per caso ho trovato in Università il
volantino della competizione e... non so cosa sia successo.
E’ come se avessi
sentito che dovevo scrivere quello che... avete sentito oggi».
Davis e Carrie annuirono, non
sapendo cosa pensare.
«Ho scoperto cose di me...»
aggiunse Jensen. «... che non sapevo neanche di
avere!».
«Complimenti al vincitore del
genere Horror!» esclamò un uomo, avvicinandosi.
Era alto, capelli castani
arruffati, ed indossava jeans blu, camicia bianca sotto una giacca
beige. Di
sicuro non aveva più di trent’anni.
«Ha veramente meritato di
vincere! Il suo racconto mi ha davvero affascinato...» disse
poi.
«Grazie mille...» fece Jensen,
mentre teneva stretto a sé Tru. «Anche il suo
racconto era molto interessante!
Mi ha davvero stupito! Non mi aspettavo che il colpevole fosse il
Dottor
Creever...».
«E’ vero, ha un talento innato
nel genere giallo...» commentò Tru.
«Per non parlare... emh... della
parte medica: spiegata in modo davvero sorprendente e
reale...» disse Davis, un
po’ timido.
«Sto ricevendo tutti questi
complimenti e non mi sono ancora presentato! Che
maleducato...» disse l’uomo.
«Il mio nome è...».
«Thomas Smith!» fece Jensen.
L’uomo sembrò sorpreso. «Sono
già
famoso e non me ne sono accorto!!».
Tutti risero.
«Il fatto...» spiegò Jensen.
«...
è che mi ha davvero colpito dalla sua storia! In fondo non
è molto differente
dalla mia...».
«Ha ragione, signor...».
«Jensen Ritchie, piacere di
conoscerla...» fece il ragazzo, porgendogli la mano.
«Il piacere è mio, signor Ritchie!
Insomma, ho già un fan senza aver venduto neanche una
copia!» disse Thomas,
ridendo.
Anche gli altri risero.
«Sempre a far ridere la gente,
Tom...» si intromise una donna.
Era una bellissima donna di circa
25 anni, non molta alta, capelli neri che delicatamente superavano le
spalle.
Un viso perfetto.
«E tu sempre a seguirmi...» disse
Thomas. «Vuol dire che ti faccio ridere!».
I due risero.
La donna si voltò verso Tru,
Davis, Carrie e Jensen. «Ah, ma lui è il vincitore
del premio per il suo
racconto Horror... Piacere, Sarah Jonson...».
«Il piacere è mio! Jensen
Ritchie...» disse il ragazzo, prendendole la mano.
«E voi siete i suoi amici,
suppongo...» chiese la donna.
«Tru Davies, la sua ragazza...».
Lo sguardo di Tru lasciava traspirare un po’ di gelosia, ma
quello della donna
nel guardare Jensen faceva capire che il sentimento di Tru era
più che fondato.
«Ehm... Il mio... emh... nome
è... è... Davis... sì,
Davis!». L’uomo sorrise, imbarazzato.
«Piacere di
conoscerla...».
«La ringrazio» disse, freddamente
Sarah.
«Piacere, Carrie Hallen» disse la
donna, porgendole la mano.
«Piacere mio...» fece Sarah.
«Spero non siate qui ad adulare quest’uomo! Il suo
ego è già stato ingrandito
abbastanza, questa sera...».
Un bip risuonò nell’aria.
Davis si spaventò e guardo il suo
cercapersone: era tempo di iniziare il suo turno. «Oh,
scusate... Il lavoro
chiama!».
«Non vorrei essere indiscreta, ma
che lavoro fa, se deve sbrigarsi a quest’ora di
notte?» chiese Sarah.
«Emh... Lavoro... come... come
medico legale al... sì, all’obitorio della
città!». L’uomo sorrise ancora.
Sarah si pentì di averlo chiesto.
«Beh, non la tratterremo di certo noi...».
«Salve!» disse Davis, voltandosi
verso Carrie. «Vieni, ti riaccompagno a casa...».
«Certo!» fece la donna. «Salve a
tutti! E’ stato un vero piacere conoscervi e Jensen, di nuovo
complimenti per
la tua vittoria!».
«Grazie...» disse ancora Jensen.
Davis era nella cripta. Lasciò
scorrere il carrello con il corpo di un anziano dentro il cassetto e
chiuse la
finestra metallicca.
Si diresse alla lavagnetta per
segnare un’altra autopsia.
Quando con il pennarello segno
sulla plastica, sentì le porte della stanza aprirsi.
Subito guardò chi era entrato.
Jack faceva qualche passo lento
verso Davis.
«Cosa diavolo ci fai qui?» chiese
Davis. «Non è lavoro per te, questo... Tu le
uccidi le persone, no? Qui sono
tutti morti...».
Jack sorrise. «A dire il vero non
sono qui per uccidere qualcuno...».
«Allora ammetti che qualche volta
lo fai?».
«No, io non uccido mai nessuno»
rispose Jack, sottolineando la parola “io”.
«Sono venuto qui... per un altro
motivo».
Davis fece finta di non sentirlo,
lo superò e uscì dalla stanza. «Beh,
sei venuto qui per nulla...».
Jack lo seguì. «Non puoi evitare
questo discorso, Davis».
«Non so di cosa tu voglia
parlarmi e comunque... Sì che posso!» rispose
l’uomo. «Guarda, lo sto già
facendo!».
«Si tratta di Tru...» spiegò Jack,
entrando nel corridoio.
Davis si bloccò, con le spalle
rivolte a Jack. «Giuro che se le hai fatto
qualcosa...».
«E’ proprio di questo che ti
dovevo parlare, Davis».
L’uomo non capì. Si voltò,
lasciando trasparire la sua perplessità e preoccupazione.
«E’ ovvio che sia tu che Tru mi
state nascondendo qualcosa...» cominciò Jack.
«Qualcosa che è accaduto
settimana scorsa...».
«Di che cosa parli?» fece Davis.
«Devo farti ricordare della
rapina al Gray Market?» disse Jack.
Davis diventò più serio che mai:
la sua serietà doveva nascondere la verità.
«E’ ovvio che è successo
qualcosa» continuava Jack. «Tru sembrava molto
strana... Pareva veramente
stupita delle mie mosse e soprattutto, il modo in cui Harrison si sia
intromesso...». Jack lasciò in sospeso la frase.
«Dove vuoi arrivare, Jack?».
«Voglio arrivare al punto in cui
tu ammetti che Tru è morta e che Harrison ha rivissuto la
giornata per
salvarla!».
Le parole di Jack risuonarono nel
silenzio dell’obitorio per qualche secondo.
«Non so di cosa...». Davis non
sapeva cosa rispondere.
«Non mentire, Davis! Non sono
stupido...». Jack riavvicinò. «Osservo
molto bene!» sussurrò. «E quello che ho
notato mi ha... chiarito tutto!».
Davis era alle strette. Cosa
doveva fare?
«Ammesso che sia come dici tu...»
disse. «Non capisco ancora quale sia la questione della quale
tu voglia parlare
con me!».
Jack sorrise. «Sai, credevo fosso
più ovvia...».
Si avvicinò ancora di più a
Davis. «Se Tru dovesse perdere il potere, Davis...»
spiegò. «... lo perderei
anche io!».
Con quella frase, Davis cominciò
a farsi un’idea sul perché Jack fosse giunto a
lui. «Quindi...?».
«Quindi... per la prima volta ci
ritroviamo con un qualcosa in comune...».
«Tru non può perdere il suo
potere...» chiese Davis.
«Eppure settimana scorsa è
successo... e non si sa ancora se ora ce l’abbia suo
fratello!».
Davis non sapeva cosa dire.
«Tru non deve più rischiare la
vita, Davis...» chiarì Jack. «E
l’unico modo per farlo è smettere di tentare di
salvare persone che dovrebbero morire!».
«No, mai!» esclamò Davis.
«Questo
non è da Tru!».
«Ma tu sei d’accordo con me, non
è vero?» chiese Jack.
Eccola: la domanda che Davis
temeva di più.
«Il tuo silenzio mi ha già detto
tutto...» fece Jack, sorridendo. «Convincila,
Davis...».
Quelle parole entrarono nella
testa di Davis come il rumore di un trapano.
«Falle capire che sta sbagliando
e che per salvare sé stessa deve smetterla di tentare di
salvare gli altri!!»
continuò Jack.
«Lei può salvare chi le chiede
aiuto e anche sé stessa, se solo non ci fosse qualcuno a
ostacolarle il
lavoro...». Davis tentava di convincersi che Jack aveva torto.
«Non posso!» disse Jack. «Se
trasgredissi le regole che mi sono state imposte, le cose si
metterebbero male
per tutti!».
«Spiegale anche a me queste
regole, così potrei aiutarti!» fece Davis, in tono
di sfida.
«Non capiresti...» sussurrò Jack.
«Devi solo aiutarmi a... a far capire a Tru che sta
sbagliando!».
«Tu lo fai solo per puro
egoismo!» esclamò Davis. «E di certo
preferisco vedere Tru senza potere e tu
che fai la fame in mezzo alla strada, che fermare il suo
Destino!!».
«Forse non ti è chiaro che Tru
senza potere significa Tru morta...» disse Jack, mentendo. In
fondo, ma Davis
non poteva saperlo, Richard aveva il potere ed era ancora vivo.
Davis spalancò gli occhi.
«Andiamo, Davis!» urlò Jack.
«Tru
fino ad ora ha avuto solamente fortuna! Quante volte Harrison
avrà la
possibilità di salvarla e quante volte, se
accadrà, ci riuscirà!?!».
Jack aveva capito che aveva colto
nel segno.
Davis stava per rispondere,
quando le porte dell’ascensore di aprirono. «Sono
arrivati due cadaveri! Uno
arriva direttamente dall’ospedale...» disse il
tirocinante che era andato a
fare i recuperi.
«Devo andare...» disse Davis,
togliendosi il prima possibile dal discorso.
Jack lo vide voltarsi ed entrare
nella sala autopsie. Non poteva mollare ora. Subito si diresse verso le
porte.
Entrò nella sala delle autopsie.
«Non sai leggere?» disse Davis.
«Solo personale autorizzato e tu non lavori qui da un bel
po’...».
«Non me ne vado fino a quando non
finiamo il discorso!» fece Jack.
«Questa è l’ultima volta che te
lo ripeto, Jack...» disse Davis, mettendosi i guanti.
«Esci da questa stanza».
Davis doveva prevalere in quel
discorso, altrimenti la perdita sarebbe stata molto grave.
Jack rimase fermo, immobile.
«Beh, sappi che ora non ti
risponderò!» aggiunse l’uomo.
«Procedi con la descrizione!».
Se Davis faceva finta che non
esistesse, Jack forse se ne sarebbe andato.
Il tirocinante cominciò a
descrivere il primo cadavere.
«Donna. 23 anni. Bianca. Trovata
sulla riva del fiume Hudson. La polizia crede che il cadavere sia
rimasto lì da
almeno tre giorni...».
Davis aprì la prima sacca nera,
rivelando il corpo raggrinzito della ragazza: una visione orribile.
«Davis...» disse Jack.
«Le mani...» fece l’uomo, non
pensando minimamente a Jack. «Ho già visto
qualcosa de genere...».
«Sì...» disse il tirocinante.
«L’ho
pensato anche io... Due giorni fa è arrivato il cadavere di
uno studente di
appena 27 anni con gli stessi tagli...».
Davis fissò le mani della
ragazza: qualcuno le aveva procurato del piccoli tagli proprio dove
erano
situati i nervi.
«E’ già la seconda vittima che la
polizia trova in una settimana...» fece Davis.
«Esatto... E la polizia pensa già
ad un serial killer!!» spiegò il tirocinante.
«Puoi occuparti tu di questo?»
chiese Davis.
Il tirocinante annuì. «La porto
in cripta...».
«Prima descrivi il secondo
cadavere» fece il capo.
«Davis...» ripeté Jack.
«Non ora!» esclamò l’uomo.
«Sono
molto occupato!».
«Maschio. 24 anni. Asiatico.
Morto in ospedale forse a causa di lesioni dovute ad un incidente
d’auto...»
spiegò il tirocinante.
Davis aprì il sacchetto con il
primo cadavere. Subito si bloccò.
Lo sguardo di Davis incuriosì
Jack: anche lui guardò il cadavere.
Tyler, l’amico di Tru, era
disteso nel sacco nero.
Jack poteva vedere il terrore
negli occhi di Davis.
Tru, Jensen, Thomas e Sarah
stavano camminando nel corridoio degli spogliatoi che venivano
utilizzati come
stanze di preparazione degli scrittori prima che salissero sul palco.
«Dovremmo uscire più spesso,
insieme...» commentò Thomas. «Siete
molto simpatici!».
«Lo stesso vale per voi!» disse
Tru. Avevano notato che entrambi portavano la fede, quindi dovevano
essere
sposati: sembravano una coppia davvero felice.
«Devo aver lasciato le miei cose
nell’ultima stanza in fondo...» fece Jensen.
«Io no» disse Thomas. «La mia
roba è proprio qui, in questa stanza...».
Thomas rimase indietro e aprì la
porta alla sua destra.
Subito rimase immobile.
«Oh mio Dio...» sussurrò.
«Cosa suc...?». Sarah si avvicinò
a guardare e poi urlò.
Tru e Jensen si voltarono,
spaventati.
«Cosa c’è?!»
domandò Tru.
Sarah si tolse dalla porta.
Tru e Jensen arrivarono alla
stanza e videro cosa vi fosse all’interno: un uomo, seduto;
il suo corpo
esanime, si lasciava con tutto il suo peso sulla scrivania, tra un
lampada ed
una valigetta nera.
Tru corse verso l’uomo. «Può
essere ancora vivo!» urlò.
Quando raggiunse il corpo, subito
pensò a spostarlo all’indietro: la pelle non era
molto calda. Un brutto segno.
Tru tentò di sentire il battito.
«Avanti...» mormorò, come per darsi una
speranza.
Le dita poggiate sul collo non
sentivano nulla.
Il cellulare di Jensen, fuori
dalla stanza, squillò. Guardò chi era a
chiamarlo: Davis. «Cosa...?».
Accettò la chiamata.
«Pronto?... Sì, cosa
c’è?».
Tru stacco le dita dal corpo e si
volto verso gli altri. «Qualcuno chiami la
polizia...» disse.
Thomas sembrava spaventato.
Sarah era scoppiata a piangere.
Tru tornò a guardare il corpo e
non poté che notare dei segni sul collo: erano segni
lineari, che si
evidenziavano proprio sulla gola, mentre dietro erano quasi inesistenti.
Tru non fece in tempo a realizzare
ciò che stava vedendo: Jensen era corso verso di lei.
«Tru! E’ Davis! Dice che è
importante...» disse il ragazzo.
Tru prese il cellulare. «Davis! C’è
stato un omicidio qui... Che cosa c’è?!».
«Tru! Il tuo cellulare è
scarico...» iniziò Davis.
«Sì, ma mi hai chiamato per
questo?!» chiese la ragazza.
«No...» fece Davis. «Devi
chiamare subito Harrison!! C’è stato
un...».
Tru non fece in tempo a sentire
cosa Davis volesse dirle. «Aiutami!»
esclamò il cadavere sulla sedia, con voce
forte.
Tru sentì la solita strana
sensazione: il mondo si contorse dietro di lei.
Tutto quanto tornava indietro.
I suoi occhi si spalancarono.
Subito si mise seduta sul suo
letto.
«Harrison...»
disse. «Cosa è successo?!».
Allora... spero la situazione si
sia complicata abbastanza (hihi...)!!
Piaciuto quindi?
Capito a chi si riferiva il
titolo? Ma a Jack e a Davis: entrambi spaventati dal perdere qualcosa
di
veramente importante (che sia il potere o Tru...)!!
Ora sono curioso di vedere quali
particolari vi sono risaltati... Vediamo se riuscite a capire cosa
accadrà (e
non solo in questo episodio...)! A voi le supposizioni!!
Recensite!
Grazie 10000000!
Ciao ciao!