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Autore: oOLeylaOo    22/03/2008    3 recensioni
Fanfiction su sweep, la serie di Cate Tiernan. La storia è ambientata dopo l'ultimo libro uscito in italia. Visto che sto scrivendo anche un altra storia l'aggiornamento sarà un pò lento! Scusate in anticipo.
Genere: Generale, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo so, avete aspettato un mese intero e io vi porto solo un paio di pagine, ma scrivere si è rivelato complicato, sopratutto perchè devo sempre tenere a mente il carattere di personaggi che non ho creato io. Spero di riuscirci bene.. -.-

Buona lettura a tutti.

Capitolo 6

-Magia-

@Andy@

Non ricordavo di aver mai dormito tanto bene in un letto che non era il mio. Forse c’entrava la stanchezza per il viaggio … o la conversazione con Killian … oppure quella con Morgan. O tutti e tre i fattori insieme.
La luce del mattino inondò piacevolmente la stanza mentre io la guardavo filtrare dalle persiane fino ad arrivare lentamente al mio letto. Fissai il computer abbandonato in angolo della stanza e mi ricordai improvvisamente che quella sera ero andata a letto senza mandare il cd a J. Svogliatamente mi alzai e presi il cellulare, gli inviai un messaggio di scuse ignorando il fatto che erano le nove e venti e che probabilmente se ne stava beatamente addormentato nel suo letto. Era domenica mattina, in fondo aveva il diritto di dormire quanto voleva.
Qualcuno bussò lievemente alla porta, tanto che non fui affatto sicura di aver sentito bene. Mi alzai dal letto, avevo addosso solo una maglietta un paio di taglie più grande del normale, ma speravo che la persona che era al di la della porta non si scandalizzasse.
Apri la porta lentamente, non so perché ma d’improvviso non mi sentivo più tanto tranquilla. Davanti a me si materializzò Killian, aveva in mano un’orchidea recisa. Mi sorrise con aria divertita e maliziosa, il suo sguardo nero si posò su di me.
– Che … che diavolo ci fai qui? – farfugliai un po’ confusa.
– Ora ci credi alla magia vero? – si limitò a domandare lui con aria compiaciuta, rigirando l’azalea tra un dito e l’altro.
Scossi la testa e feci un passo indietro, ma lui allungò la mano e mi afferrò il braccio, poi mi porse l’orchidea. La presi in mano con riluttanza. Improvvisamente l’orchidea iniziò a emettere una strana luce azzurra e dai suoi petali sfavillarono scintille bianche e blu. La mano iniziò a formicolarmi, non sentivo dolore, ma era una sensazione strana, poi sentii qualcosa, mi venne in mente l’immagine di un fiore che sboccia in un luogo riparato, un fiore che non avevo mai visto. Fui percorsa come da una scossa elettrica. Mi spaventai e allentai la presa sull’orchidea, per niente desiderosa di tenerla in mano. Stavo per lasciarla andare quando Killian mi strinse la mano costringendomi a tenerla.
– Ehy! – esclamai sempre più spaventata.
Lui sorrise, un sorriso vittorioso. – Lo sapevo. – disse con una certa fierezza – Sapevo che eri una strega. – e ciò detto si chinò a baciarmi.

Mi svegliai di soprassalto, era la prima volta che mi svegliavo così. Avevo letteralmente fatto un salto sul letto e ora ero seduta, con le mani che stringevano spasmodiche il lenzuolo e gli occhi fissi sul muro di fronte a me. Le pesanti tende davanti alla finestra erano tirate e solo un piccolo raggio di luce illuminava la stanza. Non riuscivo assolutamente a muovermi.
“Era solo un incubo. Era solo un incubo. Era solo un incubo.”
Me lo ripetevo ancora e ancora come un mantra, ma non serviva a niente, non riuscivo a calmarmi.
Qualcuno bussò rumorosamente alla porta, feci un altro sobbalzo, ma non mi mossi, mi limitai domandare con voce tremante – Chi è? – era il massimo che riuscivo a fare.
– Sono Morgan. Posso entrare? – domandò gentilmente la voce di mia cugina.
Lasciai andare il respiro, non mi ero nemmeno accorta di averlo trattenuto, e mi costrinsi a calmarmi prima di rispondere. Lentamente, uno dito per volta, lasciai andare il lenzuolo e mi voltai verso la porta. – Entra pure – acconsentii con la voce più ferma e tranquilla.
Morgan fece il suo ingresso nella stanza, andò alla finestra e, dopo aver aperto le tende, la spalancò. La luce inondò la stanza con forza, Morgan si voltò verso di me appoggiandosi al davanzale e mi osservò, per un istante sentii come qualcosa di caldo e strano così mi avvolsi nella coperta.
Mia cugina assunse un aria pensierosa – Mi sa che devo dirti una cosa. – disse sospirando, i suoi occhi però erano accessi di entusiasmo.
– Non mi piace il modo in cui lo hai detto … – bisbigliai piano, quella mattina non prometteva molto bene.
– Non è una cosa brutta! – assicurò – Almeno per me. – sussurrò.  
– Ho paura di chiederlo ma … di che stai parlando? – domandai con non poca esitazione.  
– Prima ho sentito qualcosa di strano. Un potere … forte … – iniziò a raccontare.
– Forse non c’entra niente, ma … prima ho sognato Killian. – confessai massaggiandomi i bracci nel tentativo di farmi passare la pelle d’oca che mi era venuta.
– In effetti potrebbe entrarci qualcosa con quello. – bisbigliò con aria seria e pensierosa, sembrava assorta in una riflessione che non potevo capire o immaginare.
“Quello”? “QUELLO”? “Quello” cosa? Cosa significava “quello”?
– Di che stai parlando? – domandai con voce alterata.
Sempre appoggiata alla finestra, Morgan si mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio e mi guardò con incertezza. – Prima ho sentito qualcosa. Era come un potere, come se qualcuno stesse facendo della magia qui dentro. Pensavo che fossi tu, che fossi una strega. Magari i tuoi … poteri … insomma, magari stando a contatto con me era venuto fuori il tuo … “potenziale” di strega. – tentò di spiegarmi a fatica.
– Io non sono una strega! – protestai. Sia lei che Killian iniziavano a essere irritanti, sempre a parlare di magia! Io non ero una strega! Non lo ero, punto!
– Forse dovremmo sentire Hunter … – propose con una punta di incertezza.
–Non ho bisogno che il tuo ragazzo mi dica che non sono una strega, lo so da me. – risposi sulla difensiva, poi però abbassai lo guardo, non era colpa di Morgan se mi sentivo così spaventata e nervosa e se avevo sognato Killian. – Scusa, non ce l’ho con te. Non volevo essere scortese. – bisbigliai.
– Non importa. – mi assicurò con gentilezza, avvicinandosi al letto. – Però è davvero importante che tu venga con me da Hunter. Per essere del tutto sincera mi secca chiedere il suo aiuto, ma se provassi a fare qualcosa da sola potrei fare dei pasticci. Senza contare che non so davvero da dove cominciare. – concluse sedendosi sul letto.
Sospirai. – Ho capito. Va bene, andiamo da questo Hunter. Almeno conoscerò il tuo ragazzo. – scherzai. – Che tipo è? – domandai curiosa.
Lei si guardò un attimo le mani, intrecciandole. – Lui è… molto in gamba, sa molte cose. È un cacciatore di streghe. – disse con un tono un po’ seccato.
– Non ne sembri molto felice. – notai sempre con una nota di curiosità nella voce.
Storse il naso – Bè, io non so ancora tante cose, questo a volte mi da fastidio. È come se avessi a disposizione una cassaforte con dentro un tesoro immenso, ma non sapessi come accedervi. A volte ho questa sensazione, e Hunter a volte me lo ricorda, anche non volendo. Soprattutto con la sua logica e il comportamento deciso. A volte è un po’ troppo freddo e assume quell’aria distaccata da “Io sono superiore” che mi da veramente sui nervi. – spiegò con un occhiata preoccupata.
Sorrisi. – Capisco. – bisbigliai.
– Ti va di andare dopo colazione? – propose. – Sono le dieci e un quarto. – fece guardando l’orologio. – Avrai fame. –
– Va bene, mi alzo e mi vesto. – acconsentii.
Morgan si alzò e si diresse verso la porta in silenzio, sentii di nuovo qualcosa sfiorarmi, non qualcosa di fisico, era come percepire qualcuno che ti pensa. Una cosa assurda, insomma. Scrollai le spalle per scacciare quella sensazione.
– Andrea. – mi chiamò Morgan, alzai gli occhi e vidi che era ferma davanti alla porta e mi fissava. – Non è un brutta cosa essere una strega. – mi assicurò con un sorriso.
La guardai con aria interrogativa, ma lei se ne andò prima che potessi domandarle qualcosa.

  
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