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Autore: Beauty    17/09/2013    6 recensioni
Nel mondo delle favole, tutto ha sempre seguito un preciso ordine. I buoni vincono, i cattivi perdono, e tutti, alla fine, hanno il loro lieto fine. Ma le cose stanno per cambiare.
Quando un brutale omicidio sconvolge l'ordine del Regno delle Favole, governato dalla perfida Regina Cattiva, ad indagare viene chiamato, dalla vita reale, il capitano Hadleigh, e con lui giungono le sue figlie, Anya ed Elizabeth. Attraverso le fiabe che noi tutti conosciamo, "Cenerentola", "Biancaneve", "La Bella e la Bestia"..., le due ragazze si ritroveranno ad affrontare una realtà senza più regole e ordine, in cui niente è come sembra e anche le favole più belle possono trasformarsi nel peggiore degli incubi...
Inizia così un viaggio che le porterà a scoprire loro stesse e il Vero Amore, sulle tracce della leggendaria "Pietra del Male" che, se nelle mani sbagliate, può avere conseguenze devastanti...
Il lieto fine sarà ancora possibile? Riusciranno Anya ed Elizabeth, e gli altri personaggi delle favole, ad avere il loro "e vissero per sempre felici e contenti"?
Genere: Dark, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ghostly, Deadly Beautiful
part 1
 
Anya non ci mise molto a capire perché il Castello di Rovi si chiamasse in tal modo, dato che un’intricata foresta di spine lo circondava pressoché interamente, lasciando intravedere solo alcune torri che svettavano verso il cielo scuro. Non si riusciva a vedere molto oltre la coltre di rovi, solo alcune pietre delle mura molto scure, così come lo erano le torri. Cupo, fu la prima parola a cui pensò Anya. Poco originale, ma non le veniva in mente altro modo per descriverlo, se non cupo e tenebroso. Da quel poco che riusciva a vedere, somigliava molto ai classici castelli dei libri di favole o dei film della Walt Disney, oppure – alla lontana – al palazzo di Neuschwanstein in Germania.
Solo, la sua forma era molto più spigolosa e sembrava che la famiglia Addams ne avesse fatto la residenza estiva.
I sei nani li conducevano a passo sostenuto, guardandosi intorno con aria circospetta quando iniziarono ad addentrarsi in mezzo ai rovi, lungo una sorta di sentiero che, a giudicare dal taglio secco e netto che avevano ricevuto alcune piante a cui era stato mozzato un ramo o una radice, doveva essere stato aperto a colpi di coltello o – date le circostanze fiabesche – di spada. Lei e il Primo Ministro avevano ancora i polsi legati, e Anya stava cominciando ad avvertire un fastidioso bruciore quando la corda le graffiava la carne. Scoccò un’occhiata di sottecchi a Vincent: non parlava, e come i nani continuava a guardarsi intorno con fare guardingo. Ma era nervoso, decisamente arrabbiato, e continuava ad agitare le mani legate. Sembrava sul punto di ribellarsi da un momento all’altro.
Quasi senza accorgersene, percorsero tutto il sentiero costeggiato da spine, ritrovandosi di fronte a un alto e immenso portone di legno scuro. Anya lo guardò: le assi erano scheggiate e mezze marce.
Era così imponente da incutere soggezione.
Uno dei nani – non avrebbe saputo dire chi fosse, ma appellandosi ai suoi ricordi di bambina, dedusse dalla sua forma rotondetta che si trattasse di Gongolo…e a quel punto, il pensiero di essere stata catturata da niente meno che Gongolo le fece dimenticare per un attimo la misteriosa prova a cui stavano andando incontro e tornare la voglia di mettersi a piangere e ridere insieme come un’isterica – le sciolse i lacci dai polsi con apparente esitazione, mentre un altro faceva lo stesso con le corde che imprigionavano le mani di Vincent.
Il Primo Ministro parve essersi liberato da un peso enorme, e si lasciò sfuggire un sibilo innervosito mentre si massaggiava i polsi inguantati.
Brontolo afferrò Anya per un braccio, spingendola in avanti verso il portone.
- Entrate!- intimò loro.- Se ne uscirete vivi, potrete considerarvi dei nostri.
- E chi ha mai detto di voler essere uno dei vostri?- ringhiò Vincent.
Brontolo lo guardò con aria di sfida.
- O vi arruolate o potete dire addio alle vostre teste - abbaiò.
- L’accordo prevedeva che ci avreste lasciati andare, se avessimo superato questa prova!- protestò Anya. Brontolo le rispose con uno sberleffo.
- Ora che sapete della Ribellione, non potete più andarvene!- rispose con decisione.- Entrare lì dentro, portateci ciò che vogliamo e noi vi considereremo come nostri alleati. L’alternativa è venire impiccati…sempre che usciate vivi da lì, è chiaro.
Anya sentì un brivido correrle lungo la colonna vertebrale. Quando succede, è perché qualcuno sta camminando su quella che sarà la tua tomba, sussurrò una vocetta maligna nella sua testa, che si affrettò a zittire. Tutto quel parlare di morte la inquietava, ma ancora di più la spaventava ciò a cui sarebbero andati incontro lei e Vincent: di che diamine di prova si trattava?!
- Di che cosa si tratta?- chiese il Primo Ministro, come se le avesse letto nel pensiero – o più probabilmente, per cambiare argomento da quell’arruolamento forzato.- Che cosa dobbiamo fare?
- Prendere un oggetto per noi, uscire da lì e consegnarcelo - rispose Brontolo, diretto.
- Quale oggetto?
Uno dei nani ridacchiò sotto i baffi, ma si vedeva chiaro e tondo che si trattava di ridarella nervosa. Un altro gli sferrò una gomitata affinché si ricomponesse. Brontolo sospirò, rimanendo per un attimo pensoso, quindi si decise a parlare.
- Visto che siete destinati o a morire o a diventare parte della Ribellione, non c’è alcun motivo per cui non ve lo dica - dichiarò.- Abbiamo scoperto l’ubicazione di una delle cinque chiavi che conducono alla Pietra del Male. Qui - precisò, indicando il portone.- Non sappiamo ancora cosa sia, né in quale anfratto del castello sia nascosta. Sarà compito vostro scoprirlo e consegnarla a noi. Ecco in cosa consiste la prova, e vi consiglio caldamente di non prenderla alla leggera: abbiamo già perso tre uomini là dentro, tre guerrieri molto più valorosi di voi.
- Perché?- incalzò Anya. - Perché sono morti? Cosa è successo?
Brontolo le rispose con un ghigno, ammiccando un poco e muovendo un passo verso di lei.
- Questo lo scoprirai da te, dolcezza - la beffeggiò.- Ma… se posso darti un consiglio: sbrigati a trovare la chiave, e cerca di uscire da lì prima che cali il sole. Non sarebbe piacevole trascorrere un’intera nottata là dentro…
- Brontolo…- intervenne timidamente un altro nano. - Brontolo, non credi che dovremmo almeno avvertir…
Brontolo non lo lasciò terminare, interrompendolo con un grugnito seccato, prima di dare un altro spintone ad Anya.
- Forza, entrate adesso!- ruggì.
La ragazza fissò il portone, sconcertata e anche un po’ intimorita. Vincent si avvicinò a lei.
- Va bene…- mormorò, ma subito puntò lo sguardo su Brontolo.- Potrei riavere le mie armi?- chiese.
- No! Assolutamente no!- ululò il nano, ma un altro si fece avanti, timidamente.
- Ehm…Brontolo…- soffiò.- Brontolo, io credo che dovremmo restituirgliele.
- E magari una volta che le avrà ricevute ce le punterà contro e ci sterminerà tutti come mosche!
- Dobbiamo pur dar loro la possibilità di difendersi, là dentro - insistette l’altro.
Brontolo borbottò fra i denti qualcosa che nessuno di loro comprese, quindi tornò a guardare Vincent.
- Solo una - sibilò minacciosamente.- Puoi scegliere quello che preferisci, ma è tutto ciò che avrai. Se riuscirai a tornare con la chiave, ti verranno restituite anche le altre.
Anya spostò lo sguardo su Vincent; sembrava che stesse riflettendo attentamente sull’offerta, magari su quale arma scegliere, ma rispose talmente in fretta e con così tanta sicurezza da dare l’impressione che non avesse avuto alcun dubbio nella scelta.
- L’arco e le frecce - rispose prontamente, tendendo la mano in avanti per ricevere quanto richiesto. Uno dei nani – quello che, Anya ricordò, l’aveva scambiata per Biancaneve e a cui era parso di aver già incontrato Vincent – gliele porse, mentre Brontolo grugniva, innervosito. Il Primo Ministro si sistemò la faretra sulle spalle, senza dire nulla.
La ragazza si trattenne dal lasciarsi sfuggire una smorfia molto simile a un broncio, ma era delusa. Non s’intendeva di armi, né aveva la presunzione di sostenere il contrario, ma se fosse toccato a lei, avrebbe scelto uno dei coltelli oppure il pugnale. L’arco e le frecce, invece, le parevano un poco inutili, o comunque meno efficaci di una lama.
Perché Vincent aveva scelto proprio quelli?
In ogni caso, ormai quel che era fatto era fatto, e i nani non le diedero neppure il tempo di rifletterci. Uno di loro aprì cautamente il portone, quel tanto che bastava affinché loro due potessero entrare. Il Primo Ministro varcò la soglia per primo, e Anya lo seguì, titubante.
Quando anche lei fu entrata, il nano richiuse il portone.
Calò il silenzio.
- Dite che abbiamo fatto bene a mandarli là dentro?- chiese uno di loro.
- Le loro vite non contano così tanto - ribatté Brontolo.- Meglio lasciar morire loro due che un altro dei nostri…
- A me sembrano in gamba - dichiarò un terzo.- Lei ha l’aria sveglia e lui deve essere un bravo combattente.
- Quella faccia comunque non mi è nuova…- soffiò quello che aveva consegnato le armi al Primo Ministro.
- Quale faccia? A chi ti stai riferendo?
- Lui - precisò l’altro.- Sono sicuro di averlo già incontrato da qualche parte…
 
***
 
Anya sobbalzò quando udì il colpo forte e secco del portone che si richiudeva alle sue spalle. Non poté fare a meno di voltarsi a guardarlo brevemente, prima di concentrare l’attenzione a ciò che le stava di fronte. Si trovavano in quello che doveva essere – o essere stato – senza dubbio un giardino, imponente, forse grande quanto Central Park, se non di più. I rovi che circondavano il castello salivano fino al cielo, precludendo alla luce qualsiasi via per raggiungere la terra.
Forse era per questo che tutt’intorno era morto.
Anya osservò ogni dettaglio che i suoi occhi riuscirono a cogliere. L’erba era nera, secca e rada, la terra scura e ruvida, gli alberi morti rinsecchiti e ripiegati su se stessi, senza foglie e alle loro radici spuntava qualche frutto nero e marcio. Non c’era l’ombra di un fiore, niente di colorato o quantomeno vivo.
Sembrava di trovarsi in un cimitero.
Anya spostò lo sguardo su Vincent, perplessa e inquietata: il Primo Ministro le dava le spalle, e si guardava intorno, ma appariva tranquillo, come se tutta quella desolazione non lo toccasse più di tanto.
- Che è successo qui, secondo te?- gli chiese; trascorsero diversi secondi, e lei non ottenne risposta. Anya riprese a guardarsi intorno, stringendosi istintivamente le braccia al petto e afferrandosi le spalle con le mani. Avanzò di qualche passo; Vincent, di fronte a lei, sembrava ancora in fase di osservazione, come se stesse sondando il terreno, valutando l’ambiente.
D’un tratto, poco distante da lei, alla sua destra, Anya avvertì un piccolo rumore. Voltò lentamente il capo, rimanendo in ascolto: sembrava una specie di cigolio, uno scricchiolio flebile che si andava progressivamente facendo più forte e acuto.
- Vincent…- chiamò.- Non senti anche tu questo…
Prima che potesse terminare la frase, lo scricchiolio raggiunse il suo massimo, e da dietro un albero sbucò una carcassa di ragnatele e ferro. Anya si lasciò istintivamente sfuggire un grido quando vide uno scheletro vestito da soldato, con lancia in mano, spada al fianco, elmo e armatura piombarle addosso, mentre l’intera sua struttura ossea si sfasciava.
Vincent si voltò, allarmato.
La ragazza scattò all’indietro, evitando per un pelo di essere colpita da quell’ammasso di ossa che cadde a terra, sfracellandosi. Anya e Vincent videro le braccia e le gambe spezzarsi, smembrarsi mentre si sparpagliavano disordinatamente sul terreno morto. Le falangi che avevano tenuto saldamente la lancia sino a quel momento si divisero, e il fracasso dell’arma si unì a quello del ferro dell’armatura.
Anya vide il teschio rotolare verso di lei, fermandosi a pochi centimetri dai suoi piedi e puntandole contro le orbite vuote.
La ragazza strinse i denti e serrò le palpebre, mettendosi le mani nei capelli per lo spavento e il disgusto.
- Dio mio, ma che cos’è?!
Vincent la guardò per un breve istante, quindi spostò la sua attenzione sul cranio.
- Sta’ tranquilla…- disse, con voce atona.- E’ morto.
- Lo vedo anch’io che è morto, è proprio questo il problema!- sbottò Anya. - Ma dove accidenti siamo?!
Ansimò, tornando a guardare quella grottesca scatola cranica che la fissava senza occhi, con i denti mezzi divorati distesi in un macabro sorriso. Scosse il capo con disgusto, e si allontanò, facendosi più vicina a Vincent. Il Primo Ministro l’afferrò per un polso, facendole cenno di spostarsi.
Con grande sorpresa di Anya, si chinò e sfilò la spada dalla fodera dello scheletro; la ripulì alla bell’e meglio dalla polvere e dalle ragnatele, quindi si voltò e fece cenno alla ragazza di seguirlo, stringendo l’impugnatura. Lei lo seguì, ancora scossa.
- Dove siamo?- soffiò, standogli il più vicina possibile per un improvviso e innato istinto di autodifesa. In qualche modo, si sentiva come se stare vicino a lui la tenesse al sicuro. Aveva ripreso a guardarsi intorno, e ora ai suoi occhi risaltava il macabro scenario che, a causa del buio, prima non aveva notato.
In quel luogo, non era solo la natura ad essere morta.
Anya iniziò a vedere un altro scheletro, appoggiato al tronco di un albero, poi altri due sull’attenti contro alcune colonne di pietra, poi un quarto, un quinto, numeri che presto divennero a due cifre, dieci, quindici, venti…
Quel luogo era un cimitero, un ossario. Man mano che proseguivano lungo l’ampio viale, gli scheletri si moltiplicavano. Quasi tutti indossavano un’armatura e avevano lancia e spada, segno che dovevano essere stati dei soldati o delle guardie, ma qua e là ne spuntavano altri vestiti in maniera differente: al centro del giardino, Anya ne vide uno con addosso degli abiti sbrindellati e un grembiule, accasciato su una carriola ricolma di frutta marcia e appassita; un altro, abbigliato con pantaloni stretti che un tempo dovevano essere stati di seta bianca, e una giacca blu, era semidisteso contro una parete del grande castello; i resti di un cane che mordeva un osso giacevano all’ombra di un albero senza foglie.
Era uno spettacolo macabro e inquietante, e un paio di volte la ragazza si sentì sul punto di dare di stomaco.
- Dove siamo?- ripeté, per la terza volta.
- Al castello di Rosaspina - le rispose Vincent, continuando a guardarsi intorno con aria guardinga.
- Chi?- fece Anya, perplessa.
- La principessa Rosaspina - spiegò il Primo Ministro.- Non hai mai sentito parlare di lei? Molti le hanno dato il soprannome canzonatorio di Bella Addormentata.
Anya si batté una mano sulla fronte. Certo, come no, la Bella Addormentata…avrebbe dovuto arrivarci quando aveva visto i rovi. Conosceva bene la favola…solo…per quel che ne sapeva lei, gli scheletri non erano contemplati!
- Conosco la storia…- mormorò.- Ma non ricordo questa parte…
- Cosa sai, esattamente?
- Beh, c’è questa principessa, e un giorno una fata cattiva si offende per non essere stata invitata al suo battesimo, così la condanna a morire a sedici anni - spiegò Anya, cercando di fare mente locale.- Poi arriva una fata buona che cambia la maledizione e…se non ricordo male, lei si punge il dito con il fuso di un arcolaio e si addormenta per cento anni, fino a che non arriva un principe e la sveglia con un bacio…
- Non hai studiato bene la lezione - la rimbeccò il Primo Ministro, con un sorrisetto ben poco allegro.- Per cominciare, non fu una fata a maledirla, ma una strega.
- Malefica!- saltò su Anya, ricordandosi in un flash il nome della strega nel cartone animato della Walt Disney.
- Sì, la strega Malefica. Furono gli abitanti del regno a darle questo nome, quando iniziò a praticare la magia nera. Prima, il suo vero nome era Carabosse, e non se la prese per così poco come un mancato invito…
- Cos’è che l’ha fatta così tanto incavolare, allora?
- Ti dico solo una cosa: in questo regno, non è concessa la bigamia.
Anya aggrottò le sopracciglia, non capendo. Vincent, comunque, non se ne avvide. Proseguirono lungo il viale; ormai erano a pochi metri dal portone d’ingresso.
- C’è comunque qualcosa che non quadra…- insistette Anya.- La Bella Addormentata dormiva per cento anni, è vero…Ma non moriva mai, né invecchiava. Qui è tutto morto…- osservò, nella speranza che Vincent comprendesse e le evitasse lo strazio di dover continuare.
- Forse è stata Malefica, o forse è l’Oscurità che si sta avvicinando - ribatté il Primo Ministro, incupendosi.- Di questi tempi, anche gli incantesimi oscuri subiscono delle modifiche. Il bacio del Vero Amore ha tardato ad arrivare, e la natura ha fatto il suo corso. Ora, la Bella Addormentata non è più né bella né addormentata…- ghignò di nuovo; Anya si chiese che ci trovasse di tanto spiritoso in tutto quello a cui stavano assistendo.
- Perché il bacio del Vero Amore ha tardato?- s’informò.- Se non ho capito male, il Principe Filippo deve essere sparito o qualcosa del genere…è il Principe Filippo che ama la Bella Addormentata, giusto?
- Giusto. E sul perché il bacio del Vero Amore ha tardato…tu baceresti uno scheletro?
- Ma è proprio indispensabile?- chiese Anya.
- Cosa?
- Questo bacio del Vero Amore…- la ragazza si massaggiò la nuca. - Come funziona?
- E’ come una magia - spiegò Vincent, serio.- Quando due persone si amano, allora non c’è incantesimo che possa tenerle separate. Il bacio del Vero Amore spezza qualunque maledizione, se è autentico.
- E se non è Vero Amore?
- Allora non ti resta che raccomandare la tua anima al Regno dei Morti - sbuffò il Primo Ministro.- Come peraltro succede la maggior parte delle volte…
- Davvero? Io sapevo il contrario…- fece Anya. - Nelle favole c’è sempre il principe che risveglia la bella con un bacio…
- Favole?
- Le storie su di voi. Su questo mondo - precisò la ragazza.- Da dove vengo io le chiamiamo così. E questo fantomatico bacio funziona sempre…
- Se ti fa piacere illuderti, fai pure.
- Perché sei scettico?
- Perché a differenza tua so come vanno le cose nella realtà. E fidati se ti dico che amore, amicizia, e tutte queste sciocchezze esistono solo nella tua testa…
Anya rimase interdetta; Vincent distolse lo sguardo, accelerando il passo senza aspettarla. Era perplessa: era iniziata come una normale conversazione, e poi tutto d’un tratto il suo umore era cambiato senza che lei facesse o dicesse nulla – almeno, così le era sembrato – che avesse potuto offenderlo.
Improvvisamente, capì al volo.
Si lasciò sfuggire una risata.
- Sai che credo di averti capito!- ridacchiò, rincorrendolo; Vincent alzò gli occhi al cielo.- Tu ti sei preso una sbandata per una tipa…- proseguì Anya, sogghignando.- E lei ti ha mollato per il tuo migliore amico. E’ andata così? Ho indovinato?
- Non sono affari che ti riguardano! E per favore, parla in modo normale, non ci capisco niente!
- Ecco perché dici così…- proseguì Anya, imperterrita.- Non credi nell’amore e nell’amicizia perché…
- Il perché non ti riguarda!- ringhiò Vincent. La ragazza ammutolì, indietreggiando di un passo.- Ma tu lo sai che cosa significa?- insistette il Primo Ministro, guardandola negli occhi.- Sai cosa significa amare qualcuno, o essere un amico? Sai cosa vuol dire quando rinunci alla tua vita per aiutare qualcun altro, e quando arriva il tuo turno di essere in difficoltà tutti ti voltano le spalle?
- So cosa significa soffrire!- ribatté Anya. - So cosa significa quando tuo padre se ne frega di te, e come una sola persona possa rovinare la vita degli altri…
- Beh, per me è bastato molto meno!- sibilò lui.- Quindi, ora cammina e tieni la bocca chiusa…!
Anya ammutolì, riducendo le labbra a una fessura, mortificata. Forse non avrebbe dovuto essere così invadente. Anzi, a pensarci bene, avrebbe fatto meglio a rimanersene nel suo guscio e risparmiare a entrambi la psicologia da quattro soldi.
Vincent aveva ragione: non erano affari suoi.
Il Primo Ministro si avvicinò al portone che conduceva all’interno del maniero, iniziando ad armeggiare con il catenaccio arrugginito che lo teneva sigillato. Anya gli si avvicinò, cauta, mentre Vincent scioglieva definitivamente la catena.
Senza bisogno che qualcuno lo spingesse, il portone si aprì cigolando, socchiudendosi appena.
Il Primo Ministro si assicurò la spada al fianco, imbracciando l’arco ed estraendo una freccia dalla faretra; spinse il portone entrando con cautela. La ragazza lo seguì, e subito venne investita da un forte tanfo di chiuso e aria viziata, carica di polvere e sporcizia. Puzza di cadavere.
Anya fece una smorfia, coprendosi la bocca e il naso con un lembo intatto della sua maglietta sbrindellata. Vincent si voltò a guardarla.
- L’aria è irrespirabile, qui dentro…!- gemette la ragazza.- Credi che sia…tossica?- chiese, d’un tratto, in un presentimento orrendo. I nani avevano detto che tre uomini erano morti, durante quell’impresa. Che ci fosse un qualche incantesimo, o roba del genere?
- Che significa tossica?- fece Vincent, portandosi a sua volta una mano all’altezza del viso; Anya lo guardò: d’accordo, c’era un puzzo pazzesco là dentro, ma niente di così catastrofico. A lei dava fastidio, ma sembrava quasi che Vincent ne soffrisse ancora di più: avrebbe potuto giurare che gli lacrimassero gli occhi.
La sua teoria delle sostanze tossiche venne avvalorata ancora di più.
- Vuol dire…con dentro del veleno…- cercò di spiegare, alla bell’e meglio, sentendo il panico montare dentro di sé.
- No…- soffiò Vincent.- No, è solo odore di cadavere…Malefica non ricorre a queste sottigliezze. Se avesse voluto ucciderci, l’avrebbe fatto in modo molto più spettacolare.
- Okay…- sbuffò Anya, incominciando ad assuefarsi. Dopo qualche secondo, si azzardò a lasciare la maglietta.- Da dove cominciamo?- chiese.
- Beh, diamo un’occhiata in giro…- fece Vincent; lui non sembrava stare meglio, anzi.- Vieni, ci sono delle scale, laggiù…
Anya lo seguì, guardandolo preoccupata. Non si era ancora assuefatto, sembrava che soffrisse parecchio di quel puzzo. Si avvicinò a lui.
- Ti senti bene?- domandò, mordendosi il labbro inferiore.
- Sì…- sbuffò Vincent.- E’ solo…Io…io sento gli odori con più chiarezza degli altri - spiegò…spiegazione che lasciò Anya parecchio insoddisfatta e confusa. La ragazza fece spallucce, limitandosi a seguirlo. Voltò distrattamente il capo, incontrando il paesaggio desolato al di fuori dei vetri rotti di una finestra in stile gotico. In lontananza, il sole stava iniziando a calare sul giardino che faceva da cimitero a tutti quegli scheletri.
Le tornarono alla mente le parole di Brontolo.
Se posso darti un consiglio: sbrigati a trovare la chiave, e cerca di uscire da lì prima che cali il sole. Non sarebbe piacevole trascorrere un’intera nottata là dentro…
- Vincent…- mormorò.- Secondo te perché dobbiamo uscire prima che cali il sole?
 
 
 
 
Angolo Autrice: Come per The Boogieman, anche questo capitolo è diviso in due parti. E credo che dopo averlo letto (e soprattutto per la seconda parte…), LadyAndromeda mi odierà a morte. A proposito di LadyAndromeda, anche lei sta scrivendo una storia sulla Bella Addormentata, da cui ho preso il vero nome della strega Malefica. Spero tu non te la sia presa, non volevo assolutamente copiare, è solo che ho cercato in lungo e in largo un nome che rimandasse alla tradizione per questa strega, e ho trovato solo Carabosse. Nel caso, chiedo scusa e mi dichiaro pronta a cambiarlo…anzi, se qualcuno ha dei consigli…
Quanto al nome della principessa…allora, molto probabilmente la maggior parte di voi si aspettava Aurora come nel film della Disney, e anche a tal proposito ho fatto una ricerca. La prima versione ufficiale di questa favola era Il Sole, la Luna e Talia, il cui nome della principessa era appunto Talia (il Sole e la Luna sono i suoi figli…anche qui una storia di stupro che lascio a voi, se interessati, la facoltà di approfondire). Perrault non le da invece un nome, mentre chiama sua figlia Aurora – nome adottato poi nel balletto di Čajkovskij e, in seguito, dalla Walt Disney per la Bella Addormentata stessa. Invece, nella versione della favola scritta dai Grimm, la principessa dormiente si chiama Rosaspina. Dunque, dato il titolo di questa storia, fra la gamma di scelte ho deciso di adottare quest’ultimo nome.
La strega Malefica qui non ha maledetto la principessa per la faccenda del battesimo, ma per un’altra motivazione che verrà specificata in seguito e che – SPOILER! – implica anche il Principe Filippo.
By the way…due paroline sulla storia in generale. Per l’identità del Primo Ministro, siamo agli sgoccioli e molti di voi hanno già indovinato. Nel prossimo capitolo avremo lui e Anya ancora nel Castello della Sleeping Beauty, più Gaston, il trio delle meraviglie (alias Cacciatore, Cenerentola e Liz) e, forse, un piiiiiiccolo scorcio sulla Jolly Roger e su Lady Marian.
Per quanto riguarda il numero dei capitoli…allora, ho fatto un breve conto, e dovrebbero essere intorno alla trentina. Ma, visto che questa storia nella mia testa ha preso delle pieghe parecchio complicate, può darsi che (se vorrete continuare a seguirla) la dividerò in due parti distinte ma collegate fra loro (ecco, con questo sono sicura di essermi giocata tutti i lettori, sigh! :(). La decisione di dividerla è data soprattutto dal fatto che non voglio fare cose troppo lunghe e (se la fortuna sarà dalla mia parte) intendo provare a pubblicare questa prima parte.
Da qui in avanti ci saranno un bel po’ di spoiler, quindi, se non volete sorprese, non leggete.
Partiamo dal discorso delle ship. A questo punto mi sembra doveroso dire due parole.
Cominciamo dalla Vinya – nome creato e gentilmente concesso da Sylphs a indicare la coppia Anya/PM –: come avrete ben capito, è una coppia ormai data per scontata, quindi…sì! Dico solo questo XD. Sono parecchio gettonate anche le seguenti: Cacciatore/Cenerentola, Uncino/Ariel, Jones/Ariel e Tremotino/Elizabeth…su tutte quante…SPECIALMENTE l’ultima…ci siete andati parecchio vicino. Vi dico solo che la nostra Liz sarà coinvolta in un triangolo…chi vincerà?
Per rispondere alla domanda di The_MaD_HaTteR: sì, posso dirti con certezza che il Cappellaio Matto ci sarà, ma arriverà nella seconda parte della storia. Per le new entries di questa prima parte avremo, fra gli altri, Mulan e il Gatto con gli Stivali, mentre fra non molto torneranno a farsi vedere la famiglia Pendragon con la loro figlia (che è cresciuta), più Lancillotto e Mago Merlino.
Per gli spoiler sulla seconda parte, dovrete attendere più in là.
Bene, a questo punto, anche se non ve ne potrà fregare di meno, voglio dirvi che ho preso un 30 con lode in psicologia sociale e che in questo momento sto vagando leggiadra a 100000000 di metri sopra il cielo per la contentezza! XD.
Ringrazio chi legge e ha aggiunto la storia alle seguite/ricordate/preferite e GoneWithTheWind, The_MaD_HaTteR, Princess Vanilla, Mandie, Sylphs e LadyAndromeda per aver recensito. Un grazie particolare va a Ging che ha segnalato questa storia fra le scelte del sito.
Non mi resta che salutarvi e darvi appuntamento al prossimo capitolo.
Ciao, un bacio,
Beauty
  
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