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Autore: Placebogirl_Black Stones    18/09/2013    6 recensioni
- C’è mai stata una donna nella tua vita? Voglio dire, tu non ti interessi minimamente dell’altro sesso, perciò mi chiedevo se in tutti questi anni avessi mai incontrato una donna che abbia catturato la tua attenzione…-
Quella domanda lo lasciò perplesso.
Perché se ne usciva con quei discorsi nel bel mezzo della notte?
Sapeva benissimo che aveva dedicato la sua intera vita all’arte della spada, trasformando ogni singolo giorno in un dispendio di energie e sudore, sacrificando tutto il resto.
Nessun rimpianto, così come nessuna distrazione.
Avrebbe potuto rispondere senza esitazione alla domanda di Nami, ma qualcosa lo bloccava.
Solo ora se ne rendeva conto: lo scopo della sua esistenza, il suo sogno, la perseveranza che metteva nel realizzarlo…tutto ruotava intorno ad una donna.
Kuina.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kuina, Nami, Roronoa Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2. CAPITOLO

- Zoro?-

Una voce…

- Zoro?-

Dapprima lontana, poi sempre più vicina…

- Zoro?-

Una voce squillante, dal timbro prettamente femminile…

- Zoro?-

Una voce di bambina…

- Zoro? Mi senti?-

La voce di Kuina.

 

Spalancò l’occhio buono, alzandosi fulmineo e rimettendosi seduto.

Quello che vide lo lasciò senza fiato, facendogli perdere un battito.

No…non poteva essere vero…

 

- K-Kuina…- sussurrò.

- Beh? Cos’è quella faccia da pesce lesso? Non dirmi che ti sei rammollito?- lo rimbeccò.

 

Sbigottito, allungò una mano, tremante, nella sua direzione, sfiorandole una guancia con i polpastrelli.

Sentì il contrasto fra la sua pelle ruvida e quella morbida dell’amica.

Kuina era reale.

Era reale ed era lì, davanti a lui, china in avanti, il volto a pochi centimetri dal suo, che lo fissava con espressione imbronciata.

L’aria di superiorità che mostrava nei suoi confronti lo infastidiva da sempre.

 

- Ma che diavolo fai?!?!- scostò la mano con la sua, più piccola e delicata.

- Com’è possibile…? Sto sognando? Devi essere frutto della mia immaginazione, non è così?- chiese, più a se stesso che a lei.

- Questo non ha importanza. Mi hai chiamata tu, perciò sono venuta-

- Ti ho chiamata? Ma che stai dicendo?!-

 

Era sempre più perplesso.

 

- Forse non l’hai fatto direttamente, ma il tuo inconscio ha bisogno di me in questo momento. Posso sentirlo…-

- Il mio inconscio? Di che diavolo parli???-

- Non posso che essere onorata della stima che provi per me, e sono immensamente felice del fatto che stai facendo l’impossibile per tener fede alla promessa che ci siamo fatti. Tutto questo, però, non deve in alcun modo tenerti incatenato al passato. La tua amica dai capelli rossi ha ragione: non puoi continuare a focalizzarti su qualcosa che ormai non c’è più. Devi andare oltre-

- Io…non posso…-

- Sì che puoi. Vuoi davvero farmi credere che se una donna non sa maneggiare una spada e non ama le sfide, allora non è degna di ricevere la tua attenzione? Sei più fissato di quello che pensassi, con quelle spade! Ammettilo: ciò che ti attirava di me non era tanto la mia abilità di spadaccina, quanto il mio carattere. Ribelle, impertinente, sfacciata; sono queste le qualità che ammiravi in me. Anche se fingevi di non sopportarlo, ti piaceva il fatto che non mi facessi mettere i piedi in testa da nessuno di voi maschi. Da quello che ho visto, la tua amica possiede tutte queste qualità, o sbaglio?-

- Beh…in effetti…Aaaah!!! Smettila!!! Stai solo cercando di confondermi! Non sei altro che il frutto della mia immaginazione!- scosse la testa lo spadaccino.

- Sai che non è così. Piantala di fare il bambino e ammetti che ho ragione! Quella ragazza…lei ti piace, non è vero?-

 

Abbassò lo sguardo, arrossendo.

Se persino un fantasma nella sua testa se n’era accorto, allora non doveva averlo mascherato poi tanto bene.

Ciò che si tenta di nascondere a tutti i costi, finisce sempre per venire a galla, in un modo o nell’altro.

Che stesse sognando oppure no, Kuina aveva ragione: Nami lo attraeva, non ricordava nemmeno più da quando.

Era stata l’unica donna, dopo la stessa Kuina, a tenergli testa, arrivando addirittura a farlo obbedire ai suoi ordini.

Quel suo caratterino tutto pepe lo irritava e lo stimolava al tempo stesso.

Dunque, la bella navigatrice aveva tutte le carte in regola per guadagnarsi il suo interesse.

Così simile, ma al tempo stesso così diversa da Kuina.

Forse era questo che intendeva dirgli…

 

“ Sbagli a focalizzarti su un ideale preciso: è come se ti offuscassi la vista, se ti impedissi di vedere che al di là della figura perfetta che hai costruito nella tua mente, ci posso essere altre sfumature, diverse, ma altrettanto affascinanti”

 

Solo adesso si rendeva conto di quanto avesse ragione: Nami aveva sfaccettature differenti da quelle di Kuina, ma allo stesso modo attraenti.

 

- Zoro?- lo richiamò all’attenzione l’amica.

 

Rialzò lo sguardo, interrompendo quel flusso di pensieri che gli vorticava in testa.

 

- Va bene se ti piace- cercò di tranquillizzarlo, vedendo l’espressione turbata sul suo volto - Ѐ molto bella, e ha anche una personalità eccezionale. Che stai aspettando? Buttati!-

- Non è così semplice…c’è il mio sogno…la nostra promessa…-

 

Sapeva quanto una distrazione potesse allontanarlo dal suo obiettivo, e Nami, seppur molto piacevole, era pur sempre una distrazione.

 

- BASTA!!! SMETTILA DI NASCONDERTI DIETRO QUESTA SCUSA!!! LO SAI BENISSIMO CHE PUOI RAGGIUNGERE IL TUO SCOPO ANCHE LASCIANDOTI ANDARE AD UN SENTIMENTO PER UNA DONNA! SE NON RIESCI AD AMMETTERE CHE SEI UN CODARDO, ALMENO ABBI LA DECENZA DI NON INFANGARE LA NOSTRA PROMESSA USANDOLA COME MURO DIETRO A CUI FARTI SCUDO!- gridò tutto d’un fiato, mentre una vena le pulsava visibilmente sul collo.

 

Sgranò gli occhi a quella reazione: l’aveva davvero fatta infuriare.

Chiuse l’occhio sano, inspirando profondamente.

 

- Non infangherei mai la nostra promessa- pronunziò solenne.

 

Mai e poi mai avrebbe usato il loro patto come bugia dietro la quale nascondersi.

Era davvero convinto che Nami, come del resto le donne in generale, fossero una distrazione che l’avrebbe deviato dal raggiungimento della meta.

Ma forse la verità era che dietro l’apparenza del tizio burbero e sicuro di sé, non credeva abbastanza in se stesso.

 

- Lo so. Ma voglio che tu abbia più fiducia in te e nelle tue capacità- rispose, quasi fosse riuscita a leggergli la mente - Puoi essere un eccellente spadaccino, il migliore, anche se ti lasci ammaliare da una donna. Sei un uomo, non una macchina-

 

Per quanto si sforzasse, non riusciva a trovare le parole per risponderle.

Se ne stava lì, con lo sguardo basso, come il colpevole che viene smascherato.

I ruoli si erano invertiti: lui era il moccioso e lei l’adulta.

 

- Ora devo andare- disse Kuina - Ma sarò sempre con te, anche quando non mi vedrai- sorrise.

- No…aspetta!- la fermò - Non andartene…-

- Non posso restare. Sono solo un sogno, un’immagine creata dalla tua mente, come hai detto tu. E poi, devi andare da quella ragazza e dirle che hai una profonda stima di lei! E non solo…- fece l’occhiolino.

 

La vide voltargli le spalle e muovere qualche passo, allontanandosi da lui.

 

- Kuina!- la richiamò.

 

Si arrestò, voltando il capo in sua direzione.

 

- Grazie…- le rivolse uno dei suoi ghigni strafottenti.

- Per cosa?- gli chiese lei, fingendo un’aria di superiorità.

- Per i ricordi…-

 

La bambina sorrise.

 

- Adesso, però, devi aprire gli occhi- concluse, mentre il suo corpo iniziava lentamente a dissolversi.

- Cosa?!- chiese Zoro perplesso, mentre guardava allibito la scena.

- Apri gli occhi, Zoro…-

 

 

 

 

Si ritrovò sul ponte della Sunny, sdraiato sul prato, sudato e con il cuore che palpitava.

Doveva essersi addormentato.

Quel sogno era ancora vivido nella sua mente…

 

“ Devi andare da quella ragazza e dirle che hai una profonda stima di lei! E non solo…”

 

Aveva detto che sarebbe andata a dormire; forse non doveva disturbarla.

Alzò gli occhi al piano superiore, dove si trovava l’alloggio delle ragazze: la luce della biblioteca, adiacente alla stanza, era accesa, segno che Robin si sarebbe intrattenuta lì.

Avrebbe potuto parlare da solo con Nami.

Salì le scale, fino a quando non si ritrovò di fronte alla porta della stanza della navigatrice.

Fece un profondo respiro e bussò.

Dopo pochi istanti, sentì distintamente il cigolio della serratura che si apriva, e si ritrovò davanti Nami.

Stranamente, però, sul suo volto non c’era traccia di stanchezza, gli occhi non erano quelli gonfi e assonnati di chi si è appena svegliato.

Forse non stava dormendo.

Meglio così.

Lo guardava con espressione stupita, ma al tempo stesso indagatrice e seccata.

 

- Che vuoi buzzurro? Ti sembra l’ora di venire a bussare alla porta?- si mise le mani sui fianchi, guardandolo accigliata.

 

Indossava una canotta bianca, forse un po’ piccola per contenere le sue forme prosperose, libere dall’impiccio del reggiseno, e un paio di pantaloncini, anch’essi troppo corti.

Arrossì alla vista di quelle curve lasciate libere.

Anche per un tipo come lui erano una vera tentazione.

 

- Allora? Hai intenzione di restartene lì impalato a fissarmi ancora per molto o vuoi dirmi perché sei venuto?-

- Ecco…io…volevo…parlati!- sbiascicò, grattandosi la nuca.

- E non potevi aspettare domattina? Mi sembrava che prima avessi detto che eri stanco e non volevi spiaccicare parola…!-

- Beh…vedi…è urgente…!-

- Sentiamo, di che si tratta?-

- Perché non ci sediamo? Così parliamo con calma…-

- Vorresti entrare nella mia stanza?- chiese, alzando un sopracciglio.

- N-no!- scosse le mani lui.

 

Non ci teneva a fare la figura del pervertito, non voleva certo assomigliare a quell’idiota del cuoco!

 

- Intendevo sul ponte, come prima- si corresse.

- D’accordo, ma facciamo in fretta. Vorrei tornarmene a letto a dormire!- s’imbronciò, chiudendosi la porta della cabina alle spalle.

“ Bugiarda”, pensò lo spadaccino, “si vede benissimo che non stavi dormendo…”.

 

S’incamminarono sul ponte, fino a giungere al luogo dove entrambi amavano stare: sotto i mandarini di Nami.

Si sedettero, senza mai incrociare i loro sguardi.

Entrambi erano tremendamente nervosi, ma nessuno dei due voleva darlo a vedere all’altro.

Dopo alcuni secondi di silenzio, trovò il coraggio di parlarle per primo.

 

- Senti Nami…- iniziò, tendendo lo sguardo rivolto verso il basso - Riguardo a quello che mi hai chiesto poco fa…-

- A cosa ti riferisci in particolare?- chiese lei, fissando un punto indefinito davanti a sé.

- Quando mi hai chiesto se ci sarebbe mai stata una donna nella mia vita per cui avrei nutrito lo stesso interesse che nutrivo per Kuina…beh…in realtà…una donna c’è…-

 

Con la coda dell’occhio la vide abbassare il capo.

Forse si era già rassegnata al fatto che il nome che sarebbe uscito dalle sue labbra non sarebbe stato il suo.

D’altro canto, lui non le aveva mai dato modo di pensare che provasse attrazione nei suoi confronti.

 

- E perché lo stai dicendo a me?- chiese, senza mascherare l’amarezza nella sua voce.

- Perché quella donna…sei tu-

 

Sbarrò gli occhi, fissandolo intensamente.

Dischiuse la bocca, nel tentativo di dire qualcosa, ma non uscì nessun suono.

 

- C-cosa?!?! I-io…?!?!- sussurrò, quasi impercettibilmente.

- Sì…Devi ammettere che hai un caratterino niente male!- ghignò - In un certo senso mi ricorda di lei, anche se siete molto diverse sotto altri aspetti. Questo non significa che io provi interesse per te solo perché siete simili caratterialmente, non fraintendermi. Quello che mi piace è il modo in cui entrambe sapete farvi rispettare- cercò di spiegarsi meglio che poteva.

 

Sapeva di non essere un genio a parole, e non voleva che il suo discorso venisse frainteso.

 

- Ho capito- rispose la bella navigatrice, lasciandosi sfuggire un sorrisino compiaciuto, che unito al rossore delle gote le dava quell’aria da bambina che a volte la caratterizzava - Quindi io…ti piaccio?- chiese, insicura della risposta che avrebbe potuto ricevere.

- Beh…ecco…- farfugliò Zoro, grattandosi la nuca.

Le affermazioni come “mi piaci” o “sono innamorato” faticavano ancora ad uscire dalla sua bocca.

Questo fece ridacchiare Nami.

 

- Non ridere! Guarda che sono serio!- si alterò lui.

- Adesso…che facciamo?- chiese lei.

- Prima di tutto, non mi hai ancora detto se anche per te è lo stesso- la guardò furbescamente.

 

Voleva sentirselo dire, voleva che anche lei confessasse.

 

- Perché ti avrei fatto tutte quelle domande, altrimenti?-

 

Ora era lei quella imbarazzata.

Non poté fare a meno di sfoggiare uno dei suoi ghigni migliori.

Dentro di sé, però, sentiva che c’era ancora qualcosa che non andava.

Forse il timore che quello che stava per dirle non le sarebbe piaciuto.

 

- C’è un’altra cosa che devo dirti- si fece serio.

- Sei un chiacchierone stasera!- cercò di sdrammatizzare lei, che si era accorta del suo cambiamento di espressione.

- Anche se abbiamo confessato quello che proviamo, non possiamo stare insieme- disse, senza giri di parole.

 

Quella frase arrivò come una pugnalata al cuore di Nami.

Di certo Zoro non era il tipo da usare delicatezza e tatto nemmeno in quelle situazioni.

 

- Per adesso- precisò.

- Che significa?- chiese.

 

Ora era davvero confusa.

 

- In questo momento io voglio concentrarmi solo sul raggiungimento del mio obiettivo. Se non posso dedicarti le attenzioni che meriti, mi sembra ingiusto stringere un legame adesso. Quando avremo realizzato i nostri sogni, però, quando avrò realizzato il mio sogno, se lo vorrai ancora, potremo essere più che semplici amici o compagni di viaggio. Mi rendo conto che chiederti di aspettarmi sia profondamente egoista, ma…-

- Lo farò- lo interruppe.

- Cosa?-

- Ti aspetterò. Ad una condizione, però-

- E quale?- chiese incuriosito.

- Devi fare una promessa anche a me- lo guardò seria.

- Sentiamo- sorrise.

- Devi promettermi che manterrai la parola. Quando sarai diventato il miglior spadaccino al mondo, non avrai più scuse: dovrai stare con me-

 

La guardò stupito: era davvero determinata la ragazza!

Proprio questo amava di lei.

 

- Lo prometto- ghignò.

 

La bella rossa gli rivolse uno dei suoi meravigliosi sorrisi, felice come lo era stata poche volte nella vita.

Poi la vide avvicinarsi pericolosamente al suo viso e…posare un dolcissimo e delicato bacio su un angolo della sua bocca.

Il suo volto assunse tonalità purpuree, mentre il cuore sembrava volergli uscire dal petto.

 

- Allora…ti aspetto. Mi raccomando, però, non metterci troppo…- fece sensuale, strizzandogli l’occhio.

 

La guardò allontanarsi, risalendo le scale in direzione della sua cabina.

Si scambiarono un ultimo, intenso sguardo, come a voler sugellare di nuovo la promessa che si erano appena fatti; poi Nami scomparve dietro la porta della sua stanza.

Per la seconda volta, quella notte, rimase solo sul ponte.

Stavolta era diverso, però.

Nel suo animo non c’erano più ansia e incertezze, ma una sensazione di calma e serenità, come quella che si avverte dopo un violento temporale.

Si sdraiò sull’erba, lasciando che il dolce profumo dei mandarini gli solleticasse le narici.

Contemplò di nuovo il cielo, alla ricerca della sua stella: la vide là, grande e luminosa.

Un forte bagliore scaturì da essa.

Forse un saluto.

Davanti ai suoi occhi si materializzò il volto della sua amica: la lingua di fuori in una smorfia, l’occhio strizzato.

Irriverente, come sempre.

Non era pronto a lasciarla andare, non lo sarebbe mai stato.

Ma ora era pronto a donare il suo cuore ad un’altra donna, altrettanto irriverente.

Lentamente, l’immagine davanti ai suoi occhi scomparve, come il mondo intorno a lui, mentre il sonno veniva a portare riposo al suo corpo e alla sua mente.

- Grazie, Kuina-

 

 

 

 

 

ANGOLO DELL’AUTORE

Ehm…scusate la schifezza, non so neanche come mi sia venuta in mente…! Comunque la storia è conclusa, quindi i vostri occhi e le vostre menti sono salve!!! Spero che a qualcuno sia piaciuta, ad ogni modo. Grazie a tutti quelli che hanno che hanno letto e recensito, vi stimo fratelli!

P.S. Per tutti quelli che stanno seguendo Stand By Me: non mi sono scordata, adesso riprenderò a scrivere anche il capitolo di quella! ;)

Bacioni

Placebogirl

   
 
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