2.
CAPITOLO
-
Zoro?-
Una
voce…
-
Zoro?-
Dapprima
lontana, poi sempre più vicina…
-
Zoro?-
Una
voce squillante, dal timbro prettamente femminile…
-
Zoro?-
Una
voce di bambina…
-
Zoro? Mi senti?-
La
voce di Kuina.
Spalancò
l’occhio buono, alzandosi fulmineo e rimettendosi seduto.
Quello
che vide lo lasciò senza fiato, facendogli perdere un
battito.
No…non
poteva essere vero…
-
K-Kuina…-
sussurrò.
-
Beh? Cos’è quella faccia
da pesce lesso?
Non dirmi che ti sei rammollito?- lo rimbeccò.
Sbigottito,
allungò una mano, tremante, nella sua direzione, sfiorandole
una guancia con i
polpastrelli.
Sentì
il contrasto fra la sua pelle ruvida e quella morbida
dell’amica.
Kuina
era reale.
Era
reale ed era lì, davanti a lui, china in avanti, il volto a
pochi centimetri
dal suo, che lo fissava con espressione imbronciata.
L’aria
di superiorità che mostrava nei suoi confronti lo
infastidiva da sempre.
-
Ma che diavolo fai?!?!-
scostò la
mano con la sua, più piccola e delicata.
-
Com’è
possibile…? Sto sognando? Devi
essere frutto della mia immaginazione, non è così?-
chiese, più a se stesso
che a lei.
-
Questo non ha importanza. Mi hai chiamata
tu, perciò sono venuta-
-
Ti ho chiamata? Ma che stai dicendo?!-
Era
sempre più perplesso.
-
Forse non l’hai fatto direttamente,
ma il
tuo inconscio ha bisogno di me in questo momento. Posso
sentirlo…-
-
Il mio inconscio? Di che diavolo parli???-
-
Non posso che essere onorata della stima
che provi per me, e sono immensamente felice del fatto che stai facendo
l’impossibile per tener fede alla promessa che ci siamo
fatti. Tutto questo,
però, non deve in alcun modo tenerti incatenato al passato.
La tua amica dai
capelli rossi ha ragione: non puoi continuare a focalizzarti su
qualcosa che
ormai non c’è più. Devi andare oltre-
-
Io…non posso…-
-
Sì che puoi. Vuoi davvero farmi
credere
che se una donna non sa maneggiare una spada e non ama le sfide, allora
non è
degna di ricevere la tua attenzione? Sei più fissato di
quello che pensassi, con
quelle spade! Ammettilo: ciò che ti attirava di me non era
tanto la mia abilità
di spadaccina, quanto il mio carattere. Ribelle, impertinente,
sfacciata; sono
queste le qualità che ammiravi in me. Anche se fingevi di
non sopportarlo, ti
piaceva il fatto che non mi facessi mettere i piedi in testa da nessuno
di voi
maschi. Da quello che ho visto, la tua amica possiede tutte queste
qualità, o
sbaglio?-
-
Beh…in effetti…Aaaah!!!
Smettila!!! Stai
solo cercando di confondermi! Non sei altro che il frutto della mia
immaginazione!- scosse la testa lo spadaccino.
-
Sai che non è così.
Piantala di fare il
bambino e ammetti che ho ragione! Quella ragazza…lei ti
piace, non è vero?-
Abbassò
lo sguardo, arrossendo.
Se
persino un fantasma nella sua testa se n’era accorto, allora
non doveva averlo
mascherato poi tanto bene.
Ciò
che si tenta di nascondere a tutti i costi, finisce sempre per venire a
galla,
in un modo o nell’altro.
Che
stesse sognando oppure no, Kuina aveva ragione: Nami lo attraeva, non
ricordava
nemmeno più da quando.
Era
stata l’unica donna, dopo la stessa Kuina, a tenergli testa,
arrivando
addirittura a farlo obbedire ai suoi ordini.
Quel
suo caratterino tutto pepe lo irritava e lo stimolava al tempo stesso.
Dunque,
la bella navigatrice aveva tutte le carte in regola per guadagnarsi il
suo
interesse.
Così
simile, ma al tempo stesso così diversa da Kuina.
Forse
era questo che intendeva dirgli…
“
Sbagli a focalizzarti su un
ideale preciso: è come se ti offuscassi la vista, se ti
impedissi di vedere che
al di là della figura perfetta che hai costruito nella tua
mente, ci posso
essere altre sfumature, diverse, ma altrettanto affascinanti”
Solo
adesso si rendeva conto di quanto avesse ragione: Nami aveva
sfaccettature
differenti da quelle di Kuina, ma allo stesso modo attraenti.
-
Zoro?- lo richiamò
all’attenzione
l’amica.
Rialzò
lo sguardo, interrompendo quel flusso di pensieri che gli vorticava in
testa.
-
Va bene se ti piace-
cercò di
tranquillizzarlo, vedendo l’espressione turbata sul suo volto
- Ѐ molto bella, e ha anche una
personalità
eccezionale. Che stai aspettando? Buttati!-
-
Non è così
semplice…c’è il mio sogno…la
nostra promessa…-
Sapeva
quanto una distrazione potesse allontanarlo dal suo obiettivo, e Nami,
seppur
molto piacevole, era pur sempre una distrazione.
-
BASTA!!! SMETTILA DI NASCONDERTI DIETRO
QUESTA SCUSA!!! LO SAI BENISSIMO CHE PUOI RAGGIUNGERE IL TUO SCOPO
ANCHE
LASCIANDOTI ANDARE AD UN SENTIMENTO PER UNA DONNA! SE NON RIESCI AD
AMMETTERE
CHE SEI UN CODARDO, ALMENO ABBI LA DECENZA DI NON INFANGARE LA NOSTRA
PROMESSA
USANDOLA COME MURO DIETRO A CUI FARTI SCUDO!-
gridò tutto d’un fiato,
mentre una vena le pulsava visibilmente sul collo.
Sgranò
gli occhi a quella reazione: l’aveva davvero fatta infuriare.
Chiuse
l’occhio sano, inspirando profondamente.
-
Non infangherei mai la nostra promessa-
pronunziò solenne.
Mai
e poi mai avrebbe usato il loro patto come bugia dietro la quale
nascondersi.
Era
davvero convinto che Nami, come del resto le donne in generale, fossero
una
distrazione che l’avrebbe deviato dal raggiungimento della
meta.
Ma
forse la verità era che dietro l’apparenza del
tizio burbero e sicuro di sé,
non credeva abbastanza in se stesso.
-
Lo so. Ma voglio che tu abbia più
fiducia
in te e nelle tue capacità- rispose, quasi fosse
riuscita a leggergli la
mente - Puoi essere un eccellente
spadaccino, il migliore, anche se ti lasci ammaliare da una donna. Sei
un uomo,
non una macchina-
Per
quanto si sforzasse, non riusciva a trovare le parole per risponderle.
Se
ne stava lì, con lo sguardo basso, come il colpevole che
viene smascherato.
I
ruoli si erano invertiti: lui era il moccioso e lei l’adulta.
-
Ora devo andare- disse Kuina - Ma sarò sempre con te, anche quando non
mi
vedrai- sorrise.
-
No…aspetta!- la
fermò - Non andartene…-
-
Non posso restare. Sono solo un sogno,
un’immagine creata dalla tua mente, come hai detto tu. E poi,
devi andare da
quella ragazza e dirle che hai una profonda stima di lei! E non
solo…- fece
l’occhiolino.
La
vide voltargli le spalle e muovere qualche passo, allontanandosi da lui.
-
Kuina!- la richiamò.
Si
arrestò, voltando il capo in sua direzione.
-
Grazie…- le rivolse uno
dei suoi
ghigni strafottenti.
-
Per cosa?- gli chiese lei, fingendo
un’aria di superiorità.
-
Per i ricordi…-
La
bambina sorrise.
-
Adesso, però, devi aprire gli occhi-
concluse, mentre il suo corpo iniziava lentamente a dissolversi.
-
Cosa?!- chiese Zoro perplesso,
mentre
guardava allibito la scena.
-
Apri gli occhi, Zoro…-
…
Si
ritrovò sul ponte della Sunny, sdraiato sul prato, sudato e
con il cuore che
palpitava.
Doveva
essersi addormentato.
Quel
sogno era ancora vivido nella sua mente…
“
Devi andare da quella ragazza e
dirle che hai una profonda stima di lei! E non
solo…”
Aveva
detto che sarebbe andata a dormire; forse non doveva disturbarla.
Alzò
gli occhi al piano superiore, dove si trovava l’alloggio
delle ragazze: la luce
della biblioteca, adiacente alla stanza, era accesa, segno che Robin si
sarebbe
intrattenuta lì.
Avrebbe
potuto parlare da solo con Nami.
Salì
le scale, fino a quando non si ritrovò di fronte alla porta
della stanza della
navigatrice.
Fece
un profondo respiro e bussò.
Dopo
pochi istanti, sentì distintamente il cigolio della
serratura che si apriva, e
si ritrovò davanti Nami.
Stranamente,
però, sul suo volto non c’era traccia di
stanchezza, gli occhi non erano quelli
gonfi e assonnati di chi si è appena svegliato.
Forse
non stava dormendo.
Meglio
così.
Lo
guardava con espressione stupita, ma al tempo stesso indagatrice e
seccata.
-
Che vuoi buzzurro? Ti sembra l’ora
di
venire a bussare alla porta?- si mise le mani sui fianchi,
guardandolo
accigliata.
Indossava
una canotta bianca, forse un po’ piccola per contenere le sue
forme prosperose,
libere dall’impiccio del reggiseno, e un paio di
pantaloncini, anch’essi troppo
corti.
Arrossì
alla vista di quelle curve lasciate libere.
Anche
per un tipo come lui erano una vera tentazione.
-
Allora? Hai intenzione di restartene
lì
impalato a fissarmi ancora per molto o vuoi dirmi perché sei
venuto?-
-
Ecco…io…volevo…parlati!-
sbiascicò,
grattandosi la nuca.
-
E non potevi aspettare domattina? Mi
sembrava che prima avessi detto che eri stanco e non volevi spiaccicare
parola…!-
-
Beh…vedi…è
urgente…!-
-
Sentiamo, di che si tratta?-
-
Perché non ci sediamo?
Così parliamo con
calma…-
-
Vorresti entrare nella mia stanza?-
chiese, alzando un sopracciglio.
-
N-no!- scosse le mani lui.
Non
ci teneva a fare la figura del pervertito, non voleva certo
assomigliare a
quell’idiota del cuoco!
-
Intendevo sul ponte, come prima- si
corresse.
-
D’accordo, ma facciamo in fretta.
Vorrei
tornarmene a letto a dormire!-
s’imbronciò, chiudendosi la porta della
cabina alle spalle.
“
Bugiarda”,
pensò lo spadaccino, “si
vede benissimo
che non stavi dormendo…”.
S’incamminarono
sul ponte, fino a giungere al luogo dove entrambi amavano stare: sotto
i
mandarini di Nami.
Si
sedettero, senza mai incrociare i loro sguardi.
Entrambi
erano tremendamente nervosi, ma nessuno dei due voleva darlo a vedere
all’altro.
Dopo
alcuni secondi di silenzio, trovò il coraggio di parlarle
per primo.
-
Senti Nami…-
iniziò, tendendo lo
sguardo rivolto verso il basso - Riguardo
a quello che mi hai chiesto poco fa…-
-
A cosa ti riferisci in particolare?-
chiese lei, fissando un punto indefinito davanti a sé.
-
Quando mi hai chiesto se ci sarebbe mai
stata una donna nella mia vita per cui avrei nutrito lo stesso
interesse che
nutrivo per Kuina…beh…in
realtà…una donna
c’è…-
Con
la coda dell’occhio la vide abbassare il capo.
Forse
si era già rassegnata al fatto che il nome che sarebbe
uscito dalle sue labbra
non sarebbe stato il suo.
D’altro
canto, lui non le aveva mai dato modo di pensare che provasse
attrazione nei
suoi confronti.
-
E perché lo stai dicendo a me?-
chiese, senza mascherare l’amarezza nella sua voce.
-
Perché quella donna…sei
tu-
Sbarrò
gli occhi, fissandolo intensamente.
Dischiuse
la bocca, nel tentativo di dire qualcosa, ma non uscì nessun
suono.
-
C-cosa?!?! I-io…?!?!-
sussurrò, quasi
impercettibilmente.
-
Sì…Devi ammettere che
hai un caratterino
niente male!- ghignò -
In un certo
senso mi ricorda di lei, anche se siete molto diverse sotto altri
aspetti.
Questo non significa che io provi interesse per te solo
perché siete simili
caratterialmente, non fraintendermi. Quello che mi piace è
il modo in cui
entrambe sapete farvi rispettare- cercò di
spiegarsi meglio che poteva.
Sapeva
di non essere un genio a parole, e non voleva che il suo discorso
venisse
frainteso.
-
Ho capito- rispose la bella
navigatrice, lasciandosi sfuggire un sorrisino compiaciuto, che unito
al
rossore delle gote le dava quell’aria da bambina che a volte
la caratterizzava
- Quindi io…ti piaccio?-
chiese,
insicura della risposta che avrebbe potuto ricevere.
-
Beh…ecco…-
farfugliò Zoro,
grattandosi la nuca.
Le
affermazioni come “mi piaci” o “sono
innamorato” faticavano ancora ad uscire
dalla sua bocca.
Questo
fece ridacchiare Nami.
-
Non ridere! Guarda che sono serio!-
si alterò lui.
-
Adesso…che facciamo?-
chiese lei.
-
Prima di tutto, non mi hai ancora detto se
anche per te è lo stesso- la guardò
furbescamente.
Voleva
sentirselo dire, voleva che anche lei confessasse.
-
Perché ti avrei fatto tutte quelle
domande, altrimenti?-
Ora
era lei quella imbarazzata.
Non
poté fare a meno di sfoggiare uno dei suoi ghigni migliori.
Dentro
di sé, però, sentiva che c’era ancora
qualcosa che non andava.
Forse
il timore che quello che stava per dirle non le sarebbe piaciuto.
-
C’è un’altra
cosa che devo dirti- si
fece serio.
-
Sei un chiacchierone stasera!-
cercò
di sdrammatizzare lei, che si era accorta del suo cambiamento di
espressione.
-
Anche se abbiamo confessato quello che
proviamo, non possiamo stare insieme- disse, senza giri di
parole.
Quella
frase arrivò come una pugnalata al cuore di Nami.
Di
certo Zoro non era il tipo da usare delicatezza e tatto nemmeno in
quelle
situazioni.
-
Per adesso- precisò.
-
Che significa?- chiese.
Ora
era davvero confusa.
-
In questo momento io voglio concentrarmi
solo sul raggiungimento del mio obiettivo. Se non posso dedicarti le
attenzioni
che meriti, mi sembra ingiusto stringere un legame adesso. Quando
avremo
realizzato i nostri sogni, però, quando avrò
realizzato il mio sogno, se lo
vorrai ancora, potremo essere più che semplici amici o
compagni di viaggio. Mi
rendo conto che chiederti di aspettarmi sia profondamente egoista,
ma…-
-
Lo farò- lo interruppe.
-
Cosa?-
-
Ti aspetterò. Ad una condizione,
però-
-
E quale?- chiese incuriosito.
-
Devi fare una promessa anche a me-
lo
guardò seria.
-
Sentiamo- sorrise.
-
Devi promettermi che manterrai la parola.
Quando sarai diventato il miglior spadaccino al mondo, non avrai
più scuse:
dovrai stare con me-
La
guardò stupito: era davvero determinata la ragazza!
Proprio
questo amava di lei.
-
Lo prometto- ghignò.
La
bella rossa gli rivolse uno dei suoi meravigliosi sorrisi, felice come
lo era
stata poche volte nella vita.
Poi
la vide avvicinarsi pericolosamente al suo viso e…posare un
dolcissimo e
delicato bacio su un angolo della sua bocca.
Il
suo volto assunse tonalità purpuree, mentre il cuore
sembrava volergli uscire
dal petto.
-
Allora…ti aspetto. Mi raccomando,
però,
non metterci troppo…- fece sensuale, strizzandogli
l’occhio.
La
guardò allontanarsi, risalendo le scale in direzione della
sua cabina.
Si
scambiarono un ultimo, intenso sguardo, come a voler sugellare di nuovo
la
promessa che si erano appena fatti; poi Nami scomparve dietro la porta
della
sua stanza.
Per
la seconda volta, quella notte, rimase solo sul ponte.
Stavolta
era diverso, però.
Nel
suo animo non c’erano più ansia e incertezze, ma
una sensazione di calma e
serenità, come quella che si avverte dopo un violento
temporale.
Si
sdraiò sull’erba, lasciando che il dolce profumo
dei mandarini gli solleticasse
le narici.
Contemplò
di nuovo il cielo, alla ricerca della sua
stella: la vide là, grande e luminosa.
Un
forte bagliore scaturì da essa.
Forse
un saluto.
Davanti
ai suoi occhi si materializzò il volto della sua amica: la
lingua di fuori in
una smorfia, l’occhio strizzato.
Irriverente,
come sempre.
Non
era pronto a lasciarla andare, non lo sarebbe mai stato.
Ma
ora era pronto a donare il suo cuore ad un’altra donna,
altrettanto
irriverente.
Lentamente,
l’immagine davanti ai suoi occhi scomparve, come il mondo
intorno a lui, mentre
il sonno veniva a portare riposo al suo corpo e alla sua mente.
-
Grazie, Kuina-
ANGOLO
DELL’AUTORE
Ehm…scusate
la schifezza, non so neanche come mi sia venuta in mente…!
Comunque la storia è
conclusa, quindi i vostri occhi e le vostre menti sono salve!!! Spero
che a qualcuno
sia piaciuta, ad ogni modo. Grazie a tutti quelli che hanno che hanno
letto e
recensito, vi stimo fratelli!
P.S.
Per tutti quelli che stanno seguendo Stand By Me: non mi sono scordata,
adesso
riprenderò a scrivere anche il capitolo di quella! ;)
Bacioni
Placebogirl