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Autore: MarySmolder_1308    18/09/2013    2 recensioni
L'amicizia è un sentimento essenziale, che ti travolge improvvisamente.
E così ti ritrovi legata a persone che non avresti mai immaginato di poter conoscere, con cui non avresti mai immaginato di parlare.
L'amicizia spesso e volentieri ti cambia la vita e lo fa senza che tu possa rendertene minimamente conto.
Non ti chiede il permesso. Lo fa e basta.
E' questo che succede a Maria Chiara Floridia, 26 anni, specializzanda in chirurgia al terzo anno al Saint Joseph Hospital, quando incontra i famosi Ian Somerhalder, 33 anni, e Nina Dobrev, 24 anni.
Il problema è che anche l'amore agisce in questo modo.
Possono questi due sentimenti entrare in contrasto?
Possono lottare fra loro, logorando tutto ciò che è sul loro cammino?
Possono far sorgere dei dubbi?
Possono distruggere una persona?
In un mondo in cui è ormai difficile instaurare delle relazioni, tre persone si ritrovano tra le grinfie di questi sentimenti.
Vincerà l'amore o l'amicizia?
--
Ci tengo a precisare che non sono una scrittrice professionista. Utilizzo la scrittura per esprimere al meglio tutti i miei pensieri, tutte le mie sensazioni, tutte le mie emozioni. In ogni capitolo cerco di dare il massimo, quindi spero possiate apprezzare!
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo
Capitoli:
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POV Ian
"Paul, piano, c'è Ian di là" sentii Torrey ridere da lontano.
Mugugnai qualcosa e mi alzai, poi andai in bagno. Non riuscii nemmeno a guardarmi allo specchio, avevo un aspetto orribile, non avevo chiuso occhio quella notte. Ogni volta che ero stato sul punto di addormentarmi, il mio cuore mi aveva mostrato sensazioni su sensazioni, rendendomi più confuso di prima. Che stava succedendo dentro di me?
Fui distratto dai miei pensieri dall'arrivo di Paul.
"Ehi, dormito bene?" mi chiese smagliante.
"Non come voi due – sbottai, poi lo guardai – Scusa, mi sono alzato con la luna storta"
"Non preoccuparti – sorrise e incrociò le braccia – Ho la strana impressione che il tuo malumore abbia a che fare con una certa riflessione su una certa situazione"
"Sì, infatti"
"La notte ha davvero portato consiglio?"
"Non mi ha fatto dormire per questo, ma sì, diciamo di sì" feci una smorfia, mentendo, e chiusi il discorso lì. 
Paul e Torrey uscirono presto di casa per fare la spesa, mentre io restai a casa loro, fin quando non presi la decisione di affrontare tutta la situazione. Mi vestii velocemente e chiamai un taxi. Pagai il tassista affinché restasse tutto il giorno con me e mi feci accompagnare in centro. Pranzai in un ristorante solo soletto, poi sul tardo pomeriggio mi feci portare a casa di Mary, sperando magari che la sua vicinanza potesse aiutarmi. 
"Ian, che ci fai qui?" chiese Mary sorpresa.
"Posso entrare?" 
"Ma certo, accomodati" mi sorrise e mi aiutò a sedermi sul divano.
Sentivo i suoi occhi addosso.
"Ahi" disse.
La guardai confuso.
"La tua faccia esprime problemi a tutta forza. Cos'è successo?"
"Niente"
"Ian, non saresti venuto qui senza motivo" mi guardò, alzando un sopracciglio.
“Che ne sai”
“Lo so”
"Ok, hai ragione – sospirai –  Ehm... Io e Nina abbiamo dei problemi seri. Credo che siamo sul punto di rottura".
La guardai con la coda dell'occhio, la sua espressione era cambiata in un niente.
"E come mai?" mi accarezzò la schiena.
"Ieri sera abbiamo litigato per l’ennesima volta e non credo si possa continuare così. Credo siamo arrivati a un punto di non ritorno"
"Posso chiederti perché... perché avete litigato?" chiese esitante.
"Gelosia da parte sua.. – mi arrestai, incerto se continuare o meno, e la guardai – nei tuoi confronti"
"Io sono stata la.."
"Non sei stata la causa vera e propria, diciamo che sei stata il motivo scatenante. Ma non me ne importa niente, non doveva permettersi di dire tutto ciò che ha detto, non ne aveva il diritto. Mi dispiace, Mary, avevi ragione. Lei è gelosa di te; ma io sono stato così cieco che… non me ne sono reso conto subito" dissi, guardandola negli occhi.
Mary si alzò di scatto e disse: "Ian, devi andartene"
"Cosa?! Perché?"
"Sei sconvolto dalla cosa, meglio se vai a casa. Oppure da lei a chiarire" disse lei fredda, fissando il vuoto.
"Mary"
"Ian ti prego! – i suoi occhi cominciarono a velarsi di lacrime – Potresti commettere un errore davvero stupido, non puoi restare".
Dolcemente mi toccò la schiena e mi accompagnò al portico.
"Mary, ascoltami, so che al momento ti senti in colpa per la nostra lite, ma non è colpa tua. Nina non si fida di me e del nostro rapporto, tu non c'entri niente. Non è la prima volta che succede, lo sai benissimo, e io non posso più sopport"
"Ancora non capisci? E’ tutta colpa mia se lei non si fida. Solo mia" scosse la testa e si coprii il volto.
Mi avvicinai, ma lei mi allontanò.
"Va’ via, ti prego" disse singhiozzando e chiuse il portone.
“Ma” non continuai la frase.
Bussai un paio di volte, ma non udii alcuna risposta dall’interno.
Guardai per un po’ il massiccio portone chiuso, poi rientrai nel taxi.
Osservando la casa di Mary, uno strano presentimento cominciò a farsi strada nel mio cuore, come se quello sarebbe stato il nostro ultimo incontro per un po’.
Il tassista mi chiese dove dovesse portarmi e gli diedi l’indirizzo di Nina.
Quando il tassista si fermò, Nina uscì sul portico. Scesi cautamente dall’auto con le stampelle e mi avvicinai.
“Vogliamo entrare?” mi disse con tono spento.
Annuii ed entrai subito dopo di lei. Dentro l’atmosfera era gelida. Nina non sapeva che dire e io ero nella stessa situazione.
Restammo in silenzio l’uno di fronte all’altra per un bel po’ di tempo, finché Nina non parlò: “C’ho provato. Davvero, c’ho provato con tutte le mie forze, ma niente. All’inizio mi ripetevo che era solo insicurezza da neo-fidanzata, poi ho cominciato a dare la colpa alla tua bellezza, il che è davvero da folli perché non si può dare la colpa a questo. Stento ancora a credere di averlo fatto – fece una risatina isterica, mentre le lacrime cominciavano a rigarle le guance – e poi finalmente ho dato la colpa alla persona giusta, me stessa”
“Nina” sussurrai.
“Perché è assurdo che una persona riesce ad amarne un’altra con tutta sé stessa e non riesce a fidarsi! Cioè, com’è possibile?”
“Nina” mi avvicinai.
“Mi dispiace, ok? Ma è stato più forte di me. Credevo che più tempo passasse, più questa sfiducia sarebbe scemata, invece è aumentata sempre di più, arrivando anche a farmi dare di matto se non c’eri, arrivando a farmi trattare Mary in quel modo. Sono una persona orribile” singhiozzò e cercò di asciugare più lacrime possibili con il dorso della mano.
Fece per andarsene di sopra, quando scattai in avanti e la bloccai per un braccio. Il tonfo della stampella destra precedette le mie parole.
“Guardami, ma soprattutto ascoltami: non sei assolutamente una persona orribile, mi hai capito? Solo che…”.
Stavo per continuare, quando, ancora singhiozzando, mi disse: “Che succederà adesso?”.
Presi un respiro profondo.
“Ci sveglieremo, mangeremo, lavoreremo e ci riaddormenteremo, sempre con lo stesso ritmo, finché non diventerà normale”
“Quindi… ognuno per la sua strada, come se niente fosse mai accaduto?”
“Assolutamente no. Io conserverò questi tre anni sempre nel mio cuore, lo prometto”
“Ti amo” pianse di nuovo.
“Anch’io” la strinsi e le baciai i capelli.
Quando si calmò, sciolse l’abbraccio.
“Scusami, ti ho bagnato tutta la maglietta” indicò il punto in cui aveva pianto.
“Non fa niente” accennai un sorriso.
I nostri volti si avvicinarono l’uno all’altro e ci baciammo. Un’ultima volta.
“Passo a prendere le mie cose domani in giornata. Abbi cura di te” sussurrai.
Ripresa la stampella, le sorrisi e uscii da quella casa.
Era davvero finita.








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Note dell'autrice:
Rieccomi con un nuovo capitolo! Premetto che quando ho scritto questo capitolo ho versato le migliori lacrime xD. Per me è stato molto difficile scriverlo, perché in questo capitolo c'è l'invasione dei sentimenti: la confusione di Ian iniziale; la reazione di Mary; il "break-up" Nian. 
La confusione di Ian sarà svanita, dopo aver parlato prima con Mary e poi con Nina, o sarà rimasta lì? E secondo voi perché questa confusione era o è presente?
Mary ha fatto bene a lasciarlo andare, pur sapendo che, se Ian avesse lasciato Nina, avrebbe potuto provarci? Ian e Mary si rivedranno ancora?
E come ne uscirà Nina da questa rottura?
Si dice che "Ciò che non ti uccide, ti fortifica". Vedremo se per i nostri protagonisti sarà effettivamente così. Grazie per aver letto e grazie per le recensioni, sempre ben accette :D
Alla prossima!




 
  
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