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Autore: Jessy9129    21/09/2013    5 recensioni
Credo che a tutti noi capiti di pensare, quando finisce una saga, di dire addio ad un caro amico.Quanto tempo passiamo a fantasticare su come la storia potrebbe continuare ad evolversi? beh io ho cercato di continuare la storia di Luce e Daniel, proprio dove Lauren Kate ha deciso di concluderla... spero vi piaccia.... buona lettura :)
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daniel Grigori, Luce Price
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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DUE
 
CHI TROVA UN AMICO TROVA UN TESORO
 
Finalmente le lezioni erano finite. Stava camminando per i corridoi dell’Emerald college, con Nora che le parlava dell’ultima sua conquista alla festa di venerdì sera, un certo James. Luce si sentiva in colpa per non averle parlato di Daniel. Era molto grata all’amica, che l’aveva presa sotto la sua ala protettiva nel momento stesso in cui aveva varcato la soglia della sua stanza. Tuttavia non voleva farlo sapere ai quattro venti. Solo perché l’aveva vista parlare con Lucien le avevano fatto il terzo grado, e rossa dalla vergogna era stata costretta a raccontare a Jordan ed Hailey dell’incontro in lavanderia. Si vergognava per il fatto di avere avuto così poche esperienze in campo di ragazzi. Nora era bellissima con il suo carré castano e i suoi furbi occhi nocciola, per non parlare del fatto che era molto più alta e formosa di Luce. Doveva ammettere che un po’ invidiava la sicurezza dell’amica. Nella sua vecchia scuola, la Plano senior High in Texas, era molto conosciuta poiché era una delle più brave nella squadra femminile di nuoto. Ricordò di come le avevano fatto una festicciola in suo onore, quando al secondo anno aveva fatto vincere un nastro azzurro per la sua squadra. Nonostante tutto non aveva molte amiche a parte la sua cara Zoe. Le mancava tantissimo e si ripromise che l’avrebbe chiamata presto.
- Luce? – Nora le sventolò la mano davanti al viso. – ci sei? Terra chiama Luce! -
Luce batté gli occhi. 
- Scusa ero sovrappensiero. - sorrise all’amica. Nora la fissava con sguardo indagatore. Poi si addolcì. La prese sotto braccio.
– Dai torniamo in camera. Devi assolutamente raccontarmi cosa ti turba. Non c’è niente che una buona diet coke ed una giusta tinta di smalto non possa risolvere. -
Ok si rimangiava tutto voleva parlarne con l’amica. La seguì e la ringraziò mentalmente per averla capita.
- E quindi mi stai dicendo che nel giro di una settimana sei riuscita a conquistare due bellimbusti del genere per non parlare di David e… - si avvicinò per poter abbassare il tono di voce. Come se qualcun altro potesse sentirle. -… anche Max alla festa mi ha chiesto di te…- poi ritornò a mettere lo smalto verde petrolio sulle sue unghie dei piedi. – Dunque quale sarebbe il problema? – Luce fissò sulla scrivania il fermacarte della statua della libertà imbarazzata.
– Il problema è che io non so come comportarmi. Ho paura di rovinare tutto. Con Daniel intendo. – L’amica poggiò la boccettina di smalto sulla mensola e si avvicinò a Luce.
– Non c’è un manuale per queste cose-  disse.  - Bisogna buttarsi. Insomma devi rischiare. Sei una persona speciale Luce, lascia che se ne accorga anche lui. – Luce guardò l’amica per qualche secondo. Poi senza pensarci l’abbracciò. Aveva capito che avrebbe sempre potuto contare su di lei. In verità lo aveva sempre saputo, ma la sua corazza le aveva offuscato ciò che in realtà era chiaro davanti ai suoi occhi. L’abbraccio si sciolse ed entrambe avevano gli occhi lucidi. Quindi l’amica si alzò per riprendere la boccetta di smalto dalla mensola.  Si sentiva più libera dopo averne parlato con qualcuno. Quella sera chiamò Zoe le raccontò della scuola, della sua amica Nora, e persino dei ragazzi che la corteggiavano, dopodiché per la prima volta da quando era arrivata li riuscì a dormire rilassata e sognò di dormire in cielo tra le nuvole che la cullavano.
La mattina seguente quanto aprì la porta della sua camera trovò Lucien con un ciondolo in mano. Lo riconobbe subito, era il ciondolo che la madre le aveva regalato. Se ne era completamente dimenticata.
- Stavo per portarti questo- le porse la catenina. – L’ho trovata nella mia cesta. Probabilmente ti sarà caduto in lavanderia- fece spallucce.
- Ti ringrazio Lucien. Questo ciondolo ha per me un enorme valore affettivo – gli sorrise. Lucien mise entrambe le mani nelle tasche posteriori dei jeans.
- Volevo dartelo l’altro giorno quando ti ho visto entrare in cortile. Poi però ho visto che eri impegnata e ho lascito perdere– le disse. Luce si ricordò di averlo visto di sfuggita nella finestra della biblioteca. Lui si fece più vicino, troppo per i gusti di Luce. Lei fece un passo indietro, andò a sbattere contro la parta, lui si accorse del suo disagio poiché indietreggiò. Luce non si era accorta di trattenere il fiato fino a quanto non si rilassò.  Poi all’improvviso vide Daniel svoltare l’angolo, stava vedendo qualcosa su un foglio. Quasi cadde, quando lo vide in tutto il suo splendore. Quando lui alzò la testa, notò lo stupore nei suoi occhi. Erano grigi questa volta.
- Ciao Luce- la salutò. Lei era paralizzata a malapena lo ricambiò con la mano.
-Lucien- proseguì freddo.
-Daniel- ricambiò l’altro altrettanto freddamente. Daniel senza girarsi proseguì diritto. La tensione era palpabile. Si conoscono? Era evidente che fosse successo qualcosa tra loro due. Luce era curiosa di scoprirlo.
- Conosci Daniel? - domando dunque a Lucien. Lui fece spallucce.
- Si. Per due anni è stato il mio coinquilino, prima che mi trasferissi in quest’altra ala – Luce notò una strana luce passare negli occhi azzurri del ragazzo. Aveva un'espressione indecifrabile. La mascella contratta.
- Ora devo andare- proseguì. Detto questo le rivolse un sorriso e andò nella stessa direzione i cui aveva visto dileguarsi Daniel. Quella storia era bella che strana. Una curiosa sensazione le solleticava la nuca. Doveva assolutamente scoprire cosa era successo tra quei due.

Venerdì mattina le fu comunicato che nel pomeriggio sarebbero iniziati gli allenamenti di nuoto. Non vedeva l’ora di rimettersi in acqua.  Il nuoto era sempre stato una costante nella sua vita. Sua madre le diceva sempre che aveva imparato prima a nuotare e poi a camminare. Dio come le mancava sua madre. Era sempre presente ad ogni gara e l’aveva sostenuta anche quando, a causa di una frattura alla spalla, aveva rischiato di non poter più nuotare. Grazie a lei ce l’aveva fatta ed aveva vinto una borsa di studio.
Luce stava perdendo più tempo del necessario nel camerino della palestra. Non voleva fare tardi il suo primo giorno di allenamenti, ma la cuffia che le aveva fornita la scuola, insieme al costume blue elettrico, si rifiutava di rinchiudere tutta quella matassa che erano i suoi capelli. Rassegnata si infilò l’accappatoio in micro-fibra giallo e si diresse in palestra. L’accogliente palestra era spaziosa e arieggiata. Si sfilò velocemente l’accappatoio lasciandola sulla panca di ferro e prendendo a volo gli occhialini si unì alla fila delle ragazze che stavano ascoltando con attenzione miss Buxton. Lei le rivolse un’occhiata di ammonimento per il suo ritardo, ma fortunatamente non le fece una scenata davanti a tutta la squadra.
-Dunque mi aspetto grandi cose da voi– disse. -Siamo state chiare? – prese il fischietto tra le mani. –Ora tutte a bordo vasca. Fate vedere di cosa siete capace.– proseguì senza aspettare una risposta alla domanda precedente. Mentre seguiva le ragazze vide entrare il gruppetto di ragazzi della squadra maschile. Il suo cuore perse un colpo quando vide Daniel che rideva probabilmente per una battuta. Rimase impietrita, incapace di muovere le gambe. Probabilmente sembrava avesse visto un fantasma.
–Signorina Lucinda Hyde. – l’ammonì miss Buxton. Al suono del suo nome notò che anche Daniel aveva puntato i suoi stani occhi su di lei. Lei arrossì. Dunque si precipitò al bordo vasca e un po’ goffamente si tuffò di testa. Con un movimento naturale riuscì a prendere il giusto ritmo dello stile a farfalla. Non voleva pensare a Daniel così si concentro sul nuoto. Alla fine della sesta vasca sentì il fischietto di miss Buxton. Così emerse dall’ acqua. La fissavano tutti. La professoressa stava scrivendo qualcosa sul suo taccuino e lei si sentì raggelare per la paura di aver commesso un errore. Poi la professoressa si girò e le sorrise.
- Complimenti signorina Hyde. Hai vinto questa prima sfida – le disse. Sfida? Lei era stata così distratta che non aveva capito fosse una sfida. Però si sentì orgogliosa di se, soprattutto perché aveva sorpreso Daniel origliare la conversazione.
Tornata nella propria stanza era stanchissima. Voleva solo dormire per tre giorni di fila ma trovò Nora che rovistava nel suo armadio.
-Nora?– Luce si avvicinò al letto. L’amica disse qualcosa di incomprensibile e cacciò il suo vestitino attillato nero in raso e macramè dopodiché lo buttò sul letto. Si era dimenticata della festa organizzata da Jordan e Hailey.
- Infilati questo – le ordinò. Luce fissò il suo vestitino che a stento le arrivava sopra il ginocchio.
- Senti Nora sono un po’ stan…- non riuscì a finire la frase che Nora alzò una mano per zittirla.
- Non voglio sentire altro – l’ammonì l’amica. -Tu stasera ti infilerai quel sexy vestito e verrai con me alla festa perché devi fare colpo su un certo ragazzo dagli occhi viola. – sentenziò l’amica guardandola maliziosamente. Luce portò gli occhi al cielo.
- Ma se non so neanche se lui ci sarà – provò a farla ragionare. Stavolta fu l’amica ad alzare gli occhi al cielo.
– Penso che ormai mi hai conosciuta. Ovvio che ho fatto in modo che lui ci sarà. – Le prese la mano e la portò in bagno. –Ora però vediamo di sistemare questi tuoi favolosi capelli. – Nora cominciò ad armeggiare con il phon e a Luce non le rimase altro da fare che rassegnarsi. In queste ormai due settimane aveva capito una cosa fondamentale. Se Nora si era messo qualcosa in testa niente e nessuno avrebbe potuto fermarla.
  
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